'Passion' Trip (I)

Storia scritta per il 18° Italian P0rn Fest

Fandom: Qualsiasi fandom (Love and Deepspace)

Personaggi: A/B (MC/Zayne)

Prompt: "Why did you turn off the TV?" "Are we really here for a movie?"


Seduta a cavalcioni sulle gambe di Zayne, con la luce soffusa della televisione come unica fonte luminosa, lo guardo dritto negli occhi verdi e aspetto. Aspetto di sentirgli dire che gli sono mancata, che in queste settimane non ha potuto fare a meno di pensare a me, allo stesso modo in cui io non sono riuscita a togliermi dalla testa il suo pensiero, fisso e costante, come una dolorosa e piacevole agonia.

Mi è mancato da morire. Anche se ci siamo sentiti spesso tramite messaggi e qualche sporadica telefonata, non ho potuto fare a meno di sentirne la mancanza, trovandomi spesso a desiderare di poterlo avere con me, di stringerlo tra le braccia, di dormire al suo fianco... di poterlo toccare e baciare.

Zayne ricambia il mio sguardo, ma continua a non pronunciare quelle parole che fremo dalla voglia di sentire, tenendomi sulle spine. Sorride appena e sembra quasi sapere esattamente cosa mi aspetto da lui, eppure non mi dà la soddisfazione di vederlo aprirsi a me, come se si stesse divertendo a osservare fino a che punto sarebbe arrivata la mia frustrazione.

Senza perdere il contatto visivo con me, allunga una mano e sposta i capelli dal mio viso, sfiorandomi lievemente la fronte e scendendo in un tocco leggero sulla guancia. Il contatto delle sue dita fredde con la mia pelle accaldata mi fa fremere impercettibilmente, e il cuore perde un battito, cominciando a galoppare rumorosamente nel mio petto. Provo a far finta di nulla, sperando che il suono ritmico che rimbomba nelle mie orecchie non raggiunga anche le sue. Non voglio fargli capire quanto io sia impaziente di farmi toccare da lui, quanta bramosia stia provando in questo momento – non ancora.

«Com'è andato il tuo... viaggio? È andato bene?» Mi chiede, sviando completamente il discorso, e sento forte l'impulso di lasciarmi andare a un lamento di insoddisfazione, ma mi mordo l'interno della guancia e mi trattengo. Se è questo il gioco a cui vuole giocare il Dottor Zayne, allora farò in modo di tenergli testa e vincere.

«Non all'inizio. Dopotutto, potevo sempre vederti ogni volta che volevo. Poi, piano piano, mi sono abituata.» Rispondo, cercando di dare enfasi alle mie parole così da creare in lui il giusto senso di colpa, quello che mi permetterà di averlo in pugno per portarlo esattamente dove voglio io.

«Ti sei abituata a stare di nuovo sola? Giusto?»

Quando mi risponde, rimango per un attimo interdetta e comprendo di essere caduta nella mia stessa trappola. Perché capisco che Zayne parla di sé stesso, di ciò che anche lui ha provato durante la mia assenza, e non posso fare a meno di sentirmi io in colpa. Per essere partita con così poco preavviso, di essere stata via per così tanto tempo. Deglutisco e abbasso lo sguardo, colpevole di aver dato per scontato che debba essere lui il primo a dirmi che gli sono mancata quando, magari, pure lui freme dello stesso desiderio.

Zayne mi fa scendere dalle sue gambe e io riporto l'attenzione sul suo viso, incontrando nuovamente i suoi occhi verdi che sembrano scrutarmi fin dentro l'anima. Mi sento avvampare sotto la potenza di quello sguardo penetrante e non posso fare a meno di allungare le mani per coprirgli la visuale, il senso di colpa a guidare le mie azioni.

«... Mi stai fissando.» Dico, sentendo le guance pizzicare per l'improvviso imbarazzo e sperando che la stanza sia abbastanza in ombra da nascondere il rossore che so essersi diffuso sul mio viso.

«In questo modo, non posso vederti.» Risponde lui, sorridendo lievemente e facendomi arrossire ancora di più.

Zayne mi afferra delicatamente il polso destro e mi costringe a spostare le mani dal suo volto. Mi guarda intensamente per un lungo istante, come se stesse studiando la mia espressione e il mio intero essere. Faccio fatica a sostenere il suo sguardo, ma non demordo anche se sento le guance formicolare ancora per l'improvviso afflusso di sangue che le ha fatte tingere di rosso.

«Volevi che dicessi qualcosa?» Mi chiede all'improvviso, come se avesse finalmente colto il flusso dei miei pensieri, come se avesse capito solo adesso che nei miei occhi è celata una silenziosa quanto disperata richiesta.

Fremo nuovamente dalla testa ai piedi, piena di fiduciosa aspettativa, e allungo una mano per accarezzare lentamente la guancia di Zayne, soffermandosi più del dovuto sulle sue labbra morbide e calde. Sento ancora una volta il desiderio di baciarlo scalpitare dentro di me, più furioso che mai, ma mi ostino a tenerlo a bada finché non avrò ottenuto ciò che voglio. Non posso dargliela vinta così facilmente, nemmeno di fronte alla consapevolezza di essere colpevole della mia mancanza tanto quanto lo è lui in questo momento.

«Perché ti sei comportato così normalmente alla stazione? Sono rimasta delusa.» Domando, sottolineando volutamente la delusione che ho provato – e continuo in qualche modo a provare – per il fatto di essere stata quasi ignorata sin da quando ho rimesso piede a Linkon.

Si è comportato come se non importassi nulla, come se non fosse felice di vedermi, come se non gli fossi mancata davvero. Ma anche se so che non è così, e che mai si sarebbe comportato diversamente in un luogo pubblico e pieno di gente come la stazione ferroviaria, non posso fare a meno di dare sfogo ai miei pensieri e alla frustrazione che continua a crescere e serpeggiare infima dentro di me. Non chiedo poi tanto, mi sarebbe bastato anche un semplice bacio dato di sfuggita sulla guancia.

Zayne stringe delicatamente le dita attorno al mio polso e strofina la guancia sul palmo della mano con cui sto continuando a sfiorarlo. Sento la pressione delle sue labbra, seguito da un sospiro che si infrange contro la mia pelle, e rabbrividisco piacevolmente, trattenendo appena il respiro per la forza con cui il desiderio ritorna ad accendersi in me. Quanto ho bramato percepire il suo tocco, quanto l'ho desiderato in questi lunghi giorni, immaginando di averlo lì con me in quel letto vuoto e troppo grande per me...

«Cosa volevi che facessi davanti a tutta quella gente?» Si sporge verso di me e sussurra quelle parole dritte sul mio orecchio, provocando un'altra serie di brividi incontrollati.

Quel tocco leggero, come quello di una piuma, e la sua voce bassa e suadente riescono a far divampare con forza l'incendio latente nel mio petto. Appoggio il pugno sul suo torace, spingendolo lievemente verso la spalliera del divano, e lo guardo intensamente, trattenendo a fatica la voglia di ritornare sulle sue gambe per baciarlo con tutta la passione che mi scorre in corpo come lava. Non ho ancora finito di riversare su di lui la mia insoddisfazione e provo ancora una volta a giocare sporco, insistendo sulla carta del senso di colpa.

«Non ci siamo visti per diversi giorni. Non ti sono mancata, non ti sei preoccupato per me?» Chiedo alla fine, sottolineando volutamente la parola "mancata" con aria offesa, mettendo su il broncio.

Zayne sorride lievemente e mi sembra di scorgere un luccichio malizioso nel suo sguardo verde e intenso, ma la sensazione non dura che un attimo, facendomi credere di essermelo solo immaginato. Mi stringe delicatamente la mano con cui l'ho spinto e la accarezza, cercando di far rilassare le dita che poco prima ho serrato in un pugno. Mi fa appoggiare la mano sul suo petto e continua a sfiorarla delicatamente, parlando senza guardarmi.

«Il tempo lì era bello, e hai risposto a tutti i miei messaggi. Quindi ho pensato che dovevi stare bene.» Si prende gioco di me – lo so, lo sento – e la cosa non fa che alimentare la mia frustrazione fino a farmi cedere, stanca di provare a metterlo nel sacco e di tenere a bada ciò che continua a muoversi dentro di me come un animale ferito. «Dunque, vuoi dirmi qualcosa

Ed eccola lì, la domanda che dà adito al mio dubbio iniziale, che conferma ciò che avevo solo pensato quando la consapevolezza di poter aver causato in lui lo stesso senso di abbandono mi ha colpita in pieno con forza. Lo guardo in silenzio e scorgo nelle sue iridi lo stesso luccichio che avevo creduto di essermi immaginata, e questo mi fa capire di essere finita esattamente dove voleva lui, cadendo nel mio stesso tranello e perdendo in quel gioco che per prima ho iniziato. Scacco matto.

«Mi... sei mancato.» Affermo alla fine, abbassando lo sguardo con le guance che mi vanno improvvisamente a fuoco, l'imbarazzo del momento che prende possesso di ogni parte di me.

Sento Zayne lasciarsi andare a un accenno di risata sommessa, avvertendo una punta di soddisfazione in quello sbuffo appena percettibile, e alzo gli occhi proprio mentre afferra il telecomando della televisione. Lo vedo puntarlo in direzione dello schermo e premere il pulsante per spegnere l'apparecchio, mettendo così fine al film che avevamo iniziato ma che nessuno dei due stava seguendo realmente.

«Perché hai spento la TV?» Chiedo, lievemente confusa, prima di capire che l'atmosfera nel mio appartamento è cambiata totalmente.

«Siamo davvero qui per vedere un film?»

La sua domanda, così diretta e carica di allusioni implicite, fa perdere un battito al mio cuore. Lo sento fermarsi un istante per poi riprendere a galoppare furiosamente nel petto, rimbombando nelle mie orecchie. Avvampo nuovamente e deglutisco a vuoto, sentendo il mio corpo formicolare piacevolmente. Quella domanda, posta con un tono di voce che sembra distaccato e calmo come sempre, ma che nasconde in sé una nota di impazienza, vale più di mille "mi sei mancata" non detti.

Zayne è preda della stessa voglia che ha divorato me sin dal primo istante in cui l'ho visto lì, mentre mi aspettava alla stazione, vittima quanto me della frustrazione e dell'insofferenza generata dalla lontananza, e lo capisco solo adesso che mi guarda con i suoi occhi verdi carichi di malcelato desiderio. Mi do della stupida, più e più volte, per non aver colto sin da subito il suo messaggio, i suoi segnali così espliciti nel loro essere subliminali. Il film era solo una scusa, la più banale, eppure non sono stata in grado di capirlo prima di mettere in atto i miei maldestri tentativi di strappargli con l'inganno quelle tre parole a cui mi ero ciecamente aggrappata.

«Non era questo quello che volevi?» Domando in un sussurro, riferendomi al fatto che volesse vedere un film con me, anche se ora so che non era mai stato quello il suo reale intento.

«Adesso ho cambiato idea. Va bene?»

Zayne si sporge verso di me e mi sovrasta con il suo corpo, facendomi finire stesa sul divano, intrappolata tra il suo fisico statuario e il cuscino morbido. Lo guardo e sento l'impazienza scalpitare dentro di me, feroce e incontrollabile. Finalmente sono nell'unico posto in cui avrei voluto trovarmi in queste lunghe settimane, nell'unico posto che mi fa sentire davvero protetta e amata: tra le sue braccia.

Zayne mi fissa di rimando e si abbassa ancora un po' verso di me. Mi mordo lievemente il labbro inferiore e aspetto la sua prossima mossa, sicura che, stavolta, potrò finalmente avere il mio agognato bacio, il mio "bentornata", che racchiude in sé quel "mi sei mancata" che si è ostinato a non voler pronunciare. Il suo viso è così vicino al mio che posso coglierne ogni minimo dettaglio e sentire il suo respiro infrangersi sulla pelle accaldata delle mie guance, stuzzicandola piacevolmente.

Continuiamo a guardarci per un lungo istante, e io riesco a leggere nel verde delle sue iridi il profondo e torbido desiderio, così simile a quello che continua a scalciare dentro di me con impeto. Zayne si sporge ancora un po' verso di me e io chiudo gli occhi, pregustando già il momento in cui le nostre labbra entreranno in contatto, sciogliendo definitivamente la tensione tra di noi come neve al sole. Tuttavia, l'agognato incontro tra le nostre bocche non avviene. Sento le sue labbra posarsi delicatamente sulla mia fronte, in un bacio tanto leggero che sembra quasi me lo stia solo immaginando.

Prima che possa aprire le palpebre e corrugare le sopracciglia con disappunto, avverto la bocca di Zayne scendere sulla tempia sinistra per poi raggiungere lo zigomo. Lascia un altro bacio anche lì e il mio corpo reagisce fremendo. Anche se le sue attenzioni nei miei confronti sono gentili e discrete, io non posso fare a meno di agitarmi sotto di lui, il piacere che inizia ad accendere ogni parte del mio corpo. Voglio di più, e cerco di farglielo capire in ogni modo possibile, ma lui ignora i miei segnali e continua a depositare dei baci leggeri come fiocchi di neve sulle mie guance.

Provo a girare il viso per andare incontro a quelle labbra calde e morbide che mi stanno regalando la più lenta e piacevole delle agonie, così da poterle intrappolare con le mie e reclamare il bacio che tanto desidero, ma lui si sposta proprio quando le nostre bocche stanno per sfiorarsi e mi bacia il mento. Gemo frustrata e porto le mani tra i suoi capelli neri come la notte, stringendo tra le dita le corte ciocche che scivolano in mezzo alle mie falangi come seta.

«Zayne...» Lo chiamo, e la mia voce risuona come una supplica, una preghiera sussurrata a chissà quale divinità.

Si allontana dal mio volto, depositando un altro bacio all'angolo delle mie labbra, e mi fissa intensamente. Leggo nei suoi occhi verdi una miriade di emozioni diverse, che però vanno in contrasto le une con le altre: c'è l'amore che prova per me, il rispetto e il profondo desiderio di avermi, ma vedo anche il timore di perdere il controllo e farmi del male, la resistenza che la sua parte razionale impone su quella passionale.

Un sorriso gentile e comprensivo si allarga sul mio viso e sposto la mano dalla sua nuca per appoggiarla sulla guancia, sentendola lievemente ruvida sotto le dita per l'accenno di peluria che rade per mantenere un aspetto pulito e professionale – proprio tipico dell'integerrimo "Dottor Zayne" che tanto amo. La sfioro in una carezza lenta, soffermandomi con il pollice a toccargli le labbra morbide e lievemente umide con cui mi ha vezzeggiato finora. Le fisso come se una forza magnetica attirasse lì il mio sguardo e sospiro, sentendo l'impazienza montarmi dentro sempre di più.

«Non ti sei trattenuto abbastanza?» Chiedo, continuando a fissarlo intensamente, accarezzando con più insistenza il suo labbro inferiore.

Lo sento fremere impercettibilmente e vedo un luccichio guizzare improvviso nelle sue iridi verdi, rendendole scure come il fitto della foresta. La sua espressione rimane calma, ma so con certezza che dentro di lui è in corso una bufera di emozioni contrastanti, ma tutte ugualmente travolgenti. Mi sporgo leggermente in avanti, mentre con la mano scendo in una carezza dalla guancia al collo, beandomi dei brividi che lo scuotono appena e dei lievi sospiri che escono traditori dalle sue labbra invitanti.

Gioco un po' con il nodo della cravatta che gli tiene chiusa la camicia e, senza distogliere lo sguardo dal suo, agguanto la stoffa per tirarlo verso di me. Le nostre bocche sono così vicine che i respiri si fondono, e posso percepire il suo calore in ogni parte del mio corpo. Non resisto più.

«Cosa intendevi quando hai detto di aver cambiato idea?» Lo stuzzico, cercando di fare breccia nella corazza che gli si è cucita addosso, anche se sento il suo desiderio lottare per venire a galla.

«Esattamente quello che pensi tu, ma io-»

Non gli do il tempo di finire di parlare: tirandolo dalla cravatta, mi approprio delle sue labbra, ed è come tornare a respirare dopo aver trattenuto il fiato per troppo tempo. Sospiro sommessamente nel percepire la morbidezza della sua bocca che mi è mancata come l'aria e mi aggrappo a lui con più forza, tenendolo stretto a me come se fosse la mia unica ancora di salvezza.

«Allora lasciati andare, Zayne. Ti prego, ti prego, fammi tua.» Mormoro, allontanandomi appena dal suo viso bellissimo e perfetto, ma riprendendo a baciarlo subito dopo, perché non posso fare a meno di lui e del calore intossicante delle sue labbra. Dio, quanto mi è mancato!

Zayne mugugna nel bacio e sbuffa lievemente dal naso, facendomi credere di averlo infastidito con quel mio modo di fare tanto irruento. Ma quando sento le sue braccia infilarsi sotto la mia schiena, stringendomi forte in un abbraccio che mi toglie il respiro, capisco che finalmente ha deciso di dare spazio a quella parte irrazionale che tiene sempre a freno e non posso fare a meno di lasciarmi andare a un gemito di soddisfazione.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top