20/09/2021

A scuola ritornò tutto come sempre. Come se non fosse successo nulla, a parte Adele che aveva un bernoccolo che, sotto i capelli, praticamente non si vedeva. Mentre ognuno pensava ai fatti suoi, fantasticando su cosa avrebbe fatto fuori da quelle mura nel pomeriggio, piombarono i bidelli come falchi a prelevare i protagonisti dell'incidente: Adele, Davide, Sofia, Alessio, Felix.

Finirono tutti dal preside, l'ingegner Giannelli, che li squadrò con occhio indagatore. A fianco a lui la stessa insegnante che il giorno prima aveva proclamato «non finisce qui!».

Giannelli, alzando periodicamente gli occhi al gruppetto, lesse una specie di piccolo verbale della vicenda successa due giorni prima. Calcò il tono sulla vicenda del fumo nei bagni, per poi posare insistentemente gli occhi sulle due ragazze, ree una di essere nel bagno dei maschi, e l'altra di starvisi recando nel momento dell'incidente.

«Ma non mi stavo recando al bagno dei maschi! Eravamo davanti al magazzino ed ho sentito che stavano parlan-».

«E mi dica, signorina Mariani, con chi era davanti al magazzino? E come mai non era in classe?» replicò Giannelli, mettendola in difficoltà.

«Stavo andando in bagno» cercò di giustificarsi.

«Mi aveva appena detto che era fuori con qualcuno, non vedo altre ragazze, suppongo quindi che fosse uno di loro tre» indicando i tre ragazzi «la stava accompagnando al bagno delle ragazze?».

L'ironia del Preside era irritantissima. Davide avrebbe voluto prenderlo a sberle, ma aveva capito che doveva impegnarsi ad essere low profile, tranquillo, posato, e ad apparire pentito, pur non avendo fatto nulla di male se non scambiare quattro parole con una ragazza.

«Ho pensato che sarebbe molto bello, dato il vostro comportamento piuttosto sopra le righe, che ripaghiate la comunità educativa con un progetto fatto ad hoc, a cui, ovviamente, non siete costretti a partecipare. Ma in caso contrario non potrò che sospendervi e... beh, ripetere l'anno non è poi così grave, può capitare» li guardò quasi divertito, «Vero?».

Ripulire i bagni da scritte, incrostazioni, sporcizia e cicche di sigaretta infilate negli interstizi. Questo era il progetto. Infiocchettato e infarcito di motivazioni ed aspettative di ricaduta sui ragazzi, ma pur sempre una mera opera di pulizia, nel luogo più orrendo della scuola.

«Che schifo» sbottò Felix mentre ritornava verso la sua classe con Alessio, «pulire il piscio degli altri e cancellare i cazzi fatti col marker. Che. Schifo. Ed è colpa tua che l'hai provocata mezz'ora».

«No, è colpa sua che le ha rotto la faccia» rise Alessio indicando col pollice Sofia.

Lei mostrò il medio e sbuffò. Quella sarebbe stata una perdita di tempo, una odiosa perdita di tempo, ma non poteva permettersi di perdere l'anno. Voleva finire quella scuola al più presto poi partire per l'università, il più lontano possibile.

Adele la osservò senza farsi troppo notare: sembrava così sicura di sé, avrebbe voluto essere come lei. Al solo pensiero di dover fare delle ore a pulire dei bagni, le venne il voltastomaco, ma lo avrebbe fatto con Sofia, e forse non tutto il male veniva per nuocere.

Al rientro in classe, Costanza si sporse verso di lei.

«Che è successo?».

«Per la storia della porta in faccia. Ci hanno messo in punizione».

«Vi hanno sospeso?» chiese l'amica incredula.

«No, no, ci hanno affibbiato una punizione, travestita da progetto di merda».

La professoressa le richiamò all'attenzione e Costanza le fece l'accenno che ne avrebbero parlato successivamente.

All'intervallo, Costanza tornò alla carica.

«E quindi tu, Davide e gli altri che punizione avete preso?»

«Pulire» replicò Adele, schifata, «Pulire i bagni»

«Che orrore. Però vedila positiva, potrai rimanere da sola con Davide. Gnam gnam».

Adele fece un sorriso di circostanza e buttò lì un <Vediamo come va> ma le sue speranze si fondavano sulla speranza di una divisione maschi con maschi e femmine con femmine.


****


Erano le due e mezza di pomeriggio. I bidelli stavano pigramente concludendo il loro lavoro. I cinque ragazzi coinvolti si diressero altrettanto pigramente davanti ai bagni. Il bidello Tarcisio se la rise mentre consegnava loro guanti monouso, spazzoloni, stracci, detersivi. Persino una spatola.

«Casomai doveste rimuovere cose solide» disse, sornione.

Adele mascherò una specie di conato di vomito. Anche Felix non sembrò molto felice di dover rimuovere sostanze solide, ma riuscì a spostare l'attenzione su di lei.

«Abbiamo uno stomaco debole qui, eh? Dai, facciamo a cambio, voi pulite quello dei maschi e noi quello delle femmine».

«Manco morta, cocchi belli» rispose Sofia.

«Però l'altro giorno il tour del bagno sei venuta a farlo, eh?» replicò lui, ironico.

«Felix, sai, una volta sono caduta sulla ghiaia» iniziò Sofia, poi lo guardò, «E mi sono divertita più che a sentire le tue battute».

«Boom!» ridacchiò Davide.

Sofia si fece la forza di non gelare anche lui con uno sguardo. Alla fine i due gruppi si divisero, infilandosi nei rispettivi bagni.

«Non so che mi è venuto in mente a chiedere una sigaretta a 'sti scemi» sbuffò Sofia, mettendosi le mani sui fianchi. «A proposito, hai da fumare?».

«No, scusa, non fumo» rispose Adele, quasi dispiaciuta per non poter soddisfare la richiesta della compagna di sventura.

Sofia diede un'occhiata in giro ed emise un paio di versi schifati. Nonostante questo, si mise a pulire energicamente.

«Forza, prima finiamo 'sta schifezza, prima siamo libere di tornare a farci gli affari nostri» poi, dopo una lunga pausa, sentendo il silenzio di Adele, aggiunse «Scusa per la porta in faccia».

«Fa nulla, mi dispiace che sia uscito fuori questo casino» minimizzò Adele, abbozzando un sorriso.


****


L'esperienza del bagno, per le due ragazze, divenne quasi piacevole. Sofia, una volta rotto il ghiaccio, riuscì a mantenere una parlata sciolta, e tenne occupata la mente parlando un po' di tutto, pur di non pensare alle schifezze che trovava tra una piastrella e l'altra.

Alla fine, divertita e rilassata da quel tempo passato assieme, Adele si fece coraggio.

«Sai, ti stimo molto per l'orgoglio che metti nell'essere... come sei».

Sofia la fissò, avrebbe voluto sapere come Adele la vedeva.

«E come sono?» chiese guardandola negli occhi, interessata alla risposta.

«Sei, ecco, sei... non hai paura di affrontare...» ma la frase le rimase a metà, facendola arrossire. Sofia sorrise.

«Che sono bisex? Beh, non è una cosa tipo "Ah sai, sono una donna licantropo", anche se sarebbe figo. Sono semplicemente bisex, niente di che, come dire "ti piace più la pizza o il sushi?" e a te piacciono entrambi alla stessa maniera».

Adele si immaginò come una fetta di pizza, sorrise di gusto. Si sciolse, parlò anche un po' di sé stessa, stava pensando che forse Sofia avrebbe potuto essere la persona perfetta per aprirsi, finalmente.

«Che schifo! Odio 'ste cose! Bimbette del cazzo che si fanno i tagli per fare le fighe incomprese. Meno film di merda dovrebbero guardare! Il sangue è una cosa seria!» si lamentò Sofia, con aria disgustata, alla vista di alcune gocce di sangue sul bordo di un lavandino.

La reazione fece male ad Adele, che ripensò a tutte le volte che si era procurata quelle ferite per lenire il dolore che per lei era vero, palpabile. Non si era mai tagliata per moda, o per atteggiarsi. Sentì raffreddarsi il desiderio di raccontare di più di sé stessa.

E così calò una specie di silenzio, intervallato solo da pochi commenti legati al loro lavoro.


****


Dall'altra parte, i tre ragazzi scrostavano con disgusto le robacce che trovavano nel bagno dei maschi. Sapevano di dover affrontare un lavoro orrendo, perché i maschi, in quanto ad igiene personale, continuavano a lasciare un po' a desiderare.

Ma proprio per quello, facevano gli idioti tirandosi le cicche delle sigarette, i filtri mal riusciti ed altre schifezze che trovavano per terra.

«Pensa noi che scrostiamo 'ste robacce da qui e loro di là che limonano» ridacchiò Felix.

«Pensa se Benny non usciva prima dal cesso, potevi essere qui a limonare con lui» replicò Alessio, «lo sappiamo che Benny ti piace».

«Ma stai zitto che hai mollato la tipa per provarci con Sofia e lei era in fase mi-piace-la-fregna. Sei un loser inside».

«Davide» attaccò Alessio per sviare il discorso, «ma come la vedi che Adele, che broccolavi, sta facendo a lingue con Sofia?».

Davide sorrise.

«Che idioti che siete. Vi fate troppi viaggi. Loro di là stanno pulendo, e io con Adele ci faccio solo quattro chiacchiere. E vi dico anche che solo due idioti come voi, vi si presenta una così al cesso dei maschi, e riuscite a farla scappare».

Rise di gusto. Gli altri due subirono, consci che le parole di Davide erano vere: nemmeno Felix, che a battute pronte era cintura nera, non trovò il modo di replicare.

I bidelli vennero a schiodarli dopo due ore di lavoro. Le ragazze avevano praticamente finito, i ragazzi non proprio.

«Dai oh, andiamo a farci un mezzo ape al bar della zozza. Almeno non buttiamo via tutto il pomeriggio» cinguettò Felix, prendendo per le spalle le due ragazze.

«Con te e quell'altro non faccio nemmeno l'antitetanica» dichiarò Sofia, aprendosi in un sorriso estremamente ironico.

«Allora mandiamo Davide e Alessio a fare i gay e noi andiamo al bar».

Alessio fu sul punto di dire qualcosa di omofobo, ma buttò un occhio a Sofia e se ne stette zitto. Davide si limitò a salutare, dicendo che aveva di meglio da fare che sentire le loro battute oltre la data di scadenza. Poco dopo anche Felix e Alessio se ne andarono scocciati.

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