15/10/2021
Avrebbe voluto dirglielo. Voleva dirle che erano diverse sere che la pensava. L'aveva pensata a passeggiare per il centro con la luce che digradava, l'aveva pensata mentre si preparava per uscire, e l'aveva pensata mentre andava a ballare, a scatenarsi.
E se anche non avevano mai nemmeno detto quella parola, "amicizia", lei la sentiva vicina, e importante. Stava forse sbagliando?
«Che fai oggi pomeriggio?» le chiese Davide, che ancora la seguiva, e nemmeno poco, causandole una certa invidia attorno, sentimento a cui non era certo abituata.
«Studio. Domani forse mi interrogano» replicò, cercando di scacciare l'idea che stava mentendo a uno dei fighi della scuola pur di non averlo tra i piedi.
«Dai, non dirmi che studi tutto il pomeriggio? E che non hai mezz'ora per farti un giro. Ti passo a prendere io. non dirmi di no».
Si disse che non serviva fare così, essere scostante con un ragazzo che stava cercando di fare il gentile, Sicuramente per secondi fini non meglio specificati, ma non stava facendo l'arrogante e nemmeno il malandrino. Le aveva semplicemente chiesto un giro in giro.
E se aveva secondi fini, bastava non assecondarli. E Davide magari poteva passare per uno che cambiava ragazze facilmente, ma non certo uno violento o prevaricante.
«A che ora?» cercò di far cadere lei dall'alto di una certa indifferenza, ma non camuffò bene il tono.
Le sue amiche si diedero di gomito e ridacchiarono. Lui sorrise e disse «Mhm, non so, sai sono impegnato oggi pomeriggio, forse non riesco, forse devo fare le punte alle matite di arte» trattenendosi a fatica dallo sghignazzare.
«Che scemo sei» chiuse lei.
Così lui riprese un contegno e le disse se le andava verso le quattro.
Lui la passò a prendere con lo scooter, una zanzarina che faceva un sacco di confusione. Le porse un casco e la portò fino al lungomare dove fecero una lunga passeggiata.
«Quindi hai studiato a sufficienza o devi riprendere dopo il giro?» chiese lui, continuando con quella vena di ironia.
«Dai smettila, non sono così spigliata come te nei rapporti» rispose a lui, pensando che in realtà quel pomeriggio l'aveva immaginato ben diverso, magari di nuovo in un bar con-.
«A che stai pensando Ade?» la interruppe lui.
«Niente. Niente. Stavo ancora pensando a... alla porta in faccia» disse, portandosi una mano alla fronte in maniera quasi innaturale e provando malamente a ridacchiare.
«Che storia, non hai idea di che schifo è stato pulire i cessi dei maschi. Che puzza, che sporcizia. Giuro non piscerò mai più fuori per tutta la mia vita».
«Ma perchè, di solito lo facevi?» chiese lei, guardandolo con finto orrore.
«Ehi, smettila di fare la simpatica, solo perchè hai dovuto pulire un bagno già lindo».
«Non credere che fosse così pulito. Ma sicuramente meglio di quello vostro».
«Ci avrete messo la metà del tempo che ci abbiamo messo noi» disse poi lui, per poi aggiungere ridendo «vi è pure avanzato il tempo per limonare».
«In che senso?» si mise lei sulla difensiva.
«Beh dai, praticamente siete uscite amiche».
«È un guaio? È una bella persona e non si merita tutte quelle voci di merda che la gente fa girare, tipo quella che hai appena detto».
«Ancora con questa storia?» replicò lui, quasi infastidito.
«Ma sei tu che l'hai tirata fuori! E poi dicendo che magari ci aveva provato pure!».
«Ok, ok, scusa, non volevo essere maleducato» cercò di impapocchiarla lui, e come se fosse un tredicenne al primo appuntamento galante, tentò un abbraccio un po' goffo che trovò il ritrarsi di Adele.
Voleva passare serenamente quel pomeriggio, ma era tutto finito in quell'abbraccio che non ne era certo un degno coronamento. Davide trattenne visibilmente uno sbuffo.
«Scusa. Scusa. Sto sbagliando tutto. È che... boh, non lo so, sembra che tutte le volte che parliamo di Sofia, finiamo per allontanarci!».
"Fatti una domanda" avrebbe voluto dire lei, ma lasciò perdere, aspettando che fosse Davide a decretare la fine di quel pomeriggio, guardando falsamente l'orologio e dicendo che era meglio rientrasse a Cesena per evitare il traffico di quelli che finivano il lavoro.
La lasciò a due isolati da casa, come aveva chiesto lei usando la banale scusa della mamma a casa. Lui si allontanò ma non troppo: si mise ad osservarla da lontano, messaggiare con foga. Scosse la testa, evidentemente c'era qualcosa che non filava liscio nel rapporto tra lui e lei. E il motivo poteva essere solo uno.
Anzi, una.
****
Davide: Bro ma tu sai se la Sofy si fa qualcuno o qualcuna in sto periodo
Alessio: Non lo so e non me ne frega. È solo una troia
Alessio: E poi te non stai dando su a portainfaccia?
Davide: L'idea era quella ma qualcosa non mi torna
Alessio: Spiegati bro non si capisce niente.
Davide mandò un vocale: «Beh in pratica Adele ha 'sta cosa che secondo lei la gente bullizza Sofy perché le piacciono sia le tipe che i tipi. E tutte le volte che parliamo anche per sbaglio di 'sta tizia, finiamo per discutere. Allora boh, secondo me c'è una mezza roba sotto. Magari mi sbaglio, ma ho questa impressione. Altrimenti che senso avrebbe difendere una così, se manco ci vai?».
Alessio: Fattele tutte e due.
Alessio: Magari assieme. Eh bro ;)
****
Adele e Sofia avevano trovato un momento per passare un pomeriggio assieme, dopo tante parole online. Sembrava più terapeutico per la prima che per la seconda: Adele infatti aveva azzardato un tentativo di discussione in DM con Denise per cercare di aprire gli occhi a quest'ultima e farle capire che la colpa, casomai, era di Alessio.
Nonostante i toni pacatissimi, Denise non aveva cambiato di molto la sua opinione, trascinando Adele sul piano dei rapporti sentimentali di Sofia.
«Ok allora parliamone. La vedi mai con una ragazza? La vedi mani con qualcosa che assomigli a una fidanzata? No! E lo sai perchè? Perchè lei pur di fare la troia e sfasciare le coppie, è disposta a dire che è bisex, o che è lesbica, o qualsisasi altra cosa! Basta che riesce a scopare chi dice lei!» era stato il vocale inviperito di Denise «E solo perché t'ha tenuto la mano dopo che hai preso una porta in faccia non è che faccia di lei una tipa migliore. Stai in occhio!».
Sofia ascoltò divertita il vocale che Adele aveva fatto partire dal suo cellulare, mentre erano a sedere in un tavolino.
«Vedi? Non ce la fa! Non ce la fa a dire che stava con un puttaniere che al primo refolo di vento le ha girato le spalle!».
Risero entrambe, anche se la risata era un po' amara. In fondo, nessuno voleva prendere sul serio il punto di vista di Sofia, che riprese:
«Sul serio, lascia stare, sono attorniata da gente che non ce la fa!».
«Poi mi ha detto pure di stare in occhio, che finisce che mi travi» aggiunse Adele ridacchiando forse in maniera un po' impostata.
Ancora, quell'impressione di disagio che colse Sofia.
«Senti, ma quindi con pensieri e gesti, come sei messa?» chiese, quasi distrattamente.
Adele la fissò sbarrando gli occhi. Si abbassò essa stessa per dare ancora più senso al suo abbassare la voce.
«Ancora non mi sento. Poi Davide... Davide mi sta addosso ma, non so perché, finiamo sempre per discutere. E spesso è perché parliamo di te».
«Te lo dico in amicizia: non pensarci. Avanti il prossimo. Anzi, Adele, avanti la prossima!» ridacchiò Sofia.
«Dai non scherzare su 'sta cosa» la implorò Adele, «Avrei bisogno di cose meno fisiche, di amicizie».
«Fidati, hai bisogno di provare. I sentimenti non sono così fondamentali. Anzi, a volte sono solo intralci verso il tuo piacere personale».
«E non dovrei provare con qualcuna per cui provo qualcosa, e che mi ricambia?».
«Perderesti tempo a cercare una persona che, comunque, ti deluderebbe».
«Sei sempre pessimista, sui sentimenti?» le chiese Adele, vedendo sfumare per l'ennesima volta la possibilità di sentir parlare di amicizia tra loro due.
Sofia non fece in tempo a rispondere che nel patio arrivò un piccolo e rumoroso gruppetto. Li fissò, roteando poi gli occhi e dicendo «È arrivato il circo Medrano, che bellezza!».
Alessio, Felix, Benny e un altro paio di tizi, si appressarono al tavolino.
«Ma dai! Ma che accoppiata! È così difficile vederti in giro, per non parlare di vederti in compagnia» disse Alessio rivolto alla più grande.
«Amore mio, scusa, se non ti ho avvisato che ero in giro» lo prese in giro Sofia, «ma mamma non vuole che io parli con le teste di cazzo».
Benny sorrise sotto i baffi, Alessio incassò. Sapeva che con lei era difficile spuntarla.
«Mi piace che ora fai la sostenuta perché hai trovato una con cui farti le lingue. Ma io gli screen delle chat me li tengo, non si sa mai che possano tornare utili»
Adele sprofondò nel giubbotto alla frase di Alessio. Si sentiva trafitta a morte. Sarebbe bastato poco, sarebbe bastato che dicesse che non si stavano vedendo per quel motivo.
«Facci dei poster, amore, con gli screen, tanto che ci sei, fanne una copia in più e regalala a Denise tua, che crede ancora nella favola del cucciolo traviato».
«Si vede che sei lesbica oggi, sei più arrogante del solito».
«Se incontro maschi come te, essere lesbica è il miglior istinto di conservazione della specie».
lui fece un mezzo sorrisetto, Felix da dietro scoccò un occhiolino a Sofia, pronta a rintuzzare ogni colpo. Benny non amava quelle discussioni, così si girò e iniziò a farsi nervosamente i fatti suoi con il cellulare.
«Tranquilla, mi tolgo dai piedi» disse Alessio, ma si vedeva che era pronto a dire qualcosa per lasciare il segno, «Ma Davide lo sa che te la fai con la sua dolce Adele?».
Adele, per la seconda volta in pochissimi minuti, si sentì nuovamente trafitta. Le parole le bruciavano e dolevano come frecce in pieno petto. Trattenne le lacrime, mentre Sofia ribatteva «Se i maschi certe cose non sanno farle, bisogna in qualche modo arrangiarsi, no?».
****
Erano passati già diversi minuti da quando il gruppetto di ragazzi si era spostato molto più in là, quando finalmente Adele ebbe il coraggio di parlare.
«Perchè non hai detto loro che non è vero?».
«Cosa?» chiese sinceramente stupita, Sofia.
«Che. Noi. Che noi. Facciamo».
«La storia del farsela con te? Figurati, a degli animali come loro, dire "non scopiamo" è come dire "scopiamo esattamente come immaginate scopiamo, se non di più". Tanto vale ribadire che loro non sono all'altezza nostra».
«Ma noi non stiamo assieme» replicò Adele quasi con un sussurro, sempre più abbattuta.
«A loro non interessa ragionare. A loro interessa deridere, fare battute» prese un sorso di cioccolata, «Ribadire che sono i maschi dominanti e tutte quelle cazzate».
E quando le arrivò un messaggio di Davide che recitava Avevo capito dal tuo essere distaccata e adesso ho la conferma sentì che il mondo si stava sgretolando: Sofia era ancora un sogno e lui stava mettendo della distanza tra loro.
«Scusa» disse in tutta fretta a Sofia, che scorreva le playlist, «devo andare a casa».
L'altra la guardò uscire, poi sospirò, si mise le cuffiette e si immerse nella sua musica. Sentiva che Adele non era a posto con sé stessa, ma più di quello non si sentiva di fare.
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