08/01/2022

«Potremmo vedere un altro paio di puntate da me» le mandò un vocale Sofia la mattina dopo, verso le undici.

L'altra sentiva il cuore fare capriole. Erano frasi che nella sua immaginazione, si era sentita dire mille volte, erano il preludio a ore fantastiche. Eppure si era trovata in imbarazzo, perché avrebbe dovuto passare dai genitori.

Cercò nel padre una sponda, trovandolo alle prese con uno slalom gigante maschile di sci alpino da Adelboden.

«Papà, ma se io oggi pomeriggio andassi da Sofia a vedere qualche altra puntata?»

«Hai fatto tutti i compiti? Hai studiato?»

«Sì, sì, tranquillo.»

«Senti, Adele, io sono felice di questa amicizia. Te l'ho detto, lei mi sembra in gamba. Tu ragiona sempre su quello che fai.»

«Sì, sì papà, ma ci mancherebbe!» rispose lei, forse con una punta di stupore per le parole del padre. Sentiva che nel genitore c'era qualcosa che lo preoccupava, ma anche la voglia di dare fiducia alla figlia.

«Mamma esco!»

«Dove?» chiese la madre, sentitasi scavalcata.

«Da una amica. Da Sofia.»

«Ah. Mh.»

Adele approfittò del momento, prendendo la porta il più rapidamente possibile. Sentì una strana ansia sul tram, mentre saliva verso Cesena. Sofia aspettava come sempre appoggiata al muretto, giocherellando col cellulare. Le due si abbracciarono e si avviarono a piedi verso casa di Sofia.

O meglio, verso la stanza.

«Devi scusarmi se la stanza sembra un deposito, e soprattutto se la porta sta sempre chiusa. La mia è autodifesa» puntualizzò la padrona della camera, che poi in realtà aprì la porta per sfrecciare in cucina, arraffare qualche merendina e del succo di frutta e richiudersi nel suo mondo.

Le due si accoccolarono nel letto per continuare a guardarsi la serie, alla fine della prima puntata, Sofia le propose di cambiare serie e guardare Sex Education. Adele non sapeva che pesci pigliare, ma l'altra la tranquillizzò dicendo che in fondo era simpatica, e giocava con ironia sui problemi che ruotavano attorno al sesso.

Le due iniziarono a commentare tutti gli improbabili casi che capitavano al buon Otis, fino a scendere in un parallelo mondo fatto di casi che le riguardavano da vicino. Sofia confessò ad Adele che non più tardi di ventiquattr'ore prima, aveva ricevuto una proposta di sesso a tre che la ricomprendeva.

«Ma sul serio? E tu cosa hai detto?» chiese Adele, esterrefatta.

«Che se gli piacciono le cose a tre, può alternare la mano destra con la mano sinistra.»

Si erano messe a ridere, anche se gli sguardi di entrambe, seppur a intermittenza, tornavano a cercarsi.

«Le amiche non si dividono con i primi che passano» aggiunse Sofia, spostandole una ciocca di capelli.

Gli sguardi continuarono a cercarsi, finché Sofia ruppe gli indugi ed accarezzò la mano dell'amica, risalì l'avambraccio, non trovando nessun ostacolo, e quando arrivò nei pressi del gomito, la tirò a sé e iniziò ad accarezzarla e toccarla con tutta un'altra intensità, mentre Adele, sempre meno dubbiosa, restituiva le carezze, cercando quei punti che aveva sempre sognato di esplorare.

Ma Sofia anticipava tutte le sue mosse, rispecchiandole su di lei, così Adele si ritrovò ad essere invasa dalle dita dell'amica, e poi dalle labbra, e poi dalla lingua.

«La lingua è il miglior organo sessuale» le sussurrò Sofia, lambendole il lobo per poi scendere a regalarle la più densa esperienza di piacere che avesse mai avuto.

Adele cercò di stare al passo con lei, ma Sofia dispiegò un arsenale di gesti che la lasciò completamente estasiata.

Quando tutto finì, Sofia si accasciò a fianco a lei, e dopo pochi attimi si mise a ridere sommessamente.

«Avevo paura di avere a che fare con te, Ade, lo sai?»

«Paura? Davvero?»

«Si, perché avevi le tue paure, le tue ansie, e io dicevo "Ma chi me lo fa fare? Già sono riuscita a liberarmi delle mie, perché mi devo caricare sulle spalle le sue?"» poi la guardò «lo so, erano discorsi da egoista. Nemmeno ti chiamavo amica.»

«Quello mi ha dato parecchia tristezza. Ma perché hai cambiato idea?»

«Perché ti ho tirata in mezzo con Alessio, non ho difeso la tua privacy, ho pensato che quello che andava bene a me sarebbe andato bene anche a te. E mi sono sbagliata.»

«Non importa, te lo giuro non importa. È acqua passata. Ora penso che forse ne valeva la pena» rispose, senza avere ancora il coraggio di alzare gli occhi nei suoi.

«La nostra amicizia sarà fantastica. E tu avrai sempre il mio appoggio, qualsiasi cosa della tua vita tu voglia rivelare o tenere privata.»

Adele la guardò, indecisa se chiedere delucidazioni sul significato di quella parola, "amicizia", soprattutto dopo quei momenti così intimi. Sofia però era troppo sul pezzo per farsi sfuggire quello sguardo interrogativo. Si girò e la abbracciò.

«Non mi prendere per stronza, la nostra è un'amicizia, non mi chiedere di più, non voglio impegnarmi. No. Non voglio» le disse, di nuovo evitando di affrontare quello che in fondo in fondo alla sua anima sentiva richiamarla.

L'altra sospirò rumorosamente, poi con un filo di voce le chiese «E quello che è... appena successo tra noi?»

Sofia la strinse ancora di più.

«Abbiamo provato, abbiamo giocato. Il... sesso è bello a prescindere» rispose, non una voce tutt'altro che convincente.


****


«Tutto ok?» chiese il padre ad Adele, appena tornata per cena.

«Sì, certo, tutto ok papà» rispose lei, che dentro ancora si sentiva rimescolare per quello che era successo.

Si fece una doccia interminabile, pensando che questo le desse una mano a schiarirsi le idee ma ciò non successe, e anche a cena non fu molto più ciarliera. Di punto in bianco mandò un messaggio a Costanza, per chiedere cosa faceva quella sera, magari ci sarebbe scappata una serata anche solo sul divano a guardarsi qualcosa, ma la risposta non fu delle più gradite.

Costanza: Sono in punizione 🤬 devo passare la serata sui libri, o per lo meno chiusa in camera

Adele: ok

Dopo un tempo interminabile, Costanza la chiamò in voce.

«Ehi» disse Costanza con un filo di voce, «Ho una serata di merda davanti, scusa se parlo piano ma mi stanno addosso.»

Adele si rese conto che non aveva la più pallida idea del perché quella che fino a poco tempo fa era la persona a lei più vicina, si fosse beccata una punizione così draconiana. Ormai quello che sapeva di Costanza erano i voti a scuola e poco altro.

«Ma... che è successo?» chiese, quasi vergognandosene.

«Oh, beh, pensavo che» iniziò, ma subito tranciò la frase, per poi cambiare modalità: «Mi hanno beccata in un posto diverso da quello che avevo detto. Molto diverso.»

«Ah, ok, mi dispiace un sacco.»

«Anche a me, sarò prigioniera qui fino a ferragosto. Di quale anno non si sa. Te piuttosto, come stai? Alla fine è tanto che non parliamo.»

«Io sto bene» rispose Adele, «Sì, abbiamo parlato poco ultimamente. Mi dispiace molto.»

«Hai ragione. Dispiace anche a me, forse però possiamo recuperare» replicò Costanza, «mi manca il period-.»

Ma come nei migliori romanzi, arrivò l'imprevisto: nella stanza piombò la madre di Costanza, arrabbiandosi come una pantera con la figlia che, al posto di studiare, parlava al cellulare. Le rifilò una filippica sulla responsabilità che verosimilmente durò ben oltre la chiusura improvvisa della chiamata.

Adele si lasciò cadere distesa sul letto, sospirando. Sembrava che il mondo cospirasse contro di lei. Ma dopo una decina di minuti in cui si era immersa in pensieri foschi su questo fantomatico fato avverso, arrivò una notifica.

Costanza: mia mamma quella bagascia di merda

Costanza: più cresco più mi fa incazzare

Costanza: convincila a farmi uscire magari con te sabato prossimo

Adele: magari a me dà retta

Costanza: si invertono le parti

Costanza: una volta ero io a convincere tua mamma 🙂

Continuarono a messaggiarsi, dicendosi che non dovevano lasciarsi così a margine delle rispettive vite. Adele ebbe l'impressione di poter dire di lei e Sofia, ma tentennava.

Dall'altra parte Costanza sentiva che c'era qualcosa. Sì, è vero che si erano piuttosto ignorate ultimamente, ma ancora sapeva leggere i gesti dell'amica. Forse c'era qualcosa che riguardava le insistenti voci tra lei e Sofia, forse Davide che le ronzava attorno, o meglio, le aveva ronzato attorno per poi farsi visibilmente più distante e, a quanto si diceva, interessarsi a Denise. Forse le due cose erano correlate.

Decise di partire da quella più soft.

Costanza: è successo qualcosa con Davide?

Adele: No, no, assolutamente!

Costanza: Pensavo che foste una bella coppia. lo dico sul serio

Adele: Grazie. Però non è andata così

Costanza: Si è comportato male? A me puoi dirlo

Adele: No, no, non si è comportato male

Costanza: Mi dispiace tanto, se ne vuoi parlare sono qui

Adele si limitò a dire poche cose sul fatto che non era scattata la scintilla, Costanza si accontentò di questa risposta e man mano che passavano i minuti, la conversazione per messaggi andò spegnendosi. Non le sembrò nemmeno il caso di parlare di Davide e Denise. Così, quasi senza volerlo, entrambe finirono nel mondo dei sogni.

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