La scelta - 1 anno prima


Noah Suspirian

Edgar stira per l'ennesima volta il foglio ormai accartocciato.

In teoria non è consentita una cosa del genere, ma, se loro tre sono stati così palesi nelle loro considerazioni, di sicuro molti altri le avranno sicuramente fatte nelle loro menti.

-Dai!- li sprona Edgar -Non manca molto perché arrivino a noi.-

-Te l'ho già detto mille volte- ribatte Adrian -sono un vampiro, le uniche cose che posso imparare non variano minimamente da Elemento ad Elemento.-

Edgar sbuffa e guarda Noah.

Lui sospira.

-Fammi un riepilogo.-

Edgar sorride. -Allora, al momento abbiamo escluso Vita perché come occultatori non vogliamo accendere luci né fare le crocerossine. Via anche Terra per mancanza di attrattiva.-

-Mancanza di attrattiva?- ripete Adrian -E questo chi lo avrebbe decretato?-

-Io, visto che voi non sembrate molto interessanti.- ribatte Edgar.

Noah scivola leggermente più giù sulla sedia.

-Va' avanti.- lo invita.

-Adrian è interessato ad Acqua sono perché è una sirena d'acqua dolce, ma io non ci penso proprio a sceglierla come Elemento per la vita. Insomma, sono un drago!-

-Riassumendo- fa Noah rivolgendosi ad Adrian -dobbiamo scegliere o Fuoco o Aria o Morte perché sono quelle che meglio si adattano ad un drago occultatore.-

-Morte mai!- esclama Adrian.

Gli altri due annuiscono. Sanno qualcosa della Morte, quella di gran lunga peggiore della ragazza punk egocentrica e orgogliosa che in realtà non può fare nulla che non sia un'illusione.

-Aria potrebbe piacere anche a te Adrian, si canta, si spostano oggetti e persone con il pensiero, ...-

-Per chi ci riesce!- questa volta quello di Adrian è un vero e proprio ringhio -E si vola. Come occultatore mi limito a sollevarmi di qualche centimetro da terra e quella del canto non è una dote che intendo mettere in mostra.-

-Significa un categorico "no" all'Aria.- traduce Noah.

Edgar sorride facendo dei segni a matita sul foglio.

-Rimane solo... il Fuoco!-

Adrian ci pensa -Per me va bene.- afferma alla fine.

-Fuoco allora.- conclude Edgar guardando gli altri due che annuiscono.

Noah chiude gli occhi.

Non è molto interessato all'Elemento che sceglierà. È un Suspirian, questa è solo un'aggiunta al suo curriculum. Ciò che più desidera, una volta compiuti diciotto anni non è tanto il diploma ad interessarlo, quanto il giorno dell'iniziazione, il giorno dell'iniziazione, quando finalmente entrerà definitivamente a far parte della setta.

-Adrian Suspirian.- chiama la voce di Alya, dal nulla.

L'occultatore sirena si alza senza esitare e cammina fluidamente, quasi nuotando, verso la porta. Ne esce dopo un po', l'espressione leggermente infastidita. Devono aver fatto storie per il fatto che è un mezzo vampiro, incapace di sviluppare dei poteri.

Noah sospira.

-Edgar Suspirian.-

Edgar si muove in modo un po' più goffo rispetto al suo amico, ma nessuno fa particolare caso a lui.

Ne esce nel giro di pochissimo, baldanzoso.

-Noah Suspirian.-

Noah si alza senza troppo entusiasmo e si prende il suo tempo per arrivare alla porta centrale.

Una volta dentro, non degna di uno sguardo le Custodi.

-Come i miei amici,- esordisce -voglio apprendere le Arti del Fuoco.-

Viky sembra nel complesso soddisfatta, persino divertita, ma le altre lo stanno guardando malissimo.

Sa perché: dicendo "come i miei amici" ha sottolineato che la scelta è stata comune e premeditata, proprio quello che loro vogliono evitare. Lo ha fatto apposta.

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Lucinda Eye

Si guarda intorno mascherando il proprio interesse. Quella di nascondere le emozioni è una vecchia abitudine acquisita vivendo con sua madre; un modo per custodire gelosamente i propri pensieri e le proprie sensazioni come fossero qualcosa di unico e prezioso. Ed è così, ai suoi occhi. Sono qualcosa che non deve condividere né mettere a confronto.

Si fa largo tra gli studenti che sono arrivati prima di lei. Non è mai stata molto brava a volare, ma almeno è un modo veloce per muoversi.

Trova una sedia libera, ma è troppo infondo per lei.

Vi sale in piedi e allunga il collo per poter vedere oltre. Sono tutti più grandi di lei, ma è normale, ha meno sei anni. Corrispondono quasi ai dodici anni fisici umani, ma sono comunque pochi, anche per un demone.

Individua un posto libero al centro della terza fila.

Sorride.

Salta dalla spalliera di una sedia all'altra, alcune anche occupate, con un'agilità chiaramente non umana.

Si guarda intorno.

Ha attirato parecchi sguardi. Sembrano ammirati o semplicemente stupiti.

Evidentemente non hanno mai visto un demone, né qualsiasi altro tipo di creatura, altrimenti si sarebbero accorti di quanto in realtà è impacciata rispetto ai suoi cugini.

Sospira e scivola sulla sedia vuota.

Per tenere occupate le mani comincia ad intrecciare i capelli neri per poi scioglierli e ricominciare.

Più passa il tempo e più comincia a sentirsi a suo agio. Qui non è come a casa, non c'è sua madre sempre pronta a confrontare i suoi scarsi risultati con quelli dei due fratelli più grandi che non ha mai conosciuto.

Avere una madre immortale e pensare che, come demone, vivrà al massimo cinquant'anni non è molto confortevole. Ne ha parlato a suo padre, Gabriel, una di quelle rarissime volte in cui si è svegliato.

Lui le ha spiegato che, come figli di angeli, i demoni hanno una grande intelligenza, anche se spesso si combina con problemi dell'attenzione, e il corpo deve crescere in fretta per stare al passo con una mente assai precoce.

A Lucy era sembrata una spiegazione convincente, ma non molto rassicurante per quanto riguardava la sua breve aspettativa di vita.

Gabriel l'aveva capito. E aveva risposto che anche un occultatore o un illuminatore, che possono vivere secoli, temono la morte e considerano la loro vita troppo breve.

Lucy non ha saputo cosa ribattere e ha dovuto arrendersi alla verità e dire che continuava ad averne paura.

Gabriel ha risposto anche a questo. Aveva detto che teme la morte perché la conosce solo in parte: sa della sua esistenza, ma non può comprenderla fino in fondo. Non ne avrebbe paura se sapesse che esiste.

Lucy sospira.

Che pensieri lugubri per una ragazzina di sei anni. Dodici in termini umani. Non sa mai come contarli. Gli angeli contano i secoli, ma loro passano la maggior parte del tempo a dormire e aspettare il momento giusto per svegliarsi.

Altro particolare che Gabriel le ha fatto notare: gli angeli, dormendo, avrebbero la possibilità di non morire, ma pur di vivere scelgono di svegliarsi. E di affrontare la morte.

Lucy prova a distrarsi.

Il ragazzo accanto a lei sta dormendo profondamente.

Ha i capelli castani e la carnagione abbronzata. I tratti si direbbero nobili, se fossero in un'altra epoca.

Una voce proveniente da chissà dove comincia a chiamare dei nomi in ordine alfabetico.

Lucy ci mette poco a capire che fanno scegliere ad ognuno un Elemento, privatamente, in modo che non siano influenzati.

Lucy giocherella con una ciocca di capelli.

Il suo futuro Elemento è una delle poche cose in tutta la sia vita in cui sua madre non si è imposta.

Da una parte ne è felice, dall'altra si sente disorientata.

Ci penserà quando sarà il momento.

Viene chiamato un certo Cooper e il ragazzo che dormiva accanto a lei scatta in piedi per poi allontanarsi con la massima tranquillità.

Si concentra sul proprio respiro irregolare, da demone, per dimenticarsi di tutto il resto, o quasi.

Ispira profondamente.

Qui l'aria sa di erba appena tagliata, salsedine, legna fresca e brace.

Le viene da ridere, ma il suo olfatto non mente. Si chiede quale Elemento organizzi un barbecu per i nuovi arrivati.

-Lucinda Eye.- sente chiamare e riconosce la voce di sua zia Alya che indugia appena sul suo nome.

Alza la testa. Sono già arrivati a lei? Possibile che il tempo passi così in fretta qui? Che vi si trovi così a proprio agio da non accorgersi dei minuti che passano?

Sospira e so incammina verso la porta al centro della parete.

È arrivato il momento di scegliere un Elemento. Qual'è il suo?

Appena la sua mente formula la domanda, la risposta le sovviene, chiara e ben definita, come se non ve ne fosse mai stata un'altra, come se non potesse essere diversamente.

Morte.

Per quale altro Elemento può essere fatta una creatura che passerà così poco tempo insieme alla Vita?

Mentre si chiude la porta alle spalle riflette su cosa abbiano di male gli altri quattro.

Esclude subito Aria. Lei sa volare, ma non ci trova nulla di particolare e Alya una volta ha commentato con un sorriso amaro che questo non è proprio il suo Elemento.

L'Acqua l'ha sempre odiata, non sa bene perché.

Il Fuoco non le dice niente.

La Terra le suscita solo diffidenza.

E allora cosa sta aspettando?

Si rende conto che Dafne deve averle appena detto qualcosa che si è lasciata sfuggire.

Pazienza.

-Vorrei scegliere Morte.- dichiara, la voce acuta da bambina oltre che da demone.

Vede sua zia Alya sorridere leggermente, mentre Dafne non sembra molto di buon umore.

Cerca con lo sguardo Marta, la Custode della Morte e si sente svenire.

É lei? Ha la faccia più antipatica che abbia mai visto. Il che vuol dire molto considerando che è cresciuta con cugini come Blake.

Deve passare cinque anni con lei?

Sente già di odiarla profondamente.

A quanto pare il sentimento è reciproco.

-Terza porta a sinistra, stanza 101.- gracchia la ragazza nera, chiaramente contrariata.

Lucy non può fare a meno di sorridere.

Annuisce ed esce.

Terza porta a sinistra.

La apre senza pensarci due volte, varca la soglia e poi la chiude alle proprie spalle.

Subito il vociare degli altri studenti scompare e si ritrova in un corridoio lungo e buio.

Ispira.

Questo posto non ha odore.

Sembra fuori dallo spazio, e forse è così. Forse è una scorciatoia, l'unione di una runa dei passaggi con una delle anomalie.

Le piacciono le rune.

Attraversa il corridoio correndo, giusto per il gusto di farlo.

Si ferma solo davanti alla porta che segnala la fine del corridoio.

La apre, avanza e la richiude.

Si trova in un'ambia sala comune. Per quanto l'arredamento sia relativamente moderno è chiaro che l'edificio è estremamente antico.

Un applauso la accoglie e si sente frastornata.

Molti allievi della Morte stanno festeggiando il suo arrivo.

Sorride, prima timidamente, poi raggiante.

Non si è mai sentita così bene accetta, nonostante quelli che ha davanti siano sconosciuti.

-In che camera sei?- chiede qualcuno.

-101- risponde subito.

-Di qua!- la chiama una ragazza tra le più grandi, non troppo alta ma dalla carnagione nera come il carbone.

Si fa strada verso di lei. La ragazza la guida nel corridoio che dormitorio femminile fino alla stanza 101.

-Io sono Tess Sider,- si presenta la ragazza -occultatrice.- aggiunge poi, probabilmente per saggiare la sua reazione.

Lucy non fa una piega. Sa perfettamente cos'è un'occultatrice. Si sente felice di avere un'altra mezzosangue come compagna di stanza, ma sarà saggio rivelare cos'è lei?

Miranda è stata categorica su questo.

-Lucy.- risponde -Di che anno sei?- chiede poi mentre Tess apre la porta e la invita ad entrare con un gesto del braccio.

-Del quinto, quindi altri nove mesi e poi addio.- dice senza entusiasmo.

Lucy posa la sua borsa sul letto più in basso, chiaramente libero.

Guarda Tess.

Non le sembra molto simpatica e il sentimento pare essere reciproco.

Ad una parte di lei viene da ridere.

Le uniche due persone della Morte cha ha conosciuto le stanno già antipatiche eppure si sente straordinariamente a casa.

Non dice niente.

Si limita a sorridere e lasciarsi cadere sul letto. I capelli le si aprono a ventaglio attorno alla testa.

Guarda il soffitto.

Sembra un cielo stellato, è meraviglioso.

Chiude gli occhi e ispira.

Qui c'è odore di polvere, di incenso e pepe.

Le piace. Moltissimo.

Sente che sarebbe disposta a farsi bocciare un anno dopo l'altro pur di restare qui il più a lungo possibile.

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Derek Cooper

-Allora, siete pronti?- chiede Rebecca dopo aver concluso l'ennesima ispezione della casa per assicurarsi di non aver dimenticato niente.

-Sì, ma non capisco che fretta ci sia.- risponde Jared, comodamente seduto sul divano davanti ad un televisore che funzionava perfettamente nonostante avrebbe dovuto essere spento. Derek gli ha sempre invidiato questo potere da illuminatore.

-È il primo giorno per Derek!- risponde eccitata Rebecca.

-E sembri più agitata tu che lui.- osserva il ragazzo biondo.

Derek, ancora mezzo addormentato accanto all'amico, si limita ad un verso di assenso.

-Non è una scusa per fare tardi.-

-Siamo in anticipo di mezz'ora!- protesta Jared.

La Cooper alza gli occhi al cielo.

-Voi illuminatori non vi rendete mai conto del tempo che ci si impiega a spostarci.-

-Ovvio, viaggiano alla velocità della luce.- osserva Derek, elencando un altro potere da illuminatore abbastanza invidiabile.

-Andremo con una runa, dov'è la differenza?- insiste Jared.

La Cooper alza gli occhi al cielo, ma torna sui propri passi uscendo dal soggiorno.

-Ti intrufolerai tra noi nuovi anche quest'anno?- chiede Derek.

-Non se ne parla neanche!- esclama Rebecca dalla cucina.

Jared ridacchia. -Meglio di no, tua zia mi ha già fatto beccare una volta.-

Derek mette il broncio.

-Però l'anno scorso per quel tuo amico della Colonia lo hai fatto.-

-Ma non sapevo che ci fossero delle Ombre di guardia!-

Derek sospira e si raddrizza.

-Cosa stai vedendo?-

-Cartoni animati.- risponde Jared dopo qualche istante in cui probabilmente ha valutato se dire la verità o no.

Derek si stropiccia gli occhi.

Recupera gli occhiali e se li infila.

-Da quando ti piacciono i pokemon?-

-Sto aspettando che inizi Spongebob in realtà.-

Senza che nessuno dei due sfiori il telecomando passano su un altro canale, giusto in tempo per la sigla di Spongebob.

Derek grugnisce.

-Anche Jocelyn sta imparando a farlo sai?- racconta Jared -Tra un po' perderò la mia supremazia sul televisore.-

-Ne dubito.- commenta Derek sorridendo -Sono sicuro che andate tutti e due pazzi per Spongebob.-

Jared ride.

-Mia madre è disperata.-

Derek si sfila gli occhiali. Sono così sporchi che averli o no fa poca differenza.

Si alza e va in bagno.

Li lava, ma poi ne approfitta per mettersi le lenti a contatto.

Quando torna in soggiorno sua zia ha radunato tutte le loro valigie nell'ingresso.

-Mi dispiace che Gladys non possa venire Jared.- sta dicendo.

-Nah,- fa l'illuminatori -mamma ha Jocelyn di cui occuparsi.-

Jared spegne la tv con il pensiero, poi si alza.

La Cooper chiude a chiave la porta dall'interno, poi vi traccia delle rune di chiusura per sicurezza. Infine apre un passaggio.

-Vai prima tu Derek, arriverai direttamente nella sala riunioni. Lascia le valigie al signor Sider, all'ingresso e...-

-...non farti influenzare.- conclude Derek -Come se fosse possibile.-

Rebecca sorride.

Lo abbraccia teneramente scompigliandogli i capelli castani identici ai suoi.

-Dai, zia!- protesta lui debolmente, giusto per non farsi credere troppo smancerioso.

Rebecca lo lascia andare con un sorriso nostalgico.

Derek afferra tutte le sue valigie e attraversa la runa.

C'è pochissima gente, come previsto.

Individua delle Ombre della sorveglianza oltre i sei o sette ragazzi già presenti.

Si volta e va verso l'ingresso dove consegna le valigie al signor Sider e alla moglie. Indugia giusto qualche momento su di lei.

Un'Ombra con la pelle! Sorride. Il Mondo Nascosto gli piace da morire.

Torna dentro e trova un posto nelle prime file.

Chissà quanto ci vuole ancora.

Si mette comodo e chiude gli occhi.

Ha sempre avuto la capacità di addormentarsi facilmente, anche se non è propriamente un dormiglione.

Abbassa le palpebre per quelli che gli paiono pichi istanti, ma poi sente chiamare il proprio nome e balza in piedi.

Ora la sala è piena zeppa di ragazzi e il chiacchiericcio è quasi assordante.

Si guarda intorno.

Sulla parete di fronte a lui ci sono sette porte che prima non c'erano.

Va verso quella di centro, come gli ha spiegato tante volte sua zia. Dietro ci saranno le Custodi, curiose di sapere quale Elemento sceglierà.

Come se alle sei creature, perché ai suoi occhi sono creature, più potenti della Terra potesse importare qualcosa di lui.

Sa anche dove portano le altre sei porte, in teoria non avrebbe neanche bisogno di presentarsi alle Custodi.

Apre la porta, ma vi infila dentro solo la testa.

Individua subito Diana, sua zia parla così spessi di lei che ora gli sembra una di famiglia.

-Terra.- annuncia con la massima tranquillità, poi si fa indietro e richiude la porta dirigendosi verso la seconda a destra.

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Hope Freycone

-Lascia fare a me.- le dice Drake sfilandole di mano i bicchieri e posandoli sul bancone al suo posto.

-Voglio aiutarti.- replica Hope tornando a sedersi dietro il bancone -A casa mi annoio.-

-Lo so, lo so.- fa lui servendo due uomini troppo intenti a chiacchierare per dare retta a loro.

Il locale è ormai pieno, ma ancora il volume delle musica è moderato e il ritmo non troppo sostenuto. Il demone che fa da DJ non è ancora arrivato, o forse starà bevendo qualcosa con qualche ragazza di facili costumi appena incontrata.

-Questo non è un posto per una quattordicenne.- insiste Drake.

Hope non ha mai visto suo fratello arrabbiato, non con lei. A volte però è anche troppo protettivo.

-Ti prometto che se qualcuno mi tratterà male traccerò da qualche parte una runa e me ne andrò.-

Drake sospira.

-Vatti a sedere ad uno dei tavoli, quando arriva Scarlet la mando da te.-

Hope sospira e si alza.

Zigzaga saltellando tra la folla, luci colorate le colpiscono il corpo per brevi istanti prima di sfilare via.

Spinge la frangetta castana troppo lunga davanti agli occhi verdissimi, ma non abbassa lo sguardo. Anzi, lo fa saettare ovunque, senza sosta, ma anche senza una meta precisa.

Arriva ai tavoli. Sono rotondi, attaccati alla parte e circondati da dei divanetti semicircolari.

Si siede sulla spalliera di uno di questi, tenendo i piedi sui cuscini. Appoggia le mani accanto alle cosce e inarca un po' la schiena reclinando la testa all'indietro.

Chiude gli occhi e si concentra solo sulla musica sempre più sostenuta. Lascia che la invada, che la svuoti e la riempa di nuovo, scuotendole le membra.

Respira profondamente.

Oggi non vuole far altro che svuotare la mente. È arrivato settembre. Tra poco cominceranno i corsi alla Victoria Academy. Ma lei non ci andrà. Lei, che fin da quando era piccola sogna di sviluppare i propri poteri, se ne starà a casa, usando una semplice runa per raggiungere la scuola pubblica.

Tentare di non pensarci è inutile.

D'altro canto capisce perfettamente le ragioni di sua madre e Seth. Così come le capiva Drake. Come lui, non ha detto nulla, si è limitata a sollevare l'argomento un paio di volte, ma non si fa illusioni.

Sospira. Meglio essere comunque consapevole e parte di questo mondo fantastico piuttosto che rimanere all'oscuro della sua esistenza.

Prova ad immaginarsi come debba essere. Insieme ad altri ragazzi, essere finalmente chiamati allievi dalle Custodi.

Quale Elemento sceglierebbe?

Lo sa fin troppo bene.

Lo sente scorrere nelle proprie vene insieme al sangue, altrettanto caldo e altrettanto potente.

-Tuo fratello è un ragazzo affascinante.-

Sobbalza, spaventata.

In un attimo si ritrova con i piedi sulla spalliera, acquattata come un vampiro pronto a balzare. Un braccio leggermente proteso in avanti e uno runa delle anomalie sul fianco dei jeans dove tiene degli shuriken.

Dall'altra parte del tavolo è seduta una donna sconosciuta che non ha sentito arrivare.

La fissa intensamente. Ha degli occhi che sembrano grigi, ma che hanno anche una anomala sfumatura lilla intenso. Gli unici occhi simili che ha visto sono quelli di Cleo che possono benissimo dirsi viola, ma lei una volta era una vampira, è normale che abbiano un colore strano.

Non è giovane e i capelli già molto chiari sono striati di grigio.

Purtroppo non è abbastanza vicina da sentirne l'odore, di solito per lei è un importante indizio sulla personalità di chi ha davanti. Qualcosa le dice, però, che non sentirebbe nulla.

-Scusa, non volevo spaventarti, a volte mi scordo di essere così silenziosa per gli altri.-

Hope non si muove, mantiene la sua posa, pronta ad un eventuale scatto.

Che questa donna sia una vampira? Che l'abbia puntata? E allora perché parlarle di suo fratello? Ci sono altri modi per avvicinarla.

-Mio fratello ha sedici anni.- è tutto ciò che trova da dire.

La donna assottiglia le labbra.

-Peccato. È sempre difficile lavorare con i ragazzi più grandi, sono così testardi!- commenta -Tu invece ormai nei hai quattordici, giusto?-

Hope non risponde. Assottiglia lo sguardo e tende i muscoli, pronta a saltare.

Se è una vampira cercherà di portarla a terra, quindi dovrà balzare in avanti, superandola. Dovrebbe poi avere il tempo necessario per tracciare una runa.

Per ora si limita a rimanere in perfetto equilibrio sulle punte dei piedi.

La donna studia attentamente la sua posizione, con occhio esperto.

-Ti muovi molto bene e hai un grande controllo del tuo corpo, ma non c'è da sorprendersi. Ti ha insegnato tua madre, vero? Le somigli tanto. Molto più che a tuo padre. Per tuo fratello è il contrario invece.-

Vorrebbe riuscire a tacere, andarsene subito, ma la curiosità è troppo forte.

-Conoscevi mio padre?-

-Certo. Non potrei mai dimenticarmi di Jonathan!- esclama sorridendo e rendendo molto più evidenti le rughe del volto. Probabilmente ha molti più anni di quanto ne dimostri.

Ripensandoci, non può essere una vampira perché dovrebbe avere i capelli dello stesso colore lilla degli occhi, invece i suoi sono grigio-bianchi.

-Come lo conoscevi? Come sai di noi?-

Un'espressione estremamente nostalgica e troppo repentina per essere una finzione, si dipinge all'istante sul volto della donna che all'improvviso sembra molto più vecchia.

-Non mi crederesti.- mormora.

-Chi sei?-

La donna sospira, ma non risponde.

Torna a guardare Hope, come se volesse imprimere a fuoco la sua immagine nella propria mente.

-Voi due me lo ricordate così tanto. Avete persino la sua stessa, evidente, predisposizione per l'Aria.-

Hope si sente colpita nel vivo.

Il suo cuore accelera.

-Tu parli degli Elementi...- non è una domanda, ma forse suona come tale.

-Io parlo del mio Elemento.- la donna la guarda dritta negli occhi -Io sono Alya, Custode dell'Aria.- annuncia.

Hope spalanca gli occhi e ispira spalancando leggermente la bocca.

-Dimostralo.- riesce ad abbozzare.

La donna non si sposta minimamente.

Dei bicchieri però volano dal tavolo accanto sul loro.

Hope aspetta. Questo poteva farlo qualsiasi allievo.

Il suono della musica si interrompe all'istante.

Hope si guarda intorno. Nessuno sembra essersene accorto, probabilmente sta succedendo solo a lei. Prova a parlare, ma non sente la propria voce.

Le giunge invece una melodia sconosciuta, forse di pianoforte, forse di un'orchestra intera, forse famosa.

Si sente afferrare, ma non c'è nessuno intorno a lei, solo aria.

Opporre resistenza è inutile. Si ritrova seduta compostamente, come se vi fossero catene a tenerla ferma.

Poi tutto torna normale.

Ma ancora non è finita.

La donna cambia improvvisamente aspetto. Ringiovanisce. Ora sembra una bambina di pochi anni. E scompare.

Diventa invisibile.

Hope trattiene il fiato.

Quando ricompare, Alya, di nuovo in forma di anziana, è seduta tranquillamente davanti a lei.

-Potrei mostrarti come volo, ma suppongo che darebbe troppo nell'occhio.-

Hope la fissa stordita.

Non sa cosa dire. Non sa cosa pensare.

-È da molto che vi osservo, da sempre a dire il vero. Sapevo di non potermi avvicinare a Drake perché il nostro incontro non sarebbe rimasto segreto e perché, come Jonathan, è troppo orgoglioso per accettare, ma non posso lasciare che tu perda quest'occasione.-

-Quale... occasione?- balbetta Hope.

-Quella- risponde Alya con voce bassa ma tono solenne -di diventare mia allieva pur non frequentando la Victoria Academy.-

Hope non riesce a fare altro che guardarla a bocca aperta.

-Se lo desideri, ovviamente.- aggiunge Alya, evidentemente scoraggiata dal suo esitare.

-Io...- si affretta a dire, ma non sa come continuare. Le emozioni che prova sono troppo intense. -Certo.-

Gli occhi di Alya brillano e il suo volto si illumina. -Davvero?-

Hope annuisce.

-Non desidero altro.-

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Eccomi qua.

Per Noah, Lucy e Derek tutto più o meno normale, ma che mi dite di Hope? Ve lo aspettavate? La sua parte contiene un bello spoiler su ciò che intanto è successo in Presente, ma meglio così, appaga e allo stesso tempo aumenta la curiosità...

Ora devo lasciarvi, spero di sbrigarmi con "La scelta - 2 anni prima" che, se non sbaglio, comprende solo Astrid, altro personaggio interessante.

Spero di non annoiarvi troppo con tutti questi miei discorsi.

Per ora è tutto.

Artemide

xD

P.S.

Avete visto chi c'è in foto??????

Chi avrebbe detto che il caro Finnik Odair fosse un occultatore?



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