Capitolo 2

Francesca's POV
Non so perché, ma di lui mi fidavo.
"Ti va di prendere qualcosa?" Mi chiese dopo un momento di silenzio. Dentro di me sapevo che dovevo dirgli di no. Non lo conoscevo, eppure una parte di me voleva dirgli di sì. "Ok." Dissi infine. Ci incamminammo fino ad arrivare al primo bar dell'aeroporto. Ci sedemmo e lui continuava a scrutarmi. "Cosa ti porta qui?" Non so perché ma sembrava che la risposta gli importasse davvero. "Sono scappata." Aggrottò le sopracciglia. "Perché?"
"È una lunga storia..." Si avvicinò in modo da potermi guardare dritta negli occhi. "Non me lo vuoi dire perché sono un estraneo?"
"Di solito non vado a raccontare i fatti miei alla gente." Sbotto.
"Mi sembra giusto." Poi, guardandolo negli occhi, capii che dovevo dirglielo.
"Cosa vuole da me?" La sua espressione non faceva trapelare emozioni. "Non penserai che io sia un..." Non riuscì a finire la frase.
"No, è che mi sembra strano che ti interessi tanto a me."
"Ti ho vista là, con l'aria impaurita, sembrava ti fossi persa."
"A me niente fa paura." Dovevo mettere le cose in chiaro. Visto che aveva l'età di mio padre, credeva che io fossi la piccola e indifesa. Non potevo permettermelo. "Sei suscettibile." Poi, dato che vedeva che io non rispondevo, continuò. "Veramente il mistero sei tu. Mi dici perché sei qui con me adesso?" Ci pensai su.
"Perché io ottengo sempre quello che voglio." E mi avvicinai ancora di più. Vacillò, ma si ricompose subito. "Conosco una famiglia che cerca una coinquilina. Hanno anche una figlia della tua età."
"Cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di una casa?" Sbottai. Lui non disse niente, si limitò a guardare i miei bagagli.
"Ok, andiamo in questa casa."

Arriviamo in un quartiere in centro della città, con tante case tutte uguali. Ad una di queste, Daniele bussa due volte e finalmente una ragazza super giù della mia età apre la porta. Indossa una gonna a fiori e una semplice maglietta. Non è truccata, a differenza mia, ed ha i capelli biondi raccolti in una coda. Sembrerebbe carina se non si conciasse in quel modo, sarebbe una delle più belle della scuola.
"Oh, chi siete voi?" E sorride.
"Ciao, tuo padre mi ha detto che cercate una coinquilina." Dice Daniele in maniera disinvolta.
"Ehm... In effetti sì..." Dice un po' imbarazzata.
"Bene, ti presento la tua nuova coinquilina." Dice indicandomi. Io cerco di sorridere.
"Ciao! Come ti chiami? Sembri avere più o meno la mia età! Quanti anni hai?" Ecco che inizia con le domande. Sembra che voglia in tutti i modi fare amicizia.
"Ciao! Io mi chiamo Francesca, tu?" Dico tanto per non sembrare scortese.
"Io mi chiamo Violet! Ed ho 18 anni." Ha esattamente la mia età. Non la conosco molto, però percepisco quando una persona cerca di piacere a tutti e lei è sicuramente una di quelle. E pensare che dovrò vivere con lei, mi dà sui nervi.

Violet's POV
Non sopportavo completamente l'idea di stare con quei miei parenti oppressivi che facevano mille domande. Mi chiusi in camera e cominciai ad ascoltare musica. Ad un certo punto però venne mia mamma a rovinare tutto. Mi ero sistemata quatta quatta sul mio lettino ad ascoltare musica, triste per lo più, e lei mi disturbò come sempre.
"Violet! Dobbiamo uscire! Sbrigati!"
"Mamma, non mi va!" Mi pentii amaramente di averle detto così.
"Stai sempre tutta sola, mai a dirmi come vanno le cose... Con gli amici come va?"
"Bene..." Finsi io.
"Perché non esci con qualcuno?" Cosa le avrei dovuto dire?
"Va bene... Ora esco con Olga, lei mi aveva chiesto di uscire." Lei annuì soddisfatta e mi lasciò sola. Era triste dover fingere di avere amici, quando invece ero sola... Io, la musica e la recitazione solamente. Questo era il mio mondo. Spesso cercavo di convincermi che era bello non dover dar conto a nessuno, però in fondo sapevo che era triste essere sola a diciotto anni. Ma ormai dovevo fingere di uscire con una mia amica. Mi preparai e per essere sicura di non incontrare i miei genitori per strada, chiesi loro dove stessero andando.
"Dove andate?"
"Che t'importa?" Chiese mia mamma sospettosa.
"Volevo solamente sapere, non sto mica chiedendo chissà che segreto!"
"Andiamo a comprare qualcosa al supermercato." Io annuii ed uscii. Presi l'autobus ed andai in periferia. Misi le mani in tasca e osservai tutto ciò che mi circondava. Tutto sembrava così buio e grigio nonostante la bella giornata. Una signora stava stendendo il bucato, mentre alcuni ragazzi giocavano nel cortile di alcuni palazzi.
Si era ormai fatto tardi così decisi di ritornare a casa.
"Violet, ti posso parlare?"
"Sì, mamma." Dissi una volta dentro casa.
"Ho incontrato Olga al supermercato e mi ha detto che non ti abbia mai chiesto di uscire. Come me lo spieghi? Dove sei stata? E con chi?" Lei era preoccupatissima ed il mio cuore batteva a mille dal terrore.
"Mamma, non preoccuparti... Sono stata sola in periferia... Non mi andava di stare con qualcuno..."
"Ma sei matta? Perché sei andata in periferia?" Sbottò mia mamma furiosa. Stava facendo la scenata davanti tutti i nostri parenti.
"Mamma, calma... Non lo faccio più..." La lasciai in soggiorno ad urlarmi contro mentre mi ritiravo nella mia 'tana'. Non pranzai nemmeno.

Qualcuno bussa alla porta.
"Vado io." Dico sbuffando.
"Oh, chi siete voi?" Chiedo sorridendo.
"Ciao, tuo padre mi ha detto che cercate una coinquilina." Mi chiede quel signore davanti la mia porta di casa.
"Ehm... Sì, in effetti sì..." Dico pensierosa ed imbarazzata. Chissà com'è questa ragazza!
"Bene, ti presento la tua nuova coinquilina." Constata porgendomi quella ragazza che sembra essere sua figlia. Lei fa un sorriso evidentemente forzato.
"Ciao! Come ti chiami? Sembri avere anche più o meno la mia età! Quanti anni hai?" Cerco di farla sentire a suo agio, dato che sembra un po' imbarazzata.
"Ciao! Io mi chiamo Francesca, tu?" Chiede come se stia recitando male la parte di un film. È evidente che lo stia facendo per farmi un favore e non farmi imbarazzare ancora di più.
"Io mi chiamo Violet! Ho 18 anni." Cerco di non far trapelare nessuna emozione, senza successo probabilmente, dato che mi fissa come se mi stesse disprezzando. 'È come Isabelle!' Penso tra me e me.

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