Capitolo 1
Francesca's POV
Ero appena scesa dall'aereo. Era la prima volta che lo prendevo da sola! L'avevo preso solo una volta quando avevo sei anni, coi miei genitori: non mi ricordo molto! Respirai la brezza californiana ed ancora non riuscivo a credere che io, Francesca Incovaia, mi trovassi in California. Presi la valigia e mi incamminai. Non sapevo dove andare, sapevo solo che qualche giorno prima, dopo quella misteriosa telefonata, mia mamma era diventata strana. Poi ho trovato nella sua borsa un biglietto per la California e senza dire niente a nessuno, sono partita. Sapevo che avrebbero negato che quel biglietto fosse per me. Ma io sapevo che era mio: c'era scritto il mio nome! Fatto sta che adesso mi ritrovavo in California senza un posto dove vivere. All'improvviso vidi come una sagoma che mi seguiva: era un uomo. Mi girai di scatto e vidi tanta di quella gente che pensai me lo fossi solo immaginato. Ma poi un uomo mi si piazzò davanti ed andammo a sbattere.
"Scusi, mi dispiace!" Disse l'uomo sconosciuto. Lo guardai, era bello: gli occhi chiari ma i capelli molto scuri, indossava abiti semplici ed aveva su per giù l'età di mio padre. "Non si preoccupi." Mi sistemai i capelli, in modo da far vedere un po' tutto. "Sei in viaggio?" Mi chiese con una voce morbida e vellutata. "No, il mio viaggio è finito: avevo un solo biglietto, quello d'andata." Dissi cercando di fare il sorriso più bello che potessi. "Non mi sono presentato: sono Daniele Argento" E mi tese la mano.
Violet's POV
Mi sveglio di malumore già di prima mattina. Non mi va di fare nulla, ma i miei mi costringono ad uscire con loro.
"Violet! Dai! Dobbiamo uscire!" Urla mia mamma dall'altra parte della casa.
"Perché non esce anche James con noi?" Lui, sentendosi chiamato, sgrana gli occhi. James è mio fratello ed ha solamente un anno in meno di me. Ho sempre odiato essere la sorella maggiore perché tutte le attenzioni sono sempre state dedicate a lui. È il "piccolo di famiglia" ed è speciale, ovvio.
"Violet, vai con mamma e papà! Non mi va..." Vorrei dirlo anche io, che non mi va, ma poi si farebbero mille complessi... Penserebbero io sia depressa o cose del genere... In effetti lo sono... Quindi per nascondere tutto, esco con loro. Una volta rientrati a casa, vedo che c'è un cartello vicino alla porta "Affitasi".
"Mamma? Papà? Cos'è questa storia? Non dobbiamo mica trasferirci, vero?" Sono cresciuta in questa città e vi sono molto legata, nonostante tutto.
"No, Violet! L'appartamento qui di fianco è in affitto quindi avremo un coinquilino... Anzi, ho sentito dire che è una ragazza... Può avere più o meno la tua età..." Spiega mia mamma. Per un verso ero felice di non dover lasciare quella città, per un verso non avrei voluto altro che scappare... Ad ogni modo, mi ritrovo ad essere agitata: chi sarebbe stata questa ragazza? Sarebbe stata come Isabelle? Chi lo sa... Prepariamo il pranzo per tutti i miei parenti.
"Violet, tutto bene? Ieri eri un po' giù e nemmeno oggi sembri essere in forma!" Constata mio papà mentre prepariamo la pasta. La nostra famiglia ha origini italiane e, anche se abbiamo abbandonato quasi tutte le nostre origini ormai, la cucina resta sempre nei nostri cuori.
"Tutto bene, papà!" Faccio un sorriso che, da finto si trasforma in vero. Sono felice, nonostante tutto. Questa è la mia vita e non mi farò condizionare da una gallinella presa a pugni. Allora aiuto con il pranzo e poi accolgo i nostri parenti.
"Nonna, nonno! Come va? Dove sono gli zii? Ah sono giù! Entrate pure!" Loro vengono dal Kentucky, quindi è un evento straordinario!
"Violet, mi spieghi che ti succede in questi giorni?" Mi chiede James con sguardo enigmatico mentre si gratta il mento.
"Che vuoi dire, J?" Domando ridendo.
"Prima sei tutta depressa e poi sei così, ma che ti prende?" Io faccio semplicemente spallucce mentre sorrido ed aiuto i miei parenti a prendere i bagagli.
"Tutto bene, Violet?" Mi chiede la zia.
"Sì, tutto bene!" Pensando Isabelle ed il resto, sono costretta a fare un finto sorriso.
"Sicura?" Uff, l'ha notato...
"Sì, certo!" Stavolta cerco di renderlo più credibile. Allora la zia sorride in cambio. Dalla cucina sento parlare mia mamma e mio nonno.
"Cos'è questa storia dell'affittasi appeso lì fuori?" Chiede lui.
"Non dobbiamo trasferirci, tranquillo! È solamente l'appartamento accanto!" Risponde la mamma. Dopo il pranzo, tutti parliamo tra di noi seduti al grande tavolo del salone e la sera apriamo tutti i letti a doppio materasso e tutti i divani-letto che abbiamo a casa e ci addormentiamo.
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