9 - Dignità.
S U M M E R' S
P O V
☆
Se esiste una cosa che odio con tutta me stessa quella è sicuramente l'ora di educazione fisica. Quella e anche gli insetti a dirla tutta.
Solo per via del riscaldamento necessito di due bombole d'ossigeno in seguito, per non parlare poi della "partita di pallavolo". Quella è tutt'altro che una partita fatta per divertimento, piuttosto si tratta di una violenta guerra con l'intento di colpire le persone!
Il fischietto del professore mette fine a questa tortura iniziale e, cascasse giù il cielo, desidero con tutto il cuore calpestare quel pezzo di metallo dal suono spacca timpani.
Il coach si passa una mano sui grossi baffi che probabilmente non taglia da quando sono cominciati a crescergli. «Avete due minuti esatti per formare le squadre, muovetevi» urla.
Mi guardo intorno disorientata, quasi penso di fingere una storta alla caviglia, ma sarebbe la ventunesima del mese. «Collins, sgombera il culo da questa parte del campo. La squadra dei perdenti si trova di là»
Alzo gli occhi al cielo al solo udire quella voce. L'antipatia fatta persona. I suoi genitori e il resto della sua famiglia sembrano usciti da quei programmi televisivi americani, tutti eleganti e fini. E poi c'è lui, maleducato e stronzo. «Bionda, mi hai sentito?»
«Si, ti ho sentito, ma non sono intenzionata a smuovermi di qui. Qualche problema in contrario?» sbotto, girandomi verso di lui. Lo becco ad osservarmi il lato b e sorrido convinta. Una maglia senza maniche gli fascia il petto e, come se non bastasse, gronda di sudore come la metà dei ragazzi. Quella puzza sgradevole mi fa tirare su col naso, soprattutto quando con una falcata mi raggiunge. Mi guarda da trenta centimetri d'altezza come se fosse il re del mondo. «O ti sposti tu o lo faccio io», sentenzia schioccando la lingua contro il palato.
«Collins, Baker, gli ormoni possono aspettare, muovetevi» pronuncia spazientito il coach. Spero che si strozzi con l'acqua che sta bevendo.
«Ehi, che cazzo combini, mettimi giù coglione!». Mi ribello quando mi mette in spalla a mo' di sacco. La sua mano percorre la gamba e indugia un po' troppo sul mio sedere per i miei gusti. Gli schiaffeggio la nuca e lui ride sarcasticamente. «Un gatto appena nato saprebbe fare di meglio» commenta.
Oltrepassa il campo e mi ritrovo dietro la rete, in prima fila. Passo le mani sulla tuta per darmi una sistemata e ne approfitto per rifarmi i lacci alle scarpe. «Stai meglio in quella posizione» è l'ultima cosa che mi dice prima di allontanarsi e prendere il pallone.
Lo fulmino con uno sguardo cogliendo l'allusione. E tu staresti meglio con la testa nella tazza del bagno, penso.
Il suono stridulo del fischietto dà il via alla partita, che diviene però una sorta di sfida personale tra me e Blake. Non sono di sicuro la più indicata per schiacciare il pallone data la mia irrilevante altezza, ma eseguo dei passaggi di cui mi meraviglio. La voglia di vincere contro quel pallone gonfiato si diffonde come adrenalina nelle mie vene.
Passa così mezz'ora, tra attacchi e schiacciate quasi micidiali da parte degli avversari. Siamo ventisette a ventisette e manca un solo minuto. La palla passa da un campo all'altro con pochi tocchi. Emma si butta a terra e la recupera prima che cada. Arriva a me, serro le mani e con un bagher indirizzato il pallone a Keith. Con un balzo si slancia in tutta la sua altezza, ma la mano di Blake tocca per prima il pallone e lo schiaccia nel nostro campo segnando il punto decisivo.
La sua parte del campo esplode in urla di vittoria, mentre sul mio viso si dipinge un'espressione di sconfitta. «Grazie del passaggio bionda». Mi rifila un occhiolino per poi venire trascinato nel turbine dell'esultanza.
Arrabbiata e snervata raccolgo lo zaino e lascio la palestra nell'esatto momento in cui suona la campanella.
Estraggo il telefono dalla tasca, controllando se ho ricevuto dei messaggi.
Ruby: «Dove diamine hai messo l'asciugacapelli?!»
Provo a fare mente locale.
Summer: «Controlla sotto il mobile della cucina.»
Ruby: «Perché mai dovrebbe trovarsi lì?»
Summer: «Perché probabilmente ho messo l'asciugacapelli al posto dello sturalavandini e viceversa.»
«Ehi Summer». La voce di William mi distrae dalla conversazione con mia cugina.
«Dimmi pure»
«Ruby non c'è oggi? Non l'ho vista da nessuna parte» mi domanda.
Nego. «Tra pochi giorni ci sarà la festa della fondazione e sta lavorando come una matta. Le portano vestiti da rammentare a non finire» gli spiego.
«Oh, d'accordo, fa nulla» dice sorpassandomi. È evidentemente dispiaciuto per la mancanza della sua nuova amica.
«Dovevi dirle qualcosa?»
«No, no, solo... scambiare due chiacchiere» risponde, poi saluta nuovamente e prosegue per il suo percorso. Noto una differenza abissale tra Will e Blake. Come possono due persone cresciute sotto lo stesso tetto, per di più gemelle, essere talmente dissimili? Luke e Harper sono quasi l'uno la copia dell'altra.
Torno di nuovo alla chat con Ruby.
Summer: «Cugina, sei desiderata da un certo William Baker.»
È questione di secondi prima che compaia online e legga il messaggio.
Ruby: «Che cosa ti ha chiesto?»
Summer: «Aveva notato la tua assenza, voleva saperi se ci fossi per scambiare due chiacchiere (cito testuali parole).»
Ruby: «Ora è meglio se torno a lavoro, se lo incroci di nuovo salutalo da parte mia.»
Svii così la conversazione, eh Ruby?
Probabilmente sta fingendo di non essere contenta della cosa, troppo orgogliosa per ammetterlo.
«Vai in palestra ora?». Ma cosa vogliono tutti da me questa mattina?!
Oliver se ne sta poggiato con la spalla al muro, osservandomi con sguardo interessato. «Appena terminata in realtà» chiarisco, sistemo la spallina dello zaino.
«So che hai dato fuoco ai capelli di una ragazza. Sei davvero così pericolosa?» mi schernisce sorridendo.
Alzo le mani in segno di discolpa. «Solo se sono particolarmente nervosa e quello è stato un incidente!»
«Ti credo, ti credo»
Sento che sta per chiedermi qualcosa, probabilmente l'ennesimo invito ad uscire con lui. Non capisco perché tra tante ragazze proprio me. Oliver è un bravo ragazzo, aiuta i genitori alla fattoria ed è molto bello - questo devo ammetterlo -, ma mi conosco e non ci tengo a farlo star male. Merita di passare il suo tempo con qualcuna che gli voglia veramente bene.
«Sono in ritardo per la lezione, ci becchiamo dopo magari!» mento prima di fare retro front. In realtà il professore è assente, quindi ho un'ora buca.
Mi agguanta il braccio prima che io possa correre via. «Aspetta un momento! Devo chiederti una cosa» comincia a dire. «Ti andrebbe di venire con me alla festa della Fondazione?»
Me lo chiede con un tono talmente dolce che mi rende quasi difficile rifiutare. «Io ci vado già con i miei amici...»
«Oh...». Vedo la speranza svanirgli dagli occhi celesti e mi affretto ad aggiungere altro.
«Però ti prometto un ballo o due, va bene?». Scendere a compromessi forse è l'opzione migliore.
Incredibilmente il sorriso torna a coronargli il viso, ben contrastato con la pelle olivastra e le fossette. Annuisce contento della mia proposta e rilascia la presa sul mio braccio. «In questo caso ci vediamo sulla pista da ballo, Sum!». Fa scivolare le mani nelle tasche dei jeans e poi scompare in una delle aule assieme ad altra gente.
Il corridoio si svuota rapidamente e, non sapendo che fare durante quell'ora buca, opto per andare a prendere qualcosa da mangiare alle macchinette. Ho voglia di salato, così pigio la combinazione delle patatine al gusto lime.
«Che gusti discutibili, io avrei preso quelle al pomodoro»
«E io sarei quella ad avere gusti discutibili?». Rivolgo a Mr. Faccia da schiaffi un'espressione seccata. Non so se ha compreso che non deve disturbare la mia quiete. Se ne sta poggiato al muro con disinvoltura, le lunghe braccia distese e le gambe incrociate all'altezza delle caviglie.
Promemoria: ritornare a fare quindici minuti di meditazione al giorno.
«Io non ho lezione, tu che motivo hai per stare fuori dalla classe?»
Lui scrolla le spalle indifferente. «Nessuna, semplicemente non ho voglia di starmene dietro ad un banco ad ascoltare un vecchio parlare di guerre e povertà»
«E devi venire a rompere proprio a me?»
«Fammi pensare... mhmh... si»
«Dio, aiutami tu!», esclamo esasperata coprendomi gli occhi col braccio. «Non potevi dare appuntamento alla tua ragazza sul retro della scuola, o sugli spalti del campo o nei bagni? Se vuoi ti faccio una lista di posti in cui potete-»
«Scarlett non è più la mia ragazza» si affretta a dire.
«Ma non mi dire...» sbuffo disinteressata. Vuole che gli domandi il perché e parlarne come se fossimo amici stretti?
«Che c'è, non scopavate bene?», lo schernisco sogghignando.
Accorcia le distanze fino a lasciare poco divario tra noi. La mia visuale è proiettata sul petto ampio che si muove al ritmo lento del suo respiro. Percepisco un leggero odore di dopobarba.
«Provare per credere bionda» dice con voce suadente. «Non fare tanto la sostenuta e ammetti che hai lo stesso pensiero». Alzo gli occhi e incrocio i suoi, mantengo lo sguardo di sfida.
«Fottiti»
«Con gran piacere signorina»
«Non sarò mai soggetta ai desideri di un uomo, ne tanto meno a quelli di un idiota come te», sibilo convinta. «Vuoi un giocattolo? C'è il negozio in centro, ma non sperare che io cada così in basso».
Blake volta gli occhi al cielo e si avvicina ulteriormente poggiando la mano al distributore. «Ora fai la donna vissuta?»
«No, faccio la donna e basta. Ho una dignità, non sono un cane che esegue gli ordini a tuo comando e piacimento»
«Che palle che sei», sbuffa. «Qual è la differenza tra me e gli altri con cui fai sesso?»
«Tu mi stai sul cazzo». Non si capacita del fatto che lo abbia rifiutato?
Si può anche sognare che lo accontenti come se fossi una ragazzina che sbava alla vista dei suoi muscoli e pronta a soddisfarlo come vuole. Il giorno in cui Summer Collins si sottometterà ad un uomo deve ancora arrivare.
Gli spingo il pacchetto di patatine contro e sorrido malefica. «Accontentati di queste» gli dico, ormai stufa della conversazione. Mi allontano lasciandolo solo assieme alle sue convinzioni.
Spazio Autrice🪐
Creare Summer è per me un divertimento puro, la amo. Vi ricordo che potete seguirmi anche su Instagram (rosemiller_777), dove posto cose riguardo le mie storie☀️
Grazie mille di leggere💙
Un bacio,
Rose🦋
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