5 - Incidente.
S U M M E R' S
P O V
✩
La giornata comincia nel migliore dei modi: con la riconsegna dei compiti di letteratura inglese.
«Beh signorina Collins, poteva andare peggio» commenta la professoressa lasciandomi il foglio sul banco. Una grossa C è ben marcata in rosso all'angolo della pagina.
«Signorina Green, sono notevolmente colpita. È qui da una settimana e ha già preso il massimo in tre compiti». Mi volto, osservando il sorrisetto compiaciuto di quella spocchiosa che mi ha dato dell'inetta. Questa mattina l'ho vista insultare e deridere delle ragazzine del primo anno per come erano vestite. Lei, come il fidanzato, la trovo odiosa.
La lezione prosegue con la spiegazione su Charles Dickens a cui presto un minimo di attenzione. Sono la prima a lasciare l'aula per andare al bagno prima dell'inizio della lezione seguente.
Per bagno s'intende un cubicolo con due gabinetti e un lavabo dalle grandezze di una vasca da bagno con incorporati due rubinetti. Le mattonelle e le porte sono imbrattate di disegni fatti col pennarello, e ovviamente manca la carta igienica!
Mi arrangio col fazzoletto che trovo sul fondo dello zaino. Il corridoio è gremito di studenti che si spostano tra le classi. Intravedo Ruby e Tyler che passano e mi aggrego a loro. «Di che state parlando?»
«Juliet Cocklyn», risponde mia cugina. «Tyler non si vuole decidere a chiederle di uscire»
«Ma non vi messaggiate tipo tutti i giorni?» inarco un sopracciglio. Juliet è la cotta di Tyler dalle medie.
«Si, ma... ho ansia. Lo sapete quanto mi piaccia, ma quando le devo chiedere qualcosa comincio a sudare come non faccio nemmeno sul campo di lacrosse», allarga le braccia sconfortato. «A proposito, oggi abbiamo le selezioni di lacrosse, Hunter gradirebbe che ci foste a dargli supporto. Ora che è capitano si sente agitato»
Il mio sguardo viene poi attirato dal bacio passionale, quasi animalesco direi, di Scarlett e Blake contro il muro. Io li osservo confusa. Ieri hanno litigato e ora si stanno ficcando la lingua in gola? «Prendetevi una stanza», gli propongo.
«Ora devo correre, devo dare gli appunti a Will». E detto ciò Ruby si disperde tra la folla.
«Chiedile di uscire», mi rivolgo poi al moro al mio fianco replicando probabilmente le stesse parole di mia cugina.
Dalle sue labbra sfugge un lamento. «Non penso che ci riuscirei mai. Onestamente credo sia più probabile scalare l'Everest»
«Esagerato. Vai vicino a lei e pronunci esattamente queste sette parole: Juliet, ti va di uscire con me?». Tyler è alto e palestrato, ma per certe cose è la timidezza fatta persona. «La vita è una tesoro»
☆.*☾︎
Dopo la fine delle lezioni ci intratteniamo per vedere le selezioni di lacrosse. Io, le ragazze e Luke siamo sedute sulle tribune prefabbricate e abbiamo arrangiato il pranzo con patatine e snack trovati al bar di fianco alla scuola. In campo, girato di spalle, c'è Hunter che parla alle reclute, spiegandogli come funziona il gioco e il torneo che si svolge ogni anno. Tyler, con la divisa della squadra, lo affianca con il bastone di lacrosse in spalla.
Il loro rapporto è un po' come quello mio e di Ruby, anche se all'inizio non si sopportavano tanto. Solo in seguito, quando la madre di Hunter e il padre di Tyler cominciarono a frequentarsi, loro due parallelamente trascorrevano più tempo insieme, accorgendosi man mano di essere più simili del previsto. Sono una squadra, l'uno la spalla dell'altro e soprattutto due bravi fratelli maggiore per il ragazzino di casa, Dylan.
«È un peccato che tu abbia lasciato, Luke. Eri bravo», dice Harper masticando una patatina.
Luke sta seduto a gambe incrociate, ha un quaderno aperto sulle ginocchia. «Voglio dedicarmi di più alla Band, Harp. Sabato sera abbiamo il primo concerto», ci annuncia scribacchiando qualcosa.
«Lo avete trovato il nome? O vi chiamate ancora "Gli Elettricisti"?» scoppio a ridere quando pronuncio quell'appellativo. Che razza di nome è per un gruppo?!
Luke si scambia uno sguardo con Ruby, che sta con Abbey uno scalino più in basso. «Con l'aiuto di Ruby, fortunatamente abbiamo trovato un'alternativa e anche un logo»
«E quale sarebbe?», domanda curiosa Abbey.
«Mi dispiace, ma rimarrà segreto fino a sabato» sorride mia cugina, facendo risaltare gli zigomi.
«Mi aspetto che veniate tutti quanti. La serata comincia alle otto in punto, mi raccomando» ci ricorda il rosso.
Butto un'occhiata per vedere l'allenamento. Tutti corrono per il campo con i bastoni stretti tra le mani. La palla rimbalza da un giocatore all'altro così velocemente che la perdo di vista. Aguzzo la vista per vedere meglio. Qualcosa sta arrivando nella mia direzione e mano a mano s'ingrandisce. Mi sposto appena in tempo, prima che la pallina bianca rimbalzi sul mio posto.
«Ragazzi, state più attenti!» sento gridare la voce di Hunter rivolta alla squadra. Poi si sbraccia verso di noi. «Sum, ci ripassi la palla?»
La afferro, porto il braccio indietro e poi rilancio con tutta la forza che ho nell'arto. Ma la mia scarsa mira prende una ragazza voltata di spalle che sta agli estremi del campo. Questa barcolla e prende una grande scivolata per via degli spilli su cui cammina, cadendo così a terra. Io mi copro la bocca con la mano.
«O Dio!». Ci fiondiamo tutti, compresa la squadra, verso la ragazza.
Un giocatore si toglie il casco rivelando i capelli castani arruffati e intrisi di sudore. Blake. E solo dopo riporto lo sguardo sulla ragazza su cui si è accasciato. Scarlett.
Mi chiedo perché non me ne va mai bene una. Non ho fatto nulla di male!
«Scarlett, dai apri gli occhi», ripete dandole dei colpetti sulla guancia.
«Io non volev-» provo a scusarmi ma vengo interrotta da uno sguardo torvo del ragazzo.
«Non aprire quella cazzo di bocca se vuoi essere d'aiuto»
«Forse è il caso di portarla in infermeria» propone Tyler.
«Scarlett!» esclama Blake. Lentamente le palpebre si schiudono, mostrando le iridi verdi della mora. «Blake» mugugna.
«Si, si sono qui. Va tutto bene» la rassicura. «Riesci ad alzarti? Ti accompagno in infermeria a farti dare un'occhiata»
Con l'aiuto del suo fidanzato, Scarlett riesce a rimettersi in piedi sul suo tacco a spillo. È un miracolo che non si siano rotti con la caduta, perché la situazione altrimenti sarebbe stata ancora più grave.
«Scarlett, ti giuro che non volevo»
«Sei stata tu?» domanda guardandomi male. «Ovviamente, e chi se non tu?!» alza il tono della voce. Fa un passo verso di me, sovrastandomi con la sua figura slanciata e perfetta.
«Scarlett è meglio se andiamo in-»
«Aspetta» dice, senza smettere di fissarmi con sguardo truce. «Sappi che ne ho già fin sopra le scatole di te mocciosa mal tinta, okay? Ti do un ultimo avviso: stammi alla larga o non avrò pietà nel fartela pagare» ringhia a denti stretti.
Incrocio le braccia al petto e le riservo uno sguardo di sfida. «Suona più come una minaccia, bambolina». Se uno la guarda e non la conosce penserebbe che sia una di quelle belle bambole di porcellana in mostra nelle vetrine.
«Prendilo come vuoi, ma vedi di sparire dalla mia vista! Sei stata avvertita». Questa è l'ultima cosa che mi dice prima di voltarmi le spalle, sbattendomi i capelli in faccia. Poi sparisce assieme a Blake dietro l'angolo.
È stato un incidente, non lo avevo di certo fatto apposta! La cosa bella è che non mi sento nemmeno in colpa, e poco m'interessa se quella mi ha minacciato. Cosa potrebbe mai farmi? Aggredirmi con le unghie lunghe?
«Antipatica» sibilo.
«D'accordo ragazzi, ora è tutto apposto. Torniamo a giocare!», Hunter richiama la squadra col fischietto.
«Quella certo che è proprio una grande stronza» commenta Harper accendendosi una sigaretta. «Fai attenzione Summy, te lo dico io: non sottovalutarla.»
Spazio Autrice🪐
Io amo Summer, non so se si nota.
Comunque, spero che la storia vi stia piacendo<3.
Grazie di leggere💙
Alla prossima,
Rose🦋
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