41 - Epilogo

Now that it's raining more than ever
Know that we'll still have each other
You can stand under my umbrella.

- Umbrella, Rihanna.

S U M M E R' S
P O V

Seattle, due anni dopo.

«Sum, ti aspetto giù!» sento gridare da Ruby, dopodiché il rumore della porta che sbatte.

Se esiste una cosa che in due anni devo ancora imparare, beh, quella è la puntualità. 

Sono seduta sul bordo del letto, intenta a calzare un paio di stivaletti. I capelli che ricadono davanti sono un bell'impiccio, mi appunto mentalmente di dover andare dal parrucchiere. Tra i denti stringo una fetta biscottata, il telefono poggiato tra la spalla e l'orecchio. 

Mason ha chiamato per darmi il buongiorno come al solito. Ora anche lui vive a Seattle. A quanto pare Trevor ha avuto di nuovo problemi con i russi, per cui ha deciso di spostare la sua sala d'azzardo a Seattle e Mason l'ha seguito, ovviamente.

«Quindi andata per stasera? Il ristorante messicano nuovo dovrebbe essere buono» mi riferisce.

Alzo la zip dello stivaletto e mando giù quello che resta della mia colazione. «Sì, va benissimo. Questa settimana ho mangiato solo insalate»

Sbuffa una risata dall'altro capo. «D'accordo stella, allora a stasera. Te quiero»

Ancora devo farci l'abitudine, ma è inevitabile non sorridere. «Si, me lo dico anche io» lo prendo in giro mentre mi specchio, «E ovviamente amo anche te. Buona giornata»

«Lo sarà quando ti vedrò. Intanto mi accontento della confessione che mi hai appena dedicato» ridacchia, «Buon lavoro»

Quando la chiamata termina faccio una rapida corsa alla ricerca della mia borsa. Oggi ho il turno di mattina al ristorante, uno dei migliori della città e di cui sono la direttrice di sala. La vita a Seattle è meravigliosa. Mi sento una persona nuova, sono ripartita da zero e sto percorrendo la mia strada.

«Di nuovo in ritardo tu, eh?» mi domanda mamma, vestita di tutto punto, pronta per andare in ufficio. La promozione che ha ricevuto ci ha permesso questa casa in centro, grande abbastanza per tutte noi. 

«Sì, e Ruby mi farà a fette se non scendo subito». Le lascio un bacio fugace sulla guancia, macchiandola di rossetto rosso. «Ci vediamo più tardi!»

Corro per quattro rampe di scale - quasi cadendo all'ultimo gradino - e arrivo finalmente al portone. Rallento il passo quando mi accorgo che piove.

«Cazzo», impreco. Non ho l'ombrello, ma non salirò di nuovo per prenderlo.

Noto Ruby fare avanti e indietro al cellulare. Ci sono due opzioni: parla con Will oppure con la signora De Marco, il suo capo. Ormai quelle due sono come Andy e Miranda Priestly di Il Diavolo veste Prada.

Lauren ama Ruby.

Quando apro il cancello, però, confermo la prima ipotesi. Sta parlando con Will.

«No, controlla nel terzo cassetto ti ho detto!» esclama, «Ecco, visto che era lì? E menomale che li avevi sistemati tu i vestiti»

La vedo alzare gli occhi al cielo, divertita, e sservo con piacere la donna che è diventata. I capelli cresciuti - non troppo - le cascano lungo la schiena, ha il portamento e il fisico di una ragazza di vent'anni.

«Non fare il ruffiano. Ecco, bravo, ora si ragiona.»
Si accorge della mia presenza, per cui si affretta a salutare la sua dolce metà. «Passo da te stasera. Mi raccomando, stavolta assicurati di aver usato il detersivo giusto, non quello per i pavimenti», poi stacca il telefono dall'orecchio e lo fa scivolare in borsa. «Pronta?»

«Si, ma ho di-» non ho il tempo di concludere la frase che lei apre un ombrello viola. «Oh, dovevo immaginarmelo» borbotto tra me e me.

L'affianco, cominciando a camminare per le strade affollate di Seattle. «Ogni volta se ne esce con una cosa nuova» se la ride lei, riferendosi al suo ragazzo.

«Non saranno mai assurde come le battute di Mason», puntualizzo pensandoci.

Mi prende a braccetto come di consuetudine e scrolla le spalle. «Per ogni eventualità ci siamo l'un l'altra, no?» domanda, «Li lasciamo e ci prendiamo un cane»

«Ovvio» dico io, «Partner nel crimine. Partner nella vita»

FINE.

Spazio Autrice🪐

E siamo giunti anche alla fine di quest'altra avventura. E pensare che è partito tutto per via di un Tik tok che mi ha ispirato e su cui poi ho costruito un piccolo mondo a parte.

Questa è la storia di due ragazze che tengono l'una all'altra in modo platonico perchè sì, l'amicizia come l'amore ha il suo valore.

Io ho la mia Summer e spero che ognuno ne abbia una.
Grazie per questi dieci anni di pazzie, non avrei potuto chiedere altro. Anche se le nostre strade si sono separate ti vorrò bene sempre, una parte dei miei ricordi più belli me l'hai donata tu.

Grazie se siete arrivati fino a qui, per me vale tanto.
Spero mi seguiate in altri racconti che scriverò.💙

Un bacio e alla prossima,
Rose🦋

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