26 - Perfect

R U B Y' S
P O V
ꨄ︎

«È la prima volta che prendo il treno»

Sono le sei del mattino, abbiamo preso il primo treno della giornata dato che dobbiamo arrivare all'aereoporto, dove ci attende un volo di cinque ore e mezza.

«Buonanotte gente, chiamatemi quando siamo arrivati». Jake si abbassa la mascherina sugli occhi e alza le cuffie sulle orecchie. Al contrario, Charlie è già pimpante di energia e Will ha aperto il computer portatile per correggere le bozze della sua storia.

«Allora Ruby, pronta a vedere New York?» mi chiede la signora Baker.

Annuisco. «Non vedo l'ora. Non credevo sarei mai riuscita a vederla. Ad ogni modo, qual è il programma della giornata?»

Cerca di fare mente locale. «Allora, prima di tutto abbiamo lo shooting fotografico, dopodiché andremo a pranzo in uno dei miei ristoranti preferiti, oh e ci sarà anche Claire» specifica.

«Sua figlia?»

«Esattamente, e poi il pomeriggio visiteremo qualche negozio in cerca dell'abito per capodanno. Il volo del ritorno è previsto per le sei e quaranta» conclude infine. «Tu hai già in mente che indossare cara?»

«Ho un vestito nell'armadio che aspettava l'occasione di essere tirato fuori» le comunico.

«E lo hai fatto tu?» s'intromette Charlotte.

«E già»

La signora Baker sorride. «Allora non vedo l'ora di costatare le tue grandi qualità di sarta per le quali mio figlio ti elogia»

«E mi darai ragione» le dice il diretto interessato.
È troppo presto per prendere tra le mani il blocco da disegno, infatti mi tappo la bocca per via di uno sbadiglio. «Non per vantarmene, ma sono un perfetto divano» mi fa presente Will.

«Ho il permesso di addormentarmi su di te, Shakespeare?»

Senza staccare gli occhi dallo schermo sorride, mettendo in risalto i lineamenti del viso. «Sempre che tu non preferisca il tavolo, è ovvio»

Non me lo faccio ripetere due volte e mi accoccolo contro la sua spalla. Inizialmente leggo qualche parte del suo racconto mentre scorre le pagine, ma ad un certo punto la stanchezza prevale e sprofondo in un sonno ristoratore.

☆.*☾︎

«Bella addormentata, mi spiace doverti svegliare, ma siamo giunti a destinazione» sento sussurrare piano nel mio orecchio.
Strofino gli occhi e pian piano li riaprii. L'aereo è fermo e tutti i passeggeri, muniti di bagagli, si apprestano ad uscire.

«Non dirmi che ho veramente dormito per tutto il viaggio» gli chiedo, mentre sgranchisco i muscoli delle gambe e della schiena.

«Oh si, e non ti sei mossa di un millimetro. Pensavo che ti avessero imbalsamata» risponde Jake caricandosi il suo zaino in spalla.

Abbottono la giacca, prendo le mie cose e mi metto al seguito di Will per uscire dalla matassa di gente. Mi stringo a lui per paura di perdermi. Spalanco la bocca quando osservo l'aereoporto enorme di New York. Ora capisco cosa intendeva Summer quando ha parlato della bellezza di Seattle.

Passiamo i controlli e la signora Baker si occupa di chiamare un taxi. Mi esalto vedendo la macchina gialla arrivare. È così in stile da film!

Ovviamente stiamo un po' stretti dietro io, Charlotte, Jake e Will, ma non me ne curo più di tanto quando sotto ai miei occhi scorre tutto il meraviglioso skyline della città. Colori ovunque, persone, musica, arte, moda...

Will comincia ad indicarmi dal finestrino alcuni palazzi e a spiegarmi la loro storia e non so bene se resto più affascinata da quella o da lui che ne parla.
La signora Baker dà indicazioni al tassista e finisco anche per sperimentare il famoso traffico newyorkese.

«L'unica cosa che non mi mancava di questa città» sento dire da Jake.

«Per quanto tempo avete vissuto qui?», mi viene spontaneo domandare.

«Un paio d'anni. Poi ci siamo spostati a Malibù, e lo scorso anno a Las Vegas» risponde, sistemandosi il ciuffo di ricci neri attraverso il vetro del finestrino.

Ci vogliono altri venti minuti, ma finalmente arriviamo davanti ad un enorme palazzo alto una cosa come venti piani. «Non ci troviamo mica Miranda Priestly, vero?» la butto lì.

La signora Baker ride, prendendo per la mano Charlotte. «Purtroppo no, ma la mia amica è un'eccellente fotografa e direttrice scenica. Venite, seguitemi»

Varchiamo le porte di vetro ed entriamo in un andirivieni di gente. Chi al telefono, chi con un caffè in mano e chi a spostare carrelli con appesi milioni di vestiti meravigliosi.
Una ragazza ci fa la cortesia di scortarci al quindicesimo piano, dove ci aspetta l'amica della signora Baker.

«Quando odio queste musichette» borbotta Jake nel mio orecchio. «Mi danno i nervi»

«Musica del genere la metteva mia nonna quando faceva le pulizie in casa»

Quando le porte dell'ascensore si aprono, mettiamo piede su un vero set fotografico. Stranamente c'è solo una donna a parlare con un ragazzo. Questa, quando ci vede, dà una pacca all'assistente, che ci sorpassa e svanisce dietro le porte metalliche.
«Brook, da quanto tempo!»

«Brianna, ciao cara», si salutano baciandosi le guance.

«E questi sono i tuoi figli?» domanda Brianna, sistemandosi gli occhiali tra i capelli. Ha più o meno quarant'anni, una cascata di capelli ramati e qualche ruga sulla fronte.

«Loro tre sono i miei figli, Charlotte, William e Jake. E lei è Ruby, la fidanzata di Will»

Avverto le guace accaldarsi e uno strano senso di vuoto a livello dello stomaco. Insomma, è la prima volta che mi viene attribuito quell'appellativo. Allungo la mano verso Brianna e gliela stringo. «È un vero piacere»

«Ciao tesoro. Prego, accomodatevi pure su quel divanetto, tra poco il mio assistente porterà qualcosa da sgranocchiare»
La tapparelle sono abbassate, uno sfondo è allestito proprio al centro della stanza con la fotocamera posta in posizione.

Brianna si occupa un momento di certi documenti che ha sulla scrivania e noi ci sediamo - o meglio, sprofondiamo - nel morbido divano da cui si ha una perfetta angolazione per vedere lo shooting. Charlie è seduta sulle mie gambe e Jake sta al mio fianco.

«Will, intanto grazie di esserti offerto di aiutarci. La scadenza era imminente e non siamo riusciti a trovare nessuno» dice Brianna.

Lui fa scivolare la borsa col computer a terra e rivolge uno sguardo alla madre, la quale ridacchia sotto i baffi. «Ringrazia mia madre per questo»

«Il camerino è lì», gli indica una porta. «Le ragazze si occuperanno di degli outfit»
E Will si muove in quella direzione.

«Non dirmi che non sei gelosa» ride Jake, ritrovandosi il mio gomito nella cassa toracica.

«No» affermo seria. «Perchè dovrei?»

«Perché è con altre ragazze nel camerino», mi fa presente. «E perché tu sei la sua ragazza» aggiunge. Di nuovo le stesse sensazioni di prima. «Sei diventata rossa come un pomodoro»

«Grazie Jake, lo so»

«Oh, ma guarda un po' che figurino». La voce di Brianna mi costringe a voltarmi e ad osservare William Baker con indosso uno smoking. Senza camicia però. E quello mette in vista il fisico asciutto delineato dagli addominali non eccessivi. I ricci scombinati, la giacca sbottonata, i pantaloni eleganti e gli stivali.

Jake mi schiocca le dita davanti. Continuo ad osservare Will mentre Brianna gli dice come posizionarsi. «Manca qualcosa» doveva essere un pensiero, e invece lo dico ad alta voce.

Brianna mi rivolge uno sguardo. «Che cosa?»

Sposto Charlie sulle gambe di Jake e mi dirigo verso Will. Tolgo la collana con il pendente d'acciaio e la deposito al suo collo in modo da riempire il vuoto sul petto. «Mancava l'accessorio che riempisse e unificasse il tutto»

«Lei crea vestiti» interviene Charlotte.

Brianna mi guarda stupita. «Oh, beh, in questo caso posso solo farvi i complimenti. Siete una coppia fantastica. Entrambi belli, con una personalità...» dice lei. «Ti andrebbe di posare con lui magari?»

«Oh, no, assolutamente no» mi allarmo. Io non mi sono mai definita una persona fotogenica. «Preferisco disegnare i vestiti piuttosto che indossarli»

«D'accordo, ma sappi che è un vero peccato.», poi torna a su Will. «Concentra lo sguardo da una parte, muoviti libero... sii naturale insomma»

Ovviamente s'impunta su di me, e porca miseria se è dannatamente affascinante.
Secondo cambio d'abiti e stavolta indossa un completo beige. Gli hanno passato la gelatina appiattendo i ricci sui lati. E sta lo stesso incredibilmente bene.

Quaranta minuti dopo, il mio stomaco comincia a brontolare, ma non per il cibo, bensì per la mancanza di una cosa fondamentale. Caffè.
Quando Brianna annuncia una piccola pausa, corro verso l'ascensore e premo il tasto per il piano terra. Proprio all'ingresso c'è un immenso bar che offre numerose scelte.
Richiamo il cameriere. «Scusa, potrei avere un caffè macchiato per piacere?»

Si mette all'opera e io mi siedo su uno sgabello. Ad un certo punto, mentre sta versando il latte nel caffè, mi parla. «Potrei farti una domanda?»

«A me?» mi indico.

«Vedi qualcun altro?»

«Giusto. Si, chiedi pure»

Mi passa il bicchiere di carta fumante. «Il ragazzo riccio che era con te, per caso è fidanzato?»

Lì per lì non so che rispondere. Devo dire "In verità esce con me" oppure "È etero"?
Mi gratto la nuca leggermente imbarazzata. «Ehm, direi che si sta frequentando... con me»

«Oh», sembra capire. «Scusa, credevo che tu stessi con l'altro ragazzo»

Un momento, qui c'è qualcosa che sta andando storto. Poi però faccio due più due. «Aspetta un secondo. Ti riferisci al ragazzo moro o quello dai capelli neri?»

«Il secondo» mi risponde. «Non eri accollata al suo braccio, quindi pensavo che non stesse con te»

E io mi affretto a chiarire. «Oh, ed infatti è così! Pensavo tu stessi parlando di Will, non di Jake»
Ci troviamo ridere assieme del piccolo disguido. «Mi spiace, ma lui non è... interessato ai maschi»

«Peccato, era carino» commenta scrollando le spalle.

«Ruby»
Mi volto verso Will e mi tiro in piedi. Rivolge un'occhiata prima al cameriere e poi a me. Saluto il ragazzo e agguanto Will per un polso, trascinandolo davanti all'ascensore. «Chi è carino?»

Mi viene da ridere al pensiero. «Tuo fratello» rispondo, lasciandolo spiazzato e gli racconto la vicenda per intero mentre gusto il caffè. Le porte metalliche si aprono e saliamo verso il quindicesimo piano.

Will, ancora vestito in completo beige, fa sprofondare le mani nelle tasche dei pantaloni per poi cominciare a parlare. «Perché non volevi posare?»

Il mio viso scatta nella sua direzione. «Io? Non sono una modella e non ho-»

«Non ti azzardare a dire che non hai il fisico giusto, dato che è la più grande stronzata che ti abbia mai sentito sparare» dice, parandosi davanti a me con il viso a cinque centimetri dal mio. Alzo gli occhi colpevoli verso i suoi.
Le sue mani si posano con decisione sui miei fianchi. «E saresti stata sexy da morire, più di quelle con cui ti paragoni», abbassa la voce di un'ottava.

Mi mordo l'interno della guancia mentre comincio ad arrossire. Si sporge di poco e cattura le mie labbra con le sue, conducendole in una danza fugace che aumenta ritmo secondo dopo secondo.

Il cuore va a mille come il taxi che ci ha scortato fino a quì.
«Non pensare di non essere mai abbastanza. Tu sei troppo per chiunque»

Una tosse finta ci fa sobbalzare, Will torna al mio fianco. Jake, con una busta di patatine in mano, ci fissa con un sopracciglio inarcato. «Poetico, William.»
Sopprimo un risolino per via del suo sarcasmo pungente.

«Jay, ti consiglio di prestare attenzione. A quanto pare sei acclamato dal pubblico maschile più che da quello femminile» replica il fratello prendendomi per mano e trascinandomi fuori dall'ascensore.

Passandogli di fianco gli sussurro qualcosa. «Vai ragazzo, fai conquiste!»

☆.*☾︎

Usciamo dallo studio di Brianna giusto in tempo per l'orario di pranzo e chiamiamo un altro taxi. Nel mentre raggiungiamo il ristorante decido di telefonare a casa per verificare la situazione. Jade e zia Hope sono arrivate e in sottofondo ho sentito qualcuno dire che il pollo è andato a fuoco. Spero solo di ritrovare la casa dove l'ho lasciata.

La signora Baker paga il tassista e, una volta usciti, ci ritroviamo di fronte ad un ristorante a quattro stelle dall'aria sofisticata. Per fortuna sono vestita bene. «Claire ci aspetta dentro»

Charlotte scatta come un fulmine all'interno, alla ricerca della sorella. La individua subito e, avvicinandomi, noto sempre di più la somiglianza spiazzante con Will. Hanno gli stessi tratti delicati, due occhi celesti e lunghi capelli castani. Il vestito rosso risalta la magrezza del fisico e le décolleté le donano un'aria sofisticata.

Uno alla volta saluta la madre e i fratelli, infine Will ci presenta e poi ci sediamo a tavola. Charlotte non smette di abbracciare Claire, sorrido guardandole così accoccolate. «Allora Ruby» si rivolge a me. «Mio fratello è un bravo galantuomo?»

«Ci puoi giurare»

«Non pensare di non essere abbastanza. Sei troppo per chiunque» s'intromette Jake scimmiottando il fratello. Gli rifilo un calcio sul piede sotto al tavolo.

Un risolino sfugge alla madre, che sorseggia l'acqua dal calice di vetro. «Sei proprio figlio di tuo padre. Anche lui diceva cose del genere»
Stranamente, Will comincia a trovare interessante il menù.

Mi rivolgo a Claire. «Quindi tu studi ad Harvard?»

Lei annuisce. «È un college magnifico»

«E cosa studi?»

«Lingue. Per adesso conosco il francese, lo spagnolo, il cinese e il tedesco. Prossimamente comincerò a studiare anche italiano e giapponese» mi spiega.

«Wow, dev'essere meraviglioso»

«E lo è. Tu cosa vorresti fare il prossimo anno?»

Butto giù un sorso d'acqua. «Io già lavoro, quindi credo che proseguirò per quella strada»

«Fai la stilista, giusto?»

«Will lo dice a tutti, vero?» ridacchio io.

«Che senso ha non vantarsene? Non posso dire agli altri che la mia ragazza è la futura Coco Chanel?» dice Will.

Mi ha appena definita la sua ragazza o sbaglio?
Reprimo un sorrisino, ma dentro di me è in corso una parata.

«Verrai alla festa di capodanno, vero Clary?» domanda Charlotte con la sua vocina.

«Si, ma è ovvio! Il mio volo è tra due giorni, quindi arriverò giusto in tempo per la cena di Natale» le comunica, rendendola ancora più felice. In seguito arriva il cameriere a prendere le nostre ordinazioni e degusto un pranzo da leccarsi i baffi.

☆.*☾︎

Una volta lasciato il ristorante, mi devo abbottonare il cappotto per via del vento. Claire ci accompagna per i negozi, e per la prima volta metto piede nelle boutique dei grandi marchi. I miei occhi brillano non appena si depositano su ogni singolo indumento. Sono ufficialmente nel mio paradiso personale.
La signora Baker trova un vestito che le piace e la figlia maggiore ne approfitta per fare degli acquisti natalizi.
Accompagno Jake nello store di CD, vinili e cassette dove scoviamo pezzi meravigliosi.

Senza accorgercene si fanno le cinque del pomeriggio. «Il nostro volo parte tra un'ora e mezza» ci ricorda la signora Baker guardando l'orologio da polso.

Will mi prende la mano. «Siccome abbiamo tempo, ti spiace se noi due andiamo a fare un giro? Ci vediamo in aereoporto», e pian piano cominciamo a indietreggiare.

«Okay, ma fate attenzione, soprattutto quando attraversate la strada!»

«Certo mamma, a dopo!»

Sventolo la mano in un saluto generale e poi mi volto verso Will per chiedergli dove stiamo andando. «Una volta c'era un posto...»

«Che genere di posto?»

«Vedrai» è tutto ciò che mi rivela. Camminiamo per le vie di New York a braccetto.

«Grazie» borbotto, guardando il marciapiede. «Per quello che hai detto in ascensore»

Alza un lato della bocca. «Lo penso veramente, e anche tu dovresti avere più stima di te. Anche i ciechi riconoscerebbero la tua bellezza»

«Oh, a proposito». Ci fermiamo nel bel mezzo della strada non appena mi viene in mente una cosa, frugo nella borsa. «Buon Natale» dico, e gli allungo un pacchetto.
Lui mi guarda sorpreso. «Volevo che lo aprissi a New York»

Scart piano la carta e apre lo scatolino lungo e stretto, rivelando la stilografica. È lucida e nera con i dettagli in oro, in aggiunta jo fatto aggiungere le sue iniziali.

«Ma è bellissima, Ruby» commenta, rigirandosela fra le dita. Mi ringrazia con un bacio sulle labbra. «Grazie mille. Se lo avessi saputo avrei portato il tuo per dartelo»

Allargo le braccia e sorrido. «Mi hai già portato qui, che potrei volere di più? È stata una giornata splendida Will, non potevo chiedere altro»

Ripone il regalo nella tasca interna della giacca e mi riprende le mani. «Allora vieni, una sorpresa te la meriti ugualmente»

Arriviamo in una piazza popolata da tantissima gente, ci sono cartelloni pubblicitari e insegne luminose ovunque. Una melodia attira la mia attenzione, è un musicista di strada che suona la chitarra. La canzone ha un'aria familiare, ma senza il testo è difficile ricordare quale sia.

Will incastra il suo mento sulla mia spalla e canticchia nel mio orecchio. Mi fa voltare, e d'improvviso mi ritrovo coinvolta in un lento al centro di una piazza di New York.

Baby, I'm dancing in the dark
With you between my arms

Mi scosta i capelli dietro l'orecchio e mi afferra con decisione il fianco destro.

Barefoot on the grass
Listening to our favorite song

«In fin dei conti non sei una pessima ballerina» ridacchia.

I have faith in what I see

Mi stampa un bacio sullo zigomo e riversa lo sguardo nel mio. «Ma in compenso sei meravigliosa come questa città lo è di notte. Risplendi di luce propria, Ruby»

Now I know I have met an angel in person
And she looks perfect
Tonight

Spazio Autrice🪐

Io risorta dalla tomba dopo una settimana di compiti.
Comunque, Claire Baker io me la immagino solo in un modo.
Se Will è Timotheè Chalamet e Jake è Finn Wolfhard, Claire è Natalia Dier (Nancy Wheeler di Stranger Things).

Giusto per fare duechiacchiere, qual è la vostra serie TV preferita?

Tra le mie mille, nel cuore porterò per sempre Teen Wolf.

Grazie mille di leggere💙
Un bacio,
Rose🦋

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