Capitolo 8





"Certo che ti farò del male.
Certo che me ne farai.
Certo che ce ne faremo.
Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza.
Farsi primavera, significa accettare il rischio dell'inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell'assenza".



Colin, tutto mi portava a lui, il destino o la vita ancora una volta mi portava ad avere lui nella mia intera esistenza.

Quella mattina mi sentivo davvero male, non avevo nemmeno voglia di seguire le lezioni, quindi non ci sono andata.

Ero a letto e ancora quel buco nero nello stomaco si faceva risentire con prepotenza;
Ancora una volta veniva a distruggere ciò che di bello mi ero costruita.

Era come se risucchiasse ogni volta la mia felicità.
Come potevo combattere una cosa così? Con quali armi? 

Non ero sicura di essere depressa, forse lo ero o forse era solo tristezza, fatto sta che quella tristezza mi stava distruggendo.

Ero a letto e mi sentivo davvero male, mi faceva male lo stomaco, la testa, il cuore. Nemmeno piangere aveva funzionato.

Presi il telefono e composi l'unico numero della persona che sapevo che mi avrebbe capito. Colin.

<<Ciao piccola Kay!>> rispose lui
<<Colin>>
cercai di calmare la voce
<<Che succede?>>
<<Puoi venire da me?>>
<<Ti è successo qualcosa?>>
<<Mi sento male Colin>>
<<Arrivo okay? Stai tranquilla, cinque minuti e sono lì!>>
<<Va bene>>
dissi singhiozzando
<<Ehi piccola calmati arrivo>>
<<Ok...okay>>

Cercai di alzarmi dal letto e mi lavai la faccia, avevo gli occhi gonfi e rossi.

Colin è arrivato dopo cinque minuti, ero davvero fortunata che vivesse nello stesso campus.

Apro la porta.

<<Colin>>
<<Kay, ehi che ti succede?>>
Entra e chiude la porta dietro di sé, inizio a piangere ancora di più, viene vicino a me e mi stringe a sé.

<<Sto male Colin, mi sento male>>
Mi stringe ancora più forte
<<Ehi ci sono io qua adesso, andrà tutto bene!>>
Lo stringo ancora di più mentre il mio viso è immerso sul suo petto allagando la sua maglietta
<<Tranquilla piccola Kay, va bene sfogarsi un po'>>

Sono rimasta così per un po', tra le uniche braccia che potevano salvarmi. Dopo un po mi stacco a lui

<<Scusa Colin, mi dispiace>>
Dico asciugandomi le ultime lacrime
<<Non dirlo nemmeno!>>
<<Ma ti ho bagnato tutta la maglietta!>>
<<È solo una maglietta!>>
<<Grazie per essere venuto>>
<<Resto quanto vuoi>>...

Mi prese la mano e mi trascinò sul divano, mi sedette vicino a lui e mise il suo braccio intorno a me mentre con l'altra mano stringeva la mia. Era l'unico posto in cui volevo sprofondare. Stavo bene solo tra le sue braccia.

<<Kay>>
<<Mhm?>>
<<Che cosa facevi quando avevi queste crisi?>>
<<Pre..prendevo delle pillole ma mi facevano male così dopo un po' ho smesso di prenderle>>
<<E andavi da uno strizzacervelli?>>
<<Si per un po'. Tu prendevi delle pillole?>>
<<Si>>
<<Le prendi ancora?>>
<<A volte, quando il dolore si fa insopportabile>>
<<E vai da uno strizzacervelli?>>
<<No quello non ha funzionato!>>
<<Già nemmeno per me!>>
<<Già era inutile parlare con uno sconosciuto dei miei problemi!>>
<<Si la pensavo allo stesso modo>>

In quel momento mi sono resa conto che ero davvero vicina a lui, riuscivo a sentire il suo profumo e il suo respiro su di me, le sue labbra erano così vicine alle mie.

Restai li a guardarlo senza dire niente e anche lui fece lo stesso.
Tolsi lo sguardo e appoggiai la testa sul suo petto.

Alle 17 tornò Rachel, Colin era andato via da mezz'ora.

<<Allora Kay, che hai fatto oggi?>>
<<Niente ho dormito per lo più>>
<<Ho visto non sei nemmeno venuta alle lezioni>>
<<Ah si stavo poco bene. Tu dov'eri oggi?>>
<<Con Jo, vuoi venire alla festa del compleanno della fidanzata di uno che non mi ricordo il nome?>>
<<Mhm non lo so>>
<<Dai vieni ci divertiremo!>>
<<Va bene!>>

Uscire mi avrebbe sicuramente aiutato.
Rachel come al solito ci mise due ore a prepararsi....



La festa era niente male.
Thomas si era unito a noi, c'era anche Dylan.
C'erano così tante persone che dovevo stare attenta a non perdermi.
Siamo usciti dalla festa alle 3:30 dopo siamo andati nel nostro appartamento, Io, Rachel, Jo, Dylan, Thomas e l'ultima bottiglia di Vodka; Dylan ci provava con me e la cosa non sembrava dare fastidio a Thomas, quindi mi ha fatto capire che io e Thomas non stavamo proprio insieme.
Almeno io la penso così perché non era affatto geloso.

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