7°capitolo: siamo nella cacca!!

Bianca:

«Corri! Non puoi fermarti ora!» Continuo a ripetere, mentre corro senza fiato in una foresta infestata da dei fantasmi. Cerco di trovare l'uscita, ma più vado avanti, più mi sembra che non riuscirò ad andarmene.
Sento l'erba umida solleticare la pianta dei miei piedi nudi. Indosso una leggera camicia da notte bianca e dei strazianti ululati di una bestia sicuramente più grossa di me, fanno tremare l'intera foresta.

La gola mi brucia, i miei polmoni non riescono più a incalanare ossigeno a sufficienza e così mi fermo per prendere fiato.

A un tratto i rumori si fermano, percepisco un vento caldo e pesante che soffia sulla mia pelle, alzo gli occhi e mi accorgo che il mostro mi ha raggiunta e io mi paralizzò dalla paura. Un barboncino gigante mi abbaia facendomi sanguinare le orecchie dall'enorme boato che invade ogni centimetro del mio corpo. Non capisco per quale motivo sono presa di mira da un tale demonio.

«Tranquilla fanciulla, ti salverò io.» mi promette un cavaliere apparendo magicamente su un cavallo bianco. Impugna una spada dorata e in pochi minuti sconfigge quell'orribile palla di pelo.

Mi prende in braccio, mi fa salire sul suo destriero e voliamo in alto nel cielo.

«G...grazie.» balbetto diventata rossa come un pomodoro.

Lo straniero alza l'elmetto e vedo che è un ragazzo... no, non posso crederci, è quello scemo di Domenico? E contro la mia volontà mi bacia.

Mi sveglio tutta sudata e senza parole. Che cavolo ci fa quell'imbecille sempre nei miei sogni? E da quando sogno lui che mi bacia? Vado in bagno a lavarmi la faccia e anche se non l'ho fatto davvero, mi sciacquo la bocca. Che visione terribile: le mie labbra unite alle sue, che schifo... può esistere qualcosa di più disgustoso?

«Bianca, tesoro sono a casa, tutto bene?» mi chiede mia madre dal corridoio sentendo probabilmente un silenzio troppo strano per la sotto scritta.

«Certo mamma!» le comunico alzando un po' la voce affinché mi senta.

«Ciao amore mio, se non hai niente da fare per favore puoi venire in cucina? Devo parlarti.» mi dice sporgendosi dalla porta della mia camera e il mio cuore si ferma per alcuni secondi. Cosa sarà mai successo?

Mi siedo di contro voglia in una sedia scricchiolante del tavolo che usiamo per mangiare le nostre brodaglie. Odio questa casa vecchia, piccola e piena di muffa.

«Dimmi.» sospiro aspettandomi già il peggio.

«La signora Giannina è morta.» mi comunica con le lacrime agli occhi. Perfetto, l'unico lavoro decente che aveva è andato in fumo.

«E ora come faremo?»

«Non preoccuparti tesoro, ne troverò un altro».

Come se fosse così facile trovarne uno. L'ultima volta ci stavano cacciando da questa catapecchia.
Ne dubito, ma farò finta di crederci...

«Va bene mamma, speriamo che questa volta ne trovi uno decente.» dico con un sorriso e appoggio una mano sulla sua spalla.

«Non preoccuparti tesoro...» afferma con la voce spezzata e scoppia a piangere e io non posso fare altro che abbracciarla forte. Mi chiedo in queste situazioni così difficili, perché mio padre ci abbia lasciate sole e senza un soldo, mi manca tantissimo. Francesco Bianchi, un uomo intelligente, buono e simpatico, era il papà migliore del mondo. Se n'è andato da circa dieci anni a causa di un incidente stradale. Stava tornando a casa dopo un viaggio a Roma, era in autostrada e un ubriacone che sfrecciava senza controllo, spezzò la sua vita senza nessuno scrupolo!

Dopo che ci lasciammo andare in un imbarazzante piagnisteo mentre guardavamo tutti i nostri album di foto, mia madre mi permise di andare in camera a fare i compiti.

Accidenti me ne ero completamente dimenticata... non odio la matematica, ma l'insegnante sì, è così fastidiosa e antipatica che mi chiedo chi sia stato il genio che le ha concesso la licenza per insegnare.

Dopo qualche ora finisco tutto e posso finalmente guardare qualche anime che mi faccia viaggiare lontano da questo mondo così orribile e difficile.

Perché la mia vita non può essere normale come tutte le altre adolescenti? Dovrei passare le notti insonni pensando alla mia cotta, piangere e ridere insieme alle mie amiche, pensare al mio futuro dopo la laurea sposata con un bravo ragazzo e invece no, io non sarò mai così. Ed è tutta colpa di Domenico; se lui non esistesse io sarei la ragazza più felice del mondo. È vero lo ripeto sempre, ma cosa ci posso fare? Lui rovina sempre ogni cosa, vorrei passare, almeno una volta, un anno scolastico normale e tranquillo, ma con lui è impossibile.

«Tesoro, la cena è pronta!» mi avvisa mia madre dalla cucina. Poso il telefono, mi tolgo le cuffie e vado a mangiare molto affamata, il mio stomaco reclama cibo.

Finita la cena mi sento molto meglio, ho quasi del tutto cancellato la scena raccapricciante del bacio immaginario e mi ritiro velocemente nella mia stanza. Mi preparo lo zaino e i vestiti che indosserò domani anche se non mi metterò di sicuro inghingheri per quei decerebrati. E poi perché dovrei farlo? Tanto Domenico ama imbrattarli ogni giorno con cose assurde! Non capirò mai i suoi stupidi giochi infantili.

Poi mi siedo sul letto e penso a domani e alla verifica di storia. Chissà se quei due hanno studiato bene, ma che dico? È di Domenico che stiamo parlando, lui è il numero uno nello studio e io beh sì... il numero due, ma siamo entrambi i migliori, quindi sono sicura che la mia amica sarà più preparata di me o almeno lo spero, perché avrò bisogno di lei, ho studiato, ma non benissimo. È la prima volta che non ho nessuna voglia di approfondire la materia, gli ho dato sì e no cinque letture, l'ho ripetuta due volte e ho chiuso subito il libro, non ho proprio la forza di continuare, così spengo la luce e mi addormento, sognando riccioli marroni sporchi di sangue e due pupille verdi schizzate fuori dalla testa mozzata e un sorriso compiaciuto spunta sulle mie labbra perfette.

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