18

Robert

Sapevo con assoluta certezza di aver interrotto qualcosa, sapevo con assoluta certezza che avessero fatto l'amore, e non lo dico tanto per dire, non dico che avessero semplicemente fatto sesso. Avevano fatto l'amore. È parecchio diverso.
C'era persino l'odore del sesso.
Mi sentivo vuoto.
Si, ero innamorato di mio fratello, ne ero geloso, molto geloso.
Avevo una tale nausea che avrei potuto vomitare da un momento all'altro.
Ero contento, si, ero molto contento, che Shailene stesse vivendo le sue prime esperienze d'amore, ma tenermi dentro la verità mi distruggeva, volevo a tutti i costi dire a Theo cosa provavo per lui. Non avevo ancora avuto l'occasione per farlo.
In quel momento avevo un'incognita ben più grande: cos'aveva detto Dylan? Non sono figlio di mia madre? Eppure le somiglio.
<Ho bisogno di parlare> le dissi semplicemente, e bastò a farle assumere un'espressione preoccupata.
<Ti senti bene?> mi chiese appoggiandomi delicatamente una mano sulla fronte.
<Non ho la febbre. Ma ho un problema>
<Siediti> mi indicò il letto.
Il letto. Appunto. Il letto su cui avevano appena fatto l'amore. Preferii la sedia.
Theo rimase appoggiato al muro, con un espressione neutra. Guardava Shailene.
<Prima mi ha chiamato Dylan, ha detto di aver sentito parlare mia madre di alcuni documenti di adozione>
<Parlava dei miei suppongo> intervenne Theo.
<Fammi finire. Dylan mi ha detto di averle sentito dire che non sono suo figlio, che non vuole che io scopra di non esserlo. Shailene, se sai qualcosa dimmelo adesso>
<È uno scherzo?>
Mi arrabbiai molto.
<Ti sembra la faccia di uno che sta scherzando?! Ma per chi mi hai preso?!>
<Robert, non è normale che venga fuori una cosa del genere dopo diciotto anni. Non è normale>
<Tu hai mai fatto qualcosa di normale in vita tua?! No! Non parlarmi di cosa è normale e cosa no!>
<Robert, calmati. Non urlare> mi disse Theo avvicinandosi e mettendo una mano sulla mia spalla.
Mi presi la testa tra le mani ripetendomi più volte di stare calmo.
<Mi aiuterai a capire cosa sta succedendo?> le chiesi poco dopo.
<Giuro su qualunque cosa>
<Giuro anche io, ti aiuterò> aggiunse Theo.
La sua voce mi faceva stare male.
<Vuoi che usciamo?> mi chiese Shailene chinandosi per guardarmi dal basso.
<No>
<Cosa possiamo fare per farti stare meglio?>
<Non lo so>
Ero nel panico più totale, sentivo addosso lo sguardo di Theo, mi dava un senso di pesantezza come se mi stesse schiacciando.
Ora era quello in mio problema principale.
Alzai la testa e guardai Theo, sembrava preoccupato.
<Puoi lasciarci da soli un momento?>
Annuì e uscì dalla stanza.
Da quando conoscevo Theo non gli avevo mai chiesto di andarsene, eravamo inseparabili.
<È per lui che stai male, vero?> mi chiese.
<Devo dirglielo>
<Sei sicuro?>
<Ho mai avuto dubbi su qualcosa io?>
<No>
Richiamai Theo, lo feci sedere sul letto di Shailene.
<Allora, è complicato, è una cosa che non ti ho mai detto, ascoltami fino in fondo>
<Dimmi>
<Tu sai tutto di me, eccetto una cosa>
<Dimmela>
<Sono bisessuale>
Non era così che immaginavo il mio coming out, non ad Oxford, in una stanza d'albergo in cui il lui di cui ero innamorato aveva appena tolto la verginità a mia cugina.
Può sembrare sprezzante detto così, ma non potrei trovare parole migliori.
<E ti preoccupavi per quello? Guarda che non c'è nessun problema>
<Il problema è che potrei essermi...cioè, mi sono innamorato di te> dissi di getto.
Si accigliò serrando le labbra.
<Non potevi dirmelo prima che io ti sbattessi in faccia di essermi innamorato di tua cugina?>
<Io non desidererei altro che vedervi insieme, ma al momento ho bisogno di starti il più lontano possibile>
<Capisco, ma ricorda che sei mio fratello, Robert. Siamo fratelli, tu hai bisogno di me come io ne ho di te. Non mi interessa quello che provi, passerà>
Era la prima volta che diceva di essere mio fratello con tanta sincerità.
Si alzò e ci abbracciammo.
<FINALMENTE!> esclamò Shai con voce stridula battendo le mani.
Sorrisi senza nemmeno accorgermene e dissi: <Usciamo da qui>

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