Capitolo XII
REBECCA
Arrivata a casa riflettei sulla brutta situazione in cui mi ero cacciata. La serata era stata perfetta, fino a che Louis non aveva deciso di fare la sua mossa. Il suo bacio mi aveva preso totalmente alla sprovvista, anche se riflettendoci bene forse avrei dovuto aspettarmelo. Tutta quella premura non poteva che nascondere qualcosa di più della semplice cortesia. Gli avevo confidato i miei problemi con James e lui aveva colto l'occasione al volo per farsi avanti.
Ma tutto sarebbe stato più semplice, se una parte di me non avesse desiderato le sue labbra come lui desiderava le mie. Dopo l'iniziale shock avevo risposto al bacio e solo il senso di colpa mi aveva spinto ad allontanarlo da me. La realtà è che Louis aveva ragione, lo volevo come lui voleva me ed era tremendamente sbagliato. Io amavo ancora James e non avrei mai potuto tradirlo. La nostra relazione era diventata complicata da portare avanti, ma mandare in fumo sette bellissimi anni trascorsi insieme era impensabile.
Era piuttosto tardi, ma avevo urgente bisogno di parlare con la mia migliore amica. Claudia avrebbe saputo capirmi e consigliarmi meglio di chiunque altro, forse anche più di me stessa. Al terzo squillo, mi rispose una voce un po' assonnata e incerta.
《Rebecca, sei tu?》
《Sì, sono io. Scusa l'ora, ma ho proprio bisogno del tuo aiuto,》risposi sentendomi un po' in colpa per averla chiamata così tardi.
《Non ti preoccupare, sai che puoi sempre contare su di me.》
《Grazie Claudia, sei una vera amica.》
《Figurati,》disse trattenendo a stento uno sbadiglio.
《Ti ricordi di quel mio collega, Louis?》
《Quello con gli occhioni azzurri, che ti ha regalato il libro per Natale?》
《Proprio lui,》 risposi divertita dalla sua descrizione.
《E quale sarebbe il problema?》
《Stasera siamo usciti insieme e... mi ha baciata.》
《E tu che hai fatto? Hai ricambiato?》 chiese Claudia improvvisamente più sveglia.
《Ecco, il problema è proprio quello.》
《L'hai baciato anche tu? Non ci credo... Rebecca, dici sul serio?》chiese incredula.
《Mi ha presa alla sprovvista e quando mi sono resa conto di quello che stavo facendo, l'ho spinto via!》
《E poi che è successo?》
《Mi sono fatta riaccompagnare a casa e fine della storia,》risposi ancora turbata dall'accaduto.
《Quindi ti piace?》
《Non lo so, ti ho chiamata per questo. Non so che fare...》confessai un pò disperata.
《Se l'hai baciato, di sicuro non ti è indifferente. Ma con James, come la metti?》
《Come vuoi che la metta... lo amo ancora.》
《Quindi non vuoi lasciarlo?》
《No, certo che no!》
《Ma non mi è sfuggito il modo in cui mi hai parlato di Louis... sei sicura di non aver perso la testa per il bel francese?》
《Così non mi aiuti,》dissi risentita.
《Vediamo un po'... come ti senti quando lo vedi? Sii sincera.》
《Mi sento bene, come se ogni cosa nel mondo andasse nel verso giusto. Ma se fosse solo una cosa passeggera? Io e James stiamo insieme da così tanto.》
《Forse hai solo paura. James è la strada sicura e confortevole, ma Louis...》
《Louis, cosa?》chiesi quasi in preda ad una crisi isterica. Non ero certo in vena di indovinelli.
《Potrebbe essere il tuo grande amore. Magari lo ami e hai solo paura di ammetterlo.》
《Come se fosse facile capirlo,》dissi sconsolata abbandonandomi sul letto.
《Rebecca, fatti coraggio. Parlane con Louis e scommetto che ti sarà tutto più chiaro.》
《Ma mi guarda in un modo... e io non riesco a pensare!》
In tutta risposta ottenni da Claudia un sonoro sbadiglio.
《Scusami, domani devo svegliarmi presto.》
《Capisco, sarà meglio che tu vada a dormire. Io me la caverò,》dissi per niente convinta.
《Sei sicura?》
《Non proprio.》
《Finché non ti decidi a parlare con Monsieur occhi di ghiaccio sarà tutto inutile,》disse Claudia mezza addormentata.
《Forse ci proverò, ma non ti prometto nulla!》
《Se ci sono novità fammi sapere. Per ora ti auguro buonanotte》
《Buonanotte anche a te,》dissi prima di chiudere la chiamata.
***
La mattina dopo entrai timorosa nel palazzo, sperando di incrociare Louis il più tardi possibile. Ma il destino aveva ben altro in serbo per me.
Premetti il pulsante di chiamata dell'ascensore e quando mi tirai indietro, mi accorsi che dietro di me c'era proprio Louis che mi fissava.
《Buongiorno, chérie,》disse Louis sorridente e bello come il sole. Indossava un doppiopetto nero e annodata al collo portava una sciarpa dello stesso colore, il total black era poi completato da delle scarpe stringate in pelle.
《Buongiorno anche a te,》risposi prima di girarmi a contemplare lo scintillante acciaio dell'ascensore. Come la più vile delle codarde, ero decisa ad evitarlo il più possibile.
《Qualcosa non va?》chiese Louis affiancandomi. Mi girai verso di lui e constatai che continuava a sorridermi imperterrito. Si vedeva che si divertiva un mondo a vedermi in difficoltà e mi sarebbe tanto piaciuto togliergli dalla faccia quel sorrisetto compiaciuto.
《Tutto bene, grazie. E tu?》
《Benissimo, ho dormito come un angioletto. Spero sia stato lo stesso per te,》rispose beffardo Louis.
A differenza sua non avevo quasi chiuso occhio, ma di certo non gli avrei dato la soddisfazione di saperlo.
《Sì, certo.》
《Dalla tua faccia non sembrerebbe,》disse prima che quel maledetto ascensore aprisse le porte davanti a noi. Mi precipitai ad entrare, seguita a ruota da Louis e da una schiera di altre persone. Al colmo della sfortuna, io e occhi di ghiaccio finimmo schiacciati l'uno contro l'altro sul fondo del cubicolo.
《Stai bene? Ti stanno schiacciando?》chiese Louis sinceramente preoccupato.
《Va tutto bene,》mentii mentre quasi mi mancava l'aria. Louis intuì il mio disagio e si schiacciò ancora di più sul fondo per farmi spazio. Lo ringraziai e pregai mentalmente di arrivare presto a destinazione. Le porte finalmente si aprirono al terzo piano e mentre cercavo di farmi largo per uscire, qualcuno mi spinse e finii addosso a Louis che mi prese al volo. Aveva un profumo così buono, ambra e muschio probabilmente.
《Grazie.》
《È stato un piacere. Ora, vediamo di uscire da qui,》disse Louis prendendomi la mano per guidarmi fuori da quella matassa.
《Ce l'abbiamo fatta,》dissi una volta libera.
《Allora io vado,》disse Louis improvvisamente freddo. Si avviò verso l'ufficio senza aggiungere un'altra parola. E così aveva deciso di non parlare della sera prima, di far finta che non fosse successo niente. In fondo era quello che gli avevo chiesto. Allora perchè mi sentivo così triste e vuota?
《Buongiorno Vincent,》salutai una volta entrata in ufficio.
《Buongiorno a te. Allora, com'è andata ieri con Louis?》
《Come scusa?》chiesi incredula.
《Avevate un appuntamento, no?》
《Ehm, non proprio... vado un attimo al bagno e torno.》
《Fai pure,》rispose Vincent sospettoso.
Non riuscivo a crederci, Louis aveva spifferato tutto a Vincent! Dovevo proprio dirgli due paroline, era assurdo che non riuscisse a tenere la bocca chiusa.
Bussai alla porta dell'ufficio di Louis e quando la sua voce m'invitò ad entrare, mi feci avanti.
《Scusami, Louis. Ti dispiacerebbe venire un attimo fuori? C'è una cosa che vorrei chiederti,》dissi facendomi coraggio.
《Sì, certo,》rispose Louis sorpreso.
《Allora, di cosa volevi parlarmi?》
《Perché hai raccontato a Vincent che avevamo un appuntamento?》chiesi cercando di mantenere la calma.
《Io non ho detto proprio niente. Forse ci ha visti insieme,》rispose Louis alzando le spalle con aria innocente.
《Perché dovrei crederti?》
《Perché è la verità. Non me ne vado in giro a spettegolare, se è questo che credi,》rispose Louis irritato.
《Beh, non ho idea di quello che racconti o meno ai tuoi amici.》
《Appunto. E poi cosa dovrei raccontare? Di come mi hai mandato in bianco?》
Al contrario di quello che credevo, non aveva ancora mandato giù il mio rifiuto della sera precedente.
《È quello che succede quando ti fai avanti con qualcuno già impegnato,》risposi senza emozioni.
《Non preoccuparti, non ti disturberò più. Se è questo che vuoi...》
Mi guardò in attesa che dicessi qualcosa, qualsiasi cosa.
《Ho capito,》disse una volta non ottenuta alcuna risposta. A quel punto, con aria triste si girò per tornare sui suoi passi.
Lo avevo ferito ed era chiaro che non avrebbe insistito oltre, non mi avrebbe più guardato nè sorriso allo stesso modo. Ma era davvero quello che volevo?
《No, aspetta.》
Louis si girò e mi fissò in attesa. In quel momento capii che non potevo rinunciare a lui, nient'altro aveva importanza. Solo la prospettiva di perderlo mi aveva fatto capire quanto Claudia avesse ragione: io lo amavo.
In qualche passo annullai la distanza che ci divideva e passandogli le braccia intorno al collo, lo attirai a me. Le mie labbra trovarono immediatamente le sue e mentre Louis mi stringeva a sé, mi sentii a casa, come non mi capitava da tanto tempo.
《Louis, se non ti dispiace rivorrei la mia assistente,》disse la voce di Vincent riportandoci alla realtà. Mi staccai immediatamente e profondamente imbarazzata corsi a rifugiarmi in ufficio.
《Un po' lunga questa pausa toilette, non ti pare?》chiese Vincent dopo avermi raggiunta.
《Mi dispiace tantissimo. Scusami, ti assicuro che non si ripeterà mai più.》
《Lo voglio ben sperare. Solo perchè Louis è mio amico, non significa che farò eccezioni,》disse Vincent con aria severa.
《Certo che no,》dissi colma d'imbarazzo.
《Quindi è finita con l'inglese? Ora stai con Louis?》chiese andando a sedersi alla scrivania.
《È un po' complicato.》
《Capisco... in fondo non sono affari miei.》
In quel momento arrivò Louis nella stanza e mi sorrise con aria complice. Ricambiai un po' incerta, sapendo che un paio di occhi poco amichevoli ci stavano fissando.
《Non prendertela con Rebecca. È tutta colpa mia,》disse Louis rivolto all'amico.
《Non ti preoccupare. Non la mangio mica. Però ora sparisci, abbiamo da lavorare.》
《Sicuro?》
《Ma sì vai,》lo rassicurò Vincent.
《OK, vado. Ci vediamo dopo,》disse Louis rivolto ad entrambi.
Non solo avevo mandato all'aria la mia relazione con James, ma mi ero anche fatta beccare ad amoreggiare nel corridoio dal mio capo! Questo è quello che succedeva a seguire l'istinto e da persona razionale quale ero, non ero per niente abituata alle conseguenze dei gesti folli.
Dovevo assolutamente parlare con Louis in privato. Eravamo stati interrotti da Vincent e quello non era certo il modo migliore di cominciare una relazione. E una volta tornata a casa avrei dovuto chiudere con James. Non avevo idea di come avrei trovato il coraggio per chiamarlo, ma di certo non potevo tenere il piede in due scarpe.
Mi sembrava così strano pensare a tutto questo, quando poco prima non ero nemmeno sicura di quello che provavo. È proprio vero quello che dicono, ti rendi davvero conto di quello che hai, solo quando stai per perderlo.
**Spazio Autrice**
Ciao a tutti!!
Vi aspettavate questo comportamento da Rebecca o pensavate ci avrebbe messo di più per capire quello che prova? Fatemi sapere!
Aggiungo che ho iscritto questa storia al NecSharing Contest di giuli2hope ❤
A presto ;)
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