Capitolo X

LOUIS

La freddezza di Rebecca mi aveva spiazzato e visto che non avevo nessuna intenzione di continuare a farmi ignorare, me ne tornai nel mio ufficio. Dopotutto, avevo una dignità da mantenere.

《Tutto bene?》chiese Isabelle soppesandomi. A quanto sembrava, la mia faccia parlava da sola perchè quando risposi con un monosillabo decise di non insistere.

La realtà era che non andava tutto bene per niente. Come poteva quella ragazza avere tanto potere su di me? Era così, da quando qualche mese prima era entrata dalla porta del mio ufficio accompagnata da Vincent. Quando il mio amico le aveva fatto notare che mi stava fissando da un bel po', era quasi morta d'imbarazzo e non ero riuscito a nascondere il mio divertimento. Davvero poco carino da parte mia, ma non era una situazione nuova per me, capitava spesso che le persone si fermassero a fissarmi. Rebecca si era giustificata dicendo che le ricordavo qualcuno e più tardi avevo scoperto, a mio rammarico, che si trattava del suo ragazzo.

Se non fosse stato per quel maledetto inglese che tanto le stava a cuore, le cose sarebbero andate molto diversamente. Se dopo tanto tempo, il mio cuore aveva ripreso a battere per qualcuno, doveva esserci una ragione. Io e Rebecca eravamo destinati a condividere qualcosa di unico, ormai ne ero certo, non dovevo far altro che aspettare.

《Avanti,》disse Isabelle. Qualcuno aveva bussato alla porta ed io ero così preso dai miei pensieri da non averlo sentito.
《Scusate il disturbo... Louis, ci sono questi contratti da controllare e firmare,》disse la ragione dei miei tormenti.

Rebecca posò dei fogli sulla scrivania e mi fissò in attesa di una risposta. La freddezza di poco prima aveva lasciato spazio al suo solito sorriso. Speravo di non dover ringraziare Vincent per questo, sapevo che era perfettamente capace di far cambiare idea a chiunque.
《Ok, grazie. Dopo li guardo.》
《Hai da fare per pranzo? Ho dei dubbi su una cosa, ma non vorrei disturbare Vincent,》disse Rebecca attirando anche l'attenzione di Isabelle. Era palese che fosse una scusa per parlarmi e faticai non poco a nascondere il mio entusiasmo.
《Nessun impegno,》dissi senza esitare.
《Allora ci vediamo dopo!》disse passandosi una mano fra i capelli castani.

La innervosivo e questo mi faceva sperare che non le fossi del tutto indifferente. Prima che sparisse dalla mia vista indugiai un attimo sul suo corpo, indossava un maglioncino blu, una gonna a pieghe dello stesso colore e le gambe erano fasciate dentro dei collant scuri. Sembrava inconsapevole del suo fascino e questo la rendeva ancora più bella ai miei occhi.

Non avevo dovuto aspettare molto prima che il destino bussasse letteralmente alla mia porta. Vincent avrebbe detto che mi perdevo in stronzate romantiche, ma io ero convinto che fosse molto più di questo.

Alle 13 in punto spensi il pc, salutai Isabelle e corsi a piazzarmi davanti alla porta dell'ufficio di Rebecca. Probabilmente avrei dovuto affrontare le occhiatine di Vincent, ma non m'importava.
《Ciao! Mi aspettavi?》chiese Vincent comparendo sulla soglia.
《In realtà no.》
《Ho capito...》disse Vincent facendomi l'occhiolino prima di sparire verso l'uscita.

Non mi aveva chiesto nulla, ma solo perchè si aspettava di saperne molto di più dopo pranzo. Avrei cercato di ridurre le informazioni al minimo, non perchè non mi fidassi di lui, ma perchè non amavo parlare di me e più di ogni altra cosa volevo proteggere Rebecca.

《Ciao.》
《Ciao a te,》dissi sorridendole dolcemente.
《Vincent ti ha detto qualcosa?》chiese portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
《Niente di cui preoccuparsi. Andiamo a pranzo?》
《Certo,》rispose Rebecca sollevata dalla notizia.

Andare nello stesso ristorante in cui pranzavo di solito con Vincent era escluso, sicuramente non aveva un bel ricordo di quel giorno, anche se alla fine era andata meglio del previsto. Nonostante le continue frecciatine di Vincent, Rebecca aveva cercato di mantenere la calma parlando di libri ed è così che avevo scoperto quanto avessimo in comune. Da quanto le brillavano gli occhi mentre ne parlava, doveva amarli davvero molto.

Optai per un bistrot vicino al lavoro, così vicino da poterci arrivare a piedi. Era un posto niente male e comunque non mi andava di perdere tempo nel tragitto, non vedevo l'ora di sapere cosa aveva da dirmi.

Trovammo un posticino appartato all'interno del locale e appena il cameriere sparì con le nostre ordinazioni, ne approfittai per parlarle.
《Allora, che cosa volevi chiedermi di tanto urgente?》chiesi arrivando subito al punto.
《Posso essere sincera con te?》
《Certo.》
《In realtà non devo chiederti nulla riguardo il lavoro... volevo solo spiegarti il mio comportamento di questa mattina,》disse Rebecca tormentando il braccialetto che portava al polso, un Tiffany con un ciondolo a forma di cuore. L'idea che potesse essere un regalo del suo ragazzo mi tormentava.
《Non ce n'è bisogno. Non mi devi nessuna spiegazione,》dissi fingendomi disinteressato.
《Sì, invece. Da quando ti conosco non sei stato altro che gentile con me e non meriti che io scarichi il mio malumore su di te.》
《Ma forse Vincent ha ragione. Ho sbagliato a voler ficcare il naso in cose che non mi riguardano,》dissi cercando di essere il più convincente possibile.

In realtà, non pensavo affatto di aver sbagliato. Se c'era qualche problema tra lei e quel maledetto, volevo saperlo a tutti i costi. Mentirle non mi faceva piacere, ma non volevo nemmeno che mi reputasse un terribile impiccione da cui stare alla larga.
《Non c'è problema. Eri solo preoccupato per me.》
《Esattamente.》
《Il fatto è che avere una relazione a distanza è difficile. Credevo che avremmo trovato una soluzione, ma non sembra possibile. James non se la sente di lasciare il suo lavoro...》disse Rebecca passandosi nervosa una mano fra i capelli.
《Se ti amasse davvero, lo farebbe,》dissi fissandola negli occhi.
《Non è così semplice. Nemmeno io me la sento di rinunciare a questa opportunità, ma non significa che non lo ami.》
《Ma tu sei appena agli inizi. Hai bisogno di questa esperienza, non puoi pensare di andartene così presto.》

Il solo pensiero di perderla era insopportabile e che potesse sacrificarsi per quel coglione era ancora più impensabile. Se la amava come diceva, doveva lasciarla libera di vivere la sua vita ovunque volesse e non metterle pressioni addosso.
《Nemmeno io vorrei rinunciare. So di essere solo un'assistente, ma lavorare in una casa editrice è sempre stato il mio sogno.》
《E allora non pensarci nemmeno a mollare,》dissi stringendole una mano fra le mie. Mi guardò stupita ma non la ritrasse all'istante come temevo.
《Non so cosa fare...》
《Che lavoro fa James? Sarebbe così difficile fare la stessa cosa qui?》chiesi tanto per sapere cosa lo tratteneva dal raggiungerla.
《È un insegnante di storia,》disse pensierosa, sfilando la sua mano dalle mie.
《E come ripiego non potrebbe insegnare inglese?》chiesi sperando che in realtà l'idea fosse già stata accantonata. Volevo vederla felice, ma allo stesso tempo se James avesse deciso di trasferirsi a Parigi, probabilmente sarebbe stata la fine per me.
《Credo di sì. Ne abbiamo anche parlato e James ha iniziato a studiare francese da quando sono partita... ma dovrebbe abbandonare la sua cattedra all'università. Non sarebbe giusto, io non posso pretendere che lo faccia per me...》disse iniziando a singhiozzare. Vederla piangere mi spezzava il cuore, mi alzai dalla sedia e la presi fra le braccia.

Proprio in quel momento arrivò il cameriere con le nostre ordinazioni. Rebecca si staccò imbarazzata dal mio abbraccio e si asciugò in fretta le lacrime.
《Tutto bene, Mademoiselle?》chiese il cameriere mentre poggiava i piatti sul tavolo.
《Sì, grazie,》 rispose Rebecca con voce malferma. Il cameriere la guardò poco convinto, ma non aggiunse altro e ci lasciò soli.
《Mi dispiace. Non so cosa mi sia preso,》 disse Rebecca risiedendosi e guardandomi imbarazzata.
《Non devi scusarti, puoi sfogarti con me quando vuoi. Anzi, dopo il lavoro facciamo un giro per Parigi, ti farà bene. So che ormai la conosci, ma chi meglio di un parigino può mostrarti il meglio della città?》 dissi allargando le braccia e strappandole un sorriso.
《Louis, non devi disturbarti.》
《Nessun disturbo. Sarà un piacere!》dissi mentre iniziavo a tagliare il filetto di salmone che avevo ordinato.
《Se proprio insisti... come faccio a dirti di no?》
《Infatti non puoi,》 dissi negando con convinzione.

Finalmente avevo riportato il sorriso sul suo volto. Fu in quel momento che promisi a me stesso che avrei fatto di tutto perchè niente e nessuno glielo portasse via. Aveva uno di quei sorrisi rari, capaci di illuminare il mondo con il loro ottimismo. O forse questo era solo l'effetto che aveva su di me.

**Spazio Autrice**

Ciao a tutti!!
In questo capitolo conosciamo un po' meglio Louis. Ormai è evidente quanto sia preso da Rebecca e appena può coglie l'occasione per farsi avanti. E questo è solo l'inizio...

A presto ;)

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