Capitolo VI
Seguii Vincent lungo il corridoio, finchè si fermò davanti ad una porta e bussò. Al suo interno una voce ci invitò ad entrare.
《Prima le signore,》disse Vincent facendosi da parte con fare cerimonioso.
Varcai la soglia e incrociai uno sguardo parecchio familiare, lo stesso azzurro degli occhi di James risplendeva in quelli dell'uomo seduto alla scrivania che avevo di fronte. Come quelli del mio ragazzo, tendevano al grigio e avevano sfumature diverse a seconda della luce, definirne il vero e proprio colore non era facile.
《Louis, ti presento Rebecca Turner, la mia nuova assistente,》disse Vincent entrando nella stanza.
L'uomo dagli occhi chiari che mi era appena stato presentato, si alzò in piedi e mi porse la mano.
《Piacere, sono Louis Alexandre Valade. Ma chiamami pure Louis, non c'è problema.》
《Piacere mio.》
I profondi occhi azzurri che mi ricordavano quelli di James, erano in tinta con una camicia dello stesso colore. Aveva dei fluenti capelli corvini che arrivavano a toccare appena le spalle, una bocca ben disegnata su cui poggiavano dei sottili baffetti e da quello che riuscivo a vedere dalla camicia arrotolata sotto il gomito, era piuttosto tonico.
《Ehilà, terra chiama Rebecca!》disse Vincent ridestandomi da una specie di sogno.
《Ehm, sì. Come?》chiesi un pò imbarazzata.
《Ti stavo chiedendo se sei pronta a iniziare il vero lavoro, ma eri troppo imbambolata a fissare Louis!》disse sollevando le sopracciglia. Perfetto, avevo fatto davvero una bella figura per essere il primo giorno di lavoro! Vidi che Louis cercava di sopprimere una risata e in quel momento avrei voluto sotterrarmi dalla vergogna.
《Non lo stavo fissando. È che mi ricorda qualcuno che conosco,》dissi rivolgendomi a Vincent.
《Certo, come vuoi. Ora si torna a lavoro,》disse il mio capo poco convinto.
《Allora a più tardi,》mi salutò Louis.
《A dopo,》lo salutai avviandomi veloce verso la porta.
Non potevo negare di essere rimasta colpita da Louis. Non solo dalla sua bellezza, ma dal suo fascino particolare tutto francese. Quei sottili baffetti e quel sorriso che nascondeva chissà cosa, l'avevo visto in molti dei film che tanto amavo. E poi non potevo negare l'effetto che mi provocava il suo accento. Mi aveva rivolto solo poche parole, ma erano bastate a farmi sciogliere.
Dovevo assolutamente darmi un contegno e smetterla di fantasticare. A Londra avevo un meraviglioso ragazzo che mi amava e che io ricambiavo con tutto il cuore. Per quanto potesse essere affascinante, non mi sarei fatta abbindolare da un francese qualsiasi!
Mentre si avvicinava l'ora di pranzo, mi chiesi dove sarei andata a mangiare, non sapevo se ci fosse una mensa per i dipendenti o se avrei dovuto arrangiarmi per conto mio.
《Ehm Vincent, c'è forse una mensa aziendale?》chiesi sperando che non la prendesse come una richiesta a mangiare insieme. Per completare la serie di figuracce, ci mancava solo che gli facessi pena e mi invitasse a pranzare con lui.
《Sì, certo. Chiedi pure ad Isabelle, so che lei ci va,》rispose senza alzare gli occhi dal pc.
《Ok, grazie.》
《Aspetta... forse era un invito a mangiare insieme?》domandò dubbioso mentre mi squadrava.
《No, non ti preoccupare. Finisco questa e-mail e vado a parlare con Isabelle. La pausa pranzo è alle 13, giusto?》
《Esatto. Comunque io vado a pranzo con Louis, se vuoi venire con noi non c'è problema...》
《Non c'è bisogno. Preferisco andare in mensa, così mi ambiento meglio,》dissi sperando che non insistesse oltre.
L'idea di mangiare in mensa non mi faceva impazzire di gioia, ma se l'alternativa era ritrovarmi seduta tra il mio capo e quel francese fin troppo affascinante, mi sarei sacrificata volentieri.
《Va bene. Fai pure come preferisci,》disse Vincent prima di tornare al suo lavoro.
***
A pranzo scoprii che Isabelle era davvero una ragazza simpatica e disponibile. Mi aveva presentato al gruppo di ragazze che frequentavano la mensa e poi avevamo trascorso il tempo a conoscersi, mentre Paulette se ne stava in disparte ad ascoltare.
《Da che parte della Francia vieni?》chiesi notando un accento particolare.
《In realtà sono canadese, di Montréal,》rispose Isabelle orgogliosa delle sue origini.
《Capisco. Ecco perchè non riconoscevo l'accento...》
《Tu invece sei inglese?》
《Sì, esatto. Difficile nasconderlo...》
《E perchè dovresti? Trovo adorabile il tuo francese con accento inglese,》disse sorridendomi gentile.
《Grazie, anche a me piace molto il tuo accento!》
《Sarà meglio se non ti fai sentire dai Parigini. Non sopportano la concorrenza,》disse facendo l'occhiolino a Paulette. La rossa si limitò a sorridergli complice, non degnandomi nemmeno di uno sguardo.
《Quindi sei di qui?》chiesi rivolta a Paulette. Non sopportavo di essere ignorata così palesemente.
《Sì, certo. Parigina al 100%. Forse non si vede?》chiese piena di arroganza.
Continuava a guardarmi come se fossi un insetto fastidioso. Chissà cosa le avevo fatto per meritarmi tanto astio, nemmeno mi conosceva.
《Scusatemi, io torno in ufficio. Devo finire delle cose,》dissi adducendo la prima scusa che mi venisse in mente. Non sarei rimasta un secondo di più in compagnia di quella stronza spocchiosa.
《Ci vediamo dopo,》mi salutò Isabelle. Al contrario, Paulette si limitò a fissarmi senza dire una parola.
***
Mi restava ancora un pò di tempo prima della fine della pausa pranzo, così mi fermai nella sala relax vicino all'ufficio. Mi sedetti nel comodo divanetto e cercai di non scoppiare a piangere dalla rabbia, era inconcepibile il modo in cui mi aveva trattata quella specie di arpia.
《Ehi, tutto bene?》chiese una voce che non mi era ancora familiare. Alzai lo sguardo e vidi che si trattava di Louis. Mi stava fissando con le mani in tasca e uno sguardo sinceramente preoccupato.
《Sì, certo.》
《Non mi sembra... il primo giorno non sta andando bene?》disse sedendosi al mio fanco.
《Diciamo che è andato bene fino all'ora di pranzo.》
《Fammi indovinare... problemi con qualche collega? So che una certa rossa non sopporta le belle ragazze inglesi,》disse sottovoce con fare cospiratorio. Sorrisi al velato complimento e lo vidi avvicinarsi di più a me.
《E come mai?》
《Probabilmente non dovrei dirtelo... ma Paulette è una tale stronza che meriti almeno di sapere perché se la prende con te. Il suo ex marito l'ha tradita con una giovane aupair inglese,》disse restando in attesa di una mia reazione.
《Cosa? Dici sul serio?》
《Già... è veramente ignobile prendersela con te per qualcosa di cui non hai colpa.》
《Almeno non dobbiamo lavorare insieme,》constatai cercando di vedere il lato positivo della situazione.
《Sei incredibilmente ottimista.》
《James me lo dice sempre.》
《E questo James, sarebbe il tuo ragazzo?》chiese Louis non riuscendo a nascondere una punta di ansia nella voce.
《Hai indovinato. Secondo lui sono un'inguaribile ottimista. Come se fosse un difetto...》
《E infatti non lo è. Proprio per niente,》disse continuando a fissarmi incantato con una mano sotto il mento.
《Potrei offrirti qualcosa? Questa macchinetta non è il massimo, ma ho paura che non faremmo in tempo a passare dal bar.》
《Un caffè non sarebbe male,》risposi pensando al resto della giornata che mi aspettava da affrontare. La notte precedente avevo dormito così poco che il sonno iniziava già a farsi sentire.
《Ecco a te,》disse Louis porgendomi il caffè qualche minuto dopo.
《Grazie mille.》
《In che parte della città ti sei stabilita? Magari siamo vicini di casa senza saperlo.》
《A Montmartre. Tu invece?》chiesi sinceramente curiosa. Speravo davvero di non ritrovarmelo in giro per lo stesso quartiere, era meglio mantenere le distanze per quanto fosse possibile.
《Oh, il quartiere degli artisti! Io sono un pò più borghese, abito a Passy.》
《Dove c'è la casa di Balzac! Sei vicino alla Tour Eiffel, giusto?》
《Esatto. Non è male come vista....》
《Scusami. Ora è meglio se inizio ad andare alla scrivania,》dissi dispiaciuta di doverlo salutare.
《Certo, capisco. Buon lavoro!》
《Grazie, anche a te!》dissi prima di alzarmi e andare verso l'ufficio.
Mentre camminavo sentii gli occhi di Louis addosso, ma forse era solo una mia impressione.
**Spazio Autrice**
Ciao a tutti!!
Ed ecco che Louis ha fatto la sua comparsa... mi farebbe piacere sentire le vostre impressioni!
A presto ;)
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