Capitolo Tre

{La macchina qua sopra è la nostra limousine}

La nostra guida (che presuppongo si chiami Smithy) ci porta all'uscita dell'aeroporto fino alla macchina. Una limousine.
Spalanco gli occhi mentre Theresa mi fissa, quasi disgustata dal mio comportamento.
"Si direbbe che tu non abbia mai visto una limousine!" Esclama, squadrandomi da capo a piedi.
"A giudicare dal tuo abbigliamento, credo che sia proprio così." Conclude con una smorfia schifata, per poi posare il suo sguardo malefico su Niels che mi sta ancora stringendo la mano e cambia completamente espressione.
"Ciao, Niels! Come stai?"
"In piedi."
Dentro di me fornisco medaglie e parrucchini a questo ragazzo.
Il sorriso da Barbie di Theresa sparisce d'un tratto e lei si volta, facendo svolazzare i capelli lisci e borbotta qualcosa che suona come: "colpa di quella barbona."
"Dai, Thessa, non prendertela così!" Esclama Deborah che sembra conoscerla bene.
Tuttavia, invece di prenderla a braccetto e consolarla, si avvicina a me e mi strizza l'occhio: "Thessa è molto suscettibile e molto maleducata con i novellini."
"Ti ho sentita, Debbie!" Urla l'altra che ormai è avanti di dieci metri buoni.
La riccia ridacchia e mi posa il braccio sulle spalle per poi sorridere a Niels.
"Vuoi lasciarmela per un po' o hai intenzione di tenertela tutta per te?"
Niels ride ma i suoi occhi si scuriscono e stringe la presa sulla mia mano.
"Non c'è problema, giocaci un po'."
E mi lascia la mano.
Deborah esulta scherzosamente e mi conduce indietro, a chiudere la fila.
Poi inizia a parlare.

"Tu vedi soltanto o sei?" Mi chiede Deborah, togliendo il braccio dalla mia spalla e fissandomi incuriosita.
"Non lo so. Per ora vedo e basta, ma non so se sono un essere paranormale o meno."
"Sul serio? Di solito tutti sanno se sono o vedono e basta! Io per esempio sono un lupo mannaro! Theresa una sirena, Quince un vampiro e Niels... beh, lui è un mezzo angelo."
"Cosa?!"
"Sì, sua madre si è fatta un angelo."
"Ma..."
"Sì, gli angeli possono mettere incinta le persone con rapporti sessuali senza essere scomunicati o simili."
"Quindi, probabilmente, anche io sono qualcosa." Dico, e Deborah mi guarda incuriosita.
"Insomma, se ci fai caso siamo un gruppo di esseri paranormali: sarebbe un po' strano che tutti voi foste qualcosa e io l'unica a poter solo vedere... stonerebbe un po', non credi?"
Lei fa una faccia dubbiosa ma credo di averla convinta perché annuisce e torna a sorridere.
"Ma ora parliamo di cose serie." Sussurra, maliziosa.
"Tu e Niels...?" Mi chiede con sguardo provocatorio e io mi affretto a negare.
"No, no! Ci siamo conosciuti sull'aereo, eravamo accanto! Non sapevo neanche che..." 'non sapevo neanche che fosse il fratello del mio migliore amico. Non sapevo neanche che il mio migliore amico avesse fratelli.' Concludo mentalmente, e devo avere un'aria piuttosto scoraggiata, perché Deborah cerca di tirarmi su di morale.
"Dai, non fare quella faccia! Tra poco meno di tre ore saremo a scuola! La prima sera fanno anche la pizza, e ti assicuro che la pizza della Paranormal High School è quasi uguale a quella italiana!"
"Sul serio?" Strabuzzo gli occhi, stupita. Essendo stata a Napoli e avendo assaggiato la pizza italiana, dopo quel giorno non riesco a mangiare la pizza inglese.
"No. Era solo per farti sperare. Sei carina Quando sorridi!" Esclama la ragazza per poi prendermi per mano e farmi salire in macchina.
"Coraggio, novellina! Io sono Deborah, ma puoi chiamarmi Debbie."
"Ali."
"Sali, Ali. Tra tre ore arriverai alla tua nuova casa."

Sospiro, guardando fuori dal finestrino mentre sfrecciamo a cento chilometri orari.
Smithy sta snocciolando le regole della scuola con voce annoiata, quando all'improvviso l'auto sobbalza e si ferma con uno sbuffo dal tubo di scappamento.
Smithy sbuffa ed esce dalla limousine venendo poi ad aprire il nostro sportello.
Sto per uscire quando Theresa mi supera, tirandomi una spallata per poi girarsi con una smorfia compiaciuta e un falso "Mi dispiace" già sulle labbra.
"Se stai per chiedermi scusa per una cosa che hai fatto di proposito e con cattiveria, risparmia il fiato, sottospecie di Barbie malefica." Dico, perfettamente tranquilla mentre lei rimane a fissarmi con tanto d'occhi.
La guardo serafica e la sorpasso, tirandole una spallata, non troppo forte.
"Oh! Mi dispiace!" Concludo.
Dietro di me posso percepire gli sguardi attoniti di Quince, Deborah, Niels e Theresa, Ma non mi importa. Ho finito di farmi trattare da zerbino.

Tolgo il sudore dalla fronte mentre mi risiedo sul sedile posteriore della macchina, dopo circa un'ora passata a cercare di riparare il tubo di scappamento.
Finalmente possiamo ripartire.
La curiosità di sapere come è la mia scuola mi sta divorando peggio della fame.
Okay, forse no.
Comunque, non sto più nella pelle. Ormai sono quasi le cinque e dovremmo arrivare alla Paranormal verso le otto di sera.
Finalmente la macchina si mette in moto e Smithy parte sgommando alla volta della scuola.
Mi volto verso Niels che si è appropriato del posto accanto a me e che ora sta dormendo della grossa.
Una curva gli fa cadere la testa sulle mie gambe e io, sebbene nessuno mi stia guardando, arrossisco e gli appoggio piano le mani sui capelli morbidi.
Una voce a me sgradevole ma che sembra creata dal più fantastico degli angeli mi riprende.
"Goditela, finché puoi. Fa così solo perché sei nuova: è il suo ultimo anno e viene alla Paranormal da sette anni. Alla fine sceglierà ME."
Alzo lo sguardo verso gli azzurri occhi taglienti di Theresa e li faccio scontrare con i miei quasi viola.
"Per ora, non mi interessa. E per ora, neanche tu interessi a lui."
Le guance bianche di Theresa si fanno rosate, segno di un leggero imbarazzamento.
Abbasso di nuovo lo sguardo su Niels che sembra fare un bel sogno.
Sorrido e gli metto le mani tra i capelli, i più morbidi che io abbia mai sentito (ElisaLoveStory vuole accarezzare i capelli di Niels XD).
Appoggio la testa allo schienale e mi addormento.

Il bosco è buio e più oscuro delle altre notti.
Non mi ricordavo così tane ombre e rami pronti a graffiarmi.
Sento un rametto dietro di me scricchiolare e dei passi sovrapporsi ai miei.
Guardo dietro e ai miei lati, ma non vedo nessuno.
Presa dal panico, comincio a correre, e corro e corro fino a che non mi manca il fiato e sono costretta a fermarmi per vomitare tutto ciò che nella corsa è stato sballottato nello stomaco senza ritegno.
Mi aggrappo alla corteccia di una betulla, alzando lo sguardo verso il cielo.
Luna piena.
Quince mi aveva detto che non facevano del male agli amici.
Non dovevo accompagnarla.
Sento l'ululato nell'oscurità.
Che Lucifero mi aiuti.

"Sveglia, studenti che dormono invece di ascoltare le mie importantissime regole! Siamo arrivati!"
Apro gli occhi e una luce artificiale mi ferisce gli occhi.
La lucina della macchina si spegne, quella della torcia di Smithy si accende: sebbene siano solo le otto di sera è già più buio di una zuppa d'inchiostro.
"Smithy! Siamo arrivati?"
"Si, Debbie. Sei a casa."
Da qualche parte alla mia destra parte un uggiolio disumano e un guaito.
"Stai zitta, Debbie!"
"Ahia, Quince! Quella era la mia pancia!"
"Scusa Thessa."
"Dai, alzati, Niels!" Sussurro nel buio.
Lui mugola e toglie la sua testa dalle mie cosce.
"Siamo arrivati?"
"Sí."
"Bene. Benvenuta alla Paranormal High School, scuola per Ragazzi Speciali."

AngoloAutricia:
Bene bene bene, licantropi, lupi mannari, vampiri, sirene, angeli o altro.
Benvenuti alla Paranormal High School.
Guardiamo un po' i nostri personaggi.

Alice:

Niels:


Theresa:

Deborah:

Quince:

E questa è la scuola dove passeremo il nostro anno:

LA PARANORMAL HIGH SCHOOL, SIGNORE E SIGNORI.
BENVENUTI A SCUOLA. NON ASPETTATEVI AVVENIMENTI NORMALI.
Annabeth Woods.

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