Capitolo Cinque
{La tipa qua sopra è Cath}
"Allora, Ali... raccontami un po' di te."
Sono nella mia camera, seduta sul letto. Quello vicino al mio è occupato da una ragazza corvina della mia età e due grandi occhi blu.
Si chiama Cath e frequenta quasi tutti i miei stessi corsi.
"Ehm... vediamo, ho sedici anni e vivevo a Dublino, in periferia, dove frequentavo un'Accademia Artistica, insieme al mio migliore amico, Daniel.
Verso i dieci anni ho perso mio padre..." colpo di tosse, gli occhi profondi di Cath diventano lucidi, "e mia madre si è risposata un anno fa.
Allora ho cominciato a dare problemi e sono stata espulsa da tre scuole..." risatina malinconica e Cath si asciuga furtivamente la prima lacrima, "e sono approdata qua per volere di mia madre."
"Uhm... okay. Sai, anche se molti di noi hanno una storia simile alla tua, non sono ancora riuscita ad abituarmi." I suoi occhi risplendono come un cielo notturno.
"Per esempio, io sono figlia di una sirena e uno spirito del fuoco. Mia madre mi ha lasciato i suoi poteri che hanno assorbito e essiccati quelli di mio padre, che poi è morto. Uno spirito del fuoco non sopravvive a un'unione con uno spirito Marino. È sopravvissuto fino ai miei cinque anni. Però di mio padre mi è rimasto questo." Dice, tirando fuori dal colletto una collana con un ciondolo a forma di cuore.
Lo apre: dentro c'è la foto di una bimba sulle spalle di un uomo abbronzato.
Sorrido, mentre Cath tira su col naso e richiude il ciondolo.
"Ah, e mi è rimasto anche questo." Dice, illuminandosi e schioccando le dita. Dal pollice si propaga una fiammella rossa e arancione.
Sono in stanza con una piromane.
Sono le sei e trentasette quando apro gli occhi. Dalla finestra filtra un raggio di luce troppo debole per considerarsi l'inizio dell'alba.
Incapace di riaddormentarmi, mi metto a sedere fissando l'armadio dall'altra parte della stanza.
Oggi si comincia: il primo giorno di scuola in quella ridicola Accademia con un nome ancora più ridicolo.
Giro la testa e mi soffermo sul corpo addormentato di Cath: sembra una sirena sul serio. E se tutto questo non esistesse? E se fosse solo un bellissimo, magnifico sogno?
Mi giro un pizzicotto, sollevata dal fatto che mi abbia fatto un male cane.
Non avrei mai voluto svegliarmi.
Dieci minuti dopo mi ricredo: la sveglia di Cath comincia a suonare facendo un baccano infernale, un misto tra le urla in una locanda a mezzanotte e rottami metallici sbattuti qua e là.
Mi premo i palmi delle mani sulle orecchie, stringendo gli occhi. Non ne posso più di questo rumore: chiederò a Cath di cambiare suoneria.
Lei si stiracchia lentamente e si gira verso di me, regalandomi un meraviglioso sorriso.
"Buongiorno!" Esclama, per poi fare una faccia confusa quando vede con quanta forza mi stringo le orecchie.
Spenge la sveglia e io tolgo piano le mani dalla testa.
"Tutto okay?"
"Cos'era quel suono orribile?!"
"Ma è bellissimo, Ali. È il canto delle sirene!"
"Beh, per quanto bello possa essere io sento solo urla e cose metalliche che vengono tirate."
Cath sbatte le palpebre stupita.
"Nessuno le aveva mai giudicare così. Le reputano tutte bellissime."
"Beh..."
"Deve avere a che fare con l'essere paranormale di cui sei figlia... Uhm, un essere che trasforma tutto ciò che è bello in ciò che è brutto..."
Spalanco gli occhi. Forse so di chi sono figlia.
Ore nove. La mia prima lezione, 'Magia evolutiva' e così noiosa che sto per addormentarmi.
Prendo la matita e cominciò a disegnare distrattamente su un foglio bianco.
Solo quando suona la campanella visualizzo realmente ciò a cui le mie mani stanno dando vita: è il volto di mio padre, ma diverso dal solito. Al posto del suo bellissimo sorriso che mi tranquillizzava sempre adesso ha un ghigno sadico e malvagio.
Sui riccioli scuri che sembrano prendere fuoco ha una specie di corona intricata, fatta di spine e gioielli che pungono al sua testa facendogli volare il sangue sugli occhi color carbone, accesi di risentimento e rabbia.
Mi fa quasi paura. Quello non è mio padre, quello è... proprio la creatura di cui sono figlia.
Proprio la creatura da cui il papà che conosco io cercava di proteggermi.
Siamo a mensa e sono seduta tra Cath e Debbie. Davanti a me c'è Niels.
Abbiamo insieme solo il corso di 'Libri Sacri' e quello di 'Leggende Reali'. Il primo è una vera cazzata, il secondo può essere interessante.
Rigiro con la forchetta gli spaghetti nel mio piatto mentre Debbie chiacchiera animatamente con Niels e Cath riguardo un corso che hanno in comune. La professoressa dagli occhi dorati, che di chiama a quanto dicono loro Mrs Kastoff, ha assegnato per la settimana prossima un tema di milleseicento parole, sui lupi mannari e le loro leggende.
Cath sta chiedendo a Debbie se può darle una mano, mentre Niels la osserva con un sorrisetto affettuoso.
Qualcosa mi dice che sono amici da tempo e che si voglio bene.
Continuo a rigirare gli spaghetti e dopo circa due minuti sento lo sguardo verde prato di Niels su di me.
Mi alzo da tavola e trovo una scusa per andare in camera mia e saltare l'ora successiva.
"Ma Ali." Inizia Cath, "l'ora dopo è quella della vista! Ce l'abbiamo insieme, è il corso più bello di sempre!"
Annuisco guardandola con un sorriso e mi affretto a trovare un'altra scusa.
"Lo so, Cath, ma ho un mal di testa spaventoso! Lo dici tu a Mr Priors?" Chiedo ansiosa. Mr Priors è il vampiro albino dagli occhi cremisi.
Cath annuisce riluttante per lasciarmi andare e tornare alla conversazione con Debbie.
Niels non sposta il suo sguardo dalla mia schiena cibo a che non esco dalla stanza.
Trovo un balcone e mi siedo a terra, frugandomi nelle tasche.
Fortunatamente sono riuscita a portare da casa due pacchetti delle mie sigarette Marlboro e il mio accendino nero con il teschio sopra.
Mi accendo una sigaretta e inspiro nervosamente il fumo nocivo per poi tossire.
È da qualche giorno che non tiro fuori una sigaretta e non la fumo come si deve.
La nicotina entra in circolo e faccio un sospiro di sollievo.
Quanto mi era mancata.
Chiudo gli occhi e allontano la cicca dalle labbra, tenendola tra due dita.
Dopo qualche secondo sento che mi viene strappata dalle mani e calpestata sotto le scarpe di qualcuno.
Apro gli occhi e scatto in piedi, inviperita.
Come si permette 'chiunque-sia' di farmi sprecare una delle mie preziosissime sigarette?!
Mi calmo un po' non appena vedo il sorriso gentile e un po' tirato di Niels.
"NIELS! Era una delle poche che mi rimangono."
"Chi ti ha fatta iniziare?"
"Perché ti interessa?"
"Chi ti ha fatta iniziare?!" Il suo sorriso già tirato svanisce e comincia a innervosirsi.
"Daniel." Ammetto, abbassando gli occhi.
"Gli farò un discorsetto." Mi promette lui.
"Comunque... cos'avevi a pranzo?"
"Niente. Credo di aver scoperto chi è il mio genitore paranormale."
"E chi è?"
AngoloAutricia:
Buonsalve gente! EEEEH! VOLEVATE SCOPRIRE CHI È IL GENITORE PARANORMALE DI ALI!
NON LO SAPRETE MAI! MAI!
Comunque, sì, cathpotterjackson13 sei tu Cath.
Buonanotte.
Annabeth Woods
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