𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Who is She?" di I Monster

«Sei...» Draco tenta di parlare, ma le parole muoiono nella sua gola.
«Sono tornata, sì» annuisce seria lei, poi accenna un sorriso.
Il suo volto sembra ringiovanito, non porta più i segni della stanchezza e il corpo è dritto e i pugni stretti.
Il suo portamento non è più affaticato e impaurito, bensì è tornata come un tempo: brillante.
L'uomo la squadra da capo a piedi e sorride, soffoca anche una risatina. È stupito da quello che è successo e non sa come commentare. È felice, come non mai, e intuisce che non deve più preoccuparsi della sua salute.
Ma si chiede come sia possibile e se abbia saputo qualcosa sul figlio dalle Antenate.
Ritornano a casa, quello è il luogo migliore per ulteriori domande.
«Ti aiuteranno a trovare Scorpius?» domanda appena mettono piede nel Manor.
Lei scuote la testa, ma ha un'espressione serena, e gli fa corrugare la fronte stranito.
«Non avremo bisogno di loro.»
«Ti hanno già detto cosa fare?»
Esme deve dirgli per bene tutto e non vede l'ora di farlo, sa bene che lui vorrebbe sapere come ha fatto a recuperare le energie.

Così spiega ogni cosa.
Draco rimane allibito, i suoi occhi si spalancano e ancora una volta quella donna supera ogni aspettativa.
«Le hai tipo... ingerite?» domanda confuso, ridacchiando.
«Diciamo di sì» scuote le spalle «Ho preso la loro energia. Non ho più bisogno di loro come visioni misere e inutili. Non avevo più voglia di sentirle.»
Lui annuisce e incrocia le braccia al petto, la comprende. Dopo avergli raccontato ciò che hanno detto è grato che lei abbia avuto così tanta forza da spazzarle via.
Sembra qualcosa di impossibile, ma lei è andata oltre ogni limite, anche il proprio.
Draco si avvicina alla sua figura e le posa le mani sulle spalle, le accarezza, la guarda da capo a piedi: «Sono fiero di te».
«Lo sei sempre.»
«Mi dai sempre un motivo per esserlo.»
Le stampa un bacio sulla bocca, percepisce la sua forza, il suo benessere.
Ma non ha tempo per godersi questo momento, eppure è felice, lo è così tanto che quel nervosismo represso sembra essere scomparso improvvisamente.
«Dobbiamo trovare nostro figlio» sussurra vicino alla sua morbida bocca, la guarda nei suoi occhi bruni e le accarezza il volto.
«E quando lo troveremo risolveremo tutto.»
«Sei ancora convinta di aver sbagliato qualcosa con lui?»
«Tutti sbagliamo e vorrei chiedergli cosa lo ha portato a scappare via...»
Annuisce alle sue parole e le sposta una ciocca di capelli dietro il viso: «Nostro figlio ha bisogno di noi».
«E noi abbiamo bisogno di lui.»

Esme gli posa un altro bacio sulla bocca, alzandosi sulle punte, e va in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
Si prende un paio di minuti per acquietarsi, per pensare in maniera logica cosa fare.
Guarda il vuoto, il marito le si avvicina e si appoggia contro il lavello, con le braccia allacciate al petto: «Magia nera, lo sai anche tu».
Lo guarda e annuisce: «Non della semplice magia nera».
«Anche se sei abbastanza forte per poterlo fare voglio aiutarti.»
La fa sorridere e annuisce di nuovo: «Nostro figlio va cercato assieme».
Entrambi sanno che adesso lei è così potente da poter compensare la magia di più di cento stregoni (anzi, di più), ma moralmente quel lavoro va fatto in due.
Sono entrambi serissimi, devono fare qualcosa di grandioso e al più presto.
Adesso è passato troppo tempo e non si scherza più.
Potrebbe anche trovare il suo eventuale cadavere.
Non esiste alcun incantesimo che possa fermarla.
«Sarà qui da qualche parte, si è solo nascosto bene.»
«Fin troppo bene, Draco» sospira «Ma questa volta non mi sfuggirà.»
Ma sarà il tempo a sfuggire da lei?

•·················•·················•

Scorpius e Albus sono stati immediatamente immobilizzati.
I presenti non hanno esitato un attimo e li hanno privati delle loro bacchette, poi li hanno sollevati e rinchiusi in una delle cellette nel seminterrato.
La famiglia Tiger li ha blindati per bene e ora non hanno scampo.
Jugson ha subito suggerito di ucciderli ma la proposta è stata rifiutata per due semplici motivi: bisogna capire cosa vogliono e che fine hanno fatto i veri Vincent e Gregory.
Le famiglie dei due giovani scomparsi sono in subbuglio, non solo arrabbiati.
Si chiedono perché quei due sconosciuti si siano infiltrati e ciò che più li turba è non sapere chi possano essere.
Quei volti non sono per niente familiari, eppure loro conoscono non poche persone.
Si domandano chi diavolo siano, come diavolo abbiano fatto a reggere quel gioco comunque per quasi due giorni.
Mille domande scorrono nella loro mente, si guardano con sguardo preoccupato, sospirano più volte.
Hanno bisogno di altro aiuto, devono interrogare quelle persone e stare attenti che non scappino.

Li legano per bene, sistemano i loro corpi stretti stretti contro due sedie e applicano un incantesimo alle loro giunture.
Ora che sono certi che non possono tentare la fuga è momento delle domande.
Li svegliano con un colpo di bacchetta, facendo percorrere i loro corpi da una scossa elettrica.
I due ragazzi sobbalzano e prendono un lungo respiro mozzato.
Spalancano gli occhi e si rendono conto di dove sono.
O meglio, si rendono conto di essere in un posto che non conoscono, in pericolo.
Tutti gli adulti sono davanti a loro e li guardano con stupore.
Non pensavano che quel piano potesse fallire al punto da essere legati nello scantinato dei Tiger.
Guardano tutti con sguardo perso, non hanno nemmeno la forza di pronunciare una minima parola, ma avranno modo di fiatare appena verranno interrogati.
Quelle persone non sono per niente comprensive, sono note per essere crudeli senza alcun motivo, per divertirsi nell'osservare la gente soffrire.
Sarà facile per loro approfittarsi di quei ragazzi, divertirsi un po', e farla pagare per ciò che hanno fatto.
Scorpius e Albus sono finiti in una situazione molto più grande di loro e forse non si rendono nemmeno conto di ciò.

«Chi siete?» sputa veloce la signora Goyle «Voglio sapere immediatamente chi siete.»
Non rispondono, vengono colpiti con un'altra scossa lungo il corpo.
Si guardano con la coda dell'occhio e si capiscono al volo: non vogliono e non devono spifferare la verità; devono resistere anche ad eventuali incantesimi per la lettura della mente. Devono farcela, devono applicare ciò che hanno appreso negli anni.
Ma quei ragazzi hanno sottovalutato molto non solo quelle famiglie spregevoli, anche l'intera situazione.
Pensare di risolvere così facilmente un mistero è stato un azzardo. Anzi, dove sono arrivati è anche troppo.
Ancora una volta viene posta a loro la medesima domanda, e non rispondono.
Va avanti per altre scosse ancora e i loro corpi giovani sono stanchi.
«Diteci dove sono i nostri figli!» tuona il signor Tiger, guardandoli con disprezzo.
Albus prende un profondo respiro e cerca di dire qualcosa, anche se è stanco: «Stanno bene, loro stanno bene...»
Almeno questo possono dirlo, per temporeggiare, per darsi il tempo di trovare un piano strategico.
«Non ci interessava di loro...»
«E allora diteci dove sono finiti!» e colpisce il moro, con una scossa così forte da farlo tremare da capo a piedi.
«FERMI!» urla Scorpius, cercando di fermare quella tortura contro l'amico «Sono a scuola, sono vivi! Volevamo solo i loro corpi.»
La madre di Tiger li colpisce ancora, per il semplice gusto di farlo, e sul suo volto severo compare una smorfia di disgusto.
«Perché lo avete fatto?» la domanda la pone Thorfinn, curioso di sapere cosa ha portato due ragazzini ad intrufolarsi lì «Per chi lavorate?»
«Per nessuno» mormora il biondo, stremato.
Ma loro non credono ad una sola parola.
Così la tortura ricomincia.
Vogliono prima farla pagare un po', dopodiché ricorreranno al semplice metodo della legilimanzia.

I due sono sfiniti, il loro corpi sono distrutti.
Albus accascia la testa verso il basso, cerca di respirare profondamente, eppure è così difficile.
L'amico lo guarda con la coda dell'occhio e viene improvvisamente assalito da un forte senso di colpa.
È responsabile di tutto ciò che sta succedendo e si chiede se ne è valsa la pena.
Se non dovessero uscire da lì sarà stato tutto invano, e probabilmente finiranno per marcire lì nel passato, senza concludere niente.
Lasceranno anche i loro genitori, per sempre, e avrà recato non poco dolore a più di una famiglia.
Tutto ciò per non essere riuscito a badare alle sue stesse frustrazioni.
Passa le palpebre lungo i corpi di quelle persone: i suoi genitori hanno resistito con coraggio a quella gente, riuscendo anche a sconfiggere uno stregone ancora più forte di loro.
Lui, invece, non è riuscito a reggere una bacchetta in mano.
Forse Draco, nonostante i suoi mille difetti e l'incredibile codardia, è stato un mago molto più rispettabile. È stato un giovane che è riuscito a ribellarsi, anche se con difficoltà.
E inizia a comprendere la madre, le sue paure, la sua voglia di proteggerlo: non è forte come lei, è palese, e forse voleva solo metterlo in guardia.
Ha bisogno di loro, ha sempre avuto bisogno di loro, ma è tardi ora.

Quella tortura diventa puro piacere per i mangiamorte, continua per altro tempo, finché i due non perdono i sensi.
«Adesso sono più indeboliti» mormora Jugson «Possiamo procedere.»
Il signor Goyle punta una bacchetta contro Scorpius, la madre di Vincent, invece, contro Albus.
Tentano di frugare nella loro mente, fallendo.
Non sono i maghi migliori in questo genere di cose, ma ci riprovano.
Riescono solo a rubare qualche ricordo confuso ad Hogwarts, quando erano nella loro linea temporale, ma sono così frammentate le immagini che nemmeno si rendono conto che non è la stessa scuola di adesso.
D'altronde vedono un paio di volti giovani, qualche banco e un campo da Quidditch.
La donna, frustrata, li colpisce con un ennesimo incantesimo, con tutta la rabbia che ha, scuotendo il loro corpo da capo a piedi.
«Fa' attenzione, ci servono vivi» la rimprovera il marito.
E tentano ancora, eppure nulla.

Comprendono che ci voglia qualcuno di più capace in quel genere di magie.
Ci hanno provato tutti, ma pochi ed inutili sono stati i pensieri che hanno rubato.
Scorpius ed Albus sono stati allenati da Draco in persona quando erano più piccoli, per non farsi scoprire da nessuno quando facevano qualche marachella. Solo un bravo mago sarebbe stato capace di abbattere quelle pareti mentali.
L'uomo è sempre stato un ottimo occlumante, l'unica buona caratteristica ereditata dalla famiglia Malfoy e dai folli insegnamenti della zia Bellatrix.
Questo è il vero motivo per il quale Scorpius ed Albus appaiono impenetrabili a quei mangiamorte.
La signora Goyle si affretta a scrivere un messaggio su un pezzo di pergamena e lo porge all'epoca domestico dandogli qualche breve indicazione.
deve recapitarlo a gente più forte e capace, riconoscendo i propri limiti.
«Ne sei sicura?» le domanda il marito, e lei annuisce.
Devono subito scoprire chi si nasconde dietro quei volti, quali sono i nomi di quei due sconosciuti.

Aspettano minuti interi, appaiono lunghissimi, e loro rimangono lì ad osservare quei ragazzi spregevoli.
La persona in questione arriva più tardi di quello che potessero pensare.
«Perché mi avete chiamato con così tanta urgenza?» domanda.
I presenti si guardano, poi si rivolgono a quella figura così severa e raccontano tutto in poche parole.
Rimane colpito da quel racconto e non immaginava che arrivassero a chiedere aiuto nel cuore della notte, ma comprende l'agitazione.
I loro figli sono scomparsi e si sono ritrovati a cena due volti sconosciuti.
Ciò che più lo colpisce, però, è la loro resistenza alla legilimanzia.
Sono molto giovani per essere dei così bravi occlumanti.
Si avvicina a loro, sono di nuovo svenuti, e li guarda da capo a piedi.
Afferra la testa bionda di Scorpius e cerca di decifrare i suoi lineamenti.
Poi fa lo stesso con Albus.
C'è qualcosa di famigliare, ma è certo di conoscere nessuno dei due.
Sospira, sempre più incuriosito, e si prende del tempo per riflettere.
È una persona astuta, per questo l'hanno chiamato e cerca di pensare chi possano essere prima di usare la magia.
«Forse erano qui per cercare informazioni sul Signore Oscuro» suppone, ma vede questa idea troppo lontana.
Due ragazzini, quantomeno un po' furbi, non si metterebbero nelle grinfie di Lord Voldemort da soli.
Sono lì per altro, forse per rubare dei tesori.
Ma allo stesso tempo si sono imbattuti in qualcosa di troppo pericoloso per il furto di due gioielli.

L'uomo li fa svegliare, ha bisogno della loro mente totalmente attiva per poter lavorare su di loro.
Rimane fuori la celletta ad aspettare, per riflettere.
Invita anche gli altri a offrire ai due ragazzi un bicchiedere d'acqua.
«Ho bisogno che siano utili, non morti, per leggere nella loro mente» risponde ai loro guarda dubbiosi.
Sa quello che fa, lo hanno chiamato apposta.
Entra nello stanzino buio, illuminato da una lampadina e qualche candela.
I ragazzi hanno ripreso le poche energie sufficienti per mettere a fuoco le immagini davanti ai loro occhi.
Scorpius aggrotta la fronte, inclina il capo, quel volto non è del tuo sconosciuto, d'altronde come tutti loro, e per l'amico è altrettanto famigliare.
Rimangono in silenzio, ad osservarlo con stupore, cercando di capire se le loro supposizioni sono vere o la situazione è diventata ancora più paranormale.
L'uomo li osserva, ha notato il loro sguardo scrutatore: «Ci conosciamo?»
La domanda appare più come un'affermazione, e si chiede il motivo per il quale lo stanno fissando così intensamente.
Non sono spaventati, più incuriositi, e questo gli mette maggiore curiosità.
Decide di non perdere tempo, il proprio volto duro si arriccia in un ghigno e punta la bacchetta prima contro Scorpius.
Sceglie la persona che lo stava guardando di più, quella che sembrava stupita come se avesse visto un vecchio conoscente.
«Legilimens.»
La barriera mentale crolla, probabilmente anche per la stanchezza.
Albus spalanca gli occhi, nota la fatica dell'amico nel resistere, ma invano.
Cerca di dimenarsi per proteggerlo, ma viene colpito in testa dal signor Tiger, rimasto lì per aiutare l'inviato.
Scorpius mugola dolorante, strizza gli occhi, si sente completamente svuotato.
E lo capisce immediatamente: sta riuscendo a strappargli ogni minimo ricordo.
Tutto ciò che ricorda dalla sua infanzia, quello che è gelosamente custodito nei meandri della sua mente.
Quell'incantesimo dura minuti interi.
L'uomo più vede e più vuole andare avanti.
Rimane scioccato sempre di più.
Ciò che sta scoprendo lo lascia senza parole e vuole arrivare in fondo alla questione.
La sua bocca si spalanca leggermente, lo sgomento ruba il suo sguardo.
'Non è possibile...' pensa, mentre continua a leggere la sua mente senza voler smettere, troppo curioso, troppo incredulo.
Vede ogni cosa, vede il futuro.

Si stacca improvvisamente, ritrae la mano di scatto.
Osserva il ragazzo come se fosse stato privato del respiro, sentendo solo il proprio cuore battere all'impazzata.
Rimane immobile per un attimo, il giovane nel frattempo ansima e i suoi occhi sono velati da una leggera patina di lacrime.
Si sente un fallimento e sa che ha fatto il più grande errore della sua vita.
Alza il capo e rivolge lo sguardo all'uomo.
Si guardano intensamente negli occhi per qualche attimo.
«Tu sai chi sono...» mormora «E io so chi sei tu...»
Scorpius corruga la fronte perplesso: «Come fai a sapere già chi sono io?»

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BUONGIORNO A TUTT*
Oggi partiamo con il botto e concludiamo altrettanto...anzi di più.
Io non so cosa pensate MA VOGLIO SAPERLO
perché adesso le cose si stravolgeranno!

Non aggiungo altro, e ci vediamo sabato, LadyD💚

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