𝐗𝐕𝐈

Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Giorni Stupidi" di Rokas

Questo venti novembre è un giorno bellissimo per Esme e Draco.
Oggi è venerdì e questa sera il loro Scorpius arriverà, pronto per festeggiare il giorno dopo il suo sedicesimo compleanno.
La donna è tutta agitata e potrà abbracciarlo, riempirlo di baci, coccolarlo per bene e cucinargli tanti dolci squisiti.
La casa è in festa, non vederlo per tutto quel tempo gli ha rattristati.
D'altronde è pur sempre il loro bambino.

Un taxi lo ha portato dalla stazione alla maestosa villa dove dimorano e appena ha varcato la soglia di casa è stato travolto dall'energia dirompente della madre.
«Fagiolino!» esclama a voce alta dalle scale, correndo verso il figlio con un sorriso enorme stampato sul volto.
Arrivata da lui ha avvolto le braccia magre attorno al suo busto e lo ha stretto così forte che quasi rischiava di soffocarlo.
«Amore della mamma, mi sei mancato da morire!» si stacca e afferra il suo viso, lo fa piegare con forza e inizia a tempestare il suo viso di baci.
Diventa rosso come un peperone dall'imbarazzo, lo fa sentire un bambino piccolo.
Esme ridacchia e con gli occhi luccicanti lo guarda dritto in quelle iridi chiare: «Sei sempre più bello, amore di mamma!»
Scorpius però si scioglie in un sorriso dolce, lo vede quanto lo ama, come nessuno potrebbe mai fare.
Il padre, per fortuna, è più discreto e si avvicina con un sorriso enorme ma senza soffocarlo.
Si avvicina gentile e lo abbraccia per qualche secondo, dandogli anche una pacca sulla schiena.
«Auguri passati, figliolo, spero tu stia bene» sorride e Scorpius annuisce.
«Mi sono divertito molto, Albus ha organizzato una bella festa e...» mostra la mano con l'anello e poi tira fuori dalla tasca il pugnale «Vi sono davvero grato per questi, sono stupendi.»
«Sei un ragazzo grande adesso, era giusto che tu li avessi.»

Esme afferra la valigia del figlio e svelta la porta al piano superiore nella sua camera.
«Sta' ferma! Potevo fare io!» esclama in ritardo il giovane, che scuote la testa esasperato.
«Non ci provare nemmeno con tua madre, più diventa vecchia e più diventa prepotente!» ride Draco, prendendola in giro «Ormai sta diventando una di quelle vecchiette che non ascolta... e non ha ancora perso l'udito!»
Scorpius sghignazza, il padre sa essere davvero simpatico, e ormai ignora l'esuberanza esagerata di Esme.
Lei scende di nuovo, sempre contenta, e sembra un raggio di sole.
Avere il figlio in casa la mette sempre di buon umore.
«Oh, caro, nostro figlio ormai ci vede poco, fammelo viziare un po'!» dà una pacca sulla spalla di Draco e poi invita entrambi a recarsi in cucina con un cenno del capo.
Ma prima che lui possa andare a mangiare con loro si ferma dal membro più importante della famiglia: il suo micio anziano e dolce.
Salem si avvicina a passo lento e miagola, riconoscendo il suo giovane amico. Si strofina contro le sue gambe e viene preso in braccio: «Ma ciao, piccolo. Stai crescendo anche tu come i miei genitori, vero?»
Miagola ancora e con il muso regala una carezza alla mascella di Scorpius.
Quei due sono sempre stati ottimi amici e si nota che gli era mancato il padroncino.
Scorpius lo porta con sé in cucina, tenendolo ancora stretto tra le braccia, e decide di posarlo sulle proprie gambe mentre cena.
La madre ha preparato dei piatti buonissimi adatti al figlio, essendo vegetariano.
Ogni cosa ha un aspetto buonissimo e si è impegnata tanto: dei Samosa indiani, un risotto alla zucca, poi delle verdure grigliate, un tagliere di formaggi e infine una golosissima torta al cioccolato e cannella.
Forse è anche meglio di tutto il cibo servito ad Hogwarts, ha pensato ad ogni cosa che potesse non solo saziarlo ma anche stuzzicare le sue papille gustative. Ed è certo che anche il giorno dopo, ovvero quello dei festeggiamenti, mangerà anche meglio.

Per ora il suo ritorno a casa si mostra molto gentile e rilassante, spera che continui così e i due non lo facciano sentire sotto pressione e oppresso come spesso è capitato nell'ultimo periodo.
Non si permette nemmeno a dire qualcosa riguardo quella strana Strillettera.
Parlano di scuola, di cibo, di argomenti semplici che possono intaccare la quiete serale.
«Stasera ti va di fare qualcosa o sei stanco?» chiede Draco con un sorriso.
«A dire il vero vorrei approfittarne per dormire un po', questa ultima settimana è stata molto stressante.»
I genitori annuiscono senza problemi, comprendono che tra studio, feste e allenamenti abbia voglia di sprofondare nel suo letto.
E poi il giorno dopo avranno modo di stare più tempo assieme: la mattina magari facendo qualcosa tutti e tre, la sera con quella bellissima festa che Esme ha organizzato meticolosa.

Dopo cena gli augurano la buona notte molto calorosamente.
La madre si è un attimo intrufolata in camera da letto mentre indossava il pigiama per dargli giusto un altro bacio.
«Mamma, sono mezzo nudo!»
«Oh, avanti amore di mamma, ti ho cambiato i pannolini per anni!» ridacchia e si avvicina per potergli schioccare un rumoroso bacio sulla sua guancia pallida.
Lo guarda con gli occhi contenti di rivederlo e gli sposta una ciocca bionda di capelli dietro il viso: «E avevi un culettino minuscolo!»
«Mamma!» esclama con imbarazzo roteando gli occhi al cielo.
Esme trattiene un riso dietro il dorso della mano e poi accarezza la sua spalla, ora larga e dura: «Eri un bambino bellissimo, sai? Quando sei arrivato qui eri minuscolo! Io e papà ti mettevamo delle muffole piccole piccole alle manine».
«Sono cresciuto molto, adesso puoi evitare di fare così» ridacchia, ma la lascia fare.
«Oh, sei anche cresciuto troppo in fretta» sospira, con un tono più malinconico.
Gli dà per l'ultima volta la buonanotte e poi va via, lasciandolo da solo nella sua camera, dove poter riposare.

La stanza da letto della donna è proprio di fianco alla sua e quando entra dentro il marito la guarda ridendo.
«La smetti di torturare tuo figlio? Lascialo riposare!»
«Dai, era solo un bacino!»
Lei è felicissima di poterlo avere per un paio di giorni con loro e poi essere mancata il giorno della partita l'ha fatta sentire non poco in colpa.
Esme si cambia e indossa il suo morbido pigiama, e stessa cosa fa Draco.
La donna si siede sul bordo del letto e prende un grosso respiro, si sente tanto contenta quanto stanca per essere stata molto indaffarata negli ultimi giorni.
«Come ti senti, fatina?» il compagno si siede al suo fianco e le posa una carezza sulla spalla «Hai bisogno di qualcosa?»
«Sto bene, davvero. Gli occhi vanno anche meglio.»
«Hai ancora l'emicrania?»
«Adesso di meno, stamattina era molto più forte.»
Draco le bacia la fronte e le sposta una ciocca di capelli dal viso.
«Sicuramente passerà, ci vuole solo tempo» afferma lei, positiva.

Il compagno le sta molto vicino in questo ultimo periodo e sa che avere il figlio a casa è sicuramente un toccasana per lei.
Ma non è solo quello, da un po' di tempo lui ritiene giusto affrontare dei discorsi più da adulti visto che sta crescendo.
«Comunque avevo desiderio di parlare di più con mio figlio» confessa di botto Draco, facendo voltare Esme con un sorriso.
«Cioè? Avete già un bel rapporto! E poi penso che sappia come si fanno i figli» sghignazza giocosa.
«Non intendo quello» scuote il capo con un riso, poi torna piuttosto serio «Non voglio che cresca come me all'oscuro di molte cose passate. Vorrei sapesse qualcosa in più sul periodo della nostra separazione. Vorrei spiegargli bene cosa ha fatto Lucius, cosa ci è successo.»
Ma a queste parole Esme corruga la fronte, lo ascolta un po' stranita.
«Mi piacerebbe che sapesse cosa vi ho fatto, perché per diverso tempo siamo stati separati come famiglia, mi sembra giusto.»
«Non penso sia il momento...» mormora lei, ma altrettanto seria.
«Esme, ormai ha sedici anni, e poi penso che si sia reso conto che ci sono cose che non vanno della sua infanzia.»
«Draco, io non me la sento» si strofina una mano contro il braccio e si alza necessitando di camminare un po' per la stanza.

Esme si sente subito agitata a quella proposta, non pensa che proprio in questo weekend di relax e festa sia momento di aprire certi discorsi.
«Non pensi che sia giusto che lui sappia cosa ti è successo ad Azkaban?»
«Draco, sei impazzito?» sgrana gli occhi quasi sconvolta «Non ti rendi conto che è un discorso davvero delicato?»
«Ma è come se mentissimo a nostro figlio!»
«Non stiamo mentendo, semplicemente io non me la sento di affrontare adesso questo discorso. Non voglio dirgli di quello che queste pareti hanno dovuto vedere!»
E si riferisce al suo periodo di guarigione, alla sua reclusione in casa quando era piena di tagli lungo il corpo, a quei momenti in cui Draco ha perso la testa e ha progettato steso sul loro letto degli omicidi orrendi.
Alle guardie Ministeriali quando entrarono in casa per investigare sui crimini commessi, alle loro urla, alla loro separazione.
Per loro il Manor è una casa maledetta, che ha portato tanta sofferenza.
«Quando vorresti dirgli tutto? Quando sarà adulto? Quando ti dirà che potevi dirglielo prima?» si alza anche l'uomo e la guarda severo «Scorpius è nostro figlio, va detta la verità.»

"Va detta la verità."

In questo momento passa vicino alla loro porta proprio il figlio, che viene catturato da quelle parole che origlia per caso attraverso uno spiraglio aperto della loro camera.
Scorpius stava andando silenziosamente in cucina per prendere un bicchiere d'acqua quando si è fermato nel sentire le loro voci discutere.
«Ti rendi conto del peso che porto? Ti rendi conto quanto mi peserebbe parlare con Scorpius? Non può sapere la verità!» esclama Esme «Quando è venuto abbiamo solo dovuto occuparci di lui e proteggerlo! Io ora non mi sento di fare nulla.»
«Esme, ti rendi conto che è qui in questa casa indisturbato? Ti sembra normale? Non dovrebbe nemmeno essere qui adesso!»
«Siamo tornati per lui, nemmeno io voglio stare qui, lo sai. Io odio questo posto, ma non possiamo stargli lontano.»
«Non puoi nemmeno non dirgli nulla di quello che è successo qua, del perché ci siamo dovuti separare. Vive non sapendo niente!»
«Draco...» prende un grosso respiro e socchiude gli occhi per qualche istante «Io sono malata... io non riesco adesso a dirgli tutto. Faccio fatica ad incartargli due regali, secondo te sono nelle condizioni fisiche di affrontarlo?»
Gli occhi di Esme sono mortificati, guarda il marito dispiaciuta ma anche molto stanca.
«Io non ce la faccio con lui... non ce la faccio con Scorpius.»
«Io non riesco più a guardarlo negli occhi senza morire dentro.»

Il problema adesso è un altro: lui ha sentito solo questa parte del discorso.
Il lato paranoico di Scorpius gli fa intendere che quei genitori portano il peso di averlo in casa.
Da quelle parole intuisce che lo hanno davvero accolto per pena e che non si sentono legati abbastanza a quel ragazzo, che adesso, arrivati a quarant'anni, sono esausti e hanno dovuto dargli fin troppo.
Eppure gli sembra una coltellata al petto.
D'altronde lui li considera i suoi genitori e si era illuso da piccolino di avere i genitori migliori al mondo, i più affettuosi, i più dolci, ma forse avevano solo pietà di un bambino abbandonato.
Come biasimarli, non è il loro vero figlio.
Eppure gli sembra che il cuore si sia frantumato in mille pezzi.
Forse un po' ci credeva nella famiglia perfetta, dove possedeva due genitori tanto imbarazzanti quanto amorevoli.
I suoi sospetti sono veri, e deve farsi una ragione di essere un ospite.
Rammaricato decide di non proseguire ad ascoltare quel discorso, e forse era meglio non aver udito nemmeno quelle poche parole.
Va via, scuote la testa e cerca di scacciare i pensieri.
Avrà sentito male, ma il suo stomaco si contorce per il dispiacere.

«Non riesco più a guardarlo sapendo che potevo metterlo in pericolo! Ho sbagliato anni fa, lui deve saperlo!»
«Non adesso! Non in questo momento... aspetta almeno un po', dannazione.»
«Esme, lui è mio figlio e merita che venga detta ogni cosa.»
«Io non me la sento... non me la sento» la voce inizia a spezzarsi come pezzetti di vetro «Ho dovuto proteggere il mio bambino e lo voglio ancora fare, non voglio che venga rovinato il suo momento. E io, Draco, non riesco adesso, sono troppo stanca.»
La bruna scaccia una lacrima che le solca il viso e prende un grosso respiro: «Lascia che io mi goda questi giorni con lui, mi è mancato molto e non mi va di dirgli quanto sua madre si è ridotta ad uno straccio».
«Ma non sei uno straccio...»
«Io prima ero forte, lo proteggevo da ogni male, ma adesso sono debole, sono stanca, sono malata.»
Draco si avvicina mortificato alla sua amata, nota in quegli occhi scuri molto dispiacere e soprattutto un enorme fatica anche solo nel pronunciare poche parole.
«Non voglio dirgli quello che ho subito... mi fa male ancora. E lui come starebbe? Non bene, lo appesantirei con quello che mi è capitato...»
«Non puoi proteggerlo anche dalla verità, Esme» adesso parla più piano, le accarezza le braccia e poi anche il viso, tenendolo alzato delicatamente con le braccia «Promettimi che prima della fine dell'anno gli parleremo. Non adesso, va bene, ma lo dobbiamo fare. So che temi che possa rimanere scosso, che possa stare male, ma sai anche tu che è la cosa giusta da fare.»
Esme annuisce, prende un grosso respiro e sa, razionalmente, che prima o poi devono affrontare un discorso lungo e anche molto doloroso.

La donna si mette a sedere di nuovo sul bordo del letto e abbassa il capo.
«Io lo amo tantissimo...» mormora flebile lei «Lui è il mio amore, la mia stella, la mia gioia.»
Esme alza il capo, guarda Draco con lo sguardo più dolce che potesse mostrare e sorride: «Lui è il mio fagiolino...»
Draco si sente davvero triste nel vederla così addolorata e si mette al suo fianco, vuole darle il suo supporto e vuole affrontare questo momento famigliare assieme.
«Quando ne parleremo lo faremo assieme, Esme» le prende una mano e attorciglia le dita con le sue «Io ci sarò sempre con te, sarò sempre al tuo fianco. E ci sarò sempre per mio figlio. Siamo in tre e ci daremo forza a vicenda.»
A questo punto lei si sente più confortata e annuisce energicamente.
«Sì, lo faremo assieme.»
«E andrà tutto bene. Sei una donna forte e lui un ragazzo maturo.»
«E tu un uomo coraggioso, Draco.»
«Ho imparato dalla migliore.»
Le posa un bacio sulle labbra con estremo amore e poi la guarda negli occhi, immergendosi nelle sue iridi scure ed intense.
Esme gli accarezza il viso e sorride, con lui va sempre tutto bene.

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Scorpius ha fatto molta fatica a dormire, con la mente intasata da paranoie e pensieri. È crollato solo quando era troppo stanco per avere gli occhi aperti.
Quando si sveglia cerca di non pensare ancora e, soprattutto, cerca di darsi risposte logiche.
Magari ha sentito male, magari il discorso riguardava altro.
Quei genitori erano troppo felici di vederlo per non gradire la sua presenza, per non amarlo abbastanza.
Si mette seduto sul bordo del letto, si passa una mano attraverso i capelli e prende un grosso respiro: oggi c'è la festa e non può rovinarsela con stupide idee.

Scende in cucina e trova in genitori già indaffarati: tra i preparativi del compleanno e i dolci cucinati per colazione.
«Fagiolino, buongiorno!» lo accoglie con un grande sorriso e si affretta a preparare il suo caffè con latte d'avena, il preferito del figlio «Come hai dormito, fagiolino?»
«Bene, mamma, voi?» sorride e si mette a sedere vicino al padre, che gli posa una pacca sulla spalla: «Noi bene, ma oggi eravamo già in piedi per la festa!»
«Scommetto che la mamma ti ha buttato giù dal letto per i preparativi» sghignazza.
«Oh, fagiolino, dovresti esserne felice! Oggi ci saranno tutti per te!» mugola dandogli un leggero schiaffetto sulla spalla, ma ironico, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
Esme posa davanti a lui la colazione calda e pronta e si mette al suo fianco, di fronte a Draco.
«Anzi, oggi puoi farti una bella doccia, rilassarti, non pensare a nulla... faremo tutto noi» afferma Esme, che vuole far trascorrere un'ottima giornata a Scorpius.
«Dovrei studiare un po', a dire il vero.»
«Non esagerare, oggi è festa» sorride e sorseggia la sua tazza di tè - a dire il vero è già la seconda della mattinata.

Per fortuna delle chiacchiere leggere, del buon cibo e le fusa del gatto non gli fanno pensare ad alcun discorso che ha origliato la sera precedente.
A dire il vero vorrebbe anche porre un paio di domande, per essere sicuro di aver frainteso, ma non sembra il caso. Oggi è un momento di gioia e non vuole rovinarlo a due genitori che si impegnano tanto per lui.
«A pranzo ti ho preparato una quiche di patate e funghi, va bene?»
«Sai sempre cosa cucinare, lo sai» sorride verso la madre, che è solo contenta di viziarlo per una giornata.
E lo fa: lo vizia per una giornata.
Scorpius dopo una bella doccia si dedica allo studio, ma di tanto in tanto la madre bussa alla porta per chiedergli se volesse qualcosa come dei biscotti o del tè fresco, per pranzo lo riempie di roba buona e poi dopo il padre gli sistema il letto e mette dell'incenso nella sua camera per fargli fare un bel riposino. Quei due sono completamente pazzi per lui!

Per tutto il pomeriggio Esme e Draco finiscono di sistemare il Manor e iniziano ad arrivare anche dei camerieri pagati appositamente per servire il buffet della serata ed essere disponibili per tutti gli invitati.
L'ingresso e il salotto sono stati completamente rinnovati grazie alla magia: vi sono dei tavoli ai bordi delle mura con cibo e bevande e dietro ciascuno un addetto alla distribuzione delle vivande; poi ci sono dei tavoli tondi sparsi in mezzo, dove ci si potrà sedere comodamente.
Niente festoni pacchiani e colorati, non è più un bambino, ma ci sono candele voltanti sul soffitto e non solo, tramite un incantesimo è possibile vedere il cielo stellato che fa brillare questa splendida notte.
Anche il loro aspetto è impeccabile.
Esme indossa un vestito blu cobalto a maniche lunghe e scollo a cuore, aderente sul busto e che scende morbido dai fianchi alle ginocchia.
I suoi capelli sono legati in uno chignon basso, mentre ai piedi calza dei tacchi bianchi a spillo.
Lei è una donna davvero elegante, bella più della Luna piena di questa sera.
Draco, invece, è l'uomo più bello che gli occhi scuri di lei potessero ammirare.
Il suo completo è di un blu molto profondo e scuro, abbinandosi perfettamente alla moglie, composto di giacca e pantalone, e accompagnato da cravatta nera e camicia bianca.
I capelli sbiaditi dal tempo sono sistemati con una leggera patina di gel e il corpo profuma di colonia.
Erano dei ragazzi dalla bellezza disarmante, adesso sono degli adulti pieni di fascino.

Per il figlio ha provveduto Draco stesso, comprandogli un completo nero, il più elegante mai avuto.
«Papà, è davvero bellissimo» rimane stupito alla vista di quell'abito, ma l'uomo scuote le spalle e sorride: «Essendo il tuo giorno dovevi avere qualcosa di degno, no? Sono sedici anni, è un bel traguardo».
Accarezza la sua spalla e lo guarda con ammirazione.
«E poi sei un ragazzo davvero bello, non puoi vestirti misero!» ridacchia «Io ho sempre messo solo vestiti di qualità, eleganti e adatti al mio fisico. I soldi non ci mancano per andare dal sarto.»
«Ma papà, per tutti i giorni non ne ho bisogno, lo sai.»
«Lo so che ti piacciono quelle magliette aderenti da babbani, ma sei davvero bello con un bel completo.»
Il padre è rimasto un uomo molto elegante, questo non può toglierlo nessuno. Anche nel mondo dei babbani si è sempre vestito con estrema cura, non esageratamente ricercato, ma comunque apparendo sempre raffinato.
Deve accettare questa mentalità un po' "da vecchi", dove le t-shirt di qualche linea sportiva o dei jeans strappati sono mal visti ai suoi occhi.

«Dobbiamo andare, hanno citofonato!» sentono Esme accorrere verso la camera di Scorpius mentre lui finisce di prepararsi, allacciandosi la cravatta.
Appena si voltano Draco rimane incantato davanti alla sua figura, sono passati anni e non riesce a rimanerle indifferente.
Il figlio rotea gli occhi al cielo accorgendosi di quegli occhi brillanti del padre: lo trova assurdo essere così imbambolato all'età di quarant'anni.
«Draco, non perdere tempo, dobbiamo andare!»
Lui scuote il capo e trattiene un riso, scendendo subito al piano inferiore.
Adesso la serata inizia ufficialmente.

I primi ad arrivare sono i membri della famiglia Potter e Scorpius si sente sollevato nel vedere il migliore amico. Non può stare un giorno senza di lui e non potrebbe sopportare tutti quei festeggiamenti da solo senza il suo personale supporto.
«Auguri, Scorpius!» esclama Harry, sistemandosi i suoi occhiali tondi sul naso e porgendogli la scatola contenente il suo regalo.
Anche Ginny, Lily e James lo salutano contenti, a loro piacciono le feste di Esme.
Poi arrivano subito i suoi parenti: le zie ed entrambe la nonne.
Ebbene sì, Scorpius ha saputo che Narcissa era sua nonna dopo un bel po' di anni che la frequentava.
Prima di entrare ad Hogwarts doveva sapere la verità, non poteva udirla da qualche sconosciuto.
Ne rimase colpito e stranito, ma non fece domande all'epoca, era un bambino alla quale importava solo essere amato e ascoltato, non gli interessavano queste questioni famigliari. E poi quella donna è sempre stata discreta e gentile nei suoi confronti. Certo non è alla pari di nonna Mary, lei è dolce e ha passato un sacco di bei momenti con il nipote, raccontandogli un sacco di aneddoti della sua famiglia e del nonno.
Si potrebbe dire che Scorpius conosce a memoria ogni cosa della famiglia Smith e Bradshaw, e va fiero di essere uno di loro.
Scorpius abbraccia tutte loro calorosamente, nonostante Narcissa sia come sempre la più discreta, ma sorride ed è comunque contenta di essere lì.
Negli ultimi anni ha imparato ad apprezzare maggiormente ciò che le è rimasto, ovvero pochi membri della sua famiglia.
D'altronde non ha più nulla, come ben si sa.

E arrivano anche Remus, Nymphadora con Ted, che esuberante stringe Scorpius e gli lascia una pacca sulla schiena. È così contento di festeggiare il suo cuginetto.
Poi è il momento della famiglia Zabini-Davenport-Granger-Weasley al completo.
Eccoli tutti davanti alla porta: a partire dalle due sorelle babbane e la loro mamma, fino ad arrivare a Molly, Arthur, anche i gemelli, Angelina, Blaise, Hermione e Ron, e anche Percy, accompagnati dai più giovani.
Arrivano i professori, rimasti amici di famiglia, Bill e Fleur con Victoire, Dobby, qualche altro elfo.
Insomma, arrivano proprio tutti.

I giovani si riuniscono tra di loro, per dare attenzioni al festeggiato, ma soprattutto per non ascoltare i discorsi petulanti dei genitori.
Difatti, hanno iniziato subito a parlare di lavoro e scuola, la solita roba noiosa.
Loro preferiscono godersi quel momento per pensare ad altro, almeno oggi che è un giorno di festa.
E poi possono bere ed ingurgitare tutto ciò che vogliono: Draco ed Esme sanno come toccare le papille gustative di tutti.
«Sono bellissimi questi pensieri, non dovevate!» esclama Allyson appena i genitori di Scorpius distribuiscono quelle candele come pensiero per gli invitati.
Non sono stupiti dalla meticolosità con la quale si è preparata la festa, ma è sempre sorprendete vedere come quei due, in particolar modo Esme, abbiano nuove idee per feste sempre più belle.

«Tua madre riesce sempre a far essere la mia di buon umore» sogghigna Rose vicino all'orecchio di Scorpius «Da quando sono arrivata questa mattina a casa non fa altro che parlare di scuola!»
«Sempre che zia Hermione non lo faccia anche qui» ride Nate «Ha stressato per tutti gli anni anche me, mia sorella e i miei cugini... e siamo solo i nipoti!»
«Mia madre è davvero sfiancante certe volte.»
I ragazzi ridacchiano, tranne Elizabeth.
Lei è con gli altri, è stato richiesto esplicitamente dai genitori, eppure non sa come inserirsi in quel gruppo di cugini.
Nonostante Victoire cerca spesso di parlarle e farla sentire a suo agio non si può fare proprio niente con lei.
Nemmeno l'incredibile dolcezza e tatto di quella ragazza riesce a far qualcosa più di tanto.
Lizzie le risponde gentile, chiacchierano per un po', ma si nota che non sono persone affini.
Anche Frank e James non parlano molto, ma è semplicemente il loro carattere e poi non si sentono a disagio come la giovane Zabini. Semplicemente non hanno molto di cui parlare.

L'angolo dei giovani viene raggiunto dai loro genitori, che vogliono scambiare giusto qualche chiacchiera ma soprattutto stare con il festeggiato.
Il problema è che alcuni di loro si sentono messi davvero in incredibile imbarazzo. O si sentono a disagio, dei pesci fuor d'acqua nelle loro famiglie.

Il primo discorso affrontato, infatti, non è il massimo per ben due persone: sia James che Albus.
«Mio figlio ha trovato davvero una brava ragazza!» esclama Harry, battendo una mano sulla schiena del figlio maggiore «L'abbiamo conosciuta questa estate ed è una bravissima studentessa.»
Il giovane si massaggia la fronte con le dita e mantiene lo sguardo basso, vergognandosi da morire.
«Speriamo che anche Albus ci porti una ragazza così bella come Camille!» esclama sognante Ginny «Magari una sportiva.»
Si chiede perché devono ogni volta chiedergli di qualche fidanzatina, lo mette su di giri. Non porterà nessuna, devono accettarlo.
«Lo dici perché sei di parte» ridacchia Ron, sapendo il debole per lo sport della sorella.
«Avanti, voi non vorreste per la vostra Rose magari un bravo giocatore di Quidditch? Visti i risultati che sta portando quest'anno può pensare alla sua carriera come cercatrice più seriamente.»
«Ginny, lo sai, non tutti possiamo avere fortuna in queste cose come lo sport! E poi lei è un'ottima studentessa, sarebbe uno spreco per lei non cimentarsi in qualcosa di diverso.»
Rose vorrebbe sotterrarsi e le sue guance diventano rossissime per il nervosismo quando sente la madre parlare così dei suoi sogni:
Li calpesta sempre, ecco cosa fa.

Ma non è l'unica a sottovalutare una figlia e le sue passioni.
Allyson e Blaise lo fanno in un altro modo, ovvero mettendo in risalto la prima figlia a discapito della seconda.
«Non è comunque momento di pensare adesso alle carriere dei nostri figli, ma sono certa che tutti prenderanno la strada giusta!» con questa esclamazione la Davenport sembra aver iniziato un discorso sensato, ma si rivela ben altro «Ad esempio Lizzie penso sia adatta ad un sacco di cariche! Deve scegliere lei ciò che ama, non dobbiamo farlo noi. Con la sua bravura può lavorare al Ministero, insegnare... fare di tutto!»
Per Emily non si dice nulla, come sempre.
«Anche la pozionista, se vorrà» accenna un sorrisetto compiaciuto Blaise, fiero della figlia maggiore.
«Supererebbe sicuramente te, caro, visti i suoi traguardi!» esclama fiera Allyson, posando una carezza sulla spalla di quella figlia tanto acclamata.
La minore, invece, è con le braccia incrociate e la schiena posata contro il muro, con uno sguardo immobile e duro, e si potrebbe percepire da chilometri il suo nervosismo.

«Avanti, non parliamo adesso di scuola» sospira Draco, annoiato «Sono qui per un weekend, non dobbiamo stressarli.»
Albus, Rose ed Emily si voltano verso Scorpius: quando accetterà che ha dei genitori migliori degli altri?
«E poi questi discorsi annoiano anche me... ma cosa ci importa adesso dei loro voti!» mugola Esme, che non vuole perdere le sue ore a discutere di lezioni, compiti e interrogazioni.
Oggi è festa e lei vuole festeggiare.
«Per te è facile dirlo, hai un figlio che riesce ad essere contemporaneamente bravo sia nello sport che negli studi!» Hermione è contenta di dirlo, lei vuole un sacco bene al nipote.
Non si rende conto, però, che così mette in cattiva luce la figlia.
«Fino a prova contraria mio figlio ha sbagliato con quella cosa... ehm, la palla, ecco. Rose ha vinto!» esclama Esme, intuendo che non è bello dire queste cose con una figlia presente.
La donna lancia un mezzo sguardo verso Scorpius, fugace, di quelli che conoscono solo lui e Draco. Uno sguardo complice.
'Lo faccio per mia nipote, ma tranquillo io penso che tu sia eccezionale' ecco cosa pensa, ecco cosa ha voluto comunicagli con gli occhi.
E questo lo mette in subbuglio, sente emozioni contrastanti dentro.
Una madre premurosa non solo con lui, ma a tal punto da accorgersi del disagio dei giovani.

'Eppure non si fa problemi a volermi fuori dai piedi' pensa Scorpius, ma si tiene questo commento per sé.
Non si capacita come possa essere così ipocrita sua madre.
Sembra che voglia essere la persona perfetta ai suoi occhi, la donna che tutti ammirano, eppure non riesce a dire una mezza verità a suo figlio.
Lui ormai è disposto ad affrontare qualsiasi discorso, mentre lei che è un'adulta non sa mettere due parole vicine.
Parlano di Esme come se fosse la persona più coraggiosa e sincera, ma non gli sembra che sia così.

Le acque si calmano, ma a Scorpius ancora non è andato giù tutto ciò che gli è successo negli ultimi mesi con la famiglia.
Sentirsi sotto pressione, sentirsi un bambino, sentirsi non capito, poi quella lettera che lo ha fatto sentire in imbarazzo, le bugie, quel comportamento ipocrita.
Scorpius sembra non tollerare più i suoi genitori, tutto ciò che vede davanti ai suoi occhi è nero, senza spiraglio di comprensione.
Quelle persone sono solo dei nobili con la voglia di sembrare migliori degli altri, tutto qui.
Ciò che sono, ciò che fanno, ciò che vogliono sembrare di essere, è per il semplice interesse di essere considerati da chiunque i maghi più buoni, ma è tutta apparenza. Scorpius ne è convinto.

La festa continua piacevole, con i cugini che ignorano i loro genitori, essendosi sentiti davvero a disagio e svalutati.
Albus è stanco di sentirsi diverso, Rose è stanca di sentirsi incapace, Emily è stanca di sentirsi non abbastanza.
E Scorpius è stanco di tutto, è stanco di Esme e Draco.
Si avvicina ai due e sussurra vicino al loro orecchio, discreto nei confronti degli altri, per non farsi sentire: «Perché vi siete intromessi prima?»
Esme scuote la testa confusa, non comprende a cosa si riferisse, mentre il marito sorride e scuote le spalle: «Non condividevamo con loro, tutto qui. E non ci piace parlare di scuola e lavoro nei momenti di festa».
«Ma non sono affari nostri...» mormora il ragazzo.
«Avanti, Scorp, non è successo nulla! Si sono dimenticati tutti di tutto.»
Non dice altro, è inutile andare avanti.

Scorpius ha sempre avuto un rapporto molto stretto con i suoi genitori, soprattutto quando era un bambino.
Il problema è che crescendo questo "stretto" è diventato opprimente per lui, si sente in gabbia, e i genitori non l'hanno compreso. Per loro va tutto bene, continuano ad amarlo e supportando pensando che quel modus operandi sia quello adatto.
Avendo smesso di parlare ai genitori di ciò che pensa e sente, i due sono all'oscuro di tutto.
Un tempo, quando era piccino, si sfogava e buttava fuori ogni pensiero, adesso non è più così e le conseguenze si notano.
Esme e Draco non conoscono una parte dell'animo del figlio, e ciò è solo colpa di quest'ultimo.

Si arriva alla fine della festa, adesso è il momento preferito dei due Serpeverde: la torta e le foto.
«Esprimi un desiderio!» esclama il padre, guardando Scorpius con gli occhi che brillano.
Il biondo sorride, in questo preciso momento si sta facendo trasportare dall'allegria.
Ci pensa un attimo, poi prende un bel respiro e soffia contro le candeline.
'Voglio essere libero' desidera dal profondo del suo cuore.

Ma Scorpius non sa ancora il vero significato di libertà.

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Eccomi!
Il capitolo di oggi molto importante per la visione di Scorpius, ma in generale dei ragazzi, sui loro genitori e i loro tormenti adolescenziali.
Non sono qui a spendere molte parole, il capitolo parla da sé e vorrei che mi esprimeste le vostre opinioni in merito!
La storia è ancora all'inizio, ma inizierà a prendere subito forma...

Fatemi sapere che ne pensate!

Ci vediamo lunedì, LadyD 💚

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