𝐗𝐋𝐕
❗Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Fallen Star" dei The Neighbourhood❗
Un tonfo rumorosissimo di presenta al centro dei sotterranei.
Il gruppo della nuova spedizione è tornato, presto rispetto quello che si aspettavano. Eppure sembrano esultare, con dei grandi sorrisi disegnati in volto.
Scorpius corre per il lungo corridoio principale per andare a controllare tutto quanto, ma ciò che lo attira non è il chiacchiericcio delle persone, tutte contente perché sono riuscite a devastare un'armata intera al nord dell'Inghilterra, bensì alla figura di Rose accovacciata su quella di Emily.
Le due sembrano le uniche con un'espressione spenta.
«Emily, forza, devi stenderti!»
Il biondo si focalizza maggiormente sulla mora e vede la sua spalla completamente grondante di sangue.
Gli occhi si spalancano, corre ancora più veloce e si avvicina fino a prenderla completamente tra le proprie braccia e alzarla a sé.
«Cosa è successo?» domanda frettoloso, rivolgendosi all'altra cugina.
Nel frattempo Emily ha perso i sensi, con gli occhi chiusi e il corpo privo di energia. È svenuta, non riusciva a resistere altro tempo.
«Ci stavano attaccando in massa, allora lei si è messa dietro di noi per farci da scudo con la magia.
«Ma eravate una decina!»
«Lei ha insistito! L'hanno colpita più volte ma lei insisteva a sorreggere lo scudo per farci procedere avanti.»
«Nessuno di voi si era accorto dei colpi?!»
«Sì, ma-» Rose non fa in tempo a parlare, che quel clima di allegria viene bruscamente interrotto dalla voce impetuosa del giovane comandante: «E a nessuno di voi è venuto in mente di andare via e fermarvi? Poteva morire! Avete continuato sapendo che dietro di voi c'era una compagna che poteva perdere la vita!»
Sembra perdere la testa, gli occhi si spalancano e stringe ancora più forte quel corpo a sé.
«Non sarebbe stata l'unica perdita» sospira Ginny, deglutendo.
Le sarebbe dispiaciuto perdere quella nuova amica, certo, ma era la mossa più strategica da fare. E poi lo sapevano bene che a lei non sarebbe piaciuto fermarsi solo per una sua debolezza. Emily si sarebbe fatta tranquillamente ammazzare per proteggerli.
Rose lancia uno sguardo a Scorpius, nota la rabbia ribollire non appena sente quelle parole, così gli posa una mano sulla spalla e lo guarda incisiva: «Va' a medicarla, non sta bene. Non perdere tempo in litigi».
Eppure vorrebbe urlare contro Ginny come un pazzo, e contro tutti loro. Ma posa gli occhi su Emily e nota quel corpo gracile indebolirsi sempre di più.
Corre in camera propria, la chiude, poggia la ragazza sul letto.
Estrae la bacchetta dalla propria tasca e per lunghi minuti si occupa a ricucire la sua spalla lacerata. Se non avesse agito subito, se lei non avesse resistito fino al loro nascondiglio, sarebbe morta dissanguata.
«Perché devi sempre fare l'eroina? Ah... non posso farcela con te» sussurra con un filo di voce, con la preoccupare che rimane viva dentro di sé.
Lei si è ancora risvegliata, è troppo debole, ma almeno la sua pelle sembra essersi ricucita.
I vestiti sono tutti sudati, luridi di sangue e terriccio, appicciati come una colla lungo il suo corpo.
Con l'aiuto della magia le sfila ogni indumento, con il volto bianco che è diventato rossissimo per l'imbarazzo.
«Davvero, ti odio quando fai così.»
Chiude gli occhi, agita la bacchetta e fa comparire su di lei una maglia lunga e pulita. Per fortuna è abile e veloce con gli incantesimi.
Poggia una coperta su di lei e si mette seduto vicino, sentendo il cuore ancora battere forte e agitato.
Deglutisce, nota le sue occhiaie, il colore della pelle ingiallito, la visibile stanchezza visto tutto quello che stanno trascorrendo.
È troppo giovane per resistere a tutto quello, e si chiede se non fosse troppo.
«E se ti perdessi?» parla ad alta voce, sapendo che non può sentirlo, ma avendo bisogno di rivolgersi a lei «Ti rendi conto della follia che hai fatto? E quegli idioti non ti hanno minimamente considerata... ah, poi mi sentiranno. Non dovevano lasciarti dietro.»
Le accarezza il viso, prende un profondo respiro e rimane con la mano poggiata sulla sua guancia morbida.
Ha ancora l'immagine di quel corpo pieno di sangue in mente, che poi si accovaccia e perde i sensi contro il proprio.
In quegli anni hanno perso parecchie persone, hanno visto fin troppi maghi e babbani morire, sia sotto mano propria che di Lord Voldemort.
L'ultima volta che si è sentito così turbato è stato quando davanti a sé ha visto crollare senza vita i propri genitori.
Ormai sono passati anni da quel giorno, ma il ricordo è ancora vivido nella sua mente.
«E io non posso passare tutto questo da solo. E se tu morissi, poi con chi tornerei a casa? Te l'avevo promesso che saremmo tornati insieme...e io le promesse le mantengo sempre.»
Si strofina una mano contro il volto e prende un profondo respiro, l'aria poi viene buttata via dalla bocca, e scrolla le spalle.
Sente un peso enorme sopra di sé, come se qualcosa opprimesse il suo petto.
Non vede l'ora di tornare da dove è venuto, di mettere tutto in ordine, di tenere Emily vicino a sé. D'altronde per colpa sua è finita in questo guaio, si sente responsabile per la sua vita.
Si chiede, però, se è solo un senso di dovere quello che prova, oppure ci sia altro.
Non ha mai avuto tempo per pensarci negli ultimi anni, di fermarsi e capire cosa stesse provando, quali siano le sue priorità.
Per tutti è come essere degli automi, nessuno di loro ha modo di soffermarsi su altro se non sopravvivere e sconfiggere un male superiore.
In questi secondi, però, sembra qualcosa lo abbia fin troppo scosso, portandolo a riflettere come mai aveva fatto.
L'impatto di vedere Emily cedere sulle sue stesse gambe lo ha risvegliato da uno stato di torpore emotivo.
«Ti farò tornare a casa, te lo prometto. Non devi più farti del male.»
Le bacia la fronte, rimane per qualche inteso secondo con le labbra poggiate sulla sua pelle, e inala il suo respiro: il suo profumo forte, ma mischiato ancora a quello del sangue, che aleggia nella stanza.
Un odore che gli ricorda la morte, la sofferenza, e che farà di tutto per allontanarla da lei.
Rimane a vegliarla, sussurrando qualche frase di tanto in tanto, accarezzando i suoi capelli aggrovigliati e il suo volto stanco.
Non si interessa dei movimenti fuori la camera, ci sono abbastanza persone che possono gestire ogni cosa. Per una volta si è messo una priorità diversa dal salvare tutti, ed è salvare lei.
Sta per chiudere gli occhi ed addormentarsi, stanco dai suoi pensieri, quando percepisce un lieve movimento sotto le coperte accompagnato da un mugolio.
Sono passate quasi due ore, Emily finalmente apre con fatica gli occhi e butta fuori un sospiro pesante e faticoso.
«Dove sono?» non ricorda la fine di quella battaglia, ormai la vista era appannata e non aveva abbastanza energia per concentrarsi su ciò che la circondava «Mi ricordo una luce, poi sono arrivata e...»
Fine del proprio racconto, sospira ancora, chiude gli occhi ancora stanca.
«Sei stata ferita gravemente, potevi morire.»
Non gli risponde, accenna un movimento con il capo e aggrotta la fronte: «Può capitare...»
Come sempre deve mostrarsi forte e intoccabile, nemmeno dalla paura, ma chi inizia a buttare fuori tutta la sua preoccupazione è proprio Scorpius.
«Cosa? Sei impazzita?! Non se ne parla che fai di nuovo una pazzia del genere.»
«Siamo in battaglia, lo sai anche tu» mormora, con la voce ancora affaticata.
«Non vuol dire nulla. In battaglia si cerca di vincere, non di perdere qualcuno.»
«Allora dimmi: come è finita oggi?»
Rimane in silenzio per qualche istante e scuote il capo: «Potevamo perdere te».
«Ma abbiamo compiuto la missione, no? È questo che importa.»
«No, perché tanto non abbiamo risolto nulla! Avrei solo perso te, avrei continuato a combattere altre battaglie senza di te.»
Emily smorza un sorriso, dolce e delicato, e apre le palpebre: «Hai sempre detto che bisogna fare del nostro meglio per esprimere il nostro valore, per proteggere chi amiamo, io l'ho fatto oggi».
«Come puoi proteggere chi ami se perdi la vita?»
«Proteggo loro proprio sacrificando la mia.»
«Smettila di fare l'eroina.»
Le sfugge una risata e allunga una mano verso il suo braccio, lasciandoci una carezza: «Da quando si sono invertiti i ruoli, Malfoy? Sei sempre stato tu l'eroe, e contini a farlo adesso, volendomi per forza proteggere, nonostante tu sappia che ci sono alte probabilità che qualcuno possa morire in battaglia».
«Non voglio proteggerti, ho capito che puoi proteggerti da sola.»
«E allora perché sei qui?»
«Perché voglio averti viva. Voglio averti qui con me al mio fianco» distoglie la testa, guarda dritto davanti a sé e scuote il capo «E ti ho promesso che saresti tornata a casa.»
«E tu le promesse le mantieni sempre...»
Emily si mette seduta, anche se con fatica, e inizia istintivamente ad accarezzare la sua schiena.
«Vuoi proteggermi, anche se lo neghi.»
«Te l'ho detto, voglio solo mantenere una promessa.»
Ma lei non ribatte, risponde con una frase che lui non si aspettava di ricevere: «E io vorrei proteggere te. Come ho fatto l'altro giorno su quel drago...»
Volta lo sguardo verso Emily e nota i suoi occhi guardarlo con imbarazzo.
«Non ti avrei mai lasciato morire, Scorpius. Quindi... ti capisco» scrolla le spalle, lo accarezza ancora.
«Se ti perdessi non me lo perdonerei mai. Siamo arrivati qui assieme e andremo via assieme.»
«Sai anche tu che potrebbe succedere di tutto...»
«No, non mi interessa cosa potrebbe succedere.»
Dal suo sguardo chiaro e penetrante, Emily comprende che quel momento lo ha scosso troppo, come avesse ricevuto una doccia gelata sul corpo.
Scorpius sembra in allarme, nonostante lei sia viva e vegeta vicino a lui, ma la consapevolezza che potrebbe perderla ha scaturito in lui una paura grandissima.
Come il domino, si è creato un meccanismo a catena dove un pensiero ha portato ad un altro: non rivederla più la mattina, non combattere al suo fianco, non poterle più parlare e sentire la sua voce, non poterla stringere, accarezzare, percepire il suo profumo forte sotto le narici, sorriderle prima di andare a dormire, guardarla dritto nei suoi occhi scuri e vederci dentro un mondo intero.
«Siamo cresciuti insieme, io non posso immaginarmi di perderti.»
Ed è vero, hanno passato una vita intera assieme.
«Eri l'unica che da bambini mi ascoltavi quando leggevo i miei primi libri, tutti i nostri cugini dicevano che era noioso. Adoravi farmi dispetti, mi correvi dietro in giardino o quando in estate venivi in America e andavamo in spiaggia. Sei l'unica persona con la quale ho litigato quasi ogni giorno ad Hogwarts... ogni fottuto giorno! Mi sei sempre andata contro, e non ho mai capito perché! Eppure ci sei sempre stata quando ho avuto bisogno di qualcuno, seguendomi in un viaggio assurdo nel tempo. E non ho mai capito perché sei così contraddittoria, ma lo sono anch'io. Non ti ho mai sopportata per anni a scuola, però non avrei mai permesso che qualcuno ti facesse qualcosa... come adesso, non voglio perderti. E non so perché!» inizia quasi ad agitarsi e la guarda seriamente, con una voce incisiva e dura «Sembra come se vogliamo evitarci da tutta una vita ma non ci riusciamo, ed io a momenti vorrei. Vorrei perché altrimenti come adesso mi sento morire al pensiero che ti possa succedere qualcosa.»
Lei rimane in silenzio, strofina le labbra una contro l'altra e annuisce.
Abbassa il capo, non sa che dirgli perché ha ragione e non riesce nemmeno lei a spiegare perché è così strano il loro rapporto.
Non si sono mai tratti male, non si sono mai odiati, mai voltati le spalle, ma in qualche modo cercavano di evitarsi.
«Mi ricordavi la mia famiglia» tenta di parlare Emily «Ecco perché mi davi fastidio. Eri perfetto, come tutti loro. Come i tuoi genitori, come i miei, come i nostri zii. Eri il nipote perfetto, il figlio perfetto, e io ti ho sempre voluto bene, ti ho sempre ammirato, ma non volevo stare vicina a qualcuno che mi ricordava troppo tutto ciò che mi opprimeva, nonostante tu non lo avessi mai fatto.»
Scorpius si volta da lei e cerca di comprendere il suo discorso. Adesso sono più grandi e maturi, e con degli accaduti che li hanno scossi a tal punto da far fuoriuscire ogni parte di sé.
«Mi è sempre piaciuto il tuo modo di fare, a dire il vero. Mi piaceva che eri disponibile con tutti, avevi sempre un sorriso stampato in volto a scuola anche quando ti capitava qualcosa e dovevi essere consolato tu. Non hai mai lasciato che qualcuno lo facesse. Però eri troppo perfetto, questa cosa mi faceva impazzire perché io non sarei mai stata alla tua altezza.»
Corruga la fronte e scuote la testa: «Alla mia altezza?»
«Albus era il tuo migliore amico, vivete in simbiosi, ed è davvero brillante. Rose è l'anima delle feste, una grande sportiva, e mia sorella è la persona più intelligente che conosca. Io ero anche la più piccola, mentre voi crescevate tutti insieme io giocavo da sola perché ancora non potevo andare a scuola! Non è colpa vostra, anzi mi avete sempre trattato bene, ma io mi sentivo... di meno, ecco.»
«Non sei mai stata di meno, Emily. Sei sempre stata la più strategica, la più coraggiosa, con la tua personalità unica. Nessuno ti può dire quello che devi o non devi fare, e sai sempre trovare una soluzione ai problemi. Lo hai fatto anche qui, lo fai ogni giorno. E sei fedele, la più fedele di tutti.»
«Anche tu sei un ragazzo fedele, non volti mai le spalle a nessuno.»
«Non vedo perché dovrei.»
«Perché sono stata per un sacco di tempo fastidiosa.»
Scorpius si fa sfuggire una risata, non può negarlo, ma erano dei ragazzini molto più piccoli.
Emily poggia la testa sulla sua spalla e Scorpius le afferra una mano, attorcigliando le dita con le sue.
«Non ti lascio, sappilo» le dice con voce sussurrata, e lei sorride.
«Nemmeno io.»
«Promesso?»
«Promesso.»
La bruna alza il viso verso il suo, si guardando per qualche istante e sentono una sensazione di pace nel proprio petto.
Perché sanno che manterranno la promessa, sanno che così non si lasceranno per davvero. Ne hanno la certezza ora.
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Draco ed Esme si precipitano nell'emporio del vecchio Turner.
Lì ci sono già tutti ad aspettarli, essendo stati avvisati che forse hanno trovato una soluzione per il loro problema.
Una volta in quel posto gli occhi di Hermione si spalancano e si sfrega le braccia, come se fosse percorsa da un brivido di freddo: «Quindi? Cosa dovete dirci?»
Sono tutti impazienti e sperano che quell'idea possa funzionare a ritrovare i figli scomparsi da anni.
Draco accenna un movimento col capo e prende un grosso respiro: «Dobbiamo incanalare l'energia dentro di noi».
«Tu sei folle!» esclama l'uomo anziano, alzandosi dalla sua scrivania e avvicinandosi con aria turbata «Ma avete idea di quanta potenza c'è in un varco temporale?!»
«Non se ci reggiamo in un pentacolo.»
Ginny scoppia a ridere e si sfrega la fronte: «Scommetto che è un'idea di Esme».
«A dire il vero, vi stupirà sapere che è di Draco.»
Lo guardano tutti ad occhi spalancati e non sanno cosa rispondere, così lui inizia a spiegarsi meglio.
«Esme riesce a creare portali stabili e solidi, vi darà abbastanza forza per resistere, ed Allyson può controllare assieme al signor Turner l'andamento del tempo, perché sicuramente peggioreremo la situazione. Sarà ancora meno stabile la nostra linea temporale, ma non ci resta altra scelta.»
«E dopo che si farà?» domanda Ron.
«Esme dovrà entrare nell'eventuale varco che si aprirà al centro del pentacolo e... andrò io con lei.»
La moglie aggrotta la fronte e lo guarda perplessa: «Cosa? Vuoi buttarti anche tu? Sei pazzo!»
«Ne abbiamo parlato, ti ho detto che ti avrei aiutata.»
«Non pensavo volessi veramente buttarti in un varco di cui non sai dove finiremo!»
«Dobbiamo aprirlo in corrispondenza dei movimenti del macchinario che controlla il tempo. Ci servono Allyson e il signore qui presente proprio per questo.»
«Draco, io ho molta più energia di tutti voi, mi sembrava scontato che fossi io a dovermi buttare lì!»
«Non lo farai da sola, non puoi finire in un'altra parte del tempo, dove chissà cosa è cambiato, completamente da sola. Lo sai che è possibile aspettarci di tutto.»
«Draco ha ragione» interrompe Harry «Verrei io con te, ma so bene che è più giusto che venga il tuo compagno.»
«Non dovrebbe venire nessuno di voi» accenna una risata Esme, amara e sarcastica.
«Effettivamente è pericoloso...» mormora Blaise «Se perdessimo entrambi come faremmo poi a tenere stabile il pentacolo per un secondo tentativo?»
«Non ci sarebbe un secondo tentativo» afferma Hermione, guardando tutti con uno sguardo serio e gelido.
La Granger avvolge le braccia al petto e inizia a camminare per la stanza, riflettendo su quel piano.
«E non abbiamo altra scelta...» riprende a parlare «Non abbiamo altra scelta perché abbiamo davvero poco tempo prima che l'universo che conosciamo collassi su se stesso. Questa è l'unica chance, quindi se loro non tornassero... beh, non avremmo una seconda possibilità lo stesso.»
Questa consapevolezza fa rabbrividire tutti.
«I nostri figli hanno rotto ogni paradosso, hanno infranto ogni legge dell'universo, e tutto ciò che possiamo fare è riportarli indietro così da sistemare il tempo così come lo conosciamo.»
«Qui ti correggo io» la interrompe Allyson, scuote il capo nervosamente «Andranno in un tempo in cui tutto è diverso e sicuramente ci sono dei cambiamenti. È giusto che vadano in due perché devono sistemare un possibile casino che troveranno. Quei ragazzi hanno sicuramente cambiato qualcosa e li devono aiutare a riportare tutto com'era.»
«Potrebbero essere venuti a contatto con qualcuno in particolare, semplicemente, e dovete trovare cosa ha rovinato a tal punto la linea temporale... sì, ha ragione Allyson.»
«A me non sembra una cosa così semplice, Herm... quei ragazzi l'hanno fatta grossa.»
Turner annuisce alle parole di Allyson, visto come si comporta la sua macchina si è accorto che il guaio è più grande di quello che possono pensare, e forse due persone sono meglio di una a mettere tutto apposto.
«L'unico problema è che...» prende un grosso respiro Draco, poi sbuffa e guarda i suoi amici con preoccupazione «Se non torniamo prima che il varco si chiuda o non riusciamo a mettere in ordine la linea temporale, tutto inizierà a collassare.»
«E se tutto collassa-» Esme viene interrotta dal marito: «Moriremo tutti e il tempo così come lo conosciamo non sarà mai esistito. Tutto quello che abbiamo passato nella nostra vita, tutto ciò che è successo in questo mondo magico sarà come se non fosse mai stato in questo universo».
«Scompariremo tutti» mormora Turner, guardando il vuoto e sentendo l'ansia accrescere dentro di sé.
Sa quanto il tempo è fragile ed importate, sa bene che ci vorrà ben poco per far crollare ogni cosa.
Come se tutto non fosse mai esistito.
Come se quel mondo fatto di incantesimi e magia non ci fosse mai stato.
Come se il bambino sopravvissuto in realtà non fosse mai nato, e quegli amici non lo avessero mai incontrato.
Come se tutto l'amore di Esme e Draco, ogni gesto che hanno compiuto per proteggersi, ogni dolore che hanno sopportato per salvarsi, fosse stato vano.
Come se tutti avessero fatto tanto rumore per nulla.
Malfoy guarda la moglie, lei afferra la sua mano e annuisce, prendendo un grosso respiro.
«Insieme, come ci siamo promessi anni fa» le dice serio.
«Insieme, sì.»
Eppure lei ha paura che lui possa non farcela, possa rimanere leso anche solo durante il trapasso di quel varco.
Cerca di pensare in fretta ad una soluzione, a qualcosa che possa proteggerlo, perché sa che Draco potrebbe risentirne di tutta quella energie sulle proprie spalle.
A quel punto Esme e Draco si sedettero sul tavolo e lei iniziò a spiegare quello che dovevano fare per collegare quegli oggetti.
«Anche questa volta dovrò utilizzare il sangue visto che una legatura fatta con un incantesimo si può spezzare più facilmente» iniziò a spiegare per essere chiara e fargli comprendere ogni sua singola mossa «Ma non ti farò male, mi basterà pungerti il dito.»
(PROPHECY || He Deserves Better, capitolo LXIV)
Esme rimane si dissocia da quei discorsi per qualche minuto, ripensa a quel momento passato nella Stanza delle Necessità a legare i suoi gemelli con la propria collana.
Un legame di sangue.
La bruna istintivamente si avvicina alla finestra e guarda fuori osservando il cielo grigio e le grandi nuvole che ricoprono il sole.
Delle mani insanguinate.
Addirittura lui si avvicina per chiederle cosa non andasse, ma sembra che non si sia accorta della sua presenza.
Sangue. Sangue. Sangue.
E pensa a tutto ciò che hanno passato, a i momenti più importanti ma allo stesso tempo più devastanti della loro vita.
«Potter, abbassati!» colpì anche il mangiamorte che lo teneva bloccato, liberando l'occhialuto in un gesto completamente inaspettato.
Narcissa e Lucius riuscirono a fare ben poco, troppo sconvolti dall'idea che probabilmente il figlio sia impazzito.
In questa maniera Harry riuscì a liberare i compagni dalla presa di altri due terrificanti omaccioni, mentre Draco corse verso la figura accasciata a terra con il cuore in gola. Mai in vita sua si sarebbe immaginato di fare una cosa del genere, ma Esme aveva fatto tanto per ed era momento di fare qualcosa per lei.
(PROPHECY || He Deserves Better, capitolo LXXXVIII)
Si morde il labbro inferiore, e si rende conto che la morte è ciò che gli ha sempre legati. La morte che hanno sempre sfidato a testa alta.
«No, Esme... che hai fatto...» mormorò cercando di coprire con le candide mani la sua ferita grondante di sangue, nella speranza di ricucirla e non riuscendo a togliere gli occhi da quel corpo privo di vita «Esme, no...»
Non riuscì ancora a dire molto, non riuscì a prendere regolarmente fiato e raccolse il suo busto tra le braccia ancora con le pupille tremolanti e stravolte.
«Mi avevi promesso che saresti rimasta con me...» sussurrò guardando il suo viso ormai impallidito e passò una mano sulla sua guancia, non rendendosi nemmeno conto di starla sporcando «Avevi promesso di non lasciarmi, Esme.»
Scoppiò in un pianto colmo di dolore e tutta la sua angoscia era percepibile sulle pelli di ogni presente.
(PROPHECY || He Deserves Better, capitolo XCIX)
Una morte che non solo è stata sfidata, ma che è stata condotta dalle loro stesse mani, sporcandole di sangue affinché uno dei due potesse vivere.
Afferrò il coltello precedentemente caduto a terra e lo conficcò dritto in gola.
Il sangue schizzò da quella ferita e i suoi occhi blu erano ancora spalancati mentre boccheggiava e quel liquido rosso sgorgava anche dalla sua bocca. Ma non era abbastanza.Draco sfilò quella lama e iniziò a colpirlo ripetutamente sul petto, più volte, senza fermarsi, finché non si sarebbe sentito soddisfatto. Ma non era abbastanza.Si sfilò i guanti e volle sentire il suo sangue colare per le dita, volle sentirlo caldo e morente sotto la pelle.
(PUREBLOOD || She Deserves Better, capitolo LXVI)
E lei preferì più di una volta prendersi a carico un omicidio pur di salvare l'amore della sua vita. Si è presa ogni dolore, ogni responsabilità.
Lui si è marchiato a vita pur di darle un mondo sicuro, e lei si è marchiata a vita pur di allontanare la morte dal suo corpo.
Lui è stato la mano della morte, lei l'ha fermata con il proprio pugno severo.
Urlò ancora una volta e affondò di nuovo il pugnale nel petto di Lucius.
«Faciam quodlibet quod necesse est»
Narcissa voltò lo sguardo nauseata da quella scena, ma soprattutto con il cuore che era diventato un cumulo di polvere, distrutto per via dell'odio che aveva fatto marcire il marito e il figlio. Un forte respiro rumoroso spezzò quei pianti sommessi delle due donne, ed era quello di Draco, che aprì improvvisamente gli occhi e boccheggiò.
Si sentì spaesato, rimase ancora immobile tra le braccia della madre e in un attimo perse i sensi.
Ritornare dal mondo dei morti non era facile per un comune uomo come lui.
(PUREBLOOD || She Deserves Better, capitolo LXXIX)
Anche questa volta devono agire assieme, e devono scampare alla morte. Non permetterà che quella missione fallisca, e non permetterà che Draco possa morire sotto il peso del tempo.
Prende un grosso respiro e si volta da lui, che ancora confuso la stava guardando.
«Tutto bene?» domanda stranito.
Lei annuisce con un lieve sorriso e prende un profondo respiro: «Dobbiamo fare una cosa».
«Ovvero?»
«Dobbiamo legarci, di nuovo.»
«Con i nostri oggetti?»
Lei scuote la testa e trattiene una risata, forse lui non ha la minima idea di cosa sta pensando.
«Dobbiamo legarci... noi.»
Draco la guarda confuso e si poggia con una spalla contro il muro: «Non ti seguo».
«Non puoi buttarti lì dentro senza abbastanza energia, sai bene quanto può essere pericoloso. L'unica cosa che posso fare è provare a condividere con te la mia magia, di legare le nostre vite.»
«Cosa? Ma così ti potresti indebolire e potrebbe essere rischioso.»
«No» scuote la testa «Ormai ho tutto il potere delle mie antenate. Posso condividere con te il mio marchio, così che tu possa proteggerti da colpi mortali. È vero, non sarò indistruttibile come ora, ma nemmeno debole. E non lo sarai nemmeno tu. Saremo ugualmente forti e potremmo aiutare più facilmente nostro figlio.»
Comprende il suo discorso e non ha torto, potrebbe essere un'ottima idea per affrontare la morte, ancora una volta.
Affrontare la morte assieme, perché nemmeno lei può contrastare un amore forte come il loro.
Così fanno, spiegano ai loro amici che hanno bisogno di un po' di tempo per compiere quella magia. Si danno appuntamento al giorno dopo, nel frattempo gli altri avranno modo di studiarsi il pentacolo.
Ritornano a casa, Esme lo guarda e accenna un sorriso timido. In realtà non gli ha detto un particolare, avrebbe voluto farlo in solitudine e non davanti a tutti.
Le è sfuggito, però, un dettaglio di Draco: riesce a capirla sempre, non ha bisogno di parlare.
«Dimmi tutto, ti conosco troppo bene.»
Lei sgrana gli occhi, doveva aspettarselo, e annuisce titubante.
Si vanno a sedere sul divano e lui le afferra le mani: «Non so cosa sia, ma immagino che per te sia difficile parlarmene, fatina».
«Non siamo solo più forti se ci leghiamo» inizia a parlare cauta «Leghiamo le nostre vite, quindi-», ma viene interrotta e anticipata da Draco, che sembra aver capito in un istante: «Se muore uno dei due, muore l'altro».
Esme annuisce e prende un profondo respiro, non sa cos'altro dire.
«Però è anche più difficile morire» continua Draco.
Rimangono entrambi in silenzio, lui inizia a sfregarsi le ginocchia e a pensarci su.
«Non abbiamo nemmeno altra scelta, a dire il vero» scuote le spalle e la guarda rassicurante «D'altronde moriremmo comunque, almeno così ci diamo la possibilità di essere più forti per risolvere questo casino.»
Sul volto della giovane compare un sorriso e annuisce lievemente, sentire quelle parole la riempie non solo di fiducia nei suoi confronti, ma soprattutto è più sicura di sé, di loro.
Quello che stanno per fare è difficile, ma assieme ci riusciranno.
Draco le bacia una mano e poi la stringe con molta forza, la porta all'altezza del proprio cuore e chiude gli occhi: «Batterà sempre per te e da oggi batterà assieme a te, assieme al tuo cuore».
« "Fino a non avere più cuore" lo abbiamo preso troppo seriamente» accenna una risatina la donna, che nasconde un velo di dolcezza.
«E allora facciamolo, con ogni briciolo del nostro cuore.»
Lui si alza, lei fa lo stesso, stringono entrambe le loro mani, attorcigliando forte le loro dita, facendole diventare rosse rosse, si guardano negli occhi e rimangono per un attimo in silenzio.
«Andiamo a sfidare la morte, Draco.»
«Come se non lo avessimo già fatto abbastanza.»
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