𝐗𝐋𝐈𝐈𝐈
❗Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Save a Prayer" dei Duran Duran❗
«Pensavi che non l'avessi capito?» mormora Bellatrix, accompagnata da un risolino maligno. Si avvicina di un passo verso la sorella e gioca con una boccolo scuro, facendolo attorcigliare più volte attorno al proprio indice.
Narcissa deglutisce e si mostra impassibile: «Cosa intendi? Cosa avresti capito?»
La risata si fa più grossa e acuta, butta il capo all'indietro e poi lo scuote.
«Sei davvero una stupida, sorellina.»
«Spiegati» nel frattempo mantiene la bacchetta stretta in pugno, pronta ad utilizzarla in caso fosse necessario.
Comprende immediatamente di essere stata scoperta e non sa come sia stato possibile.
«Quel traditore di tuo figlio ha avuto ciò che meritava e tu ancora non lo hai capito. Sono anni che cerchi di vendicarlo, non è così? E... oh, mi aspettavo ci mettessi molto meno tempo a farti avanti!»
Ormai è inutile continuare a mentire, lei ha compreso tutto.
Narcissa le punta la bacchetta contro con ghigno stampato in volto e riempie i polmoni d'aria: «Hai ucciso mio figlio senza una ragione».
«Sei una mammina protettiva, vero?» scoppia in una risata malvagia, e senza esitare scalfisce un incantesimo dalla sua bacchetta, impigliata tra i capelli «Avada Kedavra!»
La sorella non fa in tempo a difendersi, Bellatrix come al solito è stata troppo scaltra e veloce.
Dei passi veloci si fanno presenti in corridoio, Lucius raggiunge la stanza e rimane a bocca aperta appena trova il corpo della moglie disteso a terra.
«Cosa hai fatto...» mormora con un filo di voce. Gli occhi sono spalancati e le pupille tremano mentre si spostano verso Bellatrix.
«Quello che andava fatto... come è stato per tuo figlio» lo fulmina con lo sguardo, poi le labbra si tirano e mostrano i suoi denti aguzzi e ingialliti. Si morde la parte inferiore della bocca, poi sogghigna.
Lucius rimane paralizzato, non sa come reagire, vorrebbe strangolarla ma allo stesso tempo teme per la propria vita. Vorrebbe vendicare la propria famiglia in quel momento, ma sa bene che sarebbe una mossa troppo avventata e prevedibile.
«Sei un mostro» dice, avvicinandosi al corpo disteso di Narcissa e tenendolo tra le proprie braccia. Gli occhi guardano il vuoto, il cuore si svuota.
Ha sbagliato tutto, forse.
Si rende conto che era meglio stare in silenzio, non dire nulla sulla storia di Scorpius, almeno la sua famiglia avrebbe vissuto. Ma è troppo tardi.
Lui è sempre arrivato in ritardo, e ha sempre rovinato la vita propria e altrui.
•·················•·················•
Il viso di Draco è più pallido del solito. Seduto sul divano non fa che pensare e ripensare a quel piano che va avanti da anni ormai.
«Aveva ragione...» mormora alzando il capo verso la moglie.
Esme è seduta a terra, con i gomiti poggiati sul tavolino del salotto mentre sfoglia e risfoglia fin troppi manuali di incantesimi, sentendo la voce del marito alza il capo e corruga la fronte: «Chi?»
«Lo sai anche tu che è tutto inutile, sono anni che li cerchiamo.»
Lei scuote la testa e batte un pugno contro il legno: «No! Lo sai anche tu che non è tutto inutile, da quando sei tu quello senza speranza?»
«Da quando sono io quello con qualche speranza?»
«Sono tre anni che mi dici che è tutto risolvibile! E guardami qua, sono anche guarita. Sono in forma per poter andare a trovarli!»
«Ti rendi conto che lavoriamo tutti quanti giorno e notte per cercare un modo per tornare indietro nel tempo? Come possiamo farlo? È impossibile! Sono mesi e mesi che proviamo incantesimi, che cerchiamo di creare almeno un passaggio... almeno uno, cazzo!» si alza e la guarda truce, esasperato «Non è normale! Non è normale, cazzo!»
«Smettila di urlare!» si alza anche lei e lo fulmina con lo sguardo «Lo so che ti sembra impossibile, che si è fatto tutto più difficile ma non è così! Ci riusciremo, te lo giuro!»
Draco si passa una mano per i capelli e sospira: «Non abbiamo risolto niente, Esme... è stato tutto inutile».
La donna lo guarda mentre si muove in cerchio attorno al salone, entrambi sono in silenzio e non sanno in che modo superare quel momento di stallo. Lei cerca di aggrapparsi ad una speranza che sembra vana, lui ormai è perso nella sfiducia.
«Lo sai anche tu che si sta frantumando tutto, che non ci resta molto tempo nemmeno a noi» si volta da lei e sospira «Sai bene che finirà presto tutto.»
«No, non è vero...» mormora scuotendo la testa più volte.
«Esme, stiamo perdendo la memoria, non fai altro che scrivere su un taccuino ricordi su ricordi sapendo che li stiamo perdendo tutti, ma è inutile.»
«Non lo è! Ricordi ieri? Grazie a quegli appunti ci siamo ricordati del nostro primo bacio!»
«Ti rendi conto, Esme?!» urla fulminandola con lo sguardo. Afferra un vaso di fiori poggiato sul camino e lo sbatte a terra, frantumandolo in mille pezzi.
«SEI IMPAZZITO?!»
«No, tu sei impazzita. Sei completamente fuori di testa! Non fai altro che leggere, scrivere, fare incantesimi. Ti stai drogando di pozioni per non addormentarti, ti sembra normale? Non è così che troveremo nostro figlio. Anzi, non lo troveremo e basta.»
Il labbro di lei trema a quelle parole e corruga la fronte, trovandolo ingiusto e arrogante.
«Non risolverai nulla così! Il tempo sta finendo, lo sai, è troppo tardi.»
«Non è troppo tardi, finché non chiuderemo gli occhi non sarà mai troppo tardi.»
«Esme non è come le altre volte, questo non si può superare. Se domani si apre un varco sopra la nostra testa è finita. Lo ha detto anche lui "non c'è più tempo", in tutti i sensi.»
Lei si avvicina a lui, gli afferra la mascella con una mano e la stringe, inchiodando il proprio sguardo di fuoco nel suo: «Ho sconfitto la morte, sconfiggerò anche il tempo».
Draco si stacca dalla sua presa e scuote il capo: «Non è così che funziona».
«Non vuoi trovare nostro figlio? Perché dici così?»
«Vorrei con tutto il cuore farlo, ma sono realista.»
«Non voglio che tutto questo finisca senza che abbiamo prima salutato nostro figlio.»
«Io spero solo che nostro figlio stia bene, che possa vivere in qualche modo.»
«Dobbiamo fare tutto per lui.»
«Lo stiamo già facendo.»
«Non è abbastanza» scuote il capo e prende un grosso respiro «Non è abbastanza, Draco.»
L'uomo ha il viso scavato dalla stanchezza, gli occhi ormai spenti e le spalle pesanti.
Poggia le mani sulle sue braccia e sospira, portando la testa contro la sua: «Non ce la faccio a fallire ancora un altro giorno».
«Sarebbe peggio non provarci ancora.»
«Perché sei così ostinata?» gli scappa una risata ed inizia ad accarezzarle le braccia.
«Siamo vicinissimi, lo sai anche tu» lo guarda quasi con entusiasmo «Dobbiamo solo trovare il modo per incanalare abbastanza energia per aprire un varco. Credimi Draco, manca poco!»
Lui ride ancora e strofina una mano contro il proprio viso: «Come fai sempre a convincermi?»
«Perché è vero! Io me lo sento che manca pochissimo» afferra le sue mani e le stringe forte contro il proprio petto «Scorpius ci sta aspettando.»
«Mi manca così tanto...» sospira e abbassa il capo.
«Adesso ha diciott'anni il nostro bambino.»
«Non è più un bambino.»
«Ci siamo persi così tanto di lui...»
Lui annuisce alle sue parole e si va a sedere di nuovo sul divano, sentendo un vuoto in petto ogni qualvolta si ricorda quel particolare. Esme lo raggiunge e si sfrega le cosce, sentendo le lacrime affiorare agli angoli degli occhi.
«È passato fin troppo tempo. Volevo esserci per così tanti momenti per lui» confessa lei, iniziando a giocare nervosamente con la collana in smeraldo che porta sempre al collo «Spero solo che in questo tempo lui abbia capito quanto lo amiamo.»
«Penso di sì, almeno lo spero» sospira e le posa un bacio sulla testa.
Esme si alza di nuovo e stringe gli occhi con forza mentre mille pensieri le annebbiano la testa.
Vuole assolutamente farcela, ormai sono anni che lei, suo marito e i loro amici lavorano ogni giorno per poter ritrovare i loro amati figli.
I ricordi e i rimorsi si mischiano con quella sensazione di vuoto provocata da tutto ciò che si sono persi di loro. Immaginano come si sono fatti, cercando di pensare adesso come sono: magari più alti, con i capelli più lunghi, forse vestiti in maniera differente. Si avvicinano ad un'età più adulta e matura e si chiedono se in quel tempo sono giunti a conclusioni differenti rispetto a come gli avevano lasciati. Sperano abbiano capito tutto l'amore che provano per loro e si sono promessi che una volta tornati gli avrebbero promesso di essere dei genitori migliori.
«Vorrei solo vederlo per potergli parlare» ammette Esme «Avevi ragione, dovevamo parlargli.»
«Non era il tempo giusto per te, lo sai anche tu.»
«Doveva esserlo.»
«Lo sarà. Lo hai detto anche tu che siamo vicini.»
La donna annuisce e deglutisce l'amaro che sente in gola. Poi stringe di nuovo la propria collana e poggia la testa contro il petto del marito.
Draco la stringe forte tra le sue braccia, in una calda stretta d'amore e le posa un bacio sul capo.
«Riusciremo a recuperare tutto il tempo e a salvare quello che è rimasto per noi» le dice rassicurante «Io ti credo quando mi dici che ce la faremo.»
«Dobbiamo incanalare l'energia in qualche modo» lei inizia a riflettere, ricomincia di nuovo a pensare al piano.
Sono ormai anni che studiano un modo per tornare indietro nel tempo e trovare i loro figli e sono giunti alla conclusione che serve aprire almeno un varco e tuffarcisi dentro.
«Vedete questi soffi?» domandò l'anziano signore verso gli adulti, e loro annuirono «Indica che qui, in questa linea temporale rappresentata da questa sporgenza si stanno creando dei vuoti.»
«E arriveranno presto qui, immagino» sospirò Allyson, sfregandosi le mani nervosamente «Perché stanno aumentando ogni giorno di più.»
«Esatto e se non fate in tempo finiamo per essere risucchiati tutti quanti.»
«E il tempo cesserà di esistere...»
«Sarà come se questo mondo, questa realtà, non fossero mai esistiti.»
«Mi rincuora sapere che abbiamo di nuovo il destino di tutti nelle nostre mani» sogghignò con amara ironia Ron, avvolgendo le braccia al petto.
Draco continua a riflettere alle sue parole, come un mantra ripete nella sua testa "incanalare la magia".
Abbassa il capo verso la sua collana e corruga la fronte: «Stiamo cercando qualcosa, come la giratempo, per metterci dentro abbastanza potere, giusto?»
Lei annuisce e alza gli occhi per seguire il suo discorso, cerca di comprendere dove voglia arrivare: «Vorresti usare la mia collana?»
Draco scuote il capo e sospira: «No, non è abbastanza. Non è un oggetto magico, lo hai fatto diventare tu tale».
«E quindi? A cosa ti riferisci?»
«A noi. Dobbiamo incanalare noi tutto quanto» si stacca da lei e si avvicina al tavolino dove era riversata poco prima Esme. Inizia a sfogliare sui suoi appunti, tra i libri, finché non trova qualcosa di suo interesse e lo punta: «Ecco, questo qui»
Lei scoppia a ridere e scuote il capo mentre nasconde le labbra dietro la mano: «Un pentacolo? Ma cosa dici!»
«Connettiamoci con entità superiori, sfruttiamo la loro energia e apriamo un varco attraverso un pentacolo.»
«Tu sei più pazzo di me, Malfoy!»
Lui scoppia a ridere e scrolla le spalle: «Ho imparato da te ad essere folle, mia cara».
Si siedono a terra e aprono uno dei manuali.
«Sei abbastanza forte per connetterti con loro.»
«E l'ho già fatto.»
«Hai detto che oltre la morte vuoi anche superare il tempo, vero? Bene, dimostriamolo.»
Sul volto di Esme appare un sorriso, il più grande mostrato in quegli anni.
Forse sarà la mossa giusta, e lo spera. È passato troppo tempo ormai e sta cercando di sopprimere la malinconia e il dolore con la speranza.
La speranza di vedere il proprio figlio un'altra volta ancora e stringerlo tra le proprie braccia, forte forte.
Una speranza che sembra avere anche Scorpius.
Forse per lui più lontana, ma vuole fare di tutto per tornare da lei e dirle "scusa". Per dirle che le vuole bene, che è la sua mamma.
Ha compreso che non doveva cercare altrove quando la sua famiglia era proprio lì. Ha sbagliato a dubitare di loro, quando tutto ciò che hanno fatto nella loro vita è stato dedicato a lui.
Ma al momento non ha tempo per pensare a queste consapevolezze, deve agire, deve essere scaltro.
«Tu sei tutto matto!» esclama Rose con gli occhi fuori dalle orbite «E siamo più pazze io ed Emily ad essere qui!»
Camminano per l'Hatun Machay, una foresta rocciosa del Perù. Non c'è nessuno lì, solo fauna e flora.
«Mi spieghi perché lo stiamo facendo?!»
«Stai zitta, se ci sentono si spaventeranno» l'ammutolisce lui soffiando poi aria dalle narici.
Il posto è pieno di verte e spuntoni di roccia grigiastri. Il sole batte al di sopra e il loro silenzio è avvolto dal rumore delle foglie mosse dal vento e da qualche animale che si sente in lontananza, come in cinguettio degli uccelli.
«Ci serve una mano» sussurra lui.
Emily rotea gli occhi al cielo, si trova lì solo per aiutarlo sapendo bene che sta per compiere una follia. È lì per poterlo prendere sottobraccio e materializzarsi via non appena necessario.
Si può dire che lei e Rose si trovano lì per farlo scappare via prima che sia troppo tardi.
Il sole inizia a calare, si posizionano in mezzo a due grandi pietre ruvide, tenendo la schiena poggiata lì e rimanendo ancora in silenzio.
«Quanto manca ancora?» sussurra la rossa.
«Appena il sole sarà sparito a metà dietro di noi. E ti ho detto di fare silenzio!»
Le ragazze sospirano e incrociano le braccia al petto. Tutto questo sembra una pagliacciata e sicuramente lui capirà che è completamente fuori di testa.
Passano cinque minuti circa, quella palla arancione infuocata inizia a scomparire, ma il tramonto viene accompagnato da striduli forti e rumorosi.
Eccoli lì i Vipertooth Peruviani che si recano in questa zona desolata per riposare: draghi piccoli, di so li quattro metri e mezzo, ma con la particolarità di avere zanne velenosissime e una grande agilità.
Si dice che siano pericolosissimi e che, probabilmente, il Vaiolo di Drago è stata originariamente contratto da maghi che lavoravano a stretto contatto con loro.
Ma Scorpius crede nelle proprie capacità con gli animali e creature di tutti i generi.
«Rimanete qui» sussurra Scorpius seriamente, ed esce fuori dal nascondiglio.
Non appena svolta sulla destra intravede cinque draghi stiracchiare le proprie ali e scuotere il collo per togliere tutte le tensioni della giornata. Sono pronti a riposare.
Alcuni sono piccoli, altri adulti, e lui non ha la minima intenzione di aggredirli o spaventarli. Quello è il problema di molti maghi: pensano che le creature sono da comandare e si impongono su di loro, suscitando paura e collera.
Si avvicina a passo felpato, ma senza nascondersi, cercando di non farsi vedere come una minaccia.
Quando è a qualche metro di distanza, appena è visibile dai loro occhi, drizzano le loro creste striate e strillano contro di lui.
Cerca di non farsi prendere dal panico, deve finalmente far vedere di cosa è capace.
Alza le braccia in alto e mostra un sorriso amichevole, ma uno dei draghi si avvicina minaccioso mentre alcuni si tirano indietro e soffiano aria calda dalle loro grandi narici.
Scorpius intuisce che è un esemplare giovane, ma non un cucciolo, pieno di energia e coraggio, pronto a sfidare un possibile nemico.
Ma il ragazzo si avvicina sempre di più e si inginocchia, tenendo sempre le mani alzate in cielo, per mostrarsi indifeso e non una minaccia.
«Sta' buono, non voglio farti niente» dice con voce alta, guardandolo dritto nelle sue grandi pupille e sperando che possa acquietarsi.
Ma il drago urla ancora una volta, si alza su due zampe e spalanca le sue ali.
In quel momento Emily, presa dalla paura, esce fuori e punta la bacchetta contro il drago pronta a scagliare un incantesimo per farlo fuori. Scorpius se lo aspettava. Si volta e la paralizza con un incantesimo.
Rose esce dal nascondiglio con il cuore in gola e vede il corpo dell'amica rigido crollare a terra.
Il drago strilla, ma questa volta posa le zampe a terra e abbassa le ali, comprendendo che quella persona ha sfidato un suo stesso simile.
Si avvicina diffidente a Scorpius, soffiando e ringhiando per incutere ancora terrore.
Il ragazzo accenna un sorriso e fa un passo avanti, prende dalla propria tasca un pezzo di carne che aveva conservato appositamente per la missione e lo lancia ai suoi piedi: «È per te, tieni. So che ti piace molto».
Annusa il cibo e quando si è assicurato che non è una trappola lo addenta in un solo boccone.
Scorpius si avvicina ancora di più e si toglie un guanto di stoffa, allungandolo per fargli sentire il suo odore: «Senti, sono innocuo. Sono qui per fare amicizia».
L'animale sbuffa e si avvicina cauto, ma non intende attaccarlo.
«Bravissimo, fidati di me»
L'atteggiamento di Scorpius è sul serio amichevole e si mostra propenso a capirlo e conquistare la sua fiducia, senza la minima voglia di dargli qualche ordine.
«Si fa così, vero? Ci si conosce per bene» sorride e quando il suo muso è abbastanza vicino si permette di toccarlo delicatamente.
La creatura fa un piccolo balzo stupito, poi inclina il capo stranito da quel gesto. È stupito per non essere stato aggredito.
«Siamo amici, vero? Sono qui solo per chiedere un favore, se me lo permetti.»
Parla come se potesse capire e, forse, il drago lo sta capendo sul serio, dandogli di nuovo il permesso di farsi toccare.
Scorpius lo accarezza più volte vicino quelle grandi narici rugose.
«Bravissimo, bravissimo. Va tutto bene, devi fidarti di me.»
Volta poi lo sguardo verso le due amiche e nota che Rose ha tolto l'incantesimo all'amica.
«E puoi fidarti anche di loro, nonostante siano un po' ... ecco, impulsive» sorride e il drago mostra un altro verso, ma non acuto e spaventoso.
Forse lo comprende sul serio!
Si fa seguire vicino le due ragazze, tenendosi dietro le sue spalle sempre attento.
«Chiedete scusa al mio nuovo amico!» esclama incrociando le braccia al petto.
«Tu sei tutto matto, Malfoy» spalanca gli occhi Emily, scuotendo il capo e non potendo credere a quello che sta vedendo.
Rose si fa scappare una risatina stupefatta e si passa le dita per le ciocche rosse.
«Per la barba di Merlino, siamo davanti ad un drago!»
«Non è solo un drago, adesso è mio amico» si volta da lui e sorride, e riceve in cambio una soffiata contro il volto, ma una di quelle affettuose, più fresche e meno violente.
Scorpius gli posa una carezza sul muso e strofina la fronte contro di esso: «L'importante è che non mi tocchi con le tue zampe grosse».
Le due ragazze ridacchiano incredule e stanche si poggiano contro una grande roccia.
«Adesso cosa vuoi fare?» domanda la bruna.
«Quello che vi ho detto prima: attaccare con un nuovo alleato. Ci serve questo drago per un po', poi lo riporteremo qui dalla sua famiglia chiaramente.»
«Ricordati che anche il palazzo di Voldemort è sicuramente protetto da qualche creatura, oltre che da incantesimi potentissimi.»
«Non voglio entrare lì con il drago» scuote il capo, mentre continua ad accarezzarlo per instaurare fiducia «Dobbiamo solo fare male a molti mangiamorte e sterminare qualche legione.»
«Vuoi mettere a soqquadro la sua armata.»
«La voglio distruggere, così sarà più facile entrare e prendere ciò che ci serve.»
«Può funzionare...»
«Deve» deglutisce Rose «Abbiamo i giorni contati.»
-----------------------------------------------------
Ci vediamo prestissimo, finalmente ho del tempo libero per recuperare la storia!
Un bacio, LadyD 💚
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top