𝐗𝐋𝐈𝐈

Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo  - la canzone è "Skin" di Rainer

I'll find a way to save my skin
that precious way it holds me in
reminds you of holy days you once believed in
please don't stop
there's something new
stirring up the elements under the surface

L'aria è umida al punto di bagnare e raggelare le ossa, l'odore stantio è nauseante. L'atmosfera lugubre e tetra potrebbe mettere a soggezione qualsiasi animo, anche il più temerario, ma al momento ciò che i quattro ragazzi non riescono a farsi spaventare da nulla. È più importante arrivare ad un punto utile per la storia, per il loro tempo, e compiere quella piccola missione che si erano promessi di attuare al più presto. Hanno bisogno d'aiuto, di persone che riuscirebbero a raggirare Voldemort in qualche modo.
Si sono tuffati nel passato, ancora una volta, e sanno già chi andare a prendere.
Hanno avuto negli anni le informazioni giuste per trovarsi nel luogo e nel momento adatto, per fortuna Allyson insegnò alla figlia tutto ciò che sapeva sul mondo magico.
Il vento inizia a muoversi piuttosto violento, qualche gocciolina di pioggia cala sulle spalle dei giovani, e il sole è completamente spento, coperto da nuvole grigie e soffocanti.
Corrono nella fanghiglia, diretti in un posto di cui hanno solo sentito parlare.
Arrivano di fronte una grande caverna, notando una figura alta e magra addentrarsi spaventata ma sicura di sé. Ai suoi piedi vi è una figura ricurva e raggrinzita.
«Fermo!» urla Albus, con il fiato corto. Ha corso per molti minuti.
I suoi amici rimangono ad un paio di metri dietro di lui.
Quel giovane si volta e lo guarda con la fronte corrucciata.
Si avvicina di un passo, il moro fa lo stesso.
«Chi siete? Cosa volete da me?» estrae immediatamente la propria bacchetta e la punta contro.
Prende un profondo respiro e lo fissa con serietà: «Noi sappiamo chi sei tu, Regulus, e sappiamo cosa stai per fare».

Lo sgomento è visibile sul suo volto e per un attimo abbassa lo sguardo verso Kreacher, che è altrettanto confuso.
«Abbiamo bisogno di te.»
Black fa un altro passo in avanti e punta il suo sguardo magnetico in quello di Albus, senza dire ancora una parola.

Due anni dopo ...

Il deserto è tipico dei paesi più caldi, formato da migliaia di granelli di sabbia che possono attraversare le dita.
Il sole batte forte contro i capelli, l'aria è bollente e soffocante, ci si sente storditi e confusi, si boccheggia, e quando l'acqua scarseggia la disidratazione rende il corpo debole.
Immaginiamo dei palazzi crollati e sommersi dalla sabbia, i tetti crollati e distrutti, ingrigiti dal sole. Le strade sono diroccate, la gente vive in zone recluse e salvaguardate dalla magia.
Posti in cui è possibile cibarsi e bere acqua fresca, ma il tutto razionato.
Il resto delle città è scomparso, devastate da tutto ciò che è accaduto.
Cosa esattamente?
Lo scorrere del tempo, come la sabbia di una clessidra, e supponiamo che ciò che riveste questo oggetto, quello strato di vetro che fa sì che quei granelli non sfuggano via si rompa. Non c'è più equilibrio, c'è solo distruzione.

Scorpius è tornato indietro nel tempo, ha chiesto aiuto a persone che avrebbero potuto dare suggerimenti su come sconfiggere Voldemort e impossessarsi dei suoi Horcrux.
Eppure, hanno tutti fallito e adesso la linea temporale è ancora più distrutta.
Così tanto che ogni equilibrio è rotto.
«Li vedi anche tu? Si fanno sempre più grandi.»
Albus si volta verso Regulus, la sua domanda sembra scontata.
Alza il viso in cielo e nota altri fori neri, non si sa dove portino, chi si è buttato al suo interno non ne è più uscito e adesso Voldemort li utilizza per punire i suoi nemici. I mangiamorte catturano le persone ribelli e dopo le solite torture li riversano in questi buchi neri.
Si dice che ti portino in altre linee temporali, ma non si può sapere nulla di certo.
Sono spaventosi, se ti avvicini troppo potrebbero risucchiarti in un baleno.
Di notte è meglio non andare in giro, alcuni si stanno formando troppo ravvicinati al suolo, ad altezza uomo, e basterebbe inciampare per finirci dentro.
Per fortuna non sono troppo numerosi, sono solo passati due anni.
«Sei rimasto qui tutto questo tempo» afferma Albus «Eppure sembra che non siamo riusciti a fare nulla.»
«Dobbiamo farcela, sono qui per questo. Come potevi ben sapere, ciò che mi interessava era fermare questo folle. So che ho sbagliato in passato e-»
«Smettila di pensare a cos'eri. Ti sei pentito, questo basta.»
«Per redimermi devo rendermi utile.»
«Lo sei già.»
Sono nascosti sotto le macerie di una casa abbandonata, sudati, e cercano di rifocillarsi all'ombra di qualche muro decadente.
Guardano attraverso la finestra spaccata e i fori nella struttura, e si confrontano.
Quando Regulus è stato raggiunto da quei quattro ragazzi non ha impiegato molto tempo prima di accettare la proposta di andare qualche anno avanti e aiutarli. Ha compreso che se non risolvono quel problema allora tutta la linea temporale ne risentirà.
E come lui, anche altri si sono uniti a quella resistenza, utili e coraggiosi, all'altezza di quell'impresa: Julius ed Edith Smith.
Sono spariti dalla loro linea temporale, forse questo è stato un altro disastro, ma poco importa.
Sono stati fatti così tanti cambi temporali che sembra non esista più un inizio ed una fine degli eventi.
Albus strofina una mano contro la fronte sudata e prende un grosso respiro: «Quanto pensi durerà tutto questo?»
«Spero non molto...» sospira

I due si guardano, poi istintivamente Potter poggia la testa sulla spalla del ragazzo. In questi anni hanno legato molto, sono più simili di quello che potessero pensare. Entrambi non compresi, entrambi diversi dalle loro famiglie, come un pesce fuor d'acqua.
Non parlano, sono troppo stremati dopo l'ennesimo assalto all'armata di Voldermort.
Negli anni si è solo rafforzato e stanno cercando di fare del loro meglio, di essere costanti con gli attacchi, abili nella magia: dei perfetti soldati.

A capo di questi soldati vi è Scorpius, chiaramente, che gestisce interi corpi di ribellione. Non sono abbastanza, hanno perso anche molti compagni in questi ventiquattro mesi, eppure non si sono arresi.
Edith e Julius hanno saputo subito la verità sul suo conto, o non avrebbero mai accetto la proposta di uno sconosciuto, e mantenendo ancora questo grande segreto lo aiutano e suggeriscono degli ottimi piani.
Sono dei ragazzi anche loro adesso, e sperano di poter essere abbastanza utili da sconfiggere quel mostro.
Sconfiggendo lui, tutto ritornerà alla normalità.
Nel frattempo, casa Davenport è stata distrutta e tutti loro si sono trasferiti in una bunker segreto.
Esattamente tredici mesi fa sono stati tutti scoperti e son dovuti sfuggire dalla furia del Signore Oscuro e i suoi seguaci.

Era notte, lo ricorda bene quel giorno, e videro un gruppo di persone mascherate entrare con forza dentro casa. Incendiarono ogni cosa, vide gli occhi di Allyson e la sua famiglia gonfi di lacrime, il rossore del pianto si confondeva con il riflesso delle fiamme. Scapparono a gambe levate, purtroppo, però, alcuni di loro vennero catturati e non hanno più saputo niente delle loro vite: Luna Lovegood, il professor Flitwick e Katie Bell.
Ci pensa ancora tutti i giorni ai loro volti, a quelle persone coraggiose che hanno dato modo a tutti di salvarsi, facendosi catturare dopo aver combattuto con fierezza.
I sensi di colpa sono aumentati in quegli anni, la mancanza dei suoi genitori si fa sentire ancora di più, ma questo non lo distrare dal suo obiettivo. Se vuole dare onore a quelle vite e risolvere ogni cosa deve impegnarsi, non deve farsi distrarre da nessuna complicazione.
Deve essere un capitano forte e saggio, prendersi anche quelle responsabilità che dilaniano il suo cuore.
Ora ha diciotto anni, ed è grande abbastanza per essere un bravo capo.
Il bunker si trova nella foresta scozzese, sottoterra, così da non essere scoperti da nessuno. Il posto è labirintico e quasi tutti hanno camere abbastanza grandi e confortevoli dopo riposare. Eppure, quando non vedono la luce del Sole o della Luna per giorni interi non è così piacevoli. Quando le sentinelle, che fanno i turni per tenere il posto protetto, avvistano dei pericoli e tutti devono fare silenzio, nascondendosi come topi nelle fogne.
Il sole riscalda quel soffitto, si soffoca quasi, e attende il ritorno di Albus e Regulus.
Va in cucina, si versa un bicchiere d'acqua e poi punta lo sguardo su un calendario appeso al muro, corruga la fronte e sospira con dispiacere.
Si dirige verso le stanze e bussa ad una porta.
«Avanti» risponde Emily.

Il biondo entra con un leggero sorriso e chiude la porta alle sue spalle.
«Oggi sono sedici anni» si avvicina, lei è seduta sulla sua scrivania a scarabocchiare su un pezzo di carta.
Emily volta il capo e annuisce con un leggero sorriso, poi sospira e la sua espressione diventa più cupa: «Già... ne è passato di tempo dalla prima volta che siamo venuti qui».
«Torneremo a casa, lo prometto.»
«Prometti tante cose, Malfoy.»
«E io-» viene interrotto: «E tu le promesse le mantieni sempre, lo so».
La ragazza si alza e prende un grande respiro, tenendo gli occhi per qualche istante nei suoi, senza dire nulla.
In questi anni Emily è diventata una ragazza davvero bella, i capelli sono più lunghi e mossi, il volto raffinato, e il suo fisico adesso che ha superato l'adolescenza è più maturo.
Ma ciò che più cresciuta non è la loro altezza, o qualche ciocca morbida, bensì è la loro consapevolezza. Quegli anni li hanno fatti diventare adulti, responsabili e meno ribelli di prima. Ora comprendono cosa i genitori intendevano con la parola "sacrifici" e si ritrovano a far fronte a non pochi problemi.
«Ma non è un giorno speciale oggi, dobbiamo pensare a lavorare, non dobbiamo distrarci.»
«Stiamo ancora aspettando quei due, possiamo riposarci un po'.»
Scorpius le sorride e le porge una mano, facendosi seguire in cucina.
Non c'è nessuno, solo loro, e il silenzio è quasi fastidioso.

«Possiamo mangiare qualcosa di buono, bere qualcosa di fresco. Non ci mancano cibo e bevande.»
Lei accenna una risata e scuote la testa: «Non possiamo pensare a queste cose adesso!»
«Suvvia, mi basta un paio di colpi di bacchetta ed è pronto.»
La ragazza si poggia contro il tavolo con le braccia allacciate al petto e lo osserva. Nonostante la sua forza e l'intraprendenza che ha sviluppato in quegli anni, non ha fatto svanire il suo tocco dolce. O almeno non lo ha fatto svanire con lei.
Proprio come le ha detto, con l'aiuto della magia qualcosa di dolce è già pronto in poco tempo.
«Mia madre la preparava sempre: era la torta preferita di mio padre» una deliziosa torta alle mele si presenta in un piatto, non molto grande, ma abbastanza per dividerla in due.
Emily nasconde un sorrisino compiaciuto e lo ringrazia con un cenno del capo. Lui sa bene che certe volte ha difficoltà nel mostrare il suo lato più sensibile, quindi non le dice nulla.
Si siedono a tavola, dividono quel dolce in due e iniziano a mangiarlo con gusto.
«Ah... ci voleva» ammette lei «Soprattutto dopo non aver dormito tutta la notte.»
«Non è il massimo stare di guardia, vero?»
«Penso che sia ciò che trovo più noioso.»
«A te piace solo combinare guai» la prende in giro «Ti piace l'azione, non rimanere ferma senza dormire.»
«E soprattutto non mi piace rimanere sveglia tutta la notte, esatto!»
Entrambi ridono e continuano a mangiare.
«Ah, però grazie a me ti stai divertendo in questa avventura.»
«Scorp, sono due anni che ci stiamo divertendo... forse è un po' troppo.»
Scoppiano di nuovo a ridere e cercano di sdrammatizzare quel momento difficile.
«Beh, a scuola ti lamentavi che non succedeva niente di nuovo, e io ti ho accontentato.»
«Devi smetterla di pensare a me, come vedi non sei bravo a rendermi contenta.»
«Non dirmi che non ti ho stupita!»
«Fin troppo!»
Lui si alza per mettere a posto il piatto sporco di briciole e lei lo segue, avvicinandosi al suo corpo alto e poggiando la guancia sulla sua schiena: «Come oggi, non c'era bisogno di una torta».
«Non dirmi che non ti è piaciuta» alza le sopracciglia meravigliato, nonostante sappia che stanno giocando tra di loro, e porta lo sguardo sulla sua figura più minuta.
«Forse potevi fare di meglio» sogghigna.
«La prossima volta la prepari da sola!» sospira con una finta espressione offesa, ma questa viene sciolta da una proposta d'abbraccio.
Rimane stupito appena vede le sue braccia allungarsi verso il suo busto, ma senza esitazione la stringe con forza e le accarezza la schiena.
Scoppiano di nuovo a ridere.
«Sono così disperata che sono finita ad abbracciarti per il mio compleanno!»

Nonostante una breve risata, Emily annuisce e strofina la testa contro il suo petto.
«Voglio tornare a casa, Scorp...» confessa «Mi manca la mia vita.»
«Manca a tutti, ma come ti ho detto andrà bene.»
«Il fatto è che sono stanca... tutto questo mi ha stancata molto e non voglio più aspettare.»
Scorpius le alza il viso corrucciato dalla tristezza e la guarda dritto negli occhi per infonderle sicurezza: «Puoi farcela, te lo assicuro. Possiamo farcela, insieme».
In tutti questi anni il loro rapporto è diventato più solido e quelle crepe che c'erano per via dei loro caratteri contrastanti, ora si sono rimarginate come delle ferite. Hanno compreso che entrambi avevano fin troppi vuoti e non restava che colmarli con la reciproca compagnia.
E si impegnano entrambi, tutti giorni, per due anni, a sistemare un mondo che hanno rovinato loro stessi.
«Quando torneremo voglio rimanere così» sussurra lei.
«Così come?»
«Stretta a te.»
La stringe ancora di più e rimangono in silenzio.

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Narcissa, proprio come quei ragazzi, ha lavorato giorno dopo giorno affinché uccidesse colei che le ha portato via il suo Draco. Ci sta mettendo fin troppo, ma non deve fare un passo falso.
Conosce bene sua sorella Bellatrix, è una donna terrificante e astuta.
Aspetta ogni giorno il momento giusto, elabora un piano sofisticato.
Agirà di notte, mentre lei dorme a Villa Malfoy, poi la farà sparire nei boschi e toglierà ogni traccia.
In questo modo la colpa ricadrà sulla resistenza e lei avrà vendicato suo figlio una volta per tutte.

Lucius dorme al suo fianco, quell'uomo è un inetto e non è a conoscenza del piano della moglie. Non si fida totalmente di lui e non vuole che qualcosa possa sfuggire dalla sua bocca.
Lei rimane con lo sguardo rivolto al soffitto, ascoltando il ticchettio dell'orologio.
Suona la mezzanotte, sicuramente la sorella starà dormendo, ed è ora di agire.
Apre la porta silenziosamente e con la bacchetta stretta in mano si dirige verso la camera degli ospiti a passo felpato.
È davanti la stanza, la apre con un incantesimo senza far rumore.
Purtroppo, Bellatrix è sveglia. 


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ECCOMI! Scusate ancora per l'immenso ritardo.
La sessione stressa e ruba tempo, ma non vi lascerò senza questo libro. Troverò più tempo per voi, che siete davvero speciali!

Per tenervi informati sugli aggiornamenti seguitemi su ig (trovate il link qui in bio di wattpad)
Un bacio, LadyD 
💚

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