𝐗𝐋
❗Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Family Line" di Conan Gray❗
Le tensioni non mancano man mano che i giorni passano e la situazione si fa sempre più stressante. La consapevolezza di non essere arrivati da nessuna parte e di non poter proseguire con le ricerche rende i membri della resistenza agitati e irascibili.
Adesso che sono arrivati alla conclusione certa che Voldemort possiede con sé tutti gli Horcrux bisogna trovare un altro piano.
Quegli oggetti in qualche modo vanno distrutti per poter tornare ad uno stato di stabilità.
I ragazzi ancora non hanno compreso che non possono così aggiustare quello che hanno rovinato, ma quantomeno fermando il Signore Oscuro possono non aggravare la situazione. È davvero difficile trovare qualcosa che possa funzionare e rapportarsi tra di loro, sembrano un fascio di nervi, soprattutto alcuni di loro. Tra questi c'è Scorpius, che sembra voler trovare in fretta una soluzione e ogni attimo di silenzio lo considera una perdita di tempo.
Albus inizia a non tollerare il suo atteggiamento. Si sono sempre compresi, ma adesso sembrano viaggiare su due binari completamente opposti.
Il moro non comprende tutta quell'irascibilità, nonostante sappia quanto dolore stia sopportando l'amico: non porta con sé solo la perdita di Esme e Draco davanti ai suoi occhi, bensì anche il peso di aver messo ogni cosa a soqquadro. Scorpius ha messo tutti in pericolo, compresi gli amici, e senza giungere ad una conclusione.
Sa che può essere difficile tutto questo, ma non giustifica il suo comportamento esagerato. Ha sempre il volto arricciato dal nervosismo, uno sguardo gelido e poche parole gentili. Non è più quel raggio di Sole che è sempre stato, ma sembra una statua di ghiaccio.
Non gli piace nemmeno quando si impone con degli ordini durante delle missioni o si rivolge borioso ai suoi compagni.
Poi si rifugia in camera, ed oltre qualche parola scambiata con Emily sembra non fregarsene di nessuno.
E gli fa rabbia che non cerca il suo aiuto, che non vuole sfogarsi nemmeno.
Si è accorto che di notte guarda il soffitto ed è sveglio, a rimuginare su ciò che lo circonda, non solo ciò che ha passato. Probabilmente vorrebbe tornare a casa.
Albus segue l'amico in camera e chiude la porta alle sue spalle, bloccandola con un incantesimo.
«Mi spieghi perché ti comporti così?» domanda con un sospiro «Appena finiamo di riunirci scompari in camera e non rivolgi la parola a nessuno.»
Scorpius corruga la fronte e scuote le spalle: «Sono solo stanco ogni volta, tutto qui».
«Avanti, ti conosco da tutta una vita. Io so che c'è qualcosa che non va e posso anche immaginare perché stai così, ma hai bisogno di dirlo.»
«Non ho bisogno assolutamente di niente» accenna un'amara risata e scuote il capo. Scorpius prende un libro dal tavolino e si siede sul bordo del proprio letto, chinandosi con la schiena per non sbattere la testa contro il letto sopra di lui. Ignora Albus, apre le pagine di quel libro e inizia a leggere come se non ci fosse nessuno nella camera.
«Sul serio? Sei arrivato ad ignorarmi?» il ragazzo sbatte la mani contro le proprie cosce e scuote la testa «Non ti capisco più, Scorp. Mi hai sempre parlato e non ti sei mai comportato così.»
Continua a non rispondere né ad alzare la testa verso di lui.
Albus si poggia contro il muro, a braccia incrociate, e lo osserva.
«Anche io ho perso mio padre davanti ai miei occhi eppure non sono diventato un bastardo.»
Silenzio, sembra come se non esistesse.
A questo punto il moro è irritato e nervoso, si avvicina all'amico e sfila con forza il libro dalle sue mani.
«Smettila di fare il bastardo.»
Scorpius si alza di scatto, con il volto corrugato dalla rabbia e si avvicina con il petto all'amico: «Mi spieghi cosa vuoi da me?»
Il fisico largo ed alto del biondo lo rende molto più imponente ai suoi occhi e se fosse un'altra persona avrebbe incusso terrore, ma Albus fa un passo in avanti verso di lui e scuote la testa con fare esasperato: «Non ti riconoscono più. Non ti sei mai avvicinato a nessuno così».
Digrigna i denti e stringe i pugni nel sentire quelle parole, ma è acciecato dalla rabbia che cova dentro di sé e i rimorsi che non si rende conto di cosa lentamente sta diventando: brusco, insensibile, irascibile.
«Non è quello che ti hanno insegnato i tuoi genitori, soprattutto tuo padre.»
«Non parlare dei miei genitori.»
Albus ride con sarcasmo e si passa una mano per i capelli. Inizia a camminare per la stanza con le braccia avvolte al petto e lo guarda con delusione: «Hai perso completamente la testa, devi rendertene conto. Emily è molto più equilibrata di te e voglio ricordarti che sei stato anni a preoccuparti per lei e a giudicare quello che faceva. Sei fuori di testa».
Scorpius cerca di controbattere ma la voce dell'amico si fa più alta e nervosa: «Pensi che noi siamo felici di questa situazione? Non possiamo tornare nel futuro o rovineremmo tutta la linea temporale, probabilmente se tutto va bene rimarremo vivi qui e i nostri genitori non sapranno nulla di noi. Possiamo solo provare a salvarli visto che sai bene che abbiamo stravolto tutto. Siamo senza un piano concreto... quel figlio di puttana ci ha anticipati e si è preso gli Horcrux con sé. Abbiamo sottovalutato la situazione fin dall'inizio, lo so bene, ma non è nemmeno colpa nostra... beh, non totalmente.»
«Come puoi dire che non è colpa nostra? Abbiamo distrutto ogni cosa e non sappiamo come arrivare agli Horcrux, che sono l'unica cosa che potrebbe almeno salvare queste persone! E sai cosa? Non penso nemmeno arriveranno tutte vive alla fine di tutta questa merda!» alza la voce, avvicinandosi verso Albus e inchiodando gli occhi nei suoi «Abbiamo condannato tutti! E se non fermiamo subito Voldemort lì nel futuro non ci sarà nessuno dei nostri genitori! Loro cesseranno di vivere, ti rendi conto?»
Queste crude parole lo fanno stare in silenzio e deglutisce, ascoltandolo con molto dolore. La consapevolezza di aver fatto un errore così grave non è facile da accettare.
«Mi chiedo come facciate voi a dormire la notte!» continua a sbraitare Scorpius «Non abbiamo vissuto niente! Abbiamo solo litigato con le nostre famiglie, le abbiamo uccise e non abbiamo concluso nulla! Avremo dovuto pensarci più di una volta prima di fare questo casino, dovevamo subito usare la giratempo e scappare via quando abbiamo scoperto che Adelaide era figlia di mangiamorte. Ci siamo intrufolati in quella maledetta casa pensando di essere all'altezza dei nostri genitori.»
«Ma non lo siamo» sussurra vergognandosi di sé «Abbiamo sempre criticato quelle persone ma avevano ragione a temere per noi, a guardarci le spalle.»
«Loro hanno combattuto per anni interi della loro vita, noi siamo riusciti a mantenere stabile un incantesimo! Non siamo mai stati come loro, siamo sempre stati più deboli, ingenui, meno capaci. Abbiamo osato e queste sono le conseguenze.»
I vuoti di Albus si fanno più profondi, come buchi neri che risucchiano il suo animo. Si è sempre sentito non abbastanza e adesso si è reso conto che davvero vale molto poco. Tutti loro hanno limiti, ma solo ora si sono resi conto di ciò. Speravano di essere come i genitori, alcuni di loro hanno bramato la loro approvazione mentre altri, come Scorpius, sono andati alla ricerca del proprio scopo.
Potter e Zabini avevano bisogno di sentirsi "abbastanza", Smith e Weasley necessitavano di ritrovarsi; chi voleva somigliare alla propria famiglia, chi voleva prenderne le distanze.
«E io sono pentito perché solo ora ho capito che Esme e Draco sono i miei veri genitori. Mi dispiace per Adelaide, lei è stata una madre fantastica e sono certo che lo sarebbe sempre stata, ma Esme non è da meno. Ho tre genitori a quanto pare!» dopo l'ultima frase accenna una risata tagliente e si strofina la fronte, sembra arreso alle sue stesse consapevolezze.
Albus cerca di avvicinarsi, ma rimane in silenzio per dargli spazio di sfogarsi.
«Adelaide purtroppo non poteva fare altro e aveva ragione a fidarsi quei due ricconi. Mia madre e mio padre non mi hanno fatto mancare niente nemmeno a livello emotivo. Ricordo ogni cosa e nonostante i loro sbagli, nonostante Esme sia davvero una rompicoglioni e Draco uno smidollato, loro mi hanno dato tutto! Si sono separati e lo avevo capito solo dopo anni, immagina quanto sono stati bravi a nascondermelo per non farmi stare male. Odio il fatto che non mi abbiano mai detto il motivo, e odio tutte le bugie che mi hanno detto. E probabilmente ho interpretato male quella dannata conversazione a casa e dovevo semplicemente chiedere di cosa stessero parlando.»
«Vorresti almeno parlare con loro, vero? Per un'ultima volta.»
Scorpius annuisce e sospira amareggiato.
«Li ho feriti e conosco entrambi abbastanza bene da sapere che adesso sono ancora devastati e mi stanno cercando senza smettere un minuto.»
«E lo stanno facendo anche i miei genitori...» confessa a bassa voce, iniziando a sentire un certo senso di colpa farsi vivo.
Albus si siede sul letto, poggia i gomiti contro le ginocchia e accascia la testa contro le mani, nascondendo il volto tra le dita.
«Io sono troppo diverso, troppo...» sospira il moro «Sono una completa delusione per loro e non puoi immaginare quanto.»
Scorpius si siede al suo fianco e poggia una mano sulla sua spalla per fargli una carezza.
Rimangono in silenzio per qualche attimo, a guardare il vuoto davanti a sé, poi Albus riprende a parlare.
«Sono davvero diverso da loro, non immagini quanto» sbuffa, gli occhi sembrano velati di lacrime «Ci sono certe cose che non riesco ancora a dire perché non so come la prenderebbero, preferisco tenermele per me perché se le dicessi ad alta voce mi sentirei un disastro.»
«Non puoi nemmeno dirle a me? Qui in un posto dove nessuno sa da dove veniamo? E probabilmente ci resta anche poco da vivere.»
«Se te lo dico allora si concretizza.»
«Perché hai paura di te stesso?»
«Perché non sono all'altezza di nessuna aspettativa e so che tu non mi giudicheresti ma non so cosa potresti pensare.»
«Non penserei assolutamente niente» ma Scorpius non insiste e comprende di cosa potrebbe trattarsi, forse lo ha sempre sospettato, eppure come un bravo amico farebbe gli mostra solo un piccolo sorriso e una pacca sulla spalla «Non ho fretta, puoi dirmelo quando ti senti pronto.»
Albus poggia la testa sulla sua spalla in silenzio, ma l'amico parla di nuovo: «Scusami per come mi stavo comportando negli ultimi giorni».
«Non ti preoccupare, posso capire la tua frustrazione.»
«Cercherò di stare più tranquillo, davvero.»
«So che ci proverai, ti conosco bene.»
«Vorrei solo salvare queste persone e non per dimostrare qualcosa, ma perché è giusto farlo. Capisco adesso il peso che portavano i miei. Fare del bene perché di vuole è più difficile di quando lo fai perché devi.»
«Perché ci tieni, perché hai qualcosa per cui combattere e ti interessa il risultato finale.»
«Esatto...»
Albus alza lo sguardo, però rimanendo nella stessa posizione, e accenna un piccolo sorriso: «Sei davvero il loro figlio perfetto, anche se odi sentirtelo dire. Ma non per i voti o perché sei una bella persona, ma perché mi ricordi un sacco loro. Non potevano avere un figlio diverso da te, ecco.»
«Anche se li ho fatti ammazzare in un'altra linea temporale?» ride sarcastico.
«Proprio questo ti rende il figlio di Draco!» ride anche lui, poi continua con dolcezza e un pizzico di serietà «E adesso sei frustrato e cerchi di fare di tutto tu, come tua madre. La vita è stata davvero strana con te: non sei il loro figlio biologico ma ci somigli da morire.»
«E ho gli occhi di mio padre.»
«Sei biondo e pallido, vorrei ricordarti.»
Entrambi ridono di nuovo, la tensione finalmente è calata, e si guardano con tanto affetto.
«Tu dovresti essere più coraggioso» consiglia Scorpius ad Albus «Sono certo che i tuoi genitori lo apprezzerebbero.»
«Non sono un Grifondoro per un motivo.»
«Loro amano chi sei, non ciò che sei, e non sei deludente. Il fatto che tu sia diverso non ti rende inferiore ai loro occhi.»
«Ci proverò.»
«Saranno felici di ascoltarti.»
«Sempre se riusciremo ad uscirne vivi.»
Ridono entrambi, poi le loro chiacchiere vengono fermate dal bussare della porta. Scorpius si alza e con un incantesimo la apre.
«Siete completamente spariti, tutto bene?» domanda Ginny «La cena è pronta e dovete mangiare qualcosa.»
Lei sorride e loro ricambiano, anzi riesce a notare il volto più gentile di Scorpius e comprende che forse si saranno confrontati e adesso si sente meglio.
I tre cugini hanno parlato in segreto del suo atteggiamento e avevano convenuto che bisognava proporgli supporto e dargli modo di sfogarsi.
Mostra loro un cenno del capo e la seguono per poter cenare tutti assieme.
La cucina viene ingrandita ogni volta che bisogna mangiare e tutti si siedono attorno ad un tavolo lungo ed enorme. L'atmosfera in questi momenti appare quasi quieta. Un piccolo momento di relax nel bel mezzo di un mondo che si sta disintegrando.
Si chiacchiera, capita anche di strappare qualche risata o sorriso gaio.
Il cibo è sempre buono, le bevande abbondanti, e possono far finta ogni volta che è una grande riunione tra amici e parenti.
Riempiono le loro bocche con il cucchiaio e si inizia a sentire un vociare chiassoso ma non fastidioso.
Il biondo si siede al fianco di Emily e lei accenna un sorrisetto compiaciuto: «Ti trovo bene».
«"Bene" è una parola grande, ma posso dirti che mi sento meglio.»
Si avvicina al suo orecchio e gli posa istintivamente una carezza sulla sua guancia: «Sono contenta di non vedere i tuoi occhi più così spenti».
Scorpius rimane stupito da quelle parole e nota una certa dolcezza da parte sua.
«Tu sei più delicata da quando stiamo qui.»
«Ti ho detto: ho compreso un po' di cose» spiega, muovendo il cucchiaio nella propria zuppa «Tutta quella rabbia non aveva senso.»
«Eppure adesso capisco perché l'avevi, capisco che certe volte è normale sentirsi così.»
«Ma vedi come si sta bene ora?» si volta da lui e sorride «I tuoi occhi sembrano di nuovo due pezzi di cielo!»
Emily da quando ha perso tutto e ha avuto modo di passare il tempo con una versione giovane e pura della madre ha iniziato a frugare dentro se stessa, a darsi delle priorità e a capire che le emozioni vanno espresse per quelle che sono, senza farsi soffocare dalla rabbia o dall'orgoglio. Sarà che la consapevolezza che molto probabilmente rimarranno bloccati in questa epoca, lontano da tutto, l'ha liberata.
Potrebbero anche morire, e allora non vale la pena vivere con un macigno posato sul cuore.
«Draco, il cielo ha il colore dei tuoi occhi.»
«Amore della mamma, hai gli occhi di tuo padre. Guardare te è come guardare il cielo primaverile... il più bel cielo primaverile!»
Scorpius sente una stretta al petto nel sentire il commento della ragazza, gli ricorda ciò che la madre ha sempre detto su di lui e il padre.
Esme ha sempre amato le loro iridi lucenti, si poteva specchiare attraverso e poteva riversare il proprio amore all'interno.
Osserva gli occhi bruni di Emily e nota per la prima volta quanto siano scuri, come se fossero due pozze di caffè amaro, nero come la notte profonda.
Scuote il capo e distoglie lo sguardo, ritornando a mangiare la propria zuppa tiepida.
«Pensa a mangiare, si fredda.»
Emily gli dà una gomitata e ridacchia: «Non posso farti un complimento che diventi antipatico. Ah, allora ho sempre fatto bene a non dirti nulla».
«Vedi? Mai abbondare le buone e vecchie abitudini.»
Lei ruota gli occhi al cielo, ma entrambi scoppiano a ridere coprendosi la bocca con le mani.
«Sei un'idiota, Malfoy.»
«Ora sì che riconosco la mia Zabini!»
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Qualche giorno dopo, nel futuro... o meglio, nel presente...
Quello studio immerso nel bosco è diventato il covo della ricerca.
Tutti gli adulti sono seduti attorno ad un tavolo in legno tondo e di color noce, il signore anziano si trova in mezzo e mostra loro le sue scoperte e i suoi oggetti.
Vanno avanti così da un po' di giorni, lavorando anche di notte tra una tazza di caffè e l'altra.
Esme cerca di spiegargli i segreti sulla propria magia e cercano di fare qualche piccolo esperimento. Gli altri, invece, si occupano a sfogliare manuali e dare idee che possono risultare brillanti. Allyson si è portata degli appunti con sé e con un taccuino si segna quelli che potrebbero essere dei progressi.
C'è molta confusione nei loro volti e sanno che sarà difficile più di quello che possono solo immaginare, ma non vogliono mollare l'osso.
«Se non troviamo una soluzione il mondo come lo conosciamo svanirà, ecco perché avete avuto quei sintomi. E tutti noi spariremo.»
«A me interessa ritrovare mio figlio» confessa Harry e sospira «So che sembra una follia, ma l'unica cosa che m'importa non è salvare il mondo magico come un tempo, ma rivoglio Albus a casa.»
Gli altri annuiscono, concordando con le sue parole.
«Sta' sereno, trovare tuo figlio potrebbe essere la chiave per salvarci, quindi è cruciale riportartelo a casa.»
«Io però ho un dubbio...» Draco si alza e perplesso si strofina il mento con una mano «Noi dovremmo fermare ciò che sta cambiando il tempo, ma finché non siamo lì non possiamo sapere cosa si è guastato.»
Il signor Turner, ovvero l'anziano mago, non può controbattere e cerca di spiegare il proprio punto di vista: «Per questo voi dovrete andare lì e fare il possibile per sistemare qualsiasi tipo di guaio, anche il più assurdo!»
Ma anche Hermione ha altri dubbi: «Noi non sappiamo esattamente in che anno si trovano».
«Oh, ma queste manovelle indicano dove si subiscono alterazioni.»
«Ma perché sono più manovelle, allora?»
«A quanto pare il loro intervento non ha agito solo su questa linea temporale, ma anche su altre.»
«Dovremmo spostarci da una parte all'altra, insomma.»
«Non sono molte... mhn, penso cinque» osserva il suo marchingegno e annuisce.
«Si potrebbe aprire un portale per ciascuna linea temporale» azzarda Ron, ma Turner scuote con veemenza la testa: «Ci vorrebbe troppa energia, sarebbe distruttivo!»
«Ma non impossibile» interrompe Blaise «Vuol dire che potrebbe fare se trovassimo tutta quella energia.»
«Il nostro tempo potrebbe collassare se non stiamo attenti a cosa combiniamo!»
«Potremmo incanalare allora l'energia in qualcuno che potrebbe reggerla.»
«Nessuno potrebbe reggere l'energia di tutto il tempo dentro di sé.»
«Esme potrebbe» propone Draco, facendo spalancare gli occhi alla moglie. Ma lei non nega, e per il figlio farebbe qualsiasi cosa.
«O si potrebbe dividere l'energia in più pezzi» propone Ginny e poi inizia a contare con il labiale i maghi presenti nella stanza «Siamo sette, di cui una persona quasi immortale.»
«Non sarà facile e non so nemmeno da dove iniziare» avvolge le mani tra i propri capelli e scuote il capo «Non so come si potrebbe fare.»
«Lavoriamoci su» afferma Esme «Troviamo il modo per produrre così tanta energia da aprire dei portali nel tempo.»
«E troviamo un modo per incanalarla nei vostri corpi» aggiunge Allyson.
«Dobbiamo solo fare in fretta...»
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Sto riprendendo gli aggiornamenti più costanti e spero che possiate essere soddisfatti della piega che sta prendendo la storia. Diventerà sempre più ingarbugliata!
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo un sacco ai vostri pareri.
Grazie ancora per essere qui!
Ci vediamo sabato, LadyD💚
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