𝐗𝐈𝐗

Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Kids" di Kyle Dixon e Michael Stein

"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere."
(W. Shakespeare – Amleto)

È una fredda mattinata di novembre, precisamente è il ventidue novembre millenovecento novantacinque, ed è un mercoledì abbastanza noioso per gli studenti di Hogwarts, che camminano per i corridoi dell'istituto per recarsi a lezione.
L'atmosfera che aleggia è sterile, le voci sono basse, e la presenza della professoressa Umbridge rende tutto incredibilmente serioso, differente dalla scuola di magia piena di brio che si conosce.
O meglio, questa scuola di magia si conosce eccome.
Non è un anno nuovo, è un anno passato, un anno dove tutto non è nemmeno iniziato. Prima che tutto possa succedere, all'origine di ogni cosa.
Voldemort è resuscitato, Cedric Diggory è morto da pochi mesi, e quelli che sono diventati poi adulti adesso sono di nuovo ragazzini.
Un anno di scoperte, un anno di transizione.
L'origine anche di Scorpius Malfoy, quando ancora doveva essere Alabaster Rowle.

Siamo all'origine di questa storia.
Ma cos'è davvero questa parola? Cos'è l'origine?
E d'altronde dipende solo da dove la guardiamo, perché tutto è l'inizio e la fine qualcosa.
Tutto è uno ed unità, come un grande cerchio.
E adesso, ancora una volta, il millenovecento novantacinque è l'origine di qualcosa di nuovo, di un nuovo inizio.
Tutto ricomincia da capo, e forse con una conclusione differente.

I quattro ragazzi, presi dalla voglia di scappare in un periodo molto lontano, hanno progettato un piano che appare infallibile ai loro occhi, e ogni decisione è stata presa in maniera meticolosa.
Il loro ingegno e il desiderio di evasione si mescolano al fine di liberarsi dalle catene del loro presente.
Tornare nel passato implica dover nascondersi dagli occhi indiscreti di coloro che non sanno nemmeno chi possano essere, trovare un posto sicuro dove poter fare delle ricerche su "Adelaide", la madre biologica di Scorpius.
Un posto da loro conosciuto e dove potersi rivolgere a persone che possano sapere di questa donna, ma senza destare sospetti.
La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts risulta nelle loro menti il luogo ideale per questa nuova avventura.
Ma i loro volti sconosciuti sono facilmente individuabili e sospetti per la gente del passato, ed è per questo che hanno optato di prendere le sembianze di persone che possono essere utili.
Persone conosciute, facili da manipolare e con occhi che possono girare indiscreti per le mura di Hogwarts.
Servono persone vicine a coloro che conoscono meglio, che possono sfruttare a piacimento: la loro famiglia.
Vincent Tiger, Gregory Goyle, Astoria Greengrass, Parvati Patil, sono i perfetti candidati.
La magia avanzata di Scorpius, l'incredibile intelligenza di Emily, l'astuzia di Albus e la tenacia di Rose riescono ad elaborare la soluzione perfetta: prendere le loro sembianze, utilizzare la magia per paralizzarli e nasconderli nella Stanza delle Necessità, dove tramutati in oggetti non potranno essere visibili agli occhi di coloro che ci passeranno per gli allenamenti dell'Esercito di Silente.
Si sa, nascondere qualcosa sotto il naso delle persone è il miglior modo per non farsi accorgere.
I due Serpeverde saranno i compagni di un Draco Malfoy giovane, la piccola Astoria sarà la veste di Emily, mentre la coraggiosa Grifondoro è la perfetta copertura per Rose, la quale potrà essere vicina ai suoi genitori quando ancora erano dei ragazzini.

L'emozione principale che i loro cuori provano è l'eccitazione.
Non hanno pensieri negativi che li mettono in subbuglio, bensì solo la voglia di farcela e tornare nel loro presente, ovvero l'attuale futuro, con risposte e consapevolezze differenti.
Per giunta sono curiosi di osservare i loro genitori da giovani e poter scavare nell'animo di quelle persone fin troppo rigide, ansiose e pressanti.
Ma il pensiero principale è Adelaide, una povera donna costretta a rinuncia a qualsiasi cosa, compresa la sua stessa vita.
Una donna di cui sanno poco e di cui vogliono scoprire ogni cosa.
Sono certi che tra manuali e chiacchiericci vari potranno scoprire tutto su di lei in poco tempo.
Il nome non è una grande informazione, ma sono positivi sulla riuscita del loro piano.
Serve trovare una donna in difficoltà e con un bambino nel suo grembo.
Devono almeno provarci, lo hanno promesso a loro stessi, soprattutto a Scorpius che necessita ritrovare se stesso.

Non è solo un viaggio nel tempo, attraverso ricordi e parole, ma è un viaggio dell'animo, di scoperta del proprio io.

Dovranno continuare il loro quinto anno in maniera differente, fingendo di essere qualcuno che non sono loro e con insegnanti diversi dai conosciuti.
Potranno soprattutto liberarsi dagli occhi indiscreti di amici e parenti.
Adesso è come se tutto fosse nuovo, nonostante per noi non lo sia così tanto.
«Ricordati, devi essere un completo idiota» mormora Scorpius verso Albus «Erano gli amici tonti di mio padre, sapevano malapena scrivere.»
«Ma perché abbiamo scelto questi due? Sono disgustosi... puzzano!» esclama odorandosi le braccia, che al momento non sono sue.
Entrambi "indossano" i loro corpi al momento e si organizzano sul da farsi.
Per fortuna l'istituto è rimasto lo stesso e camminare tra i corridoi viene facile.
Sono vicino ad una finestra a parlottare a bassa voce mentre il resto degli studenti cammina diretto verso le proprie lezioni.
«Lascia perdere, ti laverai più tardi» sospira il biondo, o meglio "Vincent Tiger".
I due scuotono la testa e con lo sguardo si voltano a destra e sinistra.
Cercano di ambientarsi, di abituarsi, e sperano che tutto possa andare liscio come pianificato.
Soprattutto cercano con gli occhi le due ragazze, che devono raggiungerli per poter dare qualche informazione.

«Dove eravate finite?» domanda ansioso Albus.
«Se sei così bravo allora ci pensavi tu» aggrotta la fronte Emily, scuotendo poi la testa.
Rose tira fuori una pergamena dalla tasca e la mostra ai cugini: «Abbiamo trovato l'orario delle lezioni nella mia camera. Chiaramente Emily ha il proprio».
«Questi idioti erano così stupidi da non avere nulla» commenta Scorpius.
Per le due ragazze sarà facile l'interpretazione di quei nuovi personaggi, cosa che non sarà tale per i due giovani.
«Dovete fare attenzione» sussurra la mora «Non fatevi beccare.»
«Nemmeno voi.»
Sospirano e si guardano con aria complice tutti e quattro.
Poi si dileguano, non possono farsi vedere vicini da occhi indiscreti.
Sanno bene che ogni cosa deve avvenire di nascosto, soprattutto perché non era solito vedere Parvati vicino quei tre Serpeverde, soprattutto i ragazzi.

«Dove diavolo eravate finiti, imbecilli?!» Scorpius ed Albus sentono una voce antipatica strillare dietro loro, così fastidiosa da far stringere i pugni al biondo.
Ma devono far finta di nulla.
Prendono un bel respiro e con una faccia da "innocenti" si voltano.
«Tra poco abbiamo pozioni e vi avevo perso di vista! Non dovete sparire, lo sapete come funziona.»
Scorpius aggrotta la fronte, schiude la bocca e impiega un paio di secondi prima di entrare nuovamente nella sua parte.
«Volete che mio padre lo venga a sapere, eh? Lo sapete cosa succede se non mi ascoltate!»
Ebbene sì, è proprio Draco Malfoy, ma totalmente diverso da quello che loro due hanno conosciuto.
«Sì, certo, hai ragione» parla veloce Albus, annuendo e mostrando un sorrisetto da ebete.
Essendo meno scioccato dell'amico è riuscito subito a prendere parola.
Malfoy accenna un ghigno e poi con un gesto del capo li invita a seguirlo in aula.

Camminano assorti dai loro pensieri, confusi, e Scorpius è completamente scioccato nel vedere il suo stesso padre con meno rughe e un'espressione meno docile.
Gli era stato raccontato che era un ragazzino meno gentile, ma non si aspettava una voce così brusca.
Per giunta nella strada verso l'aula notano che non fa altro che fare commenti negativi, guardare male i passanti e sbattere le spalle contro i più piccoli.
«Oh, chi vediamo qui?» sogghigna Draco «Lo sfregiato e i suoi amici?»
«Chiudi quella bocca, Malfoy.»
«Ti ricordo che facciamo parte della Squadra d'Inquisizione... ti conviene stare attento a quello che dici» passa gli occhi con aria superiore verso tutti e tre «E dovreste fare lo stesso anche voi weasle e sanguemarcio.»
Scorpius si sente in completo imbarazzo e non ha davvero parole, non si aspettava che il padre era così tanto differente.
Lo shock è grande, rimane completamente rigido e si sforza in tutti i modi affinché le sue espressioni non facciano cadere la sua maschera.
Sanguemario è davvero troppo.

«Quante volte devo dirti di non usare queste parole, idiota di un Malfoy?»
Dietro di loro appare una voce femminile estremamente calda e dura, odono anche dei passi estremamente decisi, e quando quella figura si fa maggiormente vicina vengono travolti da un profumo di cannella fortissimo.
Un profumo che Scorpius conosce bene.
Draco si volta e corruga la fronte, stringe i pugni, serra la mascella.
«Allora devi dire ai tuoi amici di sparire.»
«Sparire? Hai iniziato tu!» squilla Hermione con rabbia.
«Chiunque abbia iniziato non mi interessa» Esme fulmina con lo sguardo tutti i ragazzi presenti «Non voglio sentire una sola parola cattiva uscire dalle vostre bocche.»
Il trio e Draco annuiscono, ma continuano a guardarsi con aria di sfida.
«Ho detto "vostre"» tuona la bruna rivolgendosi a Tiger e Goyle «Ci siamo intesi?»
I due erano rimasti allibiti nel vedere le loro famiglie con quei volti così giovani, perplessi anche sul loro modo di fare.
Scuotono il capo e poi annuiscono, ritornano alla realtà e riprendono possesso dei loro nuovi corpi.

«Quante volte devo dirti di non iniziare queste discussioni inutili, Draco?» lo rimprovera Esme, ma a bassa voce vicino al suo orecchio, solo quando il trio si è allontanato «Non mi piace lamentarmi di te davanti agli altri, ma certe volte sei insostenibile!»
Scorpius e Albus nel frattempo sono ad un paio di passi dietro di loro, che continuano a camminare seguendoli.
«Avanti, fatina, smettila» rotea gli occhi al cielo e sospira «Non è successo niente.»
«Non si chiama così Hermione, non farlo più.»
Lui non le risponde, le lancia uno sguardo con la coda dell'occhio e porta le mani in tasca.
Nasconde anche un mezzo sorrisetto, lei sa che non riceverà un "va bene" ma sa anche che sotto quello sguardo c'è complicità.
Così sorride anche lei e in maniera scherzosa gli dà una leggera gomitata.
«Sei insopportabile, Malfoy.»
«Mi vuoi bene lo stesso, lo sai» ridacchia vicino al suo orecchio e le lascia un bacio sul capo.

'Sul serio? Fatina?' Scorpius è senza parole sui suoi stessi genitori.
Gli avevano detto che hanno compreso i loro sentimenti piuttosto in ritardo, ma vedendoli adesso si chiede come hanno fatto a metterci così tanto.
'La chiama ancora così! E poi... solo amici? Per la barba di Merlino, sono sempre stati davvero stupidi allora.'

Entrano in aula e il giovane Smith continua ad osservare quelli che sono i suoi genitori.
Sono differenti, lo sente dalla stessa energia che emanano: lui è cupo, borioso, indisponente; lei è radiosa, intrepida, forte.
Ciò che più lo colpisce è la complicità che hanno nonostante le loro palesi differenze.
Per un attimo si dimentica perché è lì, qual è la sua missione, e si concentra su quello che i suoi occhi stanno vedendo.
E si volta attorno, ammira un'aula differente da quella che ricorda, e vede Piton entrare in classe, un uomo di cui ha sentito tanto parlare ma di cui ode per la prima volta la voce.
Scorpius prende coscienza seriamente su ciò che ha fatto e dove è finito.
Scorpius prende coscienza che adesso è nel passato e vive tutto ciò di cui ha solo sentito nelle storie della famiglia.
Pensa già che questa avventura sarà più assurda di quello che pensava.

Aver usato una giratempo non brevettata del tutto è stata una follia, anche prendere l'identità di qualche ragazzo, e adesso si ritrova a fingere di essere uno degli scagnozzi di un padre quando era ancora acerbo e pieno di sé.
Inizia a comprendere quanto la vita possa essere imprevedibile al punto da farti trovare in situazioni che potevano risultare imprevedibili.
Chi lo avrebbe mai detto che Scorpius e i suoi amici si sarebbero imbattuti in tale viaggio?
E chi avrebbe mai immaginato che sua madre biologica veniva dal passato?
Tutto ciò che abbiamo sempre saputo non è stato altro che conseguenza e allo stesso tempo origine di ogni evento.
Adesso, arrivati a questo punto, non ci resta che comprendere in che modo ogni cosa è collegata.

Scorpius si volta da Albus, si guardano intensamente per qualche attimo e poi prendono un profondo respiro.
Adesso tutto è iniziato, di nuovo, e non resta che segnare questo percorso.
«Sarà divertente» mormora Smith con un sospiro, poi gli sfugge una silenziosa risata.
«La cosa più divertente che avessimo mai fatto.»
Riportano lo sguardo in avanti, ritornano ad ascoltare il professor Piton.

Benvenuti nel passato.

•·················•·················• 

Esme e Draco non hanno dormito tutta la notte dopo che Scorpius è scappato via ad Hogwarts.
Sono rimasti così sconvolti dalla litigata e dalle parole del figlio che non hanno proprio avuto la forza di chiudere gli occhi nemmeno per un attimo.
Si sono semplicemente posati sotto le coperte, sdraiati, uno davanti all'altro e sono rimasti a guardarsi con occhi vuoti e mortificati.
Le grandi mani di Draco afferrano quelle della donna, ci posa sopra un bacio e sospira.
«Ci chiamerà in questi giorni e tornerà tutto come prima» cerca di rincuorarla, eppure anche lui teme che possa essere una discussione troppo grande per essere affrontata con così tanta semplicità.
Teme che possa esserci per molto tempo dell'astio con il figlio.

«Abbiamo sbagliato qualcosa?» domanda lei, con un sospiro.
«Spero di no» risponde con semplicità lui.
Esme si avvicina al suo corpo e posa la testa sul suo petto, poi inizia a canticchiare.
«Unforgettable that's what you are... unforgettable though near of far...»
Draco sa cosa vuol dire quando la moglie fa così e decide che la cosa migliore da fare è supportarla, seguirla, ancora una volta, come sempre: «Like a song of love that clings to me...»
La melodia viene pronunciata da entrambi, più volte, per minuti interi, lunghi che appaiono interminabili.
E così trascorrono la notte, con gli occhi rivolti al soffitto, alternando silenzio, canzoni e brevi parole di conforto.

Per un genitore non è bello rimproverare o discutere con il figlio, come si può pensare certe volte.
Non trovano gusto nel farlo stare male, non lo fanno nemmeno di proposito.
La differenza di età e di modi di fare provoca scontri che inevitabilmente fanno credere alla giovane e fragile mente di un adolescente che i genitori vogliano andargli contro, che siano incapaci di entrare nel profondo del loro animo.
E forse un po' è così, ma in maniera differente da come viene vista: certe volte non comprendono i dilemmi di un figlio solo perché lo vedono con gli occhi materni e paterni, come se davanti a loro avessero ancora quel piccolino in fasce.
Loro vorrebbero comprendere, certe volte è solo impossibile.
Per questo, solo la crescita e le esperienze riescono a far avvicinare figli e genitori.
Ma adesso è normale per Esme e Draco affrontare questo periodo turbolento nella loro vita. È biologico, naturale.

Si alzano dal letto quando i primi raggi del Sole entrano dentro la camera, scendono in cucina e assieme preparano la colazione.
Eppure non hanno molta fame, lo stomaco è chiuso.
Si limitano a del tè zuccherato e un caffè amaro.
«Oggi ha lezione, magari si rilasserà e ci penserà su» scuote le spalle lei, sorseggiando il liquido caldo dalla tazza e prendendo un grosso respiro.
«Molto probabile, sai? Anche noi abbiamo avuto problemi con le nostre famiglie, poi li abbiamo risolti.»
«Tu... beh, non molto» accenna un riso Esme, per smorzare la tensione.
«Lucius non si può considerare una persona normale, non è certo colpa mia!» anche lui sghignazza, avvolge un braccio attorno alle sue spalle e l'avvicina a sé per darle un bacio sulla testa.
«E tu sei un padre migliore di Lucius, te lo assicuro.»
Si rincuorano a vicenda, cercano di essere razionali e di comprendere che quel mutamento e la rabbia del figlio sono sentimenti normali per un ragazzino.
Capirà, tornerà subito sui suoi passi, darà spiegazioni, chiederà scusa.
Passa un'ora, poi due, poi tre.
I loro animi sembrano acquietarsi, la consapevolezza che più passa il tempo e più le ferite si rimarginano sembra far effetto.

Improvvisamente un crepito.
Sul tavolo della cucina scoppia una fiammella e compare una lettera con il timbro rosso della scuola di Hogwarts.
I due corrugano la fronte, sembra strano, e si avvicinano per leggerla.
Forse è da parte del figlio, eppure sotto vi è la firma della preside.

"Siete immediatamente convocati nel mio ufficio.
Adesso.

Minerva McGranitt."

Non c'è scritto null'altro e il tono non è formale, bensì diretto e allarmante.
Esme e Draco si guardano perplessi e anche turbati.
«Ho un brutto sospetto» ammette la donna «Questa volta non ho bisogno delle Antenate per capirlo.»
Lui annuisce provando la stessa preoccupazione.
«Sì, è successo qualcosa» sospira e si passa una mano per i capelli.
Qualcosa è successa, ma loro non sanno ancora cosa.
E forse cosa davvero è accaduto non lo sa nessuno.

Benvenuti nel presente.


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ECCOMI DI NUOVO QUI!
Spero abbiate letto il capitolo con la canzone!
Comunque, come promesso, non sono sparita e da lunedì comincio di nuovo con i soliti aggiornamenti (lunedì, mercoledì, sabato).
Penso che tre volte a settimana vada bene, non penso sia troppo!

Tornando al capitolo: spero vi sia piaciuto, da adesso vedremo una trama più ingarbugliata e attiva di quella che stavamo leggendo.
Le cose iniziano a prendere forma... una forma davvero strana!
Pareri ed idee? Fatevi avanti a dirmi tutto!

Comunque, vi ricordo che mi trovate anche su instagram e tiktok (trovate i link nella bio qui su wattpad)

Ci vediamo lunedì, un bacio 💚

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