𝐋𝐗𝐈𝐈𝐈
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«Dobbiamo parlare» affermano all'unisono, guardandosi dritto negli occhi.
Entrambi si bloccano uno di fronte all'altro, cercando di spiccicare mezza parola ma finiscono per balbettare suoni confusi e indecifrabili.
«Inizia tu» ansima Albus, non volendo aprirsi subito «Cerchiamo di capirci qualcosa.»
«Ho baciato Julie» mugola arricciando il naso e poi si morde il pugno, facendo spalancare la bocca di Albus.
«Quando? Come?»
«Poco fa, eravamo in corridoio di nascosto a parlare, e non ci ho pensato due volte.»
«E lei?»
«Ha ricambiato, poi abbiamo continuato a baciarci, le mani sono andate un po' di qua e di là...»
«Fermo! Dove sono andate queste mani?»
Scorpius si stringe i capelli biondi e sbuffa frustrato: «Dove possiamo esserci toccati secondo te, Albus? Dove?!»
Non ha tutti i torti, questa domanda è stupida, ma l'amico è sul serio sconvolto.
«Ma eri indeciso stamattina!»
«E non ci ho capito più niente, va bene?!»
«E ora?»
«E ora niente, domani ci vediamo di nuovo, le ho proposto di venire in camera nostra.»
«CHE COSA?!» urla con la bocca spalancata.
«PER QUESTO ERO AGITATO!» esclama, per poi prendere un grosso respiro, guardarlo dritto negli occhi e forzare un sorriso «Potresti non presentarti tutta la sera? Magari tornare un'ora dopo il coprifuoco?»
«Ma perché non la porti nella Stanza delle Necessità? E io dove dovrei andare?»
«Non voglio farle vedere il nostro posto. Avanti, vai tu in quella stanza! Anzi, poi ti vengo a chiamare proprio io da lì!»
«Scorpius Smith Malfoy-»
«Non devi dire nulla a nessuno!» esclama interrompendolo.
Scorpius ha il volto rossissimo e copre le labbra dell'amico con una mano: «Non una sola parola! Questa scuola ha occhi e orecchie, basta una frase fuori posto e la notizia arriva a chiunque, comprese le nostre famiglie»
Dopo quest'ultima affermazione Albus deglutisce e spalanca gli occhi, capendo che un semplice gossip provocherebbe molti chiacchiericci nell'istituto e anche molte domande da parte di genitori e parenti.
Per questo si ammutolisce e inizia a pensarci bene se dirgli ciò che stava pensando e succedendo.
«Non so nemmeno se è la cosa giusta, però mi sembra così. Oggi eravamo presissimi, quindi voglio farlo e basta!»
«Non devi giustificarti con me» ridacchia l'amico «Piuttosto è curioso come sei finito dall'essere indeciso questa mattina a metterle le mani sotto i vestiti.»
«Era sopra, Albus! Era sopra!» si mostra agitato, imbarazzato, non gli piace dover raccontare quei particolari a qualcuno ma lui è il suo migliore amico e di certe cose è sempre meglio parlarne e confrontarsi.
«Domani se ti lascio la camera, però, vedete di fare qualcosa di concreto altrimenti mi avrai fatto perdere tempo» cerca di soffocare una forte risata, cosa che fa agitare Scorpius: «Al! Questa cosa è un segreto!»
«Ho capito, ho capito! Ma Julie non lo manterrà.»
Questa realizzazione lo mette di nuovo in agitazione. Scorpius sa bene che può fidarsi solo di Albus, che tranne lui chiunque potrebbe farsi sfuggire qualcosa dalla bocca.
«Lei lo dirà alle sue amiche, come è giusto che sia. Una ragazza non può sparire nella camera di un ragazzo senza avvisare nessuno. E poi sembreresti uno squilibrato se la costringessi a non parlare, e avrebbe anche ragione!»
«Per questo ti volevo parlare, perché ora non so che fare!» esclama con disperazione «Io non voglio costringere nessuno e non voglio che una ragazza pensi che io voglia tenermela tutta per me, come se fosse un segreto, come se fosse un oggetto. Ma sai bene anche tu che basta una mezza voce fuori posto e queste chiacchiere finiscono nelle orecchie di Lizzie, quindi poi di Allyson e infine dei miei genitori! Io non voglio che si generi tutto questo caos per un flirt.»
Albus comprende il suo malessere, annuisce alle sue parole e cerca di riflettere.
«Ma sono anche stanco di privarmi delle mie esperienze perché questo istituto ha occhi e orecchie ovunque!»
Il discorso ha senso: Scorpius non ha cattive intenzioni, anzi vorrebbe viversi quel momento con spensieratezza come Julie, ma odia quando ogni minima cosa della sua vita scolastica e privata viene spifferata ai suoi genitori.
«Partiamo per gradi... Julie non vuole nessuna relazione e non la vuoi nemmeno tu. Ti serve un modo per far sì che le vostre cose non arrivino alle orecchie di chiunque...»
«Il problema è Lizzie!»
«Potresti dire a Julie semplicemente la verità»
«E come cambierebbero le cose? Anzi, si sentirebbe solo a disagio.»
«Prova a dirle in maniera ammiccante che vuoi che sia un segreto passionale, qualcosa che poche persone è meglio che sappiano per non creare scompiglio... dai la colpa ai Grifondoro!» esclama battendo le mani una contro l'altra, forse ha trovato una soluzione «Lei spesso si è lamentata di quanto sono impiccioni e antipatici, che sono veramente degli idioti. E sai anche che è vero.»
«Aspetta non avevo pensato a questo...» si rende conto che oltre la famiglia c'è un problema ben maggiore in quella scuola.
«Loro inizierebbero a dire che ti fai le ragazze perché sei popolare, che le sfrutti per questo, e potrebbero anche schernire lei, chiamarla serpe approfittatrice, e altre cose di questo genere» per fortuna Albus non si fa sfuggire niente, ma è così furbo che cerca di sfruttare uno svantaggio in un vantaggio «Cerchiamo di tenere la cosa tra di noi Serpeverde, mettila così. Dille che è meglio che questa cosa non arrivi ai Grifondoro, tutto qui. Lei non ha amici in quella casa, li odia visceralmente, anche quelli della sua stessa scuola che sono stati buttati tra di loro. Le loro amiche la capiranno, materranno il segreto per proteggerla e così sarete protetti entrambi! Sia da quegli idioti che dalle noster famiglie.»
Bingo, Albus Potter ha fatto centro.
«Sei il mio salvatore!» lo stringe in un abbraccio forte e sospira sollevato «Stavo impazzendo! Dovevo trovare una soluzione entro domani e mi sembrava di essere intrappolato nella mia stessa cazzata.»
L'amico ricambia la stretta e ride divertito. Gli fa piacere aver trovato una giusta soluzione e gli fa piacere che sia Scorpius che una loro nuova amica possano divertirsi senza sentire il peso di occhi e orecchie indiscrete.
«Non è nemmeno bello per una ragazza avere quei coglioni che la giudicano» riflette Scorpius «Sai bene quanto mi danno fastidio quando lo fanno.»
«Li hai solo riempiti di pugni qualche volta per questo» sogghigna divertito, ma condividendo appieno le parole dell'amico.
Ma queste parole gli fanno dubitare fortemente di tutto quello che ha fatto e sta facendo. Sente la vergogna arrivargli fin sopra il collo e ora non sa proprio da dove partire.
«Avanti, tu cosa avevi da dirmi?» domanda il biondo, portando le mani sui fianchi e volendo ora dare spazio ad Albus «Non racconti mai niente! Finalmente hai qualcosa da dire!»
Il moro deglutisce e balbetta di nuovo, non sapendo proprio come spiegargli ciò che è successo.
I problemi solo molteplici, si sente un completo disastro e ciò che più teme è la reazione di Scorpius. Lo accetterà? Cosa penserà di lui? E se la loro amicizia dovesse finire in questo momento?
Si pente per essere entrato in quella camera e avergli chiesto di parlare con agitazione.
Per quanto sappia che Scorpius sia una persona comprensiva ed inclusiva, sa anche se non tutti possono reagire nella stessa maniera quando si tratta di qualcuno vicino a noi. Magari ha delle aspettative in lui, di un amico che come lui non vede l'ora di togliere il reggiseno ad una bella ragazza.
«Tutto bene?» gli domanda preoccupato «Al, puoi parlarmi di tutto, lo sai.»
Ma all'amico inizia a mancare il fiato e scuote la testa ripetutamente: «Non è niente, non è niente».
Si va a sedere sul proprio letto e rimane in silenzio, non riuscendo a pronunciare una mezza parola.
Scorpius si siede sul proprio, con le gambe incrociate sul materasso e il corpo rivolto verso quello dell'amico.
«Mi vuoi dire quello che sta succedendo? Sei strano, non riesco a capirti...» la voce è delicata, mostra un certo senso di preoccupazione «Perché non riesci più a parlarmi? Per caso ho fatto qualcosa?»
Immediatamente si mette in discussione, supponendo che abbia fatto qualcosa tale da aver scosso il suo migliore amico e per questo si sete dispiaciuto.
«Ti prego di dirmi se ho sbagliato in qualcosa...» sospira, lui è un ragazzo dal cuore d'oro e non vorrebbe mai ferire qualcuno nemmeno per sbaglio.
Ma Albus si sente mortificato, percependo il sincero interesse di Scorpius e non volendo che lui si sentisse sbagliato in qualche modo.
«Ma no! Non hai fatto niente, davvero. Sono io che sto passando un periodo con la testa tra le nuove. Ho solo tanti pensieri.»
«E perché non vuoi parlarmene? Oggi sei venuto qui tutto agitato e vorrei sapere il perché! Così come tu aiuti me, io vorrei aiutare te.»
Tiene la testa bassa a quelle parole, non riesce a guardarlo negli occhi: «Ho paura di perderti».
Questa confessione fa aggrottare la fronte di Scorpius, che si sente confuso e ancora più insospettito: «Al, perché dovresti perdermi? Non penso tu mi abbia fatto qualcosa...»
«Non penso nemmeno io, ma forse ti aspetti qualcosa di diverso da me.»
A questo punto, Scorpius non riesce davvero a seguirlo e a comprendere le sue parole.
«Spiegati.»
«Come posso farlo? Non so nemmeno da dove partire!» dalla voce trapela un'estrema frustrazione, alza il capo al cielo e osserva il soffitto «Avrei bisogno di dirtelo, ma se perdo te io rimango da solo.»
Scorpius a quel punto si alza e si va a mettere al suo fianco, poggiandoli una mano sulla spalla: «Siamo come fratelli, mi puoi parlare di tutto».
Albus cerca di raccogliere il poco coraggio che ha, ma l'aria si blocca in gola e delle lacrime spuntano nei suoi occhi.
Dire ad alta voce ciò che gli succede equivale a dar vita alla realtà, a qualcosa che non vorrebbe che fosse vera.
Una volta svelato il segreto poi sarà costretto a conviverci per sempre, a doverlo dichiarare a voce alta a chiunque un giorno, anche alla sua famiglia, e questo lo spaventa.
«Anche se dovessi dirlo a te e tu non dovessi reagire male, poi come faccio a vivere con questa cosa? Se la dico, poi diventa vera!»
«Hai paura di questa cosa? E perché? È una cosa brutta?»
«Oggettivamente no, ma per alcuni può esserlo. Potrebbe esserlo anche per i miei genitori, e per loro sono già totalmente sbagliato.»
«Se per loro sei sbagliato già ora, allora non dovrebbero essere stupiti di altro» cerca di confortarlo con un sorriso, gli accarezza la schiena e sospira.
«Scorpius...» cerca di dire qualcosa di sensato, prende anche abbastanza coraggio per guardarlo dritto in volto e cercare in iniziare un discorso serio «Se i tuoi genitori dovessero sapere di Julie, saprebbero che hai un interesse per una bellissima ragazza Sepeverde. Saprebbero che ha i capelli color miele, gli occhi castani e un sorriso splendente. Che ti potresti portare a casa una strega talentuosa con una passione per l'erbologia che sogna di diventare un medimago di successo. Una donna bella e intraprendente.»
«Sì, Julie è davvero una bellissima ragazza.»
«E se non è Julie allora sarà un'altra maga stupenda. Sei l'orgoglio Serpeverde della tua famiglia.»
«Non puoi farti pesare la tua casa ancora adesso.»
«Non è quello, ma è tutto! James e Lily portano anche i nomi dei miei nonni, sono gli eredi perfetti di un Potter e di una Weasley. I loro modi di fare, anche il loro aspetto fisico.»
«Al, sai benissimo che sei perfetto così come sei ed essere diverso dai tuoi non ti rende sbagliato.»
«Ti ricordi l'ex fidanzata di James?» domanda esasperato «Una Grifondoro nata da due genitori babbani con un cuore d'oro! Con i capelli castani riccissimi, gli occhi grandi e verdi, con il viso cosparso di lentiggini!»
«Non capisco cosa c'entri Margareth con te...» Scorpius è davvero confuso.
«Perché io non porterò mai una Margareth a casa!» esclama quasi urlando, guardando con rabbia l'amico.
Si alza dal letto e punta un dito contro il biondo, nervoso: «Non porterò nemmeno una Julie a casa! Non porterò mai nessuna a casa!»
A quel punto Scorpius comprende che ciò che aveva sospettato da un po' di tempo non erano semplici pensieri, ma qualcosa di concreto.
Sono cresciuti insieme, lo conosce tanto bene da aver capito prima di lui ciò che sta cercando di dirgli in maniera disperata e confusa.
«Porterai a casa una persona come Josh, come Matthew, come Dean» inizia ad elencare qualche loro compagno Serpeverde, con delicatezza, non vuole turbarlo «Che male c'è?»
Albus sente un brivido gelido percorrergli la schiena, le braccia ricadono lungo il proprio corpo e deglutisce.
«Tu lo avevi capito...» sussurra con sgomento, notando come Scorpius non sembri sconvolto o sorpreso.
«Sì, e anche se non lo avessi capito prima la mia reazione non sarebbe stata diversa. Veramente pensavi che ti avrei giudicato per questo?» a dire il vero si sente un po' amareggiato, pensava di essere stato sempre molto chiaro riguardo le sue posizioni: non è mai stato un ragazzo con pregiudizi.
Albus si sente sprofondare dalla vergogna, nota la delusione negli occhi dell'amico, ma non per la sua sessualità bensì per aver temuto di lui.
«So che è difficile accettare queste cose, ancor di più dirle, ma non a me. Non mi interessa se ti piace una Julie o un Josh, non sono tuo amico da una vita per questo.»
«Per me è difficile...» la voce è spezzata, sta ingoiando lacrime aspre «Per me è difficile non essere quello normale.»
«Che diavolo stai dicendo, Al?!» alza leggermente la voce, trovando ingiuste le sue parole «Sei normalissimo! Sei un mago normalissimo, come tutti noi. Sembri tu ad avere pregiudizi! Che male c'è se ti piacciono i ragazzi?»
L'ultima frase la sente come uno schiaffo in pieno viso, perché ora i suoi pensieri sono realtà.
«Non puoi vivere nascondendoti, non puoi vivere pensando di essere sbagliato quando chi giudica lo è. Liberati da questi assurdi pensieri!»
«Non so quanto a mio padre farebbe piacere saperlo.»
«Ha tanti difetti tuo padre, ma ti ama così come sei.»
«Non accetterà comunque tutto questo.»
«Perché no? Al, stai parlando come se fossi Voldemort!»
«Per te è facile dirlo, perché non sei nei miei panni! Se scoprono che esci con Julie sentiresti solo chiacchiere indiscrete, ma se si scoprisse chi sono io?»
«Non devono scoprirlo ora se non vuoi. Non devi obbligarti a dire la tua sessualità oggi.»
«E se dovesse uscire fuori la cosa?»
«E come dovre-» si interrompe, capisce dove vuole arrivare e incrocia il suo sguardo con serietà «Chi è lui?»
Albus si rimette a sedere e strofina le mani contro le cosce: e ora come glielo dice?
Prende profondi respiri e guarda il vuoto, senza riuscire a dire una parola.
Per rendergli il momento più facile e cercare di aiutarlo, Scorpius inizia ad elencare qualche Serpeverde, ma Albus scuote ripetutamente la testa ad ogni nome pronunciato.
«Ehm... magari un Tassorosso? Martin del quinto anno è un bravo ragazzo, adora fare Pozioni come te...» tenta ancora una volta, magari cercando il tipo ideale dell'amico.
«No, anche se è carino» ammette con una risatina, mentre una lacrima gli riga il volto.
Scorpius sospira quando nota quella gocciolina marcare duramente la sua guancia e l'asciuga con la manica della camicia. L'amico si volta dopo questo gesto e gli sorride mortificato: «Penso di essermi messo in un bel casino...»
"Non è possibile..." pensa il biondo, spalancando gli occhi e cercando di trattenersi dal balzare dal letto.
«Al...»
Annuisce, lo ha capito dalla sua espressione che ha colto ciò che voleva dirli.
«COME TI SALTA IN MENTE DI USCIRE CON UN GRIFONDORO?» gli tira una forte pacca sulla spalla e lo fulmina con lo sguardo «Ti rendi conto che sono degli idioti? Dimmi chi diavolo è!»
«Adam.»
«ADAM? L'AMICO DI NICHOLAS? PER LA BARBA DI MERLINO, MA COSA TI SALTA IN MENTE?»
Scorpius si alza dal letto con le mani sulla testa e inizia a camminare per la stanza sconvolto: «Al, su tutti i ragazzi carini di questa scuola mi spieghi perché lui? È un buffone!»
«Non so nemmeno come sia successo!» balza dal letto anche lui e sbuffa.
«Come non sai come è successo? Ah, allora anche io non so come è successo che la lingua di Julie oggi era inaspettatamente nella mia bocca!»
«Non ci siamo baciati» cerca di tranquillizzarlo con queste parole, ma ciò non cambia la gravità della situazione per Scorpius «Non è successo niente a dire il vero. Solo... cose strane.»
«Mi devi raccontare tutto, senza tralasciare un dettaglio. Quel ragazzo potrebbe star giocando.»
«E se lo stessi facendo anche io?» confessa stringendo i pugni sulla sua testa e guardando l'amico con un volto preoccupato.
«Albus Severus Potter, ti stai mettendo a giocare con un amico di Nicholas? Che ti salta in testa!»
«Abbiamo iniziato a parlare, lui ha iniziato a farmi qualche battutina, poi io l'ho ricambiata. Anche mentre studiavamo oggi sembrava tutto così strano! Cioè io non capivo all'inizio che mi stava stuzzicando, poi non so come sono finito per dirgli di sfidarmi per vedere quanto resisto!»
«Resistere a cosa, Albus? A quanto sei sconsiderato?»
«Non lo so, mi sentivo tutto strano, tutto eccitato!»
«In tutti questi anni non ti sei interessato a nessuno, nonostante siamo pieni di ragazzi molto carini. Dannazione, ma perché non ti fai piacere quel Martin!»
«Ma non so nemmeno se è gay! E poi tu stesso hai detto che non mi avresti giudicato!»
«Al, non è possibile giudicare qualcuno in base all'orientamento sessuale, alla religione e alle origini, ma è possibile farlo se ti sei scelto un coglione!»
Scorpius si strofina le mani sulla faccia e cerca di calmarsi.
Il moro mugola scuotendo le spalle e sbatte un piede a terra: «Non me ne sono nemmeno accorto, giuro!»
«Ora rispondimi ad una domanda, anche se temo la risposta: perché mi hai chiesto di parlare?»
«Avevo bisogno di confessare la mia sessualità, perché mi fa paura. Non so come comportarmi ora. Ho cercato di evitare questo pensiero da sempre, ma ora è inevitabile.»
«Ed è diventato inevitabile da quando questo coglione è arrivato, vero? Per questo sei strano?»
Annuisce alla sua risposta e Scorpius sbuffa, porta le mani sui fianchi e si mette davanti all'amico: «Ecco cosa temevo, che ti fossi rimbambito per lui».
«Il punto è che è inevitabile ora! Non so come spiegarlo, ma non so gestire la cosa! Scorp... io non lo ammettevo nemmeno a me stesso prima di lui.»
«Lo ami?» domanda stranito.
«No, Scorp! Lui è fottutamente bello, sicuro di sé. Come mi guarda mi fa andare fuori di testa! Oggi era a qualche centimetro da me e ho provato una sensazione mai sentita prima.»
«Lo sai che Nicholas non deve venirlo a sapere, vero?»
«Io sono combattuto. Una parte di me vuole continuare questo gioco, vedere fin dove ci spingiamo, l'altra parte di me è preoccupata che possa cadere in qualche tranello meschino.»
«Quello che ti sto per proporre non ti piacerà.»
Albus guarda l'amico con sospetto, sa bene che quando vuole ottenere qualcosa o proteggere chi ama sarebbe capace anche di spaccare il naso a qualcuno.
«Mio padre, sai-»
«Vuoi utilizzare il Legilimens? Ma sei matto?»
«Ah! Come hai fatto a capirlo?»
«Quando inizi a parlare dei tuoi genitori so già che te ne uscirai con qualche trucco o incantesimo folle! Tra qualche mese ti insegneranno a resuscitare i morti!»
«Ma dai, anche solo un Veritaserum! Possiamo metterlo in una tazza di tè.»
«Scorpius, questa è manipolazione!»
«Non fare il drammatico. Dobbiamo solo capire se ha qualche idea strana in mente.»
«E come vorresti farglielo bere?»
«Studia con lui domani, come hai fatto oggi. Porta una tazza di tè con il Veritaserum e cerca di farlo bere. Te lo posso procurare io entro domani pomeriggio.»
«E se non volesse bere? Non abbiamo concluso nulla poi.»
«Trova un modo per farlo.»
Albus annuisce, anche se l'idea non lo fa impazzire deve ammettere che è necessaria. Teme di sapere la verità, ma è anche l'unica cosa da fare al momento. Sa che la sua posizione non è facile e si sente rincuorato che l'amico lo voglia aiutare così tanto.
Abbraccia Scorpius e sospira sollevato.
Sente di essersi liberato di un grosso macigno e stringe con forza la sua camicia, come se si volesse aggrappare alla sua persona e cercare il suo totale sostegno.
«Grazie, grazie di cuore...» mormora poggiando la testa sulla sua spalla «Non sapevo come affrontarlo.»
«Non devi affrontarlo da solo» sorride e ricambia la stretta, lasciando che lui si rilassi contro il proprio corpo «Ci sarò sempre per te, lo sai. Siamo come fratelli.»
«Non so come affrontare ciò che sento» si stacca leggermente e lo guarda triste «Non so da dove iniziare. Sento che questo è ciò che sono, ma ho perso troppo tempo a far finta di non esserlo che ora non so che fare.»
«Passo dopo passo lo capirai, fatti trasportare dal momento. Una volta che scopriamo le vere intenzioni di Adam, poi ci basterà basarci su quelle. Se lui non ha intenzione di fare qualche cazzata con Nicholas, allora fatti trascinare dal momento.»
«Se qualcuno dovesse venirlo a sapere? Lui sembra a suo agio con se stesso, non sembra di temere che qualcuno possa scoprirlo.»
«Affronteremo anche questo assieme. Non potrai nasconderti a vita. Non pensarci ora, ma vedremo che fare dopo.»
«Se dovesse succedere qualcosa con Adam, non deve saperlo nessuno.»
«Lui sa bene che potresti essere in una posizione scomoda, quindi se non ha cattive intenzioni non penso dirà nulla.»
Albus annuisce e comprende che deve calmarsi e ragione in maniera lucida e chiara.
Ogni nodo verrà sciolto con il tempo.
Scorpius ad un certo punto si fa scappare una risata e scuote la testa.
«Non ci credo che ti sto aiutando a fare questa cazzata per un Grifondoro.»
Anche l'amico ride a queste parole, e con un forte riso scacciano via il peso del discorso. Come se quei polmoni gonfie dal divertimento potessero coprire la vergogna e l'imbarazzo che Albus ha sentito poco prima. È un modo per sfogarsi, per scacciare i pensieri che lo hanno turbato per una vita intera e far finta che sia tutto normale. Scorpius gli dà una pacca sulla spalla e scuote la testa: «In qualcosa assomigli a tua madre: ti piace un Grifondoro un po' pieno di sé».
E ridono ancora, come se tutto fosse un gioco divertente e spensierato.
Ora non c'è bisogno di pensare alle loro famiglie e alle conseguenze, ma solo a questo ironico momento.
Che, però, viene interrotto da una domanda spontanea che Scorpius gli pone: «Rose ed Emily possono saperlo?»
Albus sospira e scuote le spalle: «Possono, ma è difficile per me».
«Sarebbe un primo passo per aprirti maggiormente, e poi ci servono delle persone alleate in questa cazzata.»
Sogghigna alle sue parole e annuisce: «Lo facciamo insieme?»
Scorpius poggia una mano sulla sua spalla e annuisce con un sorriso: «Sempre insieme».
•·················•·················•
«Ah ragazze, non avete idea di quello che è successo oggi! Ma dovete promettere di non dire nulla a nessuno!» esclama Julie con entusiasmo.
Dei silenziosi chiacchiericci rimbombano in una stanza del dormitorio femminile di Serpeverde. Le ragazze americane e altre serpi tra cui Emily sono riunite in un'unica camera. Hanno legato molto e tra di loro si divertono molto spesso la sera nello scambiarsi qualche parola e ridere assieme.
Sono sedute tutte e a terra a formare un cerchio. C'è chi è stesa a pancia in giù con un cuscino, chi appoggiata sulle ginocchia come Emily, e chi come Julie si mette a gambe incrociate.
Il volto della bella americana è leggermente rosso e i suoi occhi luccicano.
Le ragazze si avvicinano maggiormente a lei e con euforia la invitano a raccontare.
«Avanti, non tenerci sulle spine! Che cosa è successo?» domanda una sua compagna di nome Clarissa.
«Allora, da dove inizio? Oh mamma, sono ancora agitata!»
Sono tutte troppo curiose, vogliono sapere come mai la loro amica è così felice.
Ma prima che possa svuotare il sacco lei prende un grosso respiro e le guarda con molta serietà: «Dovete promettermi che questa cosa non esce dal gruppo Serpeverde».
Tutte annuiscono, ma la guardano con confusione.
«Ragazze, sono seria. Io non voglio che questa cosa metta in difficoltà il mio semestre qui e né quello di qualcun altro» passa gli occhi tra tutte e poi li ferma su Emily «So che Rose è tua cugina, ma non deve sapere niente.»
«Va bene, lo rispetto, ma cosa succede di così tanto grave?» si sente infastidita da questa frase, lei è molto legata a Rose.
«Perché non è qualcosa che voglio che arrivi anche solo per sbaglio ai Grifondoro. So che Rose è una ragazza fantastica, ma non è lei il problema, bensì loro. Basta che la sentano chiacchierare con una di noi di questo ed è un gran bel casino.»
Emily annuisce, non sa ancora di cosa si tratta ma comprende il ragionamento. Nicholas ultimamente ha occhi e orecchie ovunque e i nuovi arrivati e arrivate nella sua casa non sono da meno.
«Magari lo diremo più in là, di nascosto» afferma Julie con un sorriso, che non vuole escludere la Weasley, ma ha solo paura delle conseguenze che potrebbe affrontare.
Le stesse conseguenze che hanno pensato Albus e Scorpius poco prima.
Julie le guarda con emozione, ora è momento di svelare il segreto.
«Scorpius oggi mi ha baciata!»
Tutte emettono un grido di stupore, c'è chi spalanca gli occhi e chi si copre la bocca con le mani.
«Non ci credo!» esclamano in molte, soprattutto chi è di Hogwarts e sa quanto quel ragazzo è sempre stato difficile da raggiungere.
Per tutte loro è come una conquista: qualcuna di loro ce l'ha fatta e ora sono curiose di sapere come bacia.
Tutte tranne Emily, che a quell'esclamazione si irrigidisce come se fosse una statua. Forza un sorriso per non interrompere il momento e sembrare strana, ma dentro di sé c'è qualcosa che non va. Non capisce cosa ma non si sente così emozionata come le sue amiche. È sicuramente felice per Julie, lo vede dai suoi occhi che è contenta, eppure ha sentito una forte stretta in petto quando ha saputo la notizia.
«Non c'è niente tra di noi, non fatevi stupide fantasie! Io starò qui per poco, semplicemente è solo per divertirci un po' e farci compagnia» sorride e spiega la situazione in maniera diretta e senza peli sulla lingua «E proprio perché voglio solo divertirmi non voglio che questa cosa si rovini! Quindi, vi prego di non dire nulla a nessuno.»
Si morde il labbro inferiore e guarda le sue amiche supplicante, ma tutte sono d'accordo e la supportano.
Anche per Emily è meglio che non si dica niente a nessuno, soprattutto a sua sorella oltre che ai Grifondoro.
«Dicci come bacia!» la intimano molte, e lei anche se con timidezza decide di raccontare qualche dettaglio: «Bene, molto bene! Poi mi stringeva così forte che stavo già impazzendo!»
Le ragazze stanno dando di matto , vogliono sapere tutto, voglio sapere se si vedranno ancora e cosa ne pensa lui.
Si avvicina e in un sussurro fa la grande confessione: «Mi ha invitata in camera sua domani!»
Gridano tutte quante agitate, troppo troppo contente.
Emily, però, si sente scossa come se fosse in una nave in alto mare.
Si sente a disagio, questo è palese, e Julie con delicatezza lo nota: «Tutto bene, Emily?»
«Oh sì!» esclama scuotendo la testa e facendo finta di nulla «Sai, conosco quell'idiota da quando porta un pannolino quindi immaginarmelo mi viene difficile!»
Julie a quella battuta ride e pensa che sia normale per la sua migliore amica sentirsi confusa da quei racconti. Anche lei, se gli dovessero parlare di suo fratello o del suo migliore amico in questi termini, sarebbe davvero sotto shock.
«Hai ragione, deve essere stranissimo per te!» lo dice in maniera spontanea, genuina.
Julie è sinceramente contenta, non c'è malizia in quello che dice o fa.
Lei è una ragazza sicura del suo corpo, dei suoi desideri, e si prende ciò che vuole, ma senza pestare i piedi a nessuno.
Scorpius sembra preso da lei, non ci trova niente di male.
E tutte sono visibilmente felici per lei, curiose di sapere il giorno seguente come è passionale il tanto discusso Scorpius Smith Malfoy. Sarà davvero così avvolgente come si sono immaginate? Non vedono l'ora di scoprirlo.
•·················•·················•
E non sono le uniche a scambiarsi qualche chiacchiera questa sera.
Anche quegli imbecilli dei ragazzi Grifondoro lo fanno, ma come sempre con il loro modo di fare rude e prepotente.
Nella camera di Nicholas e dei suoi amici più stretti si sente puzza di mascolinità tossica.
«Quel coglione di Lumacorno ti ha mandato da Smith e Potter per studiare» ghigna Howard, voltandosi verso Adam.
«Sì, a quanto pare dovrei prendere qualche lezione per qualche giorno.»
«Qualche giorno? Ma questa è una tortura!» esclama un altro, facendo ridere i presenti «Sono degli sfigati.»
Adam non la pensa nella stessa maniera, lo vede come sono ammirati in quella scuola e nota come quei ragazzi se la prendano così tanto solo per insicurezza.
Lui ne capisce di ragazzi, e può dire per certo che quei due sono tutto fuorché sfigati.
Albus è più introverso, ma ha compreso che è dovuto anche ad una sessualità che a quanto pare non ha mai espresso. Lui non esce con delle ragazze perché non ha spasimanti, anzi ne ha troppe, bensì perché non gli interessano.
A Scorpius piace avere ragazze che gli girano attorno, si vede, ma è troppo nobile di cuore per prenderle in giro o fare lo stupido, e questo lo rende ancora più attraente ai loro occhi, come se fosse un vero e proprio principe.
Il giovane americano si mette nel letto e chiude gli occhi, facendo finta di dormire. Ripensa alle sue giornate e anche a quei compagni che ora lo circondano. Deve tenerseli buoni, deve stare vicino a loro per poter sopravvivere in santa pace quei mesi, quindi se vuole continuare con Albus deve tenerlo segreto. Ne va della sua stessa sicurezza.
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