𝐋𝐈𝐕
❗Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Running Up That Hill" di Kate Bush❗
"Quando si ama al massimo
delle nostre forze, spesso si rovina ciò che amiamo."
(Romeo e Giulietta, William Shakespeare)
La mano di Esme afferra con forza la giratempo, ma dentro di sé trema.
L'oggetto viene chiuso perfettamente dalle sue dita e anche i suoi occhi si stringono con forza.
«Pronta?» mormora Draco, poggiando una mano sulla sua spalla.
Lei alza il capo e annuisce, ma un sospiro preoccupato fuoriesce dalle labbra rinsecchite, come due petali ormai avvizziti senza acqua.
Bisogna fare in fretta, hanno poco tempo.
Il tempo continua a collassare, la gente inizierà ben presto a scomparire via.
«Una volta arrivata lì avrai meno di un'ora prima che tutto possa finire» ammette Allyson, in ansia «Devi fare in fretta.»
Basta, non c'è più tempo per aspettare.
Bisogna agire, ora.
Sono tutti presenti nell'ingresso principale del sotterraneo.
Lei si volta e osserva tutti, uno ad uno. Ferma il proprio sguardo su suo padre per qualche attimo, lui le sorride e lei poi fa lo stesso.
Sui suoi zii, sui volti giovani dei suoi amici. Sui suoi nipoti, sulla sua migliore amica.
Infine sul proprio figlio e il marito. Sono vicini loro due, si tengono per mano e guardano fiduciosi la donna.
"Salvaci" pensano "Come hai sempre fatto."
Sorride un'ultima volta, vuole rassicurare i presenti.
Ancora una volta le vite di chi ama dipendono da lei e questa volta è ancora più pericoloso e critico. Se non dovesse farcela tutto ciò che è stato finirà.
Prende un grosso respiro e posa lo sguardo su quell'oggetto tondo e dorato.
Formula un piccolo incantesimo per comandare la giratempo, deve tornare in un preciso istante, in un preciso momento, e la mano si copre di un velo luccicante color perla.
L'indice e il pollice afferrano una parte di esso e lo fanno roteare.
Chiude gli occhi, con forza, e trattiene il respiro, e conta
Cinque, quattro, tre, due uno.
Respira profondamente, riapre gli occhi.
Il nulla, è in una distesa verde piena di alberi e foglie.
Riconosce quel posto, è un bosco non troppi chilometri lontano dal Manor.
Il cielo è buio, vi è solo la Luna con le sue stelle a illuminarlo.
Si guarda attorno, ha poco tempo, il cuore inizia a battere all'impazzata.
La giratempo viene riposta in tasca e afferra la propria collana di smeraldo verde, questo gesto riesce a darle la spinta che serve.
Ma prima che possa fare qualsiasi altro gesto delle goccioline iniziano a bagnarle il capo, scendendo lungo il suo viso e passando per i suoi capelli scuri. È nel posto giusto al momento giusto.
Riconoscerebbe il suono di quella pioggia ancora adesso, che diventa sempre più intensa, come dei pugni contro il vetro rumorosi ed insistenti.
Quella è la stessa pioggia che portò il suo Scorpius avvolto davanti la propria dimora. Quella è la pioggia che ha bagnato le mani di Draco che di fretta portava in casa la cesta.
I suoi capelli diventano in poco tempo completamente bagnati, i suoi vestiti si stringono attorno alla pelle, abbracciandola.
Lo ricorda bene quel giorno, di pace.
E forse quella tempesta ha aperto le porte a quella che si sarebbe presentata nelle loro vite. Forte, impetuosa, distruttiva.
Ma un tempesta anche che ha portato tanta acqua che ha reso rigogliose d'amore le loro giornate. Una tempesta che si è fatta sentire, che ha spazzato via ogni cosa e ha portato con sé una vita differente.
Sente un urlo provenire da molto lontano, se non ci fosse stata la quiete di quel bosco forse non l'avrebbe nemmeno udito.
E di sottofondo un lievissimo pianto, come se fosse un lamento nelle sue orecchie.
Spalanca gli occhi, inizia a comprendere maggiormente in che momento esatto della storia si trova.
Adelaide sta scappando via, ciò vuol dire che ha ancora meno tempo del previsto. Deve immediatamente catapultarsi al Manor per poter arrivare prima di lei e fermarla. Dovranno fare in fretta, altrimenti Lucius le scoprirà entrambe e per tutti loro sarà la fine.
Basta un solo passo falso e tutto potrebbe in un solo secondo terminare.
Chiude le palpebre e si teletrasporta in un secondo vicino al Manor, tra i cespugli a pochi metri dal cancello in metallo.
Si nasconde aspettando che Adelaide arrivi e cercando anche di sfuggire all'occhio indiscreto di un possibile Lucius alle calcagna.
Il cuore le batte a mille, così forte che sembra accompagnare il suono della forte pioggia.
I capelli ormai sono fradici, come il vestito, e il volto umido pieno di gocce che lo solcano, rigando quegli occhi e quelle guance stanchi.
Ormai stanchi di tutto, di ogni cosa che ha visto e vissuto.
Deglutisce e sente un rumore di foglie muoversi a poca distanza.
Una donna altrettanto umida e con una chioma di biondi capelli, come fili d'oro, avvicinarsi al Manor con uno sguardo avvolto dalla paura.
Esme esce dal nascondiglio e corre verso di lei veloce come mai ha fatto.
La guarda, più si avvicina e più sente un pugno dritto nello stomaco.
«Ferma!» urla, facendola voltare terrorizzata.
Adelaide sente il cuore in gola e la guarda con il labbro tremante e le lacrime che si mischiano con le gocce della pioggia.
Non riesce a pronunciare parola, ma dopo pochi secondi riconosce quel volto, ma le sembra più adulto rispetto la donna che ha visto a DiagonAlley e sui giornali.
«Ti prego, fermati.»
«Io... io pensavo potevi tenerlo...»
Ha sicuramente frainteso, ma Esme non sa da dove iniziare ed è tutto così frettoloso e confusionario.
Una madre che parla ad un'altra madre.
La guarda in quegli occhi celesti, si immerge dentro, e riconosce lo stesso sguardo di Scorpius, delicato ma profondo. I capelli hanno l'esatto colore, il viso con gli zigomi pronunciate, la bocca con un arco di cupido segnato.
«Sì, posso. Ma tu non devi dargli la giratempo» afferma velocemente, lasciandola perplessa.
«C-cosa? Come fai a saperlo?»
Esme si avvicina di un passo a lei e con un movimento della mano destra circolare crea una bolla protettiva attorno a loro.
La pioggia batte contro di essa e sono invisibili all'occhio esterno.
«Non posso trattenerti per molto, lo so. Ma devo parlarti, da madre a madre.»
Adelaide ora impaurita stringe il bambino ancora più forte tra le braccia ma lui improvvisamente sembra smettere di piangere.
Quel silenzio fa spostare gli occhi di Esme su di lui, e improvvisamente inizia a piangere guardando quello che era suo figlio appena nato. Si ricorda quella coperta, quella cesta, quel volto candido che le ha donato tanto amore.
Ma scuote il capo, non può perdere tempo proprio per salvare la sua vita.
«Io vengo dal futuro e quella giratempo non porterà niente di buono.»
«Ma io voglio vedere mio figlio cresciuto...» mormora con il magone, sentendo un pugno al petto e l'amaro in gola. Stringe ancora più forte il bambino, avendo difficoltà a lasciarlo.
«Lo so... e ti capisco. Ma anche io vorrei vedere mio figlio, nostro figlio, cresciuto... anzi, crescere» si avvicina e le posa una carezza sul viso, trattenendo le lacrime con il labbro inferiore tremolante «So cosa stai provando, perché lo sto provando ora. Quella giratempo metterà in difficoltà nostro figlio.»
«No... no...» non riesce a crederci e scuote il capo energicamente.
Ad Esme non resta che darle le sue memorie.
Mantiene la mano sulla sua guancia e socchiude gli occhi, dandole come ricordo tutti i momenti passati con Scorpius da quando è arrivato a casa loro.
Adelaide sente le gambe cedere ma cerca di tenersi in piedi per non far crollare il bambino.
Guarda Esme con bocca spalancata, ha smesso di piangere ed è rimasto solamente lo sconcerto.
«Io non vorrei privarti di questo, ma fallo per il bene di nostro figlio.»
La giovane donna posa gli occhi sul bambino ancora stretto a sé e nota che ha anche appena aperto i suoi meravigliosi occhi, brillanti come il cielo primaverile.
«Alabaster, perché tua mamma devono farla soffrire così tanto?» questa è la prima volta che si compiange, ma ha sofferto così tanto per una vita intera che non riesce a credere che deve separarsi anche dalla sua ultima speranza.
Alza gli occhi verso la bruna e riprende a lacrimare: «Lo amo con tutto il mio cuore, Esme... farei di tutto per lui».
«Ti prometto che gli parlerò di te, ti prometto che ti amerà tanto.»
«Ma io non potrò amarlo più.»
«Lo farai invece, perché gli darai la possibilità di vivere.»
Adelaide si sente impotente, inutile e cade con le ginocchia a terra: «Non ho avuto la forza di fare nulla per mio figlio».
Queste parole lasciano atterrita Esme, che si piega e le alza il volto: «Sei la persona più coraggiosa e incredibile che io abbia mai conosciuto, Adelaide. Hai affrontato il tempo stesso per tuo figlio e questo ti rende la migliore madre che si possa avere».
Pronuncia queste parole con la voce rotta, con il volto pieno di lacrime, e questo perché lo pensa davvero e vorrebbe fare qualcosa per quella donna, proteggerla, ma sa che non può farlo.
Sa che deve dare quella povera ragazza alle mani della morte.
Esme è stata abituata a salvare chiunque, ma adesso non può farlo e vedrà davanti a sé una persona così pura e buona perdere l'ultima e l'unica cosa che la rendeva felice prima di concludere la sua giovane e misera vita.
Una vita passata nel dolore, e che si concluderà altrettanto.
«Io non vorrei lasciarti qui, Adelaide, ma non ho scelta...»
Sente il cuore acquietarsi alle sue parole di conforto e scuote il capo, sforzandosi di mostrarle un sorriso: «Una madre non ha sempre scelta, e so che lo sai bene quanto me».
Entrambe si alzano e si guardano dritto negli occhi, con l'animo devastato.
«Lo facciamo per nostro figlio» mormorano insieme, prendendo poi un lungo e profondo respiro.
Dentro di loro c'è una tempesta, più di quella che è al di fuori di quella cupola.
Adelaide prende la giratempo dalla propria tasca e la butta per terra, facendola sgretolare in mille pezzi.
«Nessuno la potrà mai usare...» sussurra, e non sa nemmeno lei dove ha trovato ancora una volta così tanto coraggio per fare un gesto così grande.
«Ti ringrazio... da madre a madre.»
Esme rimuove la copertura e fa qualche passo indietro, facendo un cenno con il capo ad Adelaide.
La storia deve continuare e vuole anche lasciare Alabaster per l'ultima volta con la sua mamma.
Ma li guarda a poca distanza, sentendo il cuore frantumarsi in mille pezzi.
E pensa: "Se fosse successo a me?"
Non pensa che avrebbe avuto il coraggio di Adelaide, e l'ammira, e allo stesso tempo si sente grata per averle dato quel figlio.
Una matassa di emozioni si intrecciano tra di loro ed Esme sa bene che ora, dopo aver assistito sotto un altro punto di vista alla stessa storia, allo stesso momento in cui ha avuto un figlio, non sarà più la stessa.
«Ti amo un sacco piccolo Alabaster...» sussurra Adelaide, ma non sembra avere ora la forza di appoggiarlo a terra perché ha ripreso a piangere e una mamma fa molta difficoltà a lasciare il proprio piccolo quando non sta bene.
Guarda Esme e con i soli occhi le chiede aiuto.
Lei si avvicina e prende la cesta tra le mani, singhiozzando senza interruzione e poggiandola con le mani tremanti di fronte quella che è casa sua.
«Come lo hai chiamato?» domanda Adelaide chinandosi assieme a lei.
Esme alza lo sguardo al cielo, verso la costellazione dello Scorpione, e poi la guarda con un sorriso pieno di dolcezza: «Scorpius...»
Anche Adelaide sorride, con tanto amore: «È un bellissimo nome».
Le due si alzano e guardano il bambino piangente davanti a loro, a terra, e non possono fare nulla per farlo smettere di piangere, ma sono certe che a breve starà sicuramente bene.
La bionda, con le dita tremanti cerca di citofonare, ma subito la sua mano viene afferrata da quella di Esme che con delicatezza l'aiuta a premere il pulsante rossastro.
«Grazie, Adelaide...» le dice, ancora enormemente rammaricata «Mi dispiace non poter fare di più.»
«Sono io che ringrazio te, per prenderti cura di mio figlio così bene» questa volta è lei ad accarezzare la sua guancia «Daresti anche tu la tua vita per lui, lo so bene.»
Esme posa le dita sulle sue e le stringe: «Saprà di te, lo prometto».
«Questo è il regalo più grande che la vita mi potesse dare.»
Le due, però, vengono interrotte dal rumore di un Draco che ha appena chiuso alle sue spalle la porta principale della casa.
Devono andare via o le vedrà avvicinandosi.
Così scappano via, nascondendosi ancora una volta tra i cespugli e ammirano la scena da lontano per un attimo.
L'uomo si china e afferra confuso la cesta.
Entrambe hanno la bocca schiusa e gli occhi appannati, con acqua di pioggia e di lacrime che si mischia.
Lo vedono allontanarsi e si guardano.
Adelaide davanti a sé vede qualcosa di strano: la figura di Esme piano piano sgretolarsi, come se fosse polvere che vola leggiadra nel vento.
«Addio Esme...»
«Addio Adelaide...»
Entrambe non sanno cosa sta per succedere, ma sperano solo nel meglio.
Esme inizia a sentirsi leggera, come se la propria vita si stesse dolcemente prosciugando.
Non sente le gambe, poi i fianchi, le braccia, la vista è sfocata e la mente sembra svuotarsi.
Passano pochi secondi ed è scomparsa come se non ci fosse stato nessuno in quel posto.
Adelaide allora inizia a correre, ritornando da dove era venuta per concludere la storia e agire proprio come avrebbe dovuto fare.
Esme è sparita via, nell'aria, e di lei non è rimasto più niente.
Non è l'unica a materializzarsi via, non lasciando traccia di sé e di ciò che è accaduto.
Inizia a capitare nel futuro e nel passato.
I corpi di Draco, Scorpius e tutta la gente che aveva viaggiato nel tempo o era rimasta incastrata in un tempo ormai collassato inizia a disintegrarsi.
Non si accorgono nemmeno che sta capitato, può sembrare un tempo infinito, invece sono due o forse tre secondi.
Come un vento che si è portato via ogni cosa, lasciando il deserto, il vuoto, il nulla.
Senza che nessuno possa accorgersi del cambiamento, con l'intero universo che è rimasto intatto e impassibile di fronte a tutto questo.
Un soffio, silenzioso e istantaneo.
Tutto è finito.
•·················•·················•
«Come si fanno i bambini, papà?» si volta da lui e vuole sapere, curioso.
Draco sgrana la voce e spalanca gli occhi, sentendosi alquanto scosso dalla domanda, lo ha preso alla sprovvista.
Insomma, non è momento di dirgli la verità, lui è davvero piccolino.
Si passa una mano per i capelli e cerca di inventarsi qualcosa, sapendo che un semplice "sei piccolo per saperlo" lo avrebbe solo fatto insistere di più.
«Ci sono vari modi per fare un figlio, fagiolino» inizia a parlare, improvvisando qualche affermazione plausibile per un bambino «Ci sono due modi, a dire il vero, ma con la magia. I bambini si fanno con la magia»
«Voglio sapere, papà, voglio sapere»
«Il primo modo è usare un semino magico, posarlo sulla pancia della mamma e poi crescerà dentro un bel bambino!»
Scorpius aggrotta la fronte, stranito, e si tocca la pancia: «Come esce il bambino dal pancino?»
«Si dà un colpo di bacchetta e... poof, il bambino esce fuori! Come quando la mamma fa comparire i biscottini»
Lui lo segue, vivendo in una casa magica, il suo discorso sembra avere senso.
«Poi? Come si possono fare?»
«Il secondo metodo è quello con cui io e mamma abbiamo avuto te, fagiolino» preme il suo naso e gli mostra un amorevole sorriso «I semini sono difficili da trovare per fare i bambini, quindi certe volte i genitori devono fare qualcosa di diverso: devono fare un grandissimo incantesimo e chiedere ad una fata magica di portare un bambino in una cesta. Quindi i genitori devono aspettare molto tempo che la fata venga da lontano»
«E io sono venuto subito, papà?»
«A dire il vero sì, sei venuto subitissimo, fagiolino»
«Come si chiama la fata?»
«Oh, non si può sapere fagiolino, lei è come Babbo Natale, non si fa mai vedere»
(PUREBLOOD || She Deserves Better – Capitolo XLI)
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Ciao a tutt*!
Mi scuso enormemente per questo ritardo, davvero assurdo.
Mi scuso con tutt* voi che continuano a seguirmi e aspettano il finale di questa storia.
Chi mi segue dall'inizio sa che non ho mai ritardato, ma con PARALLEL purtroppo ho avuto dei problemi perché la sua pubblicazione è coincisa con molti cambiamenti e imprevisti della mia vita.
Ma non mi sono scordata di voi!
Anzi, spero di potere già nei prossimi giorni mettere un altro capitolo.
La storia non è finita e spero possiate perdonarmi e continuare a sostenermi.
Grazie per tutto il supporto che mi date, per le sole letture, e per essere ancora qui.
Un bacio, LadyD 💚
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