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Quest'oggi il venticello di fine settembre non è certo d'aiuto per una pelle già arricciata per l'agitazione. Fa venire la nausea, passa attraverso i capelli fastidioso, e striscia lungo il sudore.
Scorpius sembra una statua, con il suo sorriso smagliante dipinto in volto, eppure dentro è un vortice.
Ha la testa piena di pensieri, di preoccupazioni, si vorrebbe grattare via l'ansia con le unghie ma sa ben gestire questo genere di emozioni, ne è abituato.
Oggi ci sarà l'ennesimo allenamento per l'inizio del campionato che si terrà ad inizio novembre, ma l'avvicinarsi di questa data non è un toccasana.
Una delle cose che più lo mettono in agitazione è che durante questo allenamento ufficiale ci saranno i suoi genitori, ogni tanto si presentano lì ad Hogwarts per guardarlo prima della grande partita, lo fanno dal primo anno.
Inizialmente era una bella cosa, anche perché vanno giusto un paio di volte solo per dargli il loro supporto, ma adesso che è sulla soglia dei sedici anni è qualcosa che inizia a pesargli, anche se non se ne rende conto.
Non comprende, infatti, perché si sente così, non riesce ancora ad associare questo malessere alla sua famiglia.
Perché dovrebbe stare male per una cosa bella? E poi non sono indiscreti, non fanno nulla di male, anzi si prendono questo fastidio per un figlio che non è nemmeno davvero il loro.
Draco ed Esme, invece, come ogni partita alla quale assistono sono davvero contenti.
Loro non badano alla tecnica, soprattutto la donna che non capisce nulla di Quidditch, il padre anche se nota qualche mossa sbagliata non se ne cura.
Si preparano a dovere, lui con un completo elegante come sempre, mentre lei sistema con qualcosa di particolare: il maglioncino dei Serpeverde che indossava quando andava a vedere le partite da giovane.
Lo abbina con una bella gonna nera lunga fino alle ginocchia e un trucco e un acconciatura perfetti.
Lui le sorride quando la vede scendere in salotto, è così bella.
«La mettevi sempre e lo fai ancora, ricordo bene?»
«L'ho messa anche durante il nostro ultimo anno e grazie a questa vi ho portati fortuna e avete vinto!»
«Ci hai portati fortuna oppure avevi il ragazzo più talentuoso di tutti?» ride e si becca una pacca sulla spalla, che trattiene un riso: «Sei un idiota, Malfoy! Sei soltanto un vanitoso».
Lui avvolge i suoi fianchi con le mani e l'avvicina a sé con uno scatto, facendola sussultare e ancora ridere: «Quando la smetterai di chiamarmi così?».
«Quando tu smetterai di essere un'idiota!»
La spensieratezza dei due adulti viene compensata con la continua agitazione di Scorpius, ma che nessuno comprende – o meglio, quasi nessuno.
«Sento i tuoi nervi fino qui» sogghigna Emily, mentre si allaccia gli scarponi da Quidditch.
«Che diavolo stai dicendo? È solo un allenamento e non è certo questa stupidaggine a mettermi in difficoltà»
«Non sei abituato a vedere tua madre in giro per la scuola, comprendo perché ti senti come un pulcino bagnato» ride prendendolo in giro, ma viene fulminata con lo sguardo.
La ragazza alza un sopracciglio e si mette in piedi, sfregandosi le mani contro i pantaloni scuri: «Sei agitato dall'anno scorso quando vengono i tuoi a vederti».
«Agitato?» soffoca un riso e scuote la testa «Non mi conosci per niente»
«Passiamo tutto l'anno assieme, comprese le feste, e non ti conosco? Avanti, abbiamo una foto nella culla assieme» rotea gli occhi al cielo e si avvicina allo specchio, per aggiustarsi la coda alta che raccoglie i suoi lunghi e folti capelli neri.
«Potresti conoscermi meglio» si alza e si avvicina alla ragazza, incrociando le braccia al petto.
Emily si volta, accenna un sorrisetto e sospira: «Non ne ho bisogno».
La trova altezzosa come sempre, davvero un'antipatica.
Le posa una leggera pacca sulla schiena e la squadra da capo a piedi: «Piuttosto, pronta? Sei la migliore qui in giro».
«Se sono pronta ad essere la più brava cercatrice di Hogwarts? Mi risulta di esserlo già» sicura come sempre gli mostra un sorrisetto.
Non la sopporta!
Scorpius rotea gli occhi al cielo, ormai è arreso con lei.
«Ancora qui? Sbrigatevi, dobbiamo andare!» Albus fa irruzione all'ingresso degli spogliatoi e invita gli amici a recarsi al campo con un gesto del capo.
«Essere capitano gli dà alla testa» sussurra la ragazza vicino Scorpius, strappandogli una sincera risata.
Si era indecisi l'anno scorso se nominare Potter o Smith capitano, ma il biondo si è rifiutato perché sentiva che l'amico necessitasse quella posizione.
Lui è un ragazzo altrettanto conosciuto e rinomato ad Hogwarts, ma Scorpius ha sempre notato questo paragonarlo spesso alla sua famiglia.
Tutti Grifondoro eccellenti nel Quidditch, per giunta con una madre che lavora nello sport.
«Tua madre ne sarebbe contenta, lo sai» gli disse Scorpius, per poi continuare con una breve risata «Alla mia importa che non mi arrivi una palla in faccia»
Albus lo trovò un gesto molto carino, soprattutto consapevole che l'amico fosse un giocatore davvero formidabile, probabilmente più bravo di lui.
«Sei un battitore anche tu... anche i tuoi zii sarebbero fieri! Sbaglio o Fred e George erano due battitori?»
«Non sbagli» sorrise.
L'allenamento inizia come sempre in perfetto orario, con la squadra di Serpeverde che dà il massimo per poter eccellere a novembre.
Iniziano a discutere sul piano d'azione, quali schemi seguire in determinate situazioni e così via.
I nuovi arrivati sono attentissimi, vogliono dimostrare di meritare di essere lì, mentre i più grandi si preoccupano a mostrare in che modo giocare al meglio.
Albus si fa aiutare da Scorpius a spiegare ogni cosa, lui è il suo braccio destro, e con il loro carisma riescono a farsi seguire.
Ma gli studenti non sono gli unici che ascoltano le loro parole, ma anche l'insegnante di volo che ogni tanto passa curiosa e i genitori di Scorpius.
Esme e Draco si mettono lontani per non disturbarlo, sugli spalti ad osservarlo curiosi e in silenzio.
«Guarda com'è bravo quando spiega!» esclama la donna rivolgendosi al marito «Lui è sempre stato particolarmente bravo in tutto»
«Ha un'ottima dialettica, penso sia merito della scuola americana, sai? Gli hanno dato una buona preparazione prima di entrare qui»
Chiaramente lui non li sente, è concentrato sui suoi allenamenti e poi sono lontani.
Scorpius si volta per osservare il campo e incrocia i loro sguardi, notando la madre agitare la mano non appena incontra quegli occhi celesti e limpidi.
L'imbarazzo prende il sopravvento, anche se nessuno dice nulla, a nessuno importa di quei due, e soprattutto molti nemmeno si sono accorti di loro.
Lui sente un nodo allo stomaco, ma non vuole dire nulla né farsi notare.
Non ricambia quel saluto, fa finta di non averla vista e continua il suo allenamento.
Esme nemmeno ci dà peso, accenna una risatina e scuote le spalle.
«Sta' ferma, non distrarlo» la riprende il marito.
«Oh, suvvia, nemmeno mi ha vista!»
Il mondo esterno è sereno, tutti stanno bene, tutti sono in pace, ma per Scorpius non sembra così.
Come se fosse in una realtà distorta, dove percepisce gli occhi di tutti sulla sua pelle, dove percepisce il giudizio, i pensieri, eppure tutto è silenzioso.
Non che a lui importi del parere altrui, ma per un ragazzo che sta diventando grande è difficile avere subito una consapevolezza chiara di ciò che lo circonda.
Sente il fiato di Esme e Draco sul collo – opprimente.
Tutto è silenzioso, allegro, spensierato.
Scorpius, però, sente questa maledetta pressione sul petto, non se la spiega ancora.
Come un mattone che si posa sul torace, bloccando il respiro, eppure fuori sembra andare tutto bene, il volto è rappresentato da un sorriso, il corpo duro e slanciato sembra impenetrabile.
Eppure ogni frammento di pelle sembra cadere, fragile come le foglie al vento, e un martello colpisce quel mattone, la botta non attutisce, frantuma.
L'allenamento finisce, i genitori a questo punto possono aspettarlo all'uscita del campo per poterlo salutare.
Sono contenti di poterlo vedere ogni tanto, la scelta di stargli vicino per quanto non è stata del tutto facile è comunque utile.
Scorpius in spogliatoio è molto lento a cambiarsi, sembra come se il corpo agisse in una parte differente rispetto ciò che gli dice la mente.
Gli fanno i complimenti per come ha giocato e spiegato alcune mosse, ride e scherza con Albus e altri amici, sembra la persona più sicura e spensierata di tutte.
Si asciuga il suo petto duro e largo con un asciugamano e ridacchia mentre si scambia battute con qualche compagno.
«Stasera in sala comune dei Tassorosso ci sarà una festa, verrete vero?» chiede un ragazzo del quarto anno ai due battitori.
«Secondo te uno Smith si perde una serata?» risponde ironico e divertito il biondo, mostrando anche un occhiolino.
Estroverso, dinamico, affascinante, come sua madre.
Esce dallo spogliatoio, con la sua divisa verde-argento cammina per i corridoi della scuola, trovando i genitori davanti l'ingresso della Sala Grande, ora vuota essendo metà mattinata.
Lo aspettano lì ogni volta che lo vanno a trovare, giusto per dargli un piccolo saluto.
«Scorp!» esclama il padre appena lo vede avvicinarsi, sorride e gli posa una pacca sulla spalla «Oggi è andata molto bene, ti abbiamo visto!»
Lui smorza un sorriso e annuisce: «Sì, davvero alla grande. Siamo pronti per la partita di novembre».
«Sono certo che darete il massimo, la squadra di quest'anno mi sembra davvero carica»
Lui e il padre si confrontano anche su qualche schema eseguito nell'allenamento, mentre Esme sorride e annuisce capendo davvero ben poco.
Non se ne intende di quello sport, lo ha sempre trovato poco avvincente, ma ha sempre dato il suo supporto prima al marito e ora al figlio.
Quella conversazione finisce e il ragazzo si volta dalla madre, che subito prende parola e sorride ancora più ampiamente, con gli occhi che si stringono in due lunette: «Questo è per te!».
Porge al figlio un piccolo pacco, con la carta verdone e una coccarda argento.
Titubante ma senza mostrarlo lo afferra e lo apre, ci trova semplicemente una piccola tortina al cioccolato e cannella.
«Ho pensato che poteva farti piacere un po' di dolce dopo un allenamento stancante»
«Vuoi mettere nostro figlio all'ingrasso con questi dolci» la prende in giro Draco, strappando un riso a Scorpius.
È in conflitto, è grato ma anche annoiato, contento per un dolce ma allo stesso tempo lo trova un gesto non necessario.
Si sente trattato da bambino, anche se è un semplice regalo, per niente imbarazzante, qualcosa che molti studenti ricevono dalle loro famiglie.
Non è l'unico ad avere delle lettere e dei regali dai genitori, ma a lui non interessa degli altri, solo dei propri.
La situazione, però, si trasforma in disagio non appena in quel corridoio passa per puro caso Allyson.
«Oh, Esme!» esclama lei abbracciandola «Potevi dirmi che venivate!»
«Non volevamo disturbare, lo sai» lei è discreta, cosa che Scorpius non riesce a notare.
Quantomeno prova ad esserlo.
Non interferisce con la sua vita, con gli insegnanti, si limita quando può a spedirgli qualcosa o andare ad Hogwarts, ma sa che per un giovane già circondato dai suoi cari a scuola non è facile trovarsi in situazione potenzialmente imbarazzanti.
Lei ha avuto le sue due zie come insegnanti l'ultimo anno e le è bastato per capire che non è sempre divertente e conveniente.
Immagina che per Scorpius conoscere personalmente ogni docente non è uno spasso, ma spera che abbia creato un clima tale da non farlo sentire osservato.
Si sa, spesso ciò che speriamo o tentiamo di fare non va a buon fine.
Draco è più indifferente sotto questo punto di vista, è veramente discreto e silenzioso a momenti.
Sa cosa vuol dire avere una famiglia opprimente, che (forse) inconsapevolmente ti indottrina e ti fa perdere il binario appena si diventa ragazzi. Non vuole che sia come lui, magari con stimoli sani, conversazioni gentili e sorrisi silenziosi non renderà Scorpius frustrato come Lucius ha ridotto Draco negli anni.
Per fortuna, ora che non c'è più il nonno, può evitare di preoccuparsi di voci sui Malfoy e altre follie tentate da quell'uomo.
Da quando Scorpius ha messo piede in casa Lucius ha perso la testa ancora di più. Non è mai stato normale, è vero, ma bisogna riconoscere che quel mezzosangue in casa è stato devastante.
Sembra come se avesse avuto una scossa elettrica, ha fatto cose atroci, ha esagerato.
Non ha mai sopportato Esme, ma addirittura la prigione fa capire che nel tempo aveva davvero covato fin troppa rabbia e odio.
Anormale e scandaloso.
Scorpius nemmeno ascolta quelle poche chiacchiere scambiate tra i tre adulti, le pupille si spostano furtive di lato e notano una figura magra correre via.
Riconosce quei capelli lunghi e neri, sa bene perché quelle gambe sembrano star volando via. Non dice nulla, non vuole far capire che ha notato qualcosa.
Ritorna con gli occhi verso i genitori e mostra un gran bel sorriso, non appena vede Allyson allontanarsi.
«Dicevamo?» domanda sospirando «Riguardo la partita di novembre, mi sembra»
«Oh sì» annuisce Esme «La partita sarà i primi del mese, invece pensavamo io e tuo padre che potreste tornare il weekend dopo il tuo compleanno per festeggiare tutti assieme»
«Abbiamo pensato che quel giorno vorrai stare qui con solo con i tuoi amici, invece» continua il padre.
Come al solito premurosi, attenti, quasi a far venire la nausea.
«Sicuramente sarà una bella festa» commenta, si limita a sorridere.
La conversazione non dura molto, giusto un paio di abbracci e lasciano il figlio alla sua giornata scolastica.
Adesso si vedranno direttamente alla partita, tra qualche mese.
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La sera porta con sé tante stelle, una splendida Luna, e qualche bicchiere d'alcolico dai Tassorosso.
Scorpius ha parecchi amici tra di loro, sono veramente simpatici, e l'accoppiata serpi-tassi è fantastica, si completano alla perfezione.
Per non parlare che ha avuto una grande e bella cotta i primi due anni per una ragazzina estremamente carina e appassionata di Erbologia.
Lei è rimasta davvero bella, quei capelli color miele e gli occhi verdi sono un incanto, ma crescendo ha compreso che non è proprio il suo tipo.
Albus lo aveva spinto ad uscirci, ma si è rifiutato.
«Per carità, Sofie è davvero carina, una ragazza molto intelligente ma... ma le manca qualcosa!» ripete tutte le volte che il moro gli lancia un'occhiata complice.
Non sa cosa non vada in lei, ma non sente alcuna fiamma accendersi dentro quando le sta vicino. È solo una bravissima amica.
Sono in camera da letto, Scorpius ed Albus, e si vestono per la serata: il primo con camicia e pantaloni neri (si vede che è figlio di Draco, bisogna ammetterlo), l'altro con una maglia in lino accompagnata da un jeans blu notte.
«Sai chi verrà oggi?» domanda il biondo mentre si spruzza un po' di profumo.
«I soliti, presumo. Lo sai, il gruppetto di Lizzie non verrebbe nemmeno sotto tortura, i più piccoli non sono stati invitati, insomma-»
«Mi vuoi dire in maniera gentile che mi toccherà evitare di prendere a pugni Howard?» ride.
«Una cosa del genere» scherza a sua volta giocoso.
«Sono giorni che dà fastidio, lo hai notato anche tu»
«Ci sono gli esami quest'anno e si avvicina la partita, vorrebbe esplodere e si vede»
Scorpius vuole primeggiare, sempre, soprattutto quando si tratta di gente che non sopporta, deve superarla e mostrarsi il migliore.
La competizione lo rende vivo, particolare che gli sta a pennello vista la sua casa d'appartenenza, e non vede l'ora di sbattere in faccia a quell'idiota la vincita a Quidditch.
Escono furtivi dalla loro camera e a passo felpato si recano in sala comune senza farsi sentire da eventuali insegnanti o, peggio ancora, da Gazza.
Quel vecchiaccio è ancora vivo e si è fatto ogni anno più insopportabile.
Le orecchie vengono subito attirate dalla musica di sottofondo e da chiacchiericci vari, mentre le narici vengono stuzzicate dall'odore delle birre poste su un tavolo.
Il bel biondo si passa una mano tra i capelli e varcano la soglia del luogo, vengono subito fermati da una figura allegra di loro conoscenza, con un sorriso incorniciato da un rossetto e gli zigomi alti cosparsi di lentiggini.
«Dove siete stati tutta la giornata?» stridula Rose ridacchiando «Ah, vero! Avevate gli allenamenti.»
Palesemente ha più amici in Serpeverde che nella sua casa, quindi quando mancano loro preferisce non socializzare troppo con i suoi compagni.
«Non puoi fare a meno di tuo cugino vero?» Scorpius avvolge un braccio attorno alle sue spalle e sghignazza, facendola appoggiare amichevolmente a sé.
«Studiare da sola è una rottura, lo sai.» rotea gli occhi al cielo «Il pomeriggio passato a fare pozioni da sola è qualcosa di terrificante»
«Io devo ancora studiare per lunedì, invece» sogghigna Albus, poggiandosi al muro comodamente con la schiena.
I tre vengono raggiunti da altri ragazzi e amici, facendosi tutti trasportare da chiacchiere e risate in armonia.
Anche la bella e simpatica Sofie si avvicina per poter divertirsi con loro, offre anche due belle birre ai ragazzi Serpeverde tutta contenta: «Noi Tassorosso siamo pur sempre i più ospitali!».
Albus l'adora, è veramente carina e l'amico potrebbe stare con una tipa cortese e delicata come lei, ma no... non sa cosa non vada in lei.
Gli occhi chiari di Scorpius, però, vengono attirati anche questa sera dalla stessa figura magra e mora che corre nella Sala Comune con l'affanno.
Aggrotta la fronte e si sposta dal muro per raggiungere all'ingresso quella ragazza.
«Emily, è da questa mattina che ti vedo scappare per la scuola, che diavolo succede?» ridacchia.
«Scappo da mia madre, potevi immaginarlo» soffoca anche lei una risata e si sistema dietro le orecchie i capelli appena stirati e liscissimi come seta, spesso preferisce domare la sua folta chioma, soprattutto per le feste.
«Devi sopportarla fino alla fine, ricordalo. Purtroppo non è una materia a scelta»
«Non l'avrei seguita nemmeno se fosse stata la più bella di tutti in quel caso! Siamo pazzi?!»
Scorpius le passa la sua bottiglia di birra per metà piena e con un cenno del capo la invita a bere. È appena arrivata sicuramente avrà sete.
Lei la butta giù tutt'una volta, poi sospira rilassata e per qualche istante chiude gli occhi.
Anche se a momenti Emily appare insopportabile, lui le vuole bene, per davvero.
Figuriamoci se questo momento piacevole può continuare, chiaramente viene interrotto da Howard e quei tre imbecilli dei suoi amici fidati.
«Zabini!» esclama con fare allegro «Oggi sono passato per caso al campo e vi ho visti allenarvi. Sei andata forte, sai?»
La ragazza si volta con sguardo corrucciato e annuisce lievemente: «Non ti ho notato, a dire il vero».
«Ti ho detto, son passato per caso»
Nemmeno ha rivolto la parola a Scorpius, le parla come se non ci fosse nessuno.
Il biondo accomoda le mani dentro le tasche e tira un profondo respiro, quanto gli dà fastidio, però fa finta di nulla.
Emily, invece, non si interessa particolarmente alle liti tra case, non dà mai peso alle discussioni tra Smith e Howard.
Diciamo che non le frega di nulla e di nessuno, fa ciò che vuole, come vuole, e basta.
Anzi, reputa Scorpius a momenti esagerato, un paladino che spreca le sue energie dietro persone palesemente troppo diverse da lui.
Nicholas sorride sornione alla bella ragazza e scuote le spalle: «Semplicemente si notava la tua tecnica».
Con lei è sempre particolarmente gentile, sospettosamente gentile, e questo piace ben poco ad Albus e Scorpius.
Magari volesse portarla a letto, hanno addirittura pensato, pensano che non sia solo quello, figuriamoci.
Lei, però, ignora quei loro commenti troppo apprensivi – "non siete mio padre o mia madre!".
E poi qualche complimento le fa parecchio piacere, bisogna ammetterlo.
Ogni tanto le piace quando qualcuno, qualsiasi genere di persona, le fa un piccolo apprezzamento, come molti adolescenti d'altronde.
E se questo viene da una persona anche un po' più grande di lei la lusinga, anche se non si comporta come una ragazzina insicura carente di attenzioni.
Lei è una tipa forte, sa come avere il pugno duro in determinate situazioni e rispondere a tono.
Semplicemente, certe volte, è bene lasciarsi cullare dalle adulazioni.
«Ti interessa la mia tecnica perché hai paura di perdere, vero?» mostra un sorrisetto provocatorio.
«Non stavo pensando alla partita, a dire il vero. Davo importanza ad altro»
Scorpius rotea gli occhi al cielo, ma rimane lì fermo e rigido come una statua, vuole vedere che altro ha da dire quello sbruffone.
Come fa lei a lasciarlo parlare non se lo spiega proprio.
Anche Albus e Rose storcono il naso non appena notano quella figura e gli altri Grifondoro mostrare smaglianti sorrisetti alla cugina.
«Purtroppo li devo sopportare tutti i giorni, ma Emily non so come stia facendo a sentirli ancora parlare» commenta la rossa vicino l'orecchio del moro.
«Forse ha più pazienza di quello che possiamo pensare»
Dopo qualche scambio di parola e dei sorrisi Nicholas si allontana assieme ai suoi amici, ma Scorpius lo segue con lo sguardo finché non si è dileguato abbastanza.
«Non mi piace quella persona, Emily»
«Vuoi darmi ordini?»
Lui molto semplicemente scuote la testa e sospira: «Sta' attenta, tutto qui».
La sua voce è pacata, non è il tipo di persona che si impone, lei deve capirlo, ma forse farebbe bene ad ascoltare quello che il biondo e gli altri cugini le dicono.
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Buongiorno!
Anche oggi puntualissima.
Siamo solo all'inizio, ma spero comunque che la stesura di questa storia vi stia piacendo.
Voi che ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere, magari con un commento!
Ci vediamo mercoledì, LadyD 💚
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