𝐗𝐗𝐗𝐕𝐈

Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo  - la canzone è "Devil Town" dei Cavetown

«La domanda da farsi non è "dove"...» prende un grosso respiro e passa lo sguardo su tutti loro «Ma è "quando".»
L'affermazione di Allyson lascia i presenti confusi, non sanno dove voglia arrivare.
«Spiegati meglio» Draco fa un passo avanti verso di lei e sospira, corrucciando la fronte.
Allyson si sfila un elastico dal polso e si lega i capelli in una coda bassa, si sistema gli occhiali su per il naso, si schiarisce la voce, cerca di riordinare i propri pensieri e non sembrare fuori di testa non appena darà a loro le dovute spiegazioni.
«Sappiamo che i nostri figli sono qui, eppure non li troviamo. I demoni non mentono mai, per davvero. Possono evitare di dire qualcosa se non conviene farlo, ma non possono mentire! Se sono stati così chiari e certi nel luogo dei ragazzi è perché è quello giusto.»
«Vuoi dire che con quel "quando" ti riferisci al fatto che erano lì, ma in questo momento non lo sono più?» domanda Esme, ma l'amica scuote il capo.
«Mi avete detto che avete sentito qualcosa di strano, come una sensazione di vuoto. Potevo capire se fosse successo solo ad Esme, lei è una maga molto forte e percepisce magie al di fuori del normale, ma questa volta è successo anche a tutti voi. Questo vuol dire che c'è qualcosa che sta colpendo tutti, eppure non possiamo vederla! E allora mi sono detta: non dobbiamo cercarli in un luogo, ma nel tempo.»

Gli adulti la scrutano come se fosse folle, non riuscendo ancora a capirla. È un concetto troppo astratto e fuori dal comune per prenderlo in seria considerazione.
«L'unico modo per una persona di essere in uno specifico luogo ma non poterlo vedere è il tempo! Si trovano qui, ma in un tempo diverso!» esclama convinta, spalancando gli occhi e gesticolando agitata.
Corre verso la grande libreria del salotto, prende un suo vecchio taccuino e poi torna dagli amici.
Sfoglia frettolosa le pagine: «Guardate qui... "Se la persona cambia in un tempo passato si avranno sensazioni di malessere nel futuro". Quindi magari le vostre versioni passate, per qualche motivo, hanno subito dei cambiamenti nella nostra linea temporale».
Esme smorza una risata sarcastica e scuote il capo: «Non è possibile, come ci sono riusciti? L'unico modo per tornare nel passato che conosciamo sono le giratempo e sono state tutte distrutte».
Sia il marito che gli altri presenti concordano, tranne Allyson, lei scuote il capo.
Blaise cerca di prendere parola, ma lei lo ferma: «Non se hanno usato una giratempo venuta dal passato».
Sono tutti ancora perplessi.
«Qualcosa sta cambiando, lo sapete anche voi, ed è troppo strano non trovare i nostri figli, soprattutto dopo tutto quello che abbiamo provato. L'unica cosa che potrebbe avere senso è che non sono nella nostra stessa linea temporale...pensateci...» prende un grosso respiro e passa lo sguardo su tutti, uno ad uno «Sono qui, ma allo stesso tempo non sono qui. Vi sta accadendo qualcosa di strano ma non abbiamo un nemico. L'unico motivo è che i vostri malanni vengono da uno scompenso del tempo.»
«Lo scompenso potrebbe essere il viaggio temporale, vero?» alza il capo Hermione, che sta cercando di seguire il suo ragionamento.
«Potrebbe, certo» sospira, confortata dal fatto che qualcuno voglia darle manforte.

Esme e Draco sono molto scettici a riguardo.
Per loro tutta la loro magia e i piani pensati strategicamente sono l'unica via possibile, ma rimangono in silenzio per ascoltare cosa ha da dire la sua amica.
«Non abbiamo nemmeno trovato i loro possibili corpi, questa è l'unica alternativa possibile.»
«Anche se fosse vero, come li troviamo?» domanda Harry.
«E perché qualcuno ha portato una giratempo nel futuro?» continua Ginny, altrettanto perplessa.
«Io non lo so, ma il viaggio nel tempo è l'unica cosa possibile!»
Cala un profondo silenzio per qualche minuto, tutti riflettono su quelle parole.
«Dobbiamo almeno provare...» sospira Allyson «Io voglio trovare mia figlia e voglio provare di tutto. Io so che siete dei maghi molto forti ma per ora non abbiamo trovato nulla e non è possibile. Dobbiamo tentare con altro, vi prego.»
«Ma c'è un problema: come possiamo spostarci nel tempo per trovarli? Non sappiamo nemmeno quanto lontano si sono spostati» pone il suo dubbio Draco «Se tu avessi ragione sarebbe un disastro. Non possiamo trovarli a quel punto, dovremmo solo aspettare che loro tornino sani e salvi.»
Il suo ragionamento ha senso, anche se Allyson avesse ragione ci sono un sacco di problemi che potrebbero sorgere.
«Oppure bisognerebbe trovare un modo per viaggiare nel tempo e trovarli!»
«Non è possibile... non è possibile» scuote il capo Esme energicamente e sospira «Non possono essere nel passato altrimenti è un disastro.»
«Ma possiamo trovare un altro metodo oltre giratempo!»
«Non funziona così!» alza la voce la ragazza «Sembra così facile per te, ma non lo è! Ti rendi conto che stai proponendo di trovare un nuovo metodo per viaggiare nel tempo?! E per giunta non sappiamo nemmeno quanto lontani sono andati i nostri figli.»
«Ma può essere un'idea!»
«Un'idea del cazzo, Allyson!»
Esme sembra furibonda, la scomparsa del figlio la mette in subbuglio e non vuole perdere tempo.
«Mio figlio non c'è da mesi! Come pretendi che possa perdere tempo?»
Draco si avvicina e le posa una mano sulla spalla: «Calmati».

Allyson si sente mortificata per la sua reazione, ma allo stesso tempo vuole che lei l'ascolti.
Comprende il suo stato d'animo, però è convinta di quello che dice.
«Esme forse ha esagerato ma non ha tutti i torti» mormora Ginny, che assieme ad Harry è poco convinta di quella proposta.
«So che sembro pazza, ma dovete credermi!»
«Come potremmo spostarci nel tempo?» domanda Ron, che per quanto sia ancora confuso vuole far parlare Allyson.
Lei è una donna brillante, è sempre stata una ragazza con ottime idee e vuole almeno tentare a seguire il suo discorso.
«Non so bene come, ma so che esistono dei maghi esperti nella manipolazione del tempo.»
Questa volta è Harry ad accennare una risata sarcastica: «E perché non sapevamo niente?»
«Perché avete conoscenze didattiche! Non sapete tutto, e poi questo tipo di magia è nascosta anche agli occhi della comunità.»
«Mi sembra una follia!»
«Non lo è! Credetemi, vi prego.»
Esme inizia a camminare avanti e dietro per la stanza, sfregandosi le mani contro le cosce, gli altri rimangono in silenzio.
«Voglio crederti» a parlare è Draco «Hai sempre avuto ragione in queste cose, bisogna ammetterlo.»
La moglie si volta dall'uomo e corruga la fronte: «Sei serio?»
«Avanti, ditemi cos'altro possiamo fare!» si pone severo e anche molto preoccupato nei confronti dei loro figli «Abbiamo provato di tutto e niente ha funzionato. Tu, Esme, hai assorbito la più grande magia esistente e non credo sia servito a qualcosa. Dobbiamo tentare, anche se sembra assurdo.»
«Sei stato il primo a porsi dei problemi.»
«Lo so, Harry, ma non abbiamo altra scelta. Anch'io non sono convinto di questa storia, probabilmente è solo un'assurdità ma non penso possiamo fare altro.»
Allyson mostra un breve sorriso e annuisce: «Secondo me è la strada giusta da seguire».
«Se lo pensi tu allora ne sono convinto anch'io» il marito la supporta senza indugio. Nonostante le perplessità crede nelle abilità della moglie e sa che potrebbe avere ragione.
«Cosa suggerisci di fare?» domanda Hermione, curiosa.
«Ho dei vecchi appunti su questi maghi, bisogna trovarli e magari parlare con loro. Dovrebbero darci le risposte giuste.»
Lei annuisce alla risposta dell'amica.

«Quindi... dobbiamo davvero farlo?» domanda Esme, ancora titubante.
«Non abbiamo scelta» le risponde il marito.
Cerca di convincersi, annuisce e prende un grosso respiro: «I nostri figli vanno trovati, sappiatelo. Non mi interessa quanto ci metteremo, ma dobbiamo trovarli».
Parla con imposizione e fulmina tutti con lo sguardo.
«E fareste bene ad avere solo buone idee» si sofferma per qualche istante su Allyson.
Non si è mai rivolta così alla sua migliore amica, ma il panico per Scorpius ha preso il sopravvento e non intende perdere tempo. Ormai sono troppe settimane che lui manca, e va ritrovato.
L'idea che possa non tornare più non la tollera e spera che la donna abbia ragione. Si augura davvero che tutto vada bene.
Draco la guarda severo, non gli piace quando ha quell'atteggiamento aggressivo.
Tornano tutti a casa, adesso è troppo tardi per pensare ad altro.

«Sei matta?!» esclama appena sono al Manor «Non è modo di comportarsi!»
«Io matta?! Vogliamo tentare di girovagare nel tempo chissà dove e nostri figli non sappiamo dove sono!»
«Ma forse ha ragione!»
«Deve per forza avere ragione!» alza la voce e sbatte un piede a terra «Nostro figlio è sparito! Io devo trovarlo!»
Comprende la sua frustrazione, anche per lui è difficile accettare questa realtà, ma deve controllarsi.
«Mi sono ripresa, ho fatto il possibile per lui e ancora non è stato trovato! Ho evocato dei fottuti demoni!»
La voce di Esme è molto alta, fa uscire via dal petto tutta la propria frustrazione e si passa una mano per i capelli, stanca.
«Io lo voglio far tornare qui da me!» urla contro il marito, avvicinandosi a lui e batte un pugno contro il suo petto «Io rivoglio mio figlio a casa.»
Il suo tono iniziano pian piano a spezzarsi, parola per parola, mentre continua a lamentarsi ed esprimere il dolore nel non riuscire a trovare Scorpius.
Il marito la ferma prendendola per le spalle e la scuote leggermente, per farla stare in silenzio: «Calma! Devi stare calma!»
Punta lo sguarda dritto nel suo e parla serio: «Anch'io sono spaventatissimo, non dormo da settimane, ma non dobbiamo perdere le staffe. Dobbiamo essere lucidi, e dobbiamo provare di tutto».
Lei deglutisce e si passa una mano per la fronte, poi sospira.
«Hai ragione... scusami.»
«Ti dovrai scusare con Allyson, non devi farlo con me.»
Esme storce la bocca e annuisce, il marito ha ragione, poi si va a sedere sul divano e si strofina le ginocchia: «Magari ha ragione... magari li troveremo così».
«Voglio crederci.»

•·················•·················• 

Ma non sono le uniche persone ad essere in difficoltà, e non sono le uniche persone a dover trovare una soluzione ad un grave problema.
Sono passati tre giorni, settantadue ore in cui hanno dovuto pensare come rintracciare altri possibili alleati.
I nomi di Remus e Sirius sono apparsi subito nella loro mente, sapendo che sono grandi maghi che possono essere d'aiuto.
Tuttavia non sono rimasti inosservati.

"Sirius Black e Remus Lupin attaccano l'Ordine Supremo di Lord Voldemort. Colpito il Ministero."

La testata del giornale parla chiaro ed era scontato che avrebbero fatto qualcosa, nonostante da soli non siano in grado di fare granché.
«Dobbiamo contattarli» mormora Minerva, sapendo che hanno bisogno di altro aiuto. È notte, sono tutti rifugiati a casa Davenport e in una delle stanze segrete sono rifugiati a pensare ad un paino efficace.
«Nella nostra epoca si sono sempre rivelati grandi maghi» afferma Rose «Abbiamo bisogno di loro, davvero.»
Non tutti sanno della loro fama (non ancora chiaramente) ma ascoltano le parole di quei quattro ragazzi.
Per quanto alcuni non si fidino totalmente, come i gemelli Weasley, altri, tra cui gli insegnanti, cercano di prestare attenzione ai loro consigli.
«Come possiamo essere certi che tutto questo funzionerà?» storce la bocca Fred «Siamo chiusi qui da giorni e la situazione va sempre peggio.»
Ed è vero, ogni giorno è sempre peggio, un pezzettino di mondo viene inglobato nel terrore di Tom Riddle e la gente non ha scampo.

«Dobbiamo trovarli prima che lo facciano loro» afferma Albus «Non possiamo perdere altro tempo e dobbiamo uscire da qui.»

«È troppo rischioso» scuote il capo Neville «Stanno continuando le prime perlustrazioni e non possiamo permetterci di farci scoprire adesso.»
«Possiamo stare attenti, ma non fermi!»
Lui scuote di nuovo il capo indeciso.
«Io sono se dobbiamo fare qualcosa» dice Ginny «Ma dobbiamo avere un buon piano perché quelle persone vanno convinte.»
«Penso che le nostre taglie sulla testa siano abbastanza convincenti» sogghigna Scorpius «Sanno sicuramente che siamo contro il regime.»
«Vanno convinti a partecipare alla nostra resistenza, che è diverso.»
«Lo faranno» annuisce Rose «Ne sono certa.»
Sentono che sarà così, forse perché conoscono personalmente Remus, la moglie e il figlio. Vorranno sicuramente partecipare a quella resistenza.
«Ma dove possono nascondersi? Non penso stiamo a Grimmauld Place» riflette George, e ha ragione.
Non possono certo nascondersi in un posto così visibile alla gente, che sicuramente è stato già ispezionato dai mangiamorte.

A Rose viene un'illuminazione e spalanca gli occhi: «Casa Weasley».
Molly ed Arthur sono lì con loro, come è stato detto sono stati avvisati e portati a casa Davenport per nascondersi.
«Ma cosa state dicendo?! È impossibile, non ci sono mai stati lì con noi» scuote il capo la donna «Sei una ragazzina davvero strana.»
Accenna un lieve sorriso alla nonna, poi si ricompone e dà una risposta sensata: «Proprio perché è vuota sono lì. L'avranno già perquisita, vi hanno messo una taglia sulla testa e adesso loro sono lì. Sanno che non tornerete o se lo farete sareste disposti ad accoglierli. La vostra casa è labirintica e non stento a credere che magari hanno fatto un rifugio segreto proprio come noi.»
I due Weasley sono sempre più stupiti da tutta quella conoscenza della ragazza e rimangono turbati.
«Come fai a sapere così tanto...» la voce di Arthur sembra quasi sconfitta, perché vorrebbe sapere.
«Lo so e basta» scuote le spalle e posa una carezza sul suo braccio.
Non è facile per loro mantenere tutti quei segreti e rivolgersi alle loro famiglie come se nulla fosse, trattandoli come dei coetanei.
«Domani andiamo lì, quando il sole cala» afferma Emily, senza voler essere contraddetta.

E così fanno, vanno lì il giorno dopo come promesso ma non tutti chiaramente: dei quattro ragazzi due devono rimanere lì e due in quella missione e a proporsi sono stati Rose ed Albus.
Quei due sono le persone più adatte ad entrare a casa Weasley e parlare con quei maghi.
Vengono accompagnati chiaramente da Fred, George e Ginny, nessun'altro e va bene così. Non devono dare all'occhio.
Quando arrivano alla Tana c'è un silenzio pazzesco, il posto è stato messo a soqquadro e intuiscono che sia per le perquisizioni dei mangiamorte.
Sono già stati qui, per questo tirano un sospiro di sollievo.
Iniziano a vagare per le camere in silenzio, con l'ansia che trapela nella pelle.
Sperano di non essere beccati da nessuno, la possibilità c'è sempre, ma soprattutto sperano di trovare quei due.

«Non ho trovato nessuno...» mormora Albus, salendo al secondo piano dove si trova Rose.
«Nemmeno io» scuote le spalle lei.
Anche gli altri tre li raggiungono con uno sguardo di disapprovazione.
«Non c'è nessuno. Era una cazzata» sbotta Fred sospirando «E adesso come facciamo?!»
Nel buio notturno si fanno luce con le loro bacchette e scendono in salotto prima di materializzarsi via di nuovo.
Ma non fanno in tempo a finire di scendere le scale che una bacchetta viene puntata dritto contro i loro volti.
«Ginny? Fred... George?» la voce di Sirius è stranita, il suo aspetto pessimo.
Barba e capelli non curati, dei vestiti sgualciti e delle occhiaie a marcare la sua stanchezza.
«Chi sono questi altri?»
Non si aspettava di trovarli, bensì di fronteggiare dei maghi da quattro soldi in cerca di cibo o di rubare qualcosa.
Viene raggiunto a passo svelto da Remus, che aveva sentito anche lui dei rumori estranei.
Li guarda tutti ed è perplesso: «Che succede?»
Il volto di Rose si illumina nel vederli e lancia uno sguardo complice agli altri ragazzi.
«Mi chiamo...ehm... Rachel» questo è il nome finto che si è data la ragazza «Siamo parte di una delle resistenze di Voldemort.»
«E io sono Albert» sospira l'amico «Ma dobbiamo andare via, in fretta.»
«Fermi, noi non andiamo da nessuna parte» accenna un riso sarcastico Sirius, poi rivolge lo sguardo ai Weasley «Mi spiegate cosa succede?»
«Abbiamo bisogno di voi e abbiamo bisogno di parlare, ma non qui» afferma seria Ginny.
Il suo sguardo penetrante colpisce i due uomini, che rimangono in silenzio per qualche attimo prima di annuire.
La situazione è così strana che non si permettono di contraddire.
«Dove dobbiamo andare?» domanda Remus.
«Non possiamo dirvelo qui, ora» parla veloce Albus «Ma dobbiamo andare immediatamente.»

Ritornano così nel loro nascondiglio e loro sonoancora più turbati.
Non conoscono quel posto, poi vengono portati in un labirinto segreto neimeandri di quella casa, dove si aprono stanze strette, buie ma colme dipersone.
Riconoscono un bel po' di volti e ne sono sconvolti.
«Mary Bradshaw?» Sirius è stupefatto «Che ci fai qui?!»
«Sedetevi, dobbiamo parlare» prende parola Albus Silente, che cattura la loroattenzione «La situazione è peggiore di quella che potete solo pensare.» 

Ed è la verità: è davvero molto peggio, eppure già la situazione così come è possibile vederla è terrificante.  Difatti sono state create zone di reclusione per i babbani, dove gli è permesso di vivere solamente lì, ma a servizio dei maghi.
Ogni loro produzione viene data alla comunità magica e devono accontentarsi del minimo per sopravvivere.
Poi vi sono luoghi destinati alla deportazione, alla tortura ed infine alla morte di babbani e maghi ribelli.
Non c'è possibilità di scelta e poter evadere e ribellarsi appare impossibile.
Gli alleati del Signore Oscuro aumentano giorno dopo giorno: per paura di essere delle vittime, oppure perché si crede fermamente ai suoi ideali.
Ebbene sì, non sono poche le persone che ammirano il suo operato e che sostengono la supremazia magica.
Lord Voldemort vive nel Ministero, adesso non è un luogo per la gestione della società, ma la sua dimora e ad alcuni dei mangiamorte più vicini.
Tranne i Malfoy, nonostante abbiano la stima del loro Signore e non solo.
Lucius e Narcissa vengono visti come due potenti e maghi e che hanno avuto l'abilità di ribaltare il potere.
Tuttavia la donna è subbuglio e non gradisce quella situazione.

«Nostro figlio è morto» ripete,come tutte le notti prima di andare a dormire.
Non riesce a prendere pace da quando il suo Draco ha perso la vita e chiuderegli occhi per riposare non è facile.
Si rannicchia sotto le coperte, appoggia al cuore una foto del figlio e trattienele lacrime.
«Lo so, e non sono contento di questo nemmeno io» ed è vero, lui non voleva comprometterela sua vita, bensì solo avere più potere.
«Non perdonerò mai Bellatrix per quello che ha fatto» si asciuga una lacrima cadutasulla guancia e corruga la fronte.
Non le parla da quel giorno, a dire il vero il pensiero di farle del male latormenta ogni minuto.
«Deve pagare per quello che ha fatto.»
Lucius annuisce e sospira.

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Scusate per aver pubblicato tardi, ma il capitolo non può mancare!
Ultimamente faccio ritardo perché sono piena di impegni, spero possiate capire.
Anzi, spero che stiate bene e che state gestendo al meglio questo periodo sicuramente pieno di studio e/o lavoro!
Comunque, per rimanere aggiornati sulle mie pubblicazioni vi invito a seguirmi su ig (trovate il nickname in bio)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, LadyD 💚

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