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Il pianto di Rose è così forte che sembra distruggere le pareti di Hogwarts.
Ottobre ha portato con sé non solo le prime foglie autunnali, ma anche le prime verifiche e interrogazioni.
Questa mattina la professoressa Davenport ha consegnato a tutti gli alunni del quinto anno i risultati con le correzioni di un compito che bisognava svolgere in ben tre giorni: un saggio sulla storia dei Goblin, focalizzandosi su un particolare a piacere di quelle creature così interessanti.
La ragazza dai capelli rossi decise di esporre come tematica una delle rivolte dei Goblin avvenuta in una cittadina irlandese, e fiera la presentò alla professoressa.
Era convinta che sarebbe stato uno dei compiti migliori, se non addirittura il migliore di tutti.
Ma il risultato ottenuto è stato ben differente dalle aspettative.
Allyson, pur sempre dispiaciuta, segnò quel saggio come "discreto".
«Non è un lavoro fatto male, Weasley, ma mancano molte fonti storiche, devi essere più dettagliata», ma questa spiegazione ha devastato l'animo di Rose.
Non è possibile, proprio lei che è una delle migliori dell'istituto si è beccata un commento del genere.

Dopo la lezione di Storia della Magia, infatti, è scappata nel bagno delle ragazze perché non può certo farsi vedere in tale stato dal resto dei compagni.
Viene sopraffatta dall'ansia, dalla delusione, e il respiro si fa subito corto appena è sola in quelle mura fredde e umide.
Strofina il viso con l'acqua fresca ma scoppia in un pianto fragoroso e rumoroso, senza controllo, facendosi sopraffare da un vero e proprio attacco di panico.
Palpitazioni, sensazione di soffocamento, giramenti di testa, pressione toracica, per non parlare di una forte fitta che sente allo stomaco provocandole vertigini.
Si poggia contro una parete e scivola per terra, con le gambe rannicchiate vicino il petto, e cerca di respirare ma fallisce.
Gli occhi sono gonfi per le centinaia di lacrime, il viso è rosso e la stanza sembra girarle attorno.

Come farà a dirlo alla madre? O meglio, come farà a sopportare le sue critiche tramite una lettera o a casa?

Allyson ed Hermione sono amiche, sicuramente lei parlerà di quanto lei sia stata deludente, di quanto il suo rendimento si sia abbassato.
Siamo solo all'inizio dell'anno e non può permetterselo, lo ha ripetuto un sacco di volte.
E se andasse tutto male? Probabilmente la madre la farà smettere di giocare a Quidditch perché quella roba le fa perdere la concentrazione.
Rose non può permettersi di essere una studentessa qualsiasi, deve essere brava quanto sua madre. Teme una sua lettera o una grande sgridata a casa.
L'ansia di essere un fallimento l'annega in un mare di lacrime e la preoccupazione di allontanarsi dal suo sogno di essere una grande giocatrice lo vede allontanarsi.
Forse la sua visione è esagerata, ma al momento vede tutto appannato, come se la mente non riuscisse a produrre discorsi lucidi.

«Non farmelo ripetere due volte, Rose, quest'anno è importantissimo! Sei una ragazza e sei mezzosangue, se non ti dai da fare questo mondo ti mangerà.» le urlò la madre prima di iniziare la scuola. 
Vide Rose ancora una volta in giardino sulla sua scopa piuttosto che sui libri: «Devi essere la migliore o non avrai futuro».
«Tua zia Ginny ha avuto fortuna oltre che talento, ma devi pensare ad un ulteriore piano se non va bene con il Quidditch!» continuava a rimproverarla, mentre la ragazza tratteneva delle amare lacrime.

Hermione è una madre amorevole, ma il suo essere stata una strega portentosa e dalle abilità eccellenti l'ha resa fin troppo pretenziosa.
Non lo fa di proposito, forse l'ansia che possa avere le sue stesse difficoltà in società la tormenta.
Lei si è data da fare, eppure ha dovuto rinunciare alla sua posizione ministeriale per via delle sue origini.
Non vuole che la figlia possa subire tali ingiustizie e per questo la sprona ad essere anche meglio di sé.
Vede in Rose grandi potenzialità, più di quelle che lei stessa aveva da giovane, e non vuole che vengano sprecate.
Ma questo atteggiamento non giova ad una ragazzina che vorrebbe viversi spontaneamente la sua età, le sue passioni, i suoi amici.
Scorpius ed Albus hanno visto le gambe frettolose dell'amica scappare via, hanno riconosciuto quel viso impallidito e gli occhi spenti.
Il primo è corso velocemente fuori l'aula di Pozioni e ha bloccato Emily che vi era appena uscita.

«Rose è scappata via in bagno, la stiamo raggiungendo.»
La bruna annuisce con lo sguardo corrucciato, forse ha intuito cosa possa essere.
A passo svelto tutti e tre entrano in quel bagno, chiudendo la porta ed impedendo che qualcuno possa entrarci, se ne fregano che due ragazzi non possono metterci piede.
Non appena abbassano lo sguardo verso la sua figura rimangono scioccati, oggi è veramente devastata e mai l'avevano vista in tale stato.
«Che diavolo è successo...» mormora l'amica e si avvicina cauta, sedendosi al suo fianco e accarezzandole la schiena con delicatezza, ma Rose scoppia in un pianto ancora più forte e butta le braccia attorno al collo dell'amica per ricevere un abbraccio.

Emily sussulta a quel contatto e ricambia la stretta, tenendola vicino a sé per poter farla sfogare.
Anche i due ragazzi si mettono a terra, seduti davanti a lei, e rimangono in silenzio per non suscitare ulteriori emozioni negativi.
Ha solo bisogno di piangere e liberarsi di tutta quell'angoscia.
«Non posso aver iniziato così il mio anno!» a quell'esclamazione i tre sono confusi, vogliono una spiegazione da parte sua per poterla aiutare.
«Spiegami...» mormora Albus, un po' titubante.
«Cosa devo spiegarvi?!» urla battendo un pugno per terra «C'eravate tu e lui quando ho ricevuto quel maledetto compito!»
Indica con il dito tremante il bruno e il biondo, ed ecco che hanno subito compreso cosa l'abbia devastata così tanto.
«Rose... è solo un compito e non conta, era uno stupido saggio» tenta Scorpius, ma viene immediatamente aggredito dalla sua voce acuta: «Uno stupido saggio? Io non posso permettermi di essere discreta, vuoi capirlo? Io non posso farlo perché altrimenti va tutto a puttane!»
Aggrotta la fronte ancora più turbato e non fa in tempo a mostrare parole di conforto che ancora una volta lei urla a pieni polmoni.

«Io non ho dei genitori entrambi purosangue! Io non sono la figlia del bimbo della profezia o della professoressa... io non posso permettermi quello che voi potete permettervi!» prende un grosso respiro e continua «Se mi tolgono il Quidditch poi cosa mi rimarrà? Se fallisco, poi cosa rimarrà di me?»
«Rose il tuo futuro non dipende da un compito...» cerca di parlare Albus, che è sempre il più ragionevole, e ignorando il suo commento sulle loro famiglie.
«Io non posso e basta! Se mia madre lo venisse a sapere e mi impedisse di giocare? Quest'anno ci sono gli esami ed è stata ben chiara con me.»
«Ma magari non verrà a saperlo.»
«Mia madre è una gran stronza» a parlare è Emily, con un ghigno di disprezzo in volto «Questo weekend i nostri genitori hanno una cena, sicuro uscirà fuori questo maledetto compito»
E il pianto di Rose riprende e aumenta, adesso la vede dura.
La bruna vorrebbe affondare, si sente così in colpa che la sua amica stia piangendo così tanto per colpa della sua stessa madre.
Non la sopporta, anche se forse il suo giudizio del comito non è sbagliato, ma non la sopporta comunque.
Odia che sia la loro insegnante, vederla tutti i giorni e vederla con quel calamaio a mettere voti e giudicare i suoi cari.

«Mi dispiace...» si limita a sussurrare Emily e lo sguardo è mortificato.
«Non è colpa tua» singhiozza asciugandosi con una manica il viso, non vuole che lei si prenda colpe che non ha.
Conosce abbastanza bene Emily da sapere che per quanto all'apparenza sia una dura e inflessibile ha un cuore d'oro.
«Ma non doveva metterti quel giudizio, insomma lei sa com'è tua madre!»

«No, è colpa mia, devo impegnarmi di più» ed ecco che inizia a sentire il vuoto dentro, a sentirsi un enorme fallimento.
Ecco cosa suscita essere sottopressione: poca fiducia in se stessi.
«Studi sempre, ma che stai dicendo?!» la riprende Scorpius «Sei la migliore, hai la media più alta, questo è stato solo un saggio che non conta nulla»
«E se fossi diventata più stupida? Se non fossi più brava come l'anno scorso?»
«Non puoi diventare stupida in un'estate, è una follia. Magari hai fatto qualche errorino, ma non è irrecuperabile. Può capitare non andare bene in qualcosa, lo sai»
«Tu non sei andato male... non sei mai andato male! E anche se avessi avuto un giudizio pessimo non ti succederebbe nulla, i tuoi genitori non sono i miei. Tua madre non è la mia!»

Adesso ad avere i sensi di colpa è Scorpius.
Per essere sempre considerato "quello perfetto", "quello con la famiglia perfetta", "quello fortunato".
Loro non sanno come ci si può sentire ad essere il figlio di Esme e Draco, non vengono presi in considerazione i suoi pensieri e le sue emozioni, e ancora una volta si sente rilegato ad essere il figlio che ha tutto.
Il figlio che è stato salvato, supportato, amato, alla quale non è mai mancato nulla.
E mentre lui ha tutto questo, gli altri passano le pene dell'inferno.
Non vorrebbe avere questa nomina, e che ne sanno loro di come è davvero essere uno Smith.
Ma non vuole pesare sul suo umore già distrutto, quindi annuisce e tira un sospiro, non si permette a dire null'altro.

I tre Serpeverde rimangono in silenzio, ascoltano il singhiozzare incessante dell'amica finché lei non ha più fiato per poter emettere un ulteriore gemito.
Sembra che quel momento di panico sia cessato per ora, riescono a percepire il suo fiato caldo farsi più quieto e il suo cuore battere meno velocemente.
Emily le accarezza una spalla e tira fuori dalla tasca un fazzoletto, lo avvicina al suo volto e asciuga ogni lacrima con delicatezza: «Va meglio?»
Rose annuisce e tira su con il naso, per fortuna i suoi amici sono andati da lei ad aiutarla.
Sa bene che senza di loro vivrebbe quegli anni ad Hogwarts solo con molto stress e solitudine.
Sorride verso i tre e prende un grosso respiro: «Scusatemi se mi sono agitata molto, non volevo nemmeno farvi perdere tempo.»
«Scherzi? Non devi scusarti con noi.» le sorride Scorpius, ci tiene ai suoi cari e non vorrebbe vederla così.
L'aiutano ad alzarsi e l'aspettano mentre si sciacqua velocemente il viso, arriveranno tardi a lezione ma per fortuna i tre devono andare da Filius, non è tipo che se la prende per qualche minuto, mentre Emily se ne frega e basta.

Escono velocemente dal bagno, Rose è stata sistemata con l'aiuto di un paio di incantesimi, e possono far finta che non sia successo nulla.
Mentre a passo svelto si recano verso le loro classi, Scorpius si ferma un attimo e tira per un polso Emily, avvicinandola a sé mentre i due scappano dentro l'aula di Incantesimi.
«Grazie, davvero. Sai gestire bene queste situazioni.» confessa.
Lei rimane per un attimo interdetta: «Lei è mia cugina, non c'è bisogno di ringraziarmi».
Stacca la presa dal suo polso e sospira, certe volte non capisce perché Scorpius debba essere così gentile e premuroso, sembra nauseante.
«Sai sempre come essere ingrata e insopportabile.» smorza un riso, da lei doveva aspettarselo.
La vede andare via e scuote il capo, non si capacita perché certe volte abbia un carattere così irruento.

Emily entra in aula, per fortuna adesso ha una delle sue lezioni preferite: Difesa Contro le Arti Oscure.
Bisogna ammetterlo, Ginevra è un'ottima insegnante e l'adora, forse è una delle poche persone che lei ammira.
La vede forte, tenace, e la sua materia è sul serio interessante.
Per una come lei, che non segue nemmeno mezza regola e non ha paura di niente e di nessuno, scoprire come combattere forze maligne è davvero il massimo.
E poi, Ginevra ha un po' un debole per Emily, anche se non lo dà per niente a vedere – le ricorda la sua famiglia.
Si siede silenziosa al fianco di un'amica Serpeverde e gli occhi sono subito puntati sulla lavagna e si illuminano appena leggono l'argomento di quel giorno: demoni e la loro classificazione.
Il programma del terzo anno è super interessante (almeno così la pensa lei) e anche se non vuole farsi vedere una gran secchiona, quando qualcosa le piace è davvero talentuosa e competitiva.

A dire il vero, l'unica materia in cui non si impegna è "Storia della Magia", ma perché vedere sua madre e affrontare compiti e verifiche con lei non è il massimo.
Zia Ginevra è una tosta, si vede anche dal suo aspetto, l'abbigliamento rigoroso e scuro, per non parlare di quando ha saputo qualcosa della sua storia.
Certe volte Emily ha sognato di essere una donna Bradshaw, o magari una Smith, al posto di far parte di quella casa di perfettini.
Considera la famiglia Davenport noiosa, non fanno altro che parlare come dei vecchi intellettuali di robe storiche e letterarie, eppure nessuno oltre sua madre ha mai concluso qualcosa di serio con il mondo magico.
Il padre, invece, un classico nobile purosangue, ma senza spina dorsale – così dice.

Se lo ricorda bene quel giorno a Charleston, avrà avuto solo sei anni mentre Scorpius e gli altri cuginetti ne avevano otto.
Furono tutti invitati ad una piccola festicciola a casa della zia Esme e fu subito festa per tutti i bambini, si vedeva che aveva un debole per loro.
E usava la magia!

«Mi raccomando bambine, dovete essere buone, silenziose, non toccare o fare nulla» raccomandò Allyson, e mentre Lizzie annuiva, la più piccola sbuffava.Quando entrarono nel giardino era tutto addobbato ed Esme accolse le piccole facendole levitare in aria per sbaciucchiarle.Come sempre quell'insopportabile della maggiore scoppiò a piangere per la paura di essere sollevata di qualche centimetro da terra (Emily già la trovava noiosissima), mentre l'altra rise di gusto e abbracciò la zia.Era così bello poter essere un po' liberi.

Poi Emily non ha mai sopportato il modo languido di fare della sorella maggiore, soprattutto da quando aveva iniziato Hogwarts e lei era ancora alle elementari.
«Corvonero è la casa degli intelligenti... come me!» disse, ma Emily roteò gli occhi al cielo quel giorno.
E poi, non tutti i Corvonero sono brillanti, lei sicuramente è l'eccezione, forse il cappello parlante l'ha messa lì perché di certo non poteva stare con i suoi cugini più simpatici e talentuosi.
Lei è sempre stata solo una guastafeste.
Si comportava come una brava signorina fin da più piccola e il suo unico interesse oltre le trecce ben fatte, lo studio accanito, dei libri di lettura, era trovarsi il principe azzurro. Quella roba disgustosa e nauseante.
Infatti, Emily ha sempre sospettato che avesse avuto una grande cotta per Scorpius da bambina.
Il bambino dall'animo d'oro, una spiccata intelligenza e i capelli biondissimi, non poteva che essere appetibile agli occhi di una come Elizabeth.

Quel famoso giorno a Charleston, quando quella piagnucolona pianse tutte le sue lacrime per un piccolo incantesimo, non fu solo Esme a scusarsi e dispiacersi, ma anche Draco e Scorpius.
Chiaramente il primo era troppo vecchio, mentre il secondo era il suo adorato amichetto che non vedeva da un sacco di tempo.
«Non piangere! Vuoi giocare con me e Albus? Abbiamo le biciclette.» questa semplice frase e un sorriso lucente l'ammaliarono. Emily ne era certa, conosceva abbastanza bene la sorella per aver riconosciuto quello sguardo incantato. Roba da principesse, di certo non la sua.
Anzi, era disgustoso che potesse preferire la compagnia di un maschietto piuttosto che giocare con qualche incantesimo.
La piccola Emily, invece, chiese a zia Esme e zio Draco di agitare le bacchette, voleva vedere delle stelline lucenti scoppiettare o un tazzina trasformarsi in un fiore.

La differenza tra le due è palese, e quando Emily entrò ad Hogwarts il loro rapporto ebbe ancora più crepe.
Due mondi opposti che si scontravano in continuazione, che venivano sempre messi a confronto.
Ancora adesso succede, e i genitori sono i primi che lo fanno, forse inconsapevolmente, forse senza rendersi conto di quanto fa male questo atteggiamento.
Elizabeth è raffigurata come la figlia perfetta, mentre ad Emily manca sempre qualcosa, lei è quella che non vuole dare ascolto, che non sa comportarsi, che è sempre una delusione.
Forse le importa... o forse adesso ha smesso di pensarci.
Emily vuole essere ciò che si sente di essere, le piacciono gli incantesimi, le piace agitare la bacchetta, sogna di vivere una vita piena di avventure e magia.
Non vuole rimanere dietro i libri per sempre, vuole studiare per poi essere qualcuno di diverso dalla sua famiglia.
Magari un Auror, o lo Spezzaincantesimi; sì, quest'ultimo sarebbe davvero affascinante come lavoro.
La sua bravura a scuola è dovuta al suo sogno di scappare e di dimostrare che è una ragazza che ci sa fare, non per l'approvazione dei genitori, non perché "deve".
Lei è una serpe, non ha bisogno di niente e di nessuno per essere convinta di sé.
La lezione va anche alla grande, lei riesce a rispondere alle domande che pone Ginevra, per non parlare che conoscere nuove tipologie di demoni e presenze oscure è davvero interessante.
«Si possono controllare, professoressa?» domanda curiosa «Intendo, si possono controllare a proprio piacimento determinati demoni?»
«Questa pratica è davvero difficile, per non dire quasi impossibile. Bisognerebbe essere uno stregone oscuro, e bisogna avere un grande dominio della propria mente e capacità. I demoni non si fanno soggiogare facilmente»
Magari potesse essere una Strega Oscura, sarebbe veramente affascinante!
Non una di quelle cattive, ma come la sua insegnante.
Sa bene che la sua famiglia si è sempre occupata di magie oscure, ma per il bene comune.
La ringrazia e sorride.

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Quando le lezioni finiscono, e anche il momento di studiare, e anche la cena, ai ragazzi non resta che dedicare del tempo per sé.
Finalmente possono rifugiarsi in qualche meandro di Hogwarts scrollandosi dalle spalle gli impegni della giornata.
Certe volte Scorpius e Albus rimangono da soli in aula comune oppure in stanza per leggere qualcosa, riposare, chiacchierare, e questa è una di quelle sere.
Soprattutto perché Rose vuole rimanere un po' di tempo sola con Emily, ha espressamente chiesto di rimanere da sole a meditare un po' e confrontarsi.
Le due per quanto diverse sotto molti punti di vista riescono a darsi molto manforte e sostenersi in ciò che fanno.
Soprattutto perché Emily riesce a dare all'amica la spinta giusta per riprendere la sua grinta in mano.
Mentre Rose sa bene come calmarla quando è troppo iraconda o turbata – lei è un po' un cavallo pazzo, e per fortuna la rossa riesce ogni tanto a far qualcosa per lei.
«Stiamo dando tutti di matto.» smorza una risatina Albus.
Il moro è sdraiato sul letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto, Scorpius, invece, è poggiato contro la finestra e guarda le stelle che luccicano.
Lo faceva spesso con i genitori, è qualcosa che lo rilassa.
«Gli esami, il Quidditch... è normale» gli risponde e poi sospira.
«Lo penso anch'io, quest'anno sarà stancante»
«Sono certo che l'anno prossimo andrà meglio»

Si allontana dalla vetrata e si avvicina all'amico, si siede sul bordo del suo letto e si sfrega le mani contro il pantalone: «Spero che Rose si riprenda, altrimenti potrebbe dare davvero di matto. Oggi non stava per niente bene...»
«Lo sai quanta pressione mette zia Hermione, me lo ha confermato anche mio padre. Fin da ragazzina era sempre troppo... precisina, ecco.»
«Sì, ma sta facendo impazzire sua figlia!»
«Solo lei? Perché zia Allyson?»

I due spesso si confrontano sulla loro famiglia, hanno le stesse opinioni a riguardo e per due adolescenti è sempre un bene sfogarsi ed esprimere le proprie opinioni, soprattutto quando qualche situazione diventa oppressiva.
Scorpius sospira e annuisce: «Con i tuoi va meglio, invece?»
«Non è mai andata troppo male, ecco... semplicemente lo percepisco che sono la pecora nera della famiglia.»
«Non dire così, i tuoi ti vogliono bene e si vede» aggrotta la fronte «Non ti stressano nemmeno come fanno i nostri zii.»
«Non è per quello, io lo so che mi vogliono bene, ma non sono il loro preferito» si mette seduto al suo fianco e smorza un ghigno «James è il loro preferito, si vede. E Lily più cresce, più mio padre ha un debole per lei.»
«Somiglia a tua nonna, vero?»
«Porta il suo nome ed esteticamente sono molto simili, per non parlare che è un'altra Grifondoro in famiglia.»
Non è la prima volta che Scorpius ascolta quel genere di commenti, sa come si sente il suo amico da sempre, è anche consapevole che in casa si sente spesso emarginato.

«Rose non si rende nemmeno conto di quanto ci mettono a confronto» confessa, inaspettatamente.
Il biondo corruga la fronte e scuote il capo: «Cosa? Non capisco».
Questo particolare non è mai uscito fuori, invece, non è la classica lamentela su dei genitori rompicoglioni.
«Prima di iniziare l'anno a mia madre è sfuggito un commento su me e Rose, so che non lo ha fatto apposta ma quella ragazza è una campionessa di Quidditch dai capelli rossi e lo stemma Grifondoro stampato sulla giacca.»
«Spiegati, non capisco quanto sia grave questa cosa.» scuote le spalle abbastanza confuso «Ti ha fatto qualche critica?»
«Non direttamente. Semplicemente mi ha detto "Non capisco Hermione come faccia a lamentarsi di Rose ed essere spesso severa, è una figlia perfetta! Lei rappresenta come dovrebbe essere un vero Weasley"» rotea gli occhi al cielo e scuote le spalle «E io sono la persona che meno sembra un Weasley»
«Non farti queste paranoie, te l'ho sempre detto. Lei voleva prendere le parti di Rose, lo hai visto come esagera sua madre! Non era per te.»
«Io so che non era una battuta nei miei confronti, ma ti fa capire che non sono il figlio che sperava di avere»

Scorpius è rammaricato nel sentire quelle parole, non vorrebbe vederlo così.
Oltretutto sa bene come Harry e Ginny siano dei bravi genitori, ma non può biasimarlo se ha quei pensieri, di certo non è un pazzo e ha dei motivi validi.
«Non lo sei perché sei meglio di quello che potevano sperare» cerca di consolarlo e sorride «Porti il nome di un Serpeverde, lo ricordi? Tuo papà doveva aspettarselo! E poi sei mio amico, non potevi lasciarmi solo e fartela con Howard.»
Strappa una risata ad Albus, e anche lui ridacchia, adesso l'atmosfera è decisamente più serena.
Scorpius sa sempre come essere d'aiuto ai suoi cari, e sa essere lucido e ragionevole quando si tratta di far ragionare e migliorare l'umore di un amico. Non sa farlo per se stesso, invece.

Albus si volta da lui e sorride: «Tu stai bene?»
Lui scuote le spalle e annuisce: «Non ho niente di cui lamentarmi, lo sai.»
Il problema è proprio quello: non ha niente di cui possa lamentarsi.
Un animo combattuto è sempre segno di un grande tormento interiore.

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Buongiorno! Anche oggi puntuale per un nuovo capitolo, dove conosciamo meglio i nostri giovani. Fatemi sapere cosa ne pensate con qualche commento! 
Inoltre, vi ricordo che potete tenervi aggiornat* sulle mie storie e novità/avvisi su ig (_ladyd__wattpad) e tiktok (_ladyd__); e vi ricordo che questa storia ha una playlist Spotify! (il link lo trovate in bio)

Ci vediamo lunedì, LadyD 💚

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