𝐋𝐕𝐈𝐈
❗Potete andare sulla playlist Spotify dedicata alla storia (link in bio) per ascoltare la canzone dedicata al capitolo - la canzone è "Fluorescent Adolescent" degli Arctic Monkeys❗
La partita di Quidditch è andata esattamente come Draco ed Esme ricordavano: con i Serpeverde sconfitti per colpa di un mancato colpo di Scorpius. Entrambi sanno che lo ha fatto di proposito.
La donna, però, è rimasta estremamente emozionata per tutto il tempo della partita, con il fiato sospeso, come se non sapesse come sarebbe andata a finire.
Vedere il figlio di nuovo giovane e sereno le riempie il cuore e si ripete quanto sia fortunata ad averlo nella sua vita.
Lancia uno sguardo d'intesa a Draco a fine partita, mentre tutti borbottano o esultano per il suo finale.
«Non gli diremo mai che abbiamo capito cosa ha fatto, vero?» sussurra lei trattenendo una risata.
«Non c'è bisogno, è bello lasciarlo convinto.»
Entrambi ridacchiano e sono visibilmente felici di essere lì.
Harry, che è seduto su una panca dietro di loro ferma i propri festeggiamenti sorpreso dalle loro reazioni.
«Come fate ad essere così contenti? Voi Serpeverde avete perso!» chiaramente lo fa con simpatia, non c'è nessuna malizia in quella battuta.
«Ha vinto mia nipote, non potrei che esserne contenta! E poi questo gioco l'ho sempre trovato stupido» afferma Esme, ridendo e lasciando cadere così ogni possibile sospetto che qualcosa per loro sia diverso.
Perché è evidente che nessuno si ricordi nulla tranne loro.
Tranne coloro che sono entrati direttamente in quella matassa temporale in pieno collasso.
Gli altri non hanno attraversato quel portale magico, quindi per loro tutti gli anni passati a cercare i figli e combattere contro l'universo stesso non sono mai esistiti.
Ma c'è una persona che si accorge che qualcosa sia diverso.
A fine partita i genitori sono sul campo ora vuoto, a chiacchierare e rilassarsi prima che le giornate ritornino monotone.
Allyson ed Esme passeggiano sull'erba corta, dedicandosi del tempo tra migliori amiche.
«C'è qualcosa di diverso in te» le dice spontanea Allyson «Sembri raggiante!»
La osserva per bene, ha un colorito meno pallido, i capelli sono più folti e sembra emanare una propria energia.
«Mi sono riposata molto in questi anni. Poi le medicine hanno fatto effetto, ora sto bene!»
Allyson si chiede dove sono gli occhiali, i dolori, la camminata più affaticata che aveva iniziato ad avere.
Forse avrà usato degli intrugli strani, anche se non dovrebbero essere efficaci per il suo problema. Non si permette a fare alcun commento, annuisce e le mostra un sorriso contento. La cosa che le interessa è vederla stare bene.
«Sei serena, si vede, e ti dona questo sorriso.»
«Dopo tanti anni dovevo ritrovarlo.»
«E magari adesso è il momento giusto.»
«Abbiamo sistemato tutto io e Draco negli ultimi anni, e ora che la mia salute inizia a stare meglio non c'è più nulla di cui preoccuparsi» ed è vero ciò che dice, ora non deve pensare più a nulla «Tu come stai?»
«Stressata, come sempre» ride, scuotendo poi le spalle «Mi sembra che Emily si stia allontanando sempre di più da me.»
«Ha un bel caratterino lei, lo sai. Prova a parlarci, magari ha bisogno di essere ascoltata. È piccola, appena crescerà sarà più facile.»
«Ma non voglio aspettare che cresca...potrebbe essere troppo tardi» sospira, riferendosi alla sua preoccupazione che possa perdere totalmente il rapporto con lei.
«Allora parlaci davvero! Non avere paura di farlo.»
«Poi vediamo, dai...»
«Smettila di dire "poi vediamo", lo fai fin da quando sei una bambina. Lei è tua figlia e magari non ha il coraggio di iniziare lei a parlare.»
E le parole di Esme sono vere, Allyson lo sente che non ha torto e cercherà in tutti i modi di fare qualcosa.
Lei è una brava madre, deve solo capire come relazionarsi ad un carattere ribelle e deciso come quello di Emily.
Draco con un cenno della mano richiama la moglie e la invita a seguirlo, ora è il momento di salutare il figlio.
Aspettano il figlio poco distanti dallo spogliatoio e si avvicinano quando vedono che è praticamente solo, c'è solo Albus vicino a lui.
Il ragazzo bruno saluta i suoi zii con un abbraccio e loro, dopo essersi complimentati comunque per la sua performance, vengono lasciati soli con i figli.
Scorpius, però, gli osserva e nota che qualcosa è diverso, soprattutto nella madre.
I pensieri riguardo la partita vengono scacciati via appena viene lasciato solo con loro e un sorriso spontaneo si mostra sul suo volto: «Mamma?! Ma ti vedo alla grande!»
L'abbraccia spontaneamente e stringe quel minuto corpo in un affettuoso abbraccio.
Nonostante i problemi con loro, lui li ama da impazzire e ha un debole per quella madre che si è sempre presa cura di lui con tanto amore.
Esme rimane sbigottita ma ricambia la stretta senza indugio.
Sia lei che Draco hanno sentito il cuore esplodere appena lo hanno visto così vicino a loro. Hanno rivisto quel viso da adolescente, tranquillo, e sanno che non gli succederà più nulla. Devono trattenere la loro emozione, però, non possono far trapelare che qualcosa sia successo.
«I dottori mi hanno curata bene» afferma, accarezzandogli la schiena.
«Non dovevi prenderti degli occhiali? E poi ti vedo meno sciupata!»
«La medicina babbana sa essere molto efficace!»
Scorpius le crede, annuisce e la guarda contento.
Non si lascia trasportare da possibili dubbi, bensì è solo contento di vederla finalmente stare bene. E poi emana un'energia diversa.
Lo nota da come è vestita, dallo sguardo più sicuro, accompagnato da quello sereno del padre. Non sembrano ansiosi, agitati, come li ricordava.
«Piuttosto, sei stato bravo in questa partita!» esclama Draco «Non è sicuramente una vincita a determinare le capacità di uno sportivo.»
«Sapevo benissimo che non ci sareste rimasti male» ridacchia Scorpius «Siete scontati!»
«Perché dovremmo rimanerci male? Io nemmeno ci capisco qualcosa di questo sport» ammette Esme, scuotendo le spalle «L'importante è che continui a giocare e impegnarti.»
«Anch'io ho perso delle partite quando andavo a scuola, quindi capisco come ti senti. Sai, ti sei allenato molto e poi ti sfugge una palla»
Scorpius si sente compreso, come sempre, ma non riesce a contraddire questa volta i suoi genitori.
Anche se sono fin troppo carini con lui, il loro discorso ha senso: a lei non interessa dello sport, e lui sa cosa vuol dire essere un giocatore. Perché dargli maggiore sconforto dopo una perdita?
«Comunque sto finendo di sistemare la tua festa, tu stai organizzando qualcosa in sala comune?» domanda la madre curiosa.
Scorpius rotea gli occhi al cielo e sospira: «Non iniziare a stressarmi con le tue feste!»
«Suvvia, lo so che sicuramente stai organizzando qualcosa con i tuoi amici. Non hai idea di quante feste abbiamo fatto io e tuo padre in quella sala comune! Voglio solo sapere.»
Scorpius, arreso, annuisce e scuote il capo, ma si fa sfuggire anche una risatina: «Sì, io ed Albus ci stiamo occupando di una festa».
Esme batte le mani contenta e gli mostra un sorriso a trentadue denti.
«Ora, però, non interrogare tuo figlio!» la richiama Draco, ma sicuramente lei non lo avrebbe fatto.
Lo guarda felice di essere con lui e gli posa una carezza sulla spalla: «Non vedo l'ora di averti a casa».
«Manca poco, mamma» la guarda dolcemente e poi sposta lo sguardo sul padre «Tu mi sembri meno stressato o mi sto sbagliando?»
«Ammetto che ho un figlio perspicace quanto me.»
Entrambi ridacchiano, e Draco gli dà una pacca sulla spalla.
Ma i genitori non vogliono intrattenersi troppo, e decidono di lasciarlo andare. Si sono promessi di lasciargli più spazio, e poi avranno modo di parlargli quando sarà a casa.
Così si incamminano via, con il cuore leggero, con la conferma che nessuno sa e ricorda nulla di ciò che è successo. Il figlio sta bene, stanno tutti bene. Devono riprendere a vivere, cercando di dimenticare il dolore e la preoccupazione che hanno vissuto.
Ancora una volta Esme e Draco porteranno con loro un bagaglio pesante, pieno di ricordi difficili.
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Rose alla fine ha scoperto dell'inganno di Scorpius, ha scoperto che è stato lui a farla vincere e da quel momento non gli ha più rivolto la parola.
Nemmeno quando sono con gli altri cugini e cerca ogni volta di evitarlo.
Addirittura ha detto ad Emily che non si sarebbe presentata alla sua festa di compleanno.
«Forse stai esagerando... lo sai com'è Scorpius, vuole fare il paladino, ma aveva buone intenzioni» le dice, non per giustificarlo, ma perché pensa che non parlare più con un membro della sua stessa famiglia per uno piccolo sbaglio forse è troppo. Scorpius si è sentito una bella ramanzina anche da Emily, di certo lei non comprende il suo modo di fare, ma ora è fin troppo tempo che Rose nemmeno la saluta.
Arriva il 17 Novembre, ed Emily bussa alla porta della camera da letto di Scorpius ed Albus. I due ragazzi si stanno finendo si preparare e la invitano ad entrare.
«L'hai convinta a venire?» domanda Scorpius, e la ragazza amareggiata scuote la testa.
«Ero venuta proprio per dirvi che Rose sembra non voler cambiare idea.»
«Io non posso festeggiare senza di lei» sospira il biondo, che si mette a sedere sul bordo del letto e pensa a cosa poter fare.
Lei è una parte della famiglia, deve risolvere la situazione al più presto.
«Vai a parlarle» propone Albus, e immediatamente l'amico annuisce: «Era proprio quello che stavo pensando di fare. Andiamo da lei e cerchiamo di parlarle».
«Vuoi di nuovo scontrarti con Rose?!» domanda esterrefatta Emily.
«Vedi altra scelta?»
La bruna sospira e scuote le spalle, comprendendo che non ha torto.
Così tutti e tre i Serpeverde vanno verso i dormitori dei Grifondoro. Riescono ad accedervi facilmente, ci sono stati tante volte per andare a trovare Rose.
Emily bussa alla sua porta, sa bene che farebbe entrare solo lei in questo momento.
«Avanti, entra pure.»
La rossa è seduta sul proprio letto con le gambe incrociate, indossa il pigiama, e sta leggendo un libro per passare il tempo.
Appena sente la porta aprirsi alza lo sguardo ma sbuffa sonoramente alla vista di Scorpius.
«Emily mi fidavo di te! Non voglio vederlo, lo sai bene.»
«Voglio parlarti, ti prego!» esclama Scorpius «Sarei venuto anche senza Emily qui, perché voglio risolvere questa storia.»
Il biondo si avvicina al letto, dove lei è seduta ora con le braccia incrociate al petto e il volto corrucciato, prende un grande respiro, e inizia a parlare e ruota libera.
Le esprime il suo dispiacere, le sue buone intenzioni e il suo sguardo è colmo di sincerità. Rose non può negarlo infatti e nonostante non sia contenta di quello che ha fatto, decide di lasciarsi alle spalle quella discussione e annuisce non appena conclude il suo discorso.
«Promettimi, però, che non farai più una cosa simile.»
«Lo prometto, davvero!» esclama Scorpius verso Rose, portandosi le mani al petto e guardandola con le palpebre spalancate.
La rossa cerca di trattenere un sorriso, ma cede poco dopo e lo abbraccia con forza. Le era mancato così tanto.
«Non fare più l'idiota, non voglio più litigare con te!»
«Sarà difficile per lui non essere idiota» sogghigna Emily per prenderlo in giro.
«Non ce la fai proprio a non dirmi qualcosa di antipatico, vero?»
Lei avvolge le braccia al petto e rotea gli occhi: «Avanti, andiamo che la festa è iniziata e non è arrivato il festeggiato».
I ragazzi si dirigono verso la sala comune Serpeverde, e con loro anche Rose che adesso è più tranquilla e pronta ai festeggiamenti.
Sono tutti e quattro belli, vestiti in maniera elegante e con i capelli sistemati alla perfezione.
Scorpius riceve gli auguri da chiunque, lo abbracciano, gli danno pacche sulle spalle.
Lui è affascinante, simpatico, popolare, sembra davvero di aver messo assieme Draco ed Esme: nessuno può resistergli.
E il suo compleanno è il miglior modo per alcune ragazze di farsi notare da lui: vestiti raffinati, scie di profumo lasciate ad ogni passo, e sguardi lanciati nella speranza di incrociare gli occhi chiari e luminosi del festeggiato.
Ma non è l'unico a ricevere un trattamento simile.
Albus si accorge di quegli sguardi, e a differenza di Scorpius che si limita ad ignorarli, e forse nemmeno gli dispiace troppo, lui si sente estremamente a disagio. È sempre stato più timido e discreto dell'amico, e poi non sa come gestire queste situazioni. Scorpius sembra navigarci bene, parlare con sicurezza con tutte quelle persone e mostrarsi sempre più fascinoso.
Ed è proprio questo che piace a molte ragazze: quell'aria discreta e misteriosa del moro.
Fantasticano su cosa possa passargli per la testa, senza rendersi spesso conto che lui a lui quelle avances non interessano.
«Guardalo come si gode le attenzioni» sussurra con un ghigno Emily verso Albus, che è riuscito a scappare dalle grinfie di una ragazza con grandi boccoli dorati e un carattere troppo insistente.
Sta prendendo qualcosa al tavolo del buffet e vicino a lui la bruna è in piedi a sorseggiare un drink.
«Lo sai come è fatto» scuote le spalle con una risatina e si mette al suo fianco, osservando il cugino e nel frattempo mangiucchiano un tramezzino «Non gli piace nessuna, per ora solo le attenzioni.»
«È davvero un idiota» afferma e butta giù il resto del bicchiere.
«Invidiosa o gelosa?» la guarda con la coda degli occhi e immediatamente viene fulminato con lo sguardo: «Nessuna delle due, ma che diavolo dici!»
«A me non interessa quello che fa Scorpius, anche se ammiro la sua confidenza. Vorrei averla anche io!» esclama con tono sereno, girandosi verso la ragazza.
«E allora perché non ti butti con una ragazza?»
«Invidio il suo essere sicuro di sé, non la quantità di ragazze che gli girano attorno. Anzi, di quelle vorrei fare a meno» ride, e strappa una risata anche alla bruna.
«Non dirmi che nemmeno una ti è piaciuta in tutti questi anni!»
Scuote la testa, poi finisce di mangiare e alza le spalle: «A te è piaciuto realmente qualcuno?»
«No, non c'è nessuno di interessante qui.»
Albus indica con la testa un gruppo di ragazzi: «Tassorosso, un anno in più di te. Il rosso è uno dei più bravi del suo anno, ho sentito dire che è anche un ottimo pianista».
Emily alza un sopracciglio e mostra un sorrisetto complice al cugino: «Sul serio?»
Albus lo trova anche carino, non sa perché, pensa che magari il suo sia un parare oggettivo, ma non lo dice ad alta voce alla cugina.
«Ti va di provarci?» le propone.
E lei, al momento, non ha nulla da fare né nulla da perdere.
Si avvicinano ai tre ragazzi, la mora un passo avanti ad Albus. Lui nel frattempo ha afferrato un bicchiere di Gin Lemon. Meglio buttare giù qualcosa.
Albus nasconde anche un mezzo sorrisetto divertito, trova divertente creare qualche situazione nuova.
«Oh, ciao!» esclama Emily mentre si avvicina ai ragazzi, mentre Albus accenna un gesto con il capo e il bicchiere per salutarli «Vi state divertendo?»
«Sì, le feste qui sono sempre le migliori. Mi chiedo come facciate!»
«Tutto merito suo» afferma indicando con lo sguardo Albus «E di Scorpius.»
La ragazza si avvicina di un passo in più verso il ragazzo dai capelli rossi e porge la propria mano: «Comunque sono davvero una maleducata! Sono Emily, Emily Zabini».
«La tua fama ti precede. Io sono Sean O'Brien» stringe la sua mano con un sorriso.
«Scommetto perché sono la figlia della professoressa» rotea gli occhi al cielo ma sforza una risatina.
«A dire il vero pensavo alle partite di Quidditch, ma ora mi hai ricordato anche che tua madre ci ha assegnato un orrendo saggio da scrivere per la prossima settimana» ride, e lei fa lo stesso.
Anche se odia parlare di sua madre, ma non se ne interessa. Oltretutto sembra davvero un ragazzo alla mano ed educato.
Anche i suoi amici sono molto simpatici ed è una normale e piacevole chiacchierata. Davvero niente di più. Emily non pensa più alle intenzioni che aveva, ma si gode quel piacevole momento con dei nuovi amici.
Ma c'è qualcuno che non si è dimenticato dei propri di scopi.
Albus butta giù il resto del suo Gin Lemon e quatto quatto, dopo essersi versato un altro drink ancora, si avvicina a Scorpius, intento a chiacchierare con Rose ma anche con altri ragazzi del più e del meno.
Il biondo gli sorride e posa un braccio attorno alle spalle: «Come va, cugino?»
«Bene! Io ed Emily ci stiamo divertendo molto» la indica con un gesto del capo «Sembra molto apprezzare le chiacchiere con i Tassorosso!»
Scorpius sorride contento che la sua festa stia andando bene, ma il bruno non è contento di non aver provocato ancora nessuno.
Si dimentica sempre che Scorpius non è una persona gelosa, ma serena, e oltretutto non sembra nemmeno aver capito qualcosa che il suo migliore amico ha capito da tempo. Qualcosa che nemmeno Emily ha compreso.
Cerca di pensare a qualcosa. Lui è un ragazzo astuto, non può lasciare che la festa termini in questa maniera.
Finisce il bicchiere, ora è estroverso abbastanza per inventarsi qualcosa.
«Allora ragazzi attenzione!» esclama, mettendosi poi in piedi sul divano, attirando così l'attenzione di tutti.
Scorpius allaccia le braccia al petto e lo guarda incuriosito.
"Quando è brillo è fuori di testa" pensa strofinandosi la fronte e trattenendo una risatina. Lo lascia fare, però, è sempre divertente e vuole che tutti si godano la festa.
«Innanzitutto voglio che tutti quanti noi facciamo un grande applauso al festeggiato!»
E così tutti fanno, urlando anche il nome di Scorpius e la parola "Auguri" con allegria.
«Dobbiamo rendere, però, la serata più divertente... cosa ne pensate?» domanda guardando tutti con sguardo complice.
Scende dal divano e inizia a camminare in tondo facendosi seguire dagli occhi di tutti.
«Facciamo dei giochi a coppie! Alla fine di questa serata voglio che tutti usciate con una nuova amicizia o magari un nuovo amore!»
La gente applaude trovando l'idea divertente, ma nessuno sa cosa può avere in mente.
«Io, chiaramente, sono escluso...io dirigo il gioco, e fare il presentatore è la parte più bella!» e sa bene come vuole dirigerlo.
Rose aggrotta la fronte e sussurra all'orecchio di Scorpius: «Ma che gli prende a nostro cugino?»
«Avanti, sembra un'idea divertente!» esclama trattenendo un riso, ma poi comprende che la cosa potrebbe prendere una piega particolare non appena esce la bacchetta dalla propria tasca.
«Vi dividerò in coppie, e come se fosse uno spid date dovrete parlare con il vostro partner davanti a voi! Ma, attenzione... le domande le faccio io! Io porrò una domanda e voi dovete rispondere riferendovi alla persona che avete davanti. Ma attenti a non mentire! Se mi accorgo che qualcosa non va, una scintilla vi colpirà sul sedere, sappiatelo.»
I presenti ridono, la maggior parte non vede l'ora di iniziare.
Ma Scorpius pensa che quella bacchetta non servirà solo per pizzicare qualcuno per divertimento.
«Dobbiamo davvero lasciarlo fare?» domanda Rose, sospettosa.
«Tutti sembrano contenti, perché no?» scuote le spalle, alla fine non può succedere niente di che, suppone.
Albus inizia a creare le prime coppie, qualcosa che non può destare sospetti ai cugini, e senza badare al genere.
Le domande sono di vario genere e ogni "spid-date" dura tre minuti.
«E si gira di nuovo!»
A questo punto, dopo aver creato una decina di coppie, è arrivato il momento per lui di divertirsi.
Scorpius con una ragazza con la quale stava parlando all'inizio della serata, di nome Danielle, ed Emily con Sean. Si assicura anche che Emily e Scorpius siano vicini, quasi schiena contro schiena.
«Ci incontriamo di nuovo» sorride la ragazza verso il biondo.
Sembra parecchio contenta di giocare con lui questa volta.
«Per prima cosa: descrivetevi con tre parole.»
«Mhn... introversa, generosità e... ehm, il cinema!» esclama Danielle «Io adoro il cinema!»
«Estroverso, onesto e... posso dire "animali"?» domanda e lei annuisce «Mi piacciono tutti i tipi di animali e creature, in ogni senso immaginabile.»
«Ci compensiamo un po'» ridacchia lei.
Dall'altra parte, invece, Emily e Sean fanno la loro presentazione.
«Testarda, onesta ed affidabile!»
«Lo vedo, sai?» sorride lui, poi continua «Io, direi, mi reputo gentile, diligente e certe volte maldestro.»
«Davvero? Non sembra!»
«Perché ancora non mi hai conosciuto abbastanza.»
«Forse dovrei conoscerti di più, allora.»
«Come deve essere la vostra persona ideale? Parlo di aspetto fisico» Albus pone un'altra domanda.
«Preferisco i capelli e gli occhi scuri» inizia a parlare Scorpius «Magari una ragazza atletica. Ma la prima cosa che guardo sono gli occhi, quindi sono quelli che fanno la differenza.»
«A me piacciono i ragazzi alti, magari biondi. E poi gli occhi mi piacciono verdi o celesti sui ragazzi.»
Ed Emily sembra avere gusti simili: «Mi piacciono i ragazzi alti, dai capelli e occhi chiari. Sono molto scontata in questo».
«Io non ho un tipo ben preciso...» inizia a riflettere Sean «Forse mi piacciono i capelli più scuri, ma non bado molto all'apparenza. Penso che ci siano belle ragazze con diverse caratteristiche!»
Stranamente, però, sia Scorpius che Emily hanno sentito bene cosa si stanno dicendo con i loro partner di gioco.
Sembra come se il loro udito sia leggermente amplificato, ma non ci badano, nemmeno se ne rendano conto.
Ma Albus ci bada eccome.
"Quanto è scontato lui...come si fa a non avere una preferenza!" pensa a Scorpius, riferendosi a Sean.
"Ma quanto è bugiarda! L'anno scorso usciva con un ragazzo giapponese di Mahoutokoro, ed era tutt'altro che biondo con occhi azzurri! E gli aveva detto che aveva un debole per i capelli neri!"
«Invece, quali sono le caratteristiche non fisiche che badate in una persona?»
«Voglio che sia una ragazza piena di vita! Mi piacerebbe che fosse ambiziosa, avesse un sacco di interessi, di passioni. Che amasse l'idea di viaggiare, di esplorare» inizia a parlare spontaneamente Scorpius «Magari che fosse appassionata di sport, che ci tenesse agli animali e alla natura.»
«A me piacerebbe che fosse un ragazzo a modo, educato, di buona famiglia!» esclama lei con un sorriso «Mi piacciono gli uomini gentili, dolci e premurosi.»
Emily, invece, sembra avere delle idee simili a quelle di Scorpius: «Deve essere vitale, energico, sportivo! Voglio un ragazzo sicuramente dolce e premuroso, ma quello penso sia scontato. Insomma, perché volere qualcuno che ti tratta con sufficienza? E poi non mi piacciono le persone gelose, possessive. Mi piace qualcuno che sia un animo libero, gentile e che mi dia gioia. Sono piena di energie e ho bisogno di qualcuno che mi tiene testa!»
«Vedo che hai le idee chiare! A me piacerebbe una ragazza che sa mostrare affetto e dolcezza, qualcuna che ti faccia sentire compreso e amato. Qualcuno di sensibile, con la quale poter condividere ogni pensiero ed emozione.»
Scorpius lancia istintivamente uno sguardo dietro di sé appena sente le parole di Emily, e anche lui nota delle sue idee chiare.
Albus fa altre domande, più semplici, ma ogni volta sembra che qualcuno tra i due ragazzi si volti per guardare fugacemente l'altro.
Arriva il momento di cambiare di nuovo coppie, e questa volta per molti di loro basta solo voltarsi.
«Come se non ti conoscessi abbastanza» afferma Emily avvolgendo le braccia al petto e guardando Scorpius dritto negli occhi.
«Purtroppo per alcune cose ci conosciamo più che abbastanza» risponde lui, alzando un sopracciglio e portandosi le mani in tasca.
Albus li ascolta, e spera che questo piano possa un po' smuoverli.
«Quale è la prima impressione che avete della persona davanti a voi?» domanda Albus.
«La prima impressione nemmeno la ricordo» ridacchia Scorpius «Ero troppo piccolo per ricordarmela.»
«Eri simpatico da bambino» ridacchia Emily «Forse più di adesso.»
«Io non ricordo l'ultima volta che sei stata simpatica.»
Deve fare una domanda migliore, ma allo stesso tempo non deve destare sospetti.
«Cosa deve avere per voi una relazione importante?»
I due ci mettono qualche secondo per rispondere e la prima a prendere parola è Emily: «La fiducia e la complicità. Sono cose che restano a vita, a prescindere dalle rughe».
«Concordo, e con complicità io intendo davvero tutto: il supportarsi, dirsi ogni cosa, mostrare le proprie emozioni...» ma poi viene anticipato da Emily stessa: «In ogni momento, anche quelli più brutti e difficili della nostra vita».
Lui annuisce con un sorriso.
«Come vi fa sentire la persona davanti a voi? Che effetto vi fa aver incontrato questa nuova persona oppure esservi incontrati con qualcuno di vostra conoscenza?» arriva un'altra domanda di Albus.
«Bene» ammette con semplicità Scorpius «Io con te mi sento bene.»
Lei non risponde subito, si sforza a non mostrare un sorriso troppo ampio.
«Anche io sto bene con te.»
Scorpius nota i suoi occhi brillare, ma non dice nulla per ora.
«E ora... ultima domanda!» Albus si versa un altro bicchiere di Gin Lemon, forse l'ultimo, e si rimette in piedi sul divano «Questa è l'ultima manche, ci siamo ben mescolati qui! E vedo che in questo ultimo giro molti di voi si conoscono. Quindi vi faccio una domanda più particolare!»
Le persone si voltano verso di lui curiose di cosa concluderà quella sessione.
«A prescindere dal genere, dai sentimenti, o da qualsiasi altra cosa troppo impegnativa per un gioco del genere... pensate che la persona davanti a voi potrebbe essere un buon partner o meno? A pelle, quello che vi trasmette! Non è nessuna dichiarazione!»
Dopo quella magica "non è nessuna dichiarazione" sia Scorpius che Emily si voltano l'uno verso l'altra e pronunciano un "sì" molto convinto. Lo fanno guardandosi negli occhi, credendoci davvero.
Ma d'altronde non è nessuna dichiarazione, solo un pensiero sulla persona che si ha davanti.
Alla fine tutti dicono di sì, la maggior parte per cortesia, con un sorriso amichevole in volto, ma loro sembrano seriamente convinti.
Difatti nessuna risatina scappa dalle loro labbra a differenza di chi li circonda.
Rimangono a guardarsi per qualche istante dritto negli occhi, pensando a ciò che hanno detto. Lo hanno detto con troppa serietà e si chiedono perché.
Si conoscono da una vita intera, letteralmente, ed è strano pensare ciò.
O forse scontato, forse lo pensano solo e soltanto per questo, perché si conoscono da una vita.
Le persone dopo questo gioco si dileguano, ma loro rimangono per un minuto intero uno davanti all'altra.
Le voci della gente sembrano ovattate e l'unica cosa che Scorpius riesce a sentire è il battito accelerato del proprio cuore.
«Io... vado a prendere qualcosa da bere. Con tutto questo parlare mi si è seccata la gola» afferma Emily, sorridendo e facendo finta di nulla.
Vuole scrollarsi dalle spalle questa sensazione di disagio che inizia a provare.
Lui però la segue, e adesso è più lucido.
«Prima volevi dirmi altro» si mette vicino a lei e poggia le mani sul tavolo del buffet.
«Quando?» domanda versandosi dell'acqua in un bicchiere.
«Quando ci siamo detti che stiamo bene assieme. Ti conosco e volevi dirmi altro.»
«Cos'altro potrei dirti, Scorp? È ovvio che sto bene con te, ci conosciamo da sempre. Certo sei spesso insopportabile e ci sono momenti in cui davvero non ti capisco, ma sto bene.»
«Non ti credo.»
«Senti, cosa c'è?» si volta da lui con sguardo scocciato «Sembra piuttosto che tu voglia dire qualcosa. Avanti, parla, perché ti interessa sapere qualcosa che per giunta è scontato?»
«Semplicemente volevi dirmi altro.»
«Solo che sto bene con te, fine. Tutto qui» tronca il discorso e si allontana, roteando gli occhi al cielo e sbuffando.
Non capisce quando fa così, o forse è stato fin troppo diretto e l'ha messa a disagio.
«Beh, che hai scoperto?» domanda Albus, avvicinandosi improvvisamente all'amico e poggiandogli un braccio attorno alle spalle.
Ha lo sguardo semichiuso e le guance rosse: l'alcol ha fatto il suo effetto.
«Che dovevo scoprire?» domanda ridacchiando.
«Ti piace Emily, avanti, ammettilo... sotto sotto... almeno un pochino!»
«Ma sei pazzo! Poi abbassa la voce!» lo rimprovera mettendogli una mano sulla bocca «Così ti fai sentire!»
Scorpius lo prende da una mano e lo porta all'ingresso della sala comune, lontano rispetto occhi e orecchie indiscreti.
«Scusami se sono un pazzo perché ti vuoi nascondere? Puoi negare e basta! Tanto glielo neghi da un sacco di tempo!»
«Non mettere voci in giro!»
«Non sto mettendo voci, ma da questa estate è cambiato qualcosa tra di voi. Io lo sto notando. Siete sempre stati molto vicini, con tante cose in comune... ma che ne so, saranno i vostri ormoni ma qualcosa è cambiata!»
«Tu sei tutto scemo, Al!» esclama passandosi una mano tra i capelli, incredulo.
«Scemo? La mangi con lo sguardo.»
«No, lei è semplicemente una bella ragazza. Un'amica con la quale mi trovo bene. Tutto qui.»
«E perché non ti convince mai nessuna?»
«Non mi deve piacere per forza qualcuna. Nemmeno a te piace qualcuna!»
«Io ... io sono un discorso differente, okay?» balbetta leggermente nel dire quelle parole e scuote la testa, sentendosi incredibilmente in imbarazzo «E ora stiamo parlando di te, non di me!»
«Devi smetterla, questa cosa non è vera!»
«Non sto capendo quale possa essere il problema!»
«Tutto potrebbe essere un problema! Io sto bene così, lei sta bene così!» alza leggermente la voce e Albus se ne accorge.
«Lascia stare, non voglio metterti pressione.»
Il moro va via e lascia Scorpius lì, che rimane un po' a pensare alla conversazione avvenuta.
«Cosa ci fai fuori?» ed è proprio Emily ad arrivare fuori.
Si poggia vicino il muro vicino a Scorpius e lo guarda curiosa: «Dovresti entrare a festeggiare».
«Dovresti anche tu essere dentro a divertirti.»
«Io sono solo un po' stanca e fa molto caldo, ma questa è la tua festa.»
«Fa caldo anche per me.»
Emily annuisce e si avvicina a lui di un passo, ma rimanendo sempre con la schiena contro la parete fredda.
«Tra qualche giorno dobbiamo anche tornare a casa e ti aspetta la festa in famiglia, ne sei contento?»
«Non è male. Spero che mia madre non esageri ma sono contento di rivedere la mia famiglia e soprattutto di staccare da scuola.»
«Mi piacciono le feste a casa tua, sono sempre molto belle» sorride la ragazza e lui ricambia: «Faremo un'altra festa insieme, a distanza di pochi giorni».
«Spero di farne tante di feste con te» ammette, poi si stacca dalla fredda superficie e rientra in sala comune.
Scorpius la segue con lo sguardo, rimane con gli occhi poggiati su di lei per un po', poi rientra anche lui e decide di non posare di nuovo le pupille su di lei.
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