2

Fumavamo insieme, parlavamo anche se non tanto quanto in gita, mezzi ubriachi, ma nonostante tutto, continuavo a sentire un legame, qualcosa che senti quando stai con una persona che ti capisce e che riesci a tua volta a capire.
Riuscivo anche a raccontarti dei problemi più seri, delle crisi che mi prendevano la sera, quando in preda ad attacchi di panico e rabbia mi spaccavo i pugni al muro e urlavo e piangevo fino a perdere la voce.
Non era un bel periodo, rischiai un sacco per le assenze che mi costringevo a fare, stremata dalle mie nottate impancate.
Parlavo di tutto questo con te e faticavo a parlarne con il mio ragazzo, perché si, lui lo amavo, ma non riusciva a capire queste cose, di questo ne potevo parlare solo con te, la depressione è un argomento delicato e parlarne con qualcuno può portare solo a brutte ricadute, mentre con te era quasi come parlare di che gusto di gelato avrei preso per fare merenda, la mia depressione con te diventava una cosa come tante.
Quando arrivò l'estate quasi ci rimasi male, iniziai a fare paranoie sul fatto che non vedendoci non avremmo più avuto questa affinità, ma quell'estate fu fondamentale.
Io imparai a gestire gli attacchi autolesionistici che erano ormai all'ordine del giorno, tu invece, provasti l'erba.
Non ci sentimmo per tre mesi.
Tre mesi che per me si annullarono il primo giorno di scuola, quando vedendoti avrei voluto abbracciarti e mostrarti sorridente le nocche non gonfie e i polsi senza tagli, ma non lo feci.
Mi bastò uno sguardo per capire che nonostante ti fossi divertito, quell'estate doveva essere stata troppo pesante.
Lo scoprii qualche giorno più tardi, quando parlando del più e del meno venne fuori l'argomento.
Ti chiesi di provare l'erba.
La prima volta che fumammo insieme non sentimmo niente nessuno dei due, provai a convincerti qualche giorno dopo e collassai.
Iniziai a pensare a tutte le cazzate che avevo fatto fino ad allora, a quanto facessi preoccupare tutti quelli che mi stavano accanto e ad un certo punto mi si annebbiò la vista.
Tu ti preoccupasti da morire, anche se ero semi incosciente, me ne rendevo conto.
Giurasti che non mi avresti fatto toccare più erba e io intanto a casa lo stesso pomeriggio riprovai.
Sul mio letto, da sola, con la musica nelle cuffiette.
Chiudendo gli occhi immaginai il mio psichiatra, con cui iniziai un discorso sul fatto che in quel momento ero talmente immersa in me stessa che si poteva dire stessi meditando.
Poi immaginai te e il mio ragazzo, ma non ero in ansia, vi guardavo entrambi come si guardano i bambini piccoli, con una dolcezza infantile, vi presentai nella mia immaginazione, dissi sia dell'uno che dell'altro che eravate i ragazzi più importanti della mia vita.
Lui per un motivo abbastanza ovvio, tu perchè in fondo, per me, eri come un altra visione di me stessa.
Mi divertii quel pomeriggio, pensai che in fondo, non mi dispiaceva quello stato di pesantezza del mio corpo fisico e di leggerezza della mia mente.
Pensandoci mi sembrò quasi bello anche il sentirmi male della mattina prima, capii in quell'istante che fumando riuscivo a diventare felice con nulla, stavo bene, e mi mancava stare bene da tanto tempo.
È questo pensiero che ti fotte, ci pensi un secondo e poi alla dipendenza psicologica manca poco, sentire il bisogno di stare bene con un semplice tiro.
Ti fotte proprio bene questo giro.
È tutto un circolo vizioso da cui puoi uscire, ma non vuoi.
Iniziavo a capire che già di fuga ci provavi tu.
Solo che non lo capivo del tutto, io se lo avrei fatto mi sarei rilassata, tu ti saresti preso d'ansia, eppure lo facevi lo stesso.
Pensandoci la mattina mi ero sentita male.
A te succedeva spesso, eppure non mi faceva paura neanche l'idea di sentirmi di nuovo come quella mattina, effettivamente a noi che siamo troppo emotivi ci piace l'incoscienza di quei momenti, la confusione che ci porta a non provare nulla veramente e a provare tutto allo stesso tempo.
Non avrei mai dovuto trovare questo nuovo angelo più affettuoso, l'erba, un angelo che ti sa amare più del tabacco, ma mai quanto altro angeli più importanti.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top