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Tabacco, mio primo angelo amico, senza te in quella gita, non avrei iniziato a parlare con il piccolo gruppo della mia classe.
Iniziavano i primi drummini con quella piacevole e breve distanza da casa, sarebbero stati cinque giorni e quattro notti di pausa dalle continue supervisioni delle nostre madri e lontani dalle liti con i nostri padri.
Sembra quasi un clichè, ma era esattamente così la vita di tutti i giorni per me, te e anche qualcun altro del gruppo.
Quelle che per me erano le prime esperienze di fumo, per te e gli altri erano già quotidianità, per me lo sarebbero diventate pure, molto prima di quello che avrei voluto.
Venivo in camera vostra, dove avevate staccato l'antifumo, in camera mia c'era solo un altra ragazza, a cui non andavo a genio io e il mio nuovo amico tabacco, mi avete detto di venire per puro caso quella prima sera, non avevamo mai veramente legato durante la scuola, ma quella sera, quella sera ha cambiato tutto.
Troppe buste di tabacco, stecche di lucky strike, è una bottiglia di vodka liscia che pensavo di reggere meglio di quanto feci in realtà.
In una sola sera, mi sono aperta completamente con persone che solo poco prima erano solo conoscenti.
Tu eri ubriaco perso.
Prima della vodka, avevo bevuto solo un gin lemon che mi era stato offerto, ero visibilmente più lucida di te.
Dicesti una frase che non dimenticherò mai, poichè nonostante fosse una cazzata dettata dall'alcol, mi fece dire qualcosa, che non pensavo di poter mai confidare a qualcuno.
Del resto si, ero brilla anche io, ma quello fu il primo passo che feci per arrivare al rapporto di fiducia futura.
"Se qualcuna entrasse qui ora me la scoperei anche se non me lo chiedesse"
So che non eri serio, ma quando ti dissi che ero stata molestata pochi anni prima e tu iniziassi a balbettare delle scuse confuse, mi resi conto che non avevo mai avuto il coraggio di parlarne e quella sera dopo mezza bottiglia di vodka te lo avevo confidato con una tale leggerezza che mi stupii di me stessa.
Fumammo per ore, parlammo, io facevo domande a te e tu ne facevi a me mentre gli altri si infastidivano a vicenda sul letto matrimoniale.
Tornai in camera mia quando in camera vostra rientrò quel ragazzo che era già passato ad un altro paradiso momentaneo, uno più duraturo della sigaretta e che non lascia il mal di testa al mattino come l'alcol, ma di questo ne parleremo dopo.
Per ora continuo a pensare a quei giorni, quando iniziammo a conoscere i problemi l'uno dell'altro.
Prima eravamo due sconosciuti, due ragazzi che si vedono la mattina a scuola e che a volte neanche si salutavano per strada, poi come se nulla fosse, fra alcol e nicotina, mi resi conto che quel ragazzo che per anni era stato solo un ragazzo abbastanza okay, era simile a me, più di quanto mi piacesse ammettere.
Iniziai a soffrire, immaginando che il dolore che provavo io, ogni giorno, lo provava anche lui.
Iniziai a pensare di volergli dare il mondo a quel ragazzo così sensibile sotto la maschera di irascibilità.
Non ero l'unica a voler morire, non ero l'unica a sapere cosa significa non stare un giorno senza azzannarmi alla gola con mio padre come se fossimo due lupi rabbiosi.
Pochi giorni immersi fra drummini e shottini al bar mi sono bastati a farmi capire che a pochi banchi di distanza dal mio, c'era qualcuno di simile a me, con il quale potevo parlare apertamente e che volevo aiutare e proteggere anche a costo di fare del male a me stessa.
Iniziammo a fare la ricreazione insieme, a cercare di non essere beccati a fumare in quei maledetti 10 minuti di pausa.
Quando riuscivamo a non farci beccare, quei 5 minuti toglievano tutto il peso della scuola, dei nostri genitori e dei falsi amici.
Un tiro e soffia fuori i tuoi problemi, per qualche minuto ci concentriamo solo sulla sigaretta che si consuma e tutto il resto è nulla.
Chi non fuma non sa quanti quei pochi minuti possano diventare sacri, il momento di pausa, quello in cui non te ne fotte che il mondo crolla, tu sei concentrato sulla sigaretta che si trasforma lentamente in cenere.
Vorrei riuscire a smettere di fumare, ma non ho la tua forza di volontà, io mi rifugio in quei minuti cercando di farmeli bastare, ma ogni giorni quei minuti diventano più corti e io ho sempre un bisogno maggiore di quella pace.
Brutta cosa essere dipendenti da qualcosa, ma in fondo, tutti abbiamo almeno una dipendenza è quella che mi fa più paura adesso non è una dipendenza fisica, da nicotina, alcol, droga o cose tangibili, ma forse questo è meglio che non lo sappiano in tanti.
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