Confusione
Mi sentivo confuso, ma fu una cosa che capì solamente quella sera al lavoro quando vedevo i piatti traballare tra le mani, o' masto che mi urlava dietro più del solito e per il fatto che ho sbagliato una decina di ordini dei clienti. I clienti così rumorosi più del solito, volevo del tempo per me stesso, ma dovevo andare al mio solito posto, la mia seconda casa dove passo la maggior parte del tempo della mia giornata. Oggi sentivo però che quella casa era rumorosa e sentivo già troppi rumori, i suoni della confusione mi attanagliavano la mente e mi facevano trotterellare tra un tavolo e l'altro con gli occhi annebbiati da qualcosa. Da Maria? No, da quello che è successo? Ma non è successo niente, niente che andrebbe nei giornali o in un libro, non è successo niente, eppure ero confuso, perché ero così confuso, ma non capivo questa confusione, non capivo nemmeno cosa mi dicevano i clienti.
La pizza senza mozzarella, ma no una marinara che è pesante, ma anche se è possibile l'aggiunta di salsicce, di maiale mi raccomando, se è possibile due polpettine sopra, il cornicione non troppo bruciacchiato, ma nemmeno crudo come l'altra volta che mi è lievitata nello stomaco per tutta la notte, se è possibile, non lo so consiglia tu, ci metto la ricotta nel cornicione? Forse si, forse no, non lo so, fa niente ordina così.
Per me la pizza panna prosciutto e mais, se è possibile anche due patatine fritte sopra e poi- Oh! Da bere due- e anche due stuzzichini, tipo- Però belle fredde eh, che qua si sta caldi e non vogliamo bere il brodo- Ho cambiato idea, meglio una- Giovane! Vieni un attimo qua!- Quindi prendo questa qui però bella cotta, voglio sentire il sapore, capì? -C'è la sedia che traballa, non è che mio figlio si fa male? La puoi cambiare per cortesia? TOMMÀ! Vieni un attimo qua che- Giovane tra quanto escono gli stuzzichini- La pizza allora, ho cambiato idea non mi dicere niente, sono i cinquanta che si sentono capì, sta pure a compagna mij che- bla bla bla bla bla... TOMMÀ VIÈ QUA! Che m'importa tanto? Che m'importa se sbaglio un paio di ordini e se stasera sembro un tossico che non sa dove si trova e che gira su se stesso come se fosse una trottola? Queste voci sembrano quasi dei fili di cotone che posso toccare con le mani e che mi stringono ad ogni passaggio dalla cucina alla sala, si infilano dappertutto e diventano così tanti che vedo solo quelli, infiniti fili che hanno oscurato la serata che mi imprigionano la gola, gli occhi, le orecchie, le mani, i piedi, e vedo Maria, vedo la giornata di oggi, vedo che non capisco niente e penso e ripenso al niente che penso e ci penso ancora senza arrivare da nessuna parte perché a niente sto pensando e non riesco a smettere di pensare a questo niente perché è così grande da ignorare come l'universo, il pensiero dell'universo che mi attanaglia la mente dove non vede stelle lucenti, ma solo stelle morte che esplodono e fanno arrivare la loro luce solamente per un attimo, tanto da farmi dimenticare il suo colore, bianca, gialla, rossa, arancione, sono nel centro piccolo di quell'universo che vedeva la mia mente, non vedevo niente a causa dei fili e il mio corpo rispondeva da solo agli stimoli esterni come un automa che svolge il suo quotidiano lavoro senza lamentarsi. Andavo in cucina e mi dicevano qualcosa, entravo in sala e mi dicevano qualcos'altro e capivo che l'essere umano aveva solamente una voce, nessuna differenza tra l'una e l'altra perché le mie orecchie ascoltavano sempre le stesse cose ovunque mi giravo sembrava di aver vissuto in quel piccolo istante per centinaia di anni e allora gli occhi si stancarono, il corpo mi abbandonò per un attimo, inciampo, faccia contro la colonna e cado a terra. Oggi ho passato una strana giornata che solo ora ho metabolizzato e stasera sono confuso, quindi che m'importa di tutto il resto?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top