III
Si diresse verso il bordo del campo avvicinandosi al piccolo canale essiccato. Un tanfo pesante cominciò a scorticarle le narici. Erano esattamente nel punto giusto.
La abbandonò inerme per un istante e si sporse sul bordo della fossa, creata dal letto del canale senza acqua; riusciva a distinguere la figura immobile che giaceva sul fondo di questa. Era un corpo.
Senza vita. Proprio dove lei lo aveva lasciato.
Accovacciandosi riusciva perfino a vederlo: buttato di lato si intravedeva qualche tratto del suo viso tumefatto e rovinato dalla morte. Il naso sporgente su quel viso dalla pelle rinsecchita e dura, mentre una cavità oculare era resa vuota dalla mancanza dell'occhio.
Attorno al corpo ronzavano rumorose uno sciame di mosche carne e vespe, attratte dall'odore della carne marcia. Guardando più attentamente intravide delle formiche e altri insetti di medie dimensioni che brulicavano sul quel petto un tempo muscoloso, per poi infilarsi al suo interno attraverso diverse spaccature intagliate sullo stomaco e infine, scendevano lungo le gambe nude e pelose. L'odore che emetteva quel corpo anche a quella distanza riusciva ad essere nauseabondo ma sapeva maledettamente di vittoria.
Si concesse il secondo sorriso di quella giornata. Sapeva in cuor proprio che mai avrebbe sorriso più.
Riportò la propria attenzione sulla ragazza distesa a qualche metro da lei. -Ti ho portata dal tuo amore. Perché non mi stai ringraziando, puttana?-
Questa la guardò con uno sguardo assente e vacuo mentre abbassava e alzava il petto faticosamente. Stava mormorando qualcosa. Le tolse lo straccio dalla bocca, finalmente rendendola libera. Stava cercando di dire qualcosa ma si ritrovava la lingua impasticciata dal sangue e dalla poca saliva e le corde vocali erano incapaci di riprodurre alcun suono di senso compiuto.
Dopo averla guardata per qualche altro interminabile istante la prese per le braccia ferite e la avvicinò al bordo del canale. La spintonò energicamente giù lungo la discesa senza ulteriori esitazioni, la ragazza fece qualche ruzzolo prima di finire esattamente addosso al cadavere in decomposizione, quasi finendo tra le sue braccia immobili da troppo tempo. La ragazza cominciò a gridare emettendo dei rantoli secchi con quel poco fiato che le rimaneva in corpo mentre cercava di spostarsi in tentativi resi inutili per lo spazio angustiante e le pareti scivolose della canalina. Tutto quel movimento non fece altro che risvegliare lo sciame assopito degli insetti che cominciarono a svolazzare con maggiore intensità, andandosi a posare sulla sua pelle nuda, attratti dal sangue fresco che aveva ripreso a coagulare lento dalle sue numerose ferite.
-Ubi tu Caius, ego Caia: dove tu o Gaio, sei, lì io, Gaia, sarò.- Sussurrò la donna, mentre guardava quei due corpi che si dimenavano in una macabra danza sul filo della morte, diversi tra di loro solo per il fatto che uno, batteva ancora di vita mentre l'altro, aveva smesso di farlo da un pezzo.
"Dormi sepolto in un campo di grano,
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,
ma sono mille papaveri rossi."
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