CAPITOLO 4
Quando la luce tornò, Chester si risvegliò in uno strano posto: era un bel prato con i fiorellini e un cielo azzurro. Ma qualcosa non quadrava: non c'era neanche una persona o un animale, anzi, le uniche creature viventi che c'erano, si potevano definire alimenti antropomorfi. "Ho sbattuto la testa più forte di quello che pensavo. Dico bene Jan?" Chiese il veterano al suo fucile, miracolosamente incolume e sempre in spalla. Non poté aggiungere altro, che una creatura a forma di panino si precipitò verso di lui per attaccarlo. In preda al panico, Chester imbraccò il fucile, e sparò un colpo verso l'essere, il quale cadde morto.
L'anziano poi notò un cartello da lontano, si alzò e andò verso il cartello, il quale recitava: "Benvenuti a Munchmore, densità di abitanti: quanti ne puoi mangiare." Chester ridacchiò alla battuta, poi però si ricompose, e si disse: "È in questo universo in cui quello psicopatico di Radley ha portato anche gli altri, mi ci giocherei il rene destro." Imbraccò il fucile, pronto per combattere. Camminò per quasi due ore, e uccise almeno una trentina di cibo-mostri antropomorfi, quando notò una gabbia. Ma ciò che attirò la sua attenzione era chi c'era dentro: era Rhonda, e sembrava triste. L'uomo corse verso la gabbia, proprio mentre la donna alzò la testa, e sgranò gli occhi nel vedere il veterano. "Chester? Sei davvero tu?" Chiese Rhonda incredula. "Sì, sono davvero io. Ora ti tirerò fuori da li." Chester notò una catena che pendeva al di sopra della gabbia. Con un balzo, afferrò la maniglia, tirò la catena, e le sbarre si aprirono. Rhonda corse felice verso Chester, stritolandolo in un abbraccio. "Di niente Rhonda. Ora però molla la presa: non riesco a respirare." La donna mollò subito la presa. "Forza, torniamo a casa." "Come? E gli altri? E poi come torniamo a Toastwood?" Chiese la donna incredula. Chester tirò fuori dalla tasca la chiave a curvatura, la lanciò, e si aprì un varco. "Ci servirà altro aiuto per salvare anche gli altri mia cara. Io, te e Janice non siamo abbastanza." Spiegò il veterano per poi entrare nel varco. Rhonda lo seguì a ruota.
Nel frattempo, nelle caverne di Radley, il perfido scienziato aveva rinchiuso i due ristoratori nella gabbia speciale. Erano ancora legati, Rudy era terrorizzato, Scarlett invece era furiosa, e scalciava forte per liberarsi, ma invano. Radley dette l'ordine a Sarge e Luau di levare il nastro adesivo dalle loro bocche. Il grosso cipollone pensò a Rudy, mentre invece Luau si occupò di Scarlett. I due afferrarono i lati del nastro, Sarge contò, e quando arrivò al tre, entrambi tirarono il nastro. Entrambi i musi dei ristoratori erano rossastri e doloranti, tutti e due si sforzarono di trattenere il loro grido. Poi, quando vennero anche slegati, i due scagnozzi di Radley uscirono dalla gabbia, chiudendola subito a chiave. Scarlett, furiosa, corse verso le sbarre della gabbia, sbattendoci contro calci e pugni, e gridò: "Ti hanno già sconfitto tre volte, ti sconfiggeranno anche questa! E vedrai cosa ti farò quando verranno a liberarci! Sarai ancora fortunato se potrai ancora camminare, razza di bastardo, stronzo,....!" "Abbiamo un bel caratterino. SARGE!" Portami il sonnifero." Il cipollone obbedì, e porse due dardi contenente una soluzione giallognola allo scienziato, il quale li caricò nella sua spara-dardi, prese la mira, e sparò il primo colpo. Il dardo si conficcò nel collo della rossa, la quale iniziò presto a sentirne l'effetto, fino a che cadde all'indietro. "SCARLETT!" Gridò Rudy correndo verso la compagna. In quel momento, Radley sparò il secondo colpo, che andò a colpire la spalla del corvino, il quale crollò con la faccia a terra. "Luau! Porta la rossa nel mio laboratorio." LePunch obbedì, entrò nella gabbia, si caricò in spalla la ragazza sedata, e si avviò nel laboratorio assieme a Radley.
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