· Sixteen ·

-Ti chiamo stasera, va bene? Ti amo.- disse dandomi un bacio. Io e Luke ci stavamo provando, lui mi piaceva, ma non sapevo con esattezza cosa provavo per lui. Però avevo comunque deciso di provarci, senza giocare con i suoi sentimenti, glielo avevo detto.
-Va bene, a dopo.- lo salutai, entrando in casa.
Sinceramente quella settimana era stata una delle più brutte che io avessi mai passato nell'ultimo anno. Insomma, la mia seconda famiglia mi stava sui coglioni. Mia madre che giocava a fare la mamma matura e premurosa che è sempre voluta essere e che mai lo sarà. Il padre di Luke, verso il quale nutrivo un odio profondo nonostante lo conoscessi appena, e sapere che la cosa era reciproca non mi dava alcun fastidio. Le sorelline Hemmings che mi sembrano due robot appena sfornati da una macchina produttrice di alieni.
Se devo essere sincera, quel buco di città situato in un punto non riportato sulla cartina Americana mi era estremamente mancato. Ma dopotutto come si suol dire: casa dolce casa. Ma dovetti ritirare quell'affermazione non appena mi resi conto in che stato fosse il soggiorno: cartoni di pizze e bottiglie di birra sparse per il pavimento, i calzini del jogging del venerdì di mio padre buttati sul tavolino davanti al divano, e alcune fish perfettamente impilate sul tavolo da pranzo. Mio padre si era dato alla pazza gioia e di certo non si era affatto scomodato a ripulire tutto.
Sbuffai, prendendo la mia valigia e andando in camera mia, avrei rimediato al disastro presente in salotto più tardi.
-Oh, ma finalmente sei tornata Joe! Sai ti avevo esplicitamente chiesto di chiamarmi quando saresti arrivata a Washington la settimana scorsa, ma non mi è arrivata nemmeno una tua notizia. Ed è stato così per tutta la settimana.- il suo tono inizialmente fu spumeggiante come al solito, per poi concludersi con un tono di voce piuttosto severo.
-Se eri tanto preoccupata, una telefonata da parte tua non guastava.- risposi non troppo sorpresa di vederla, la conoscevo fin troppo bene: se trovava la porta di casa chiusa, entrava dalla finestra. E ancora non capivo come faceva ad aprirla dall'esterno.
-Come è andata la tua settimana di vacanze?- domandai sempre con poco entusiasmo, ero davvero molto stanca, e dopo sei ore di viaggio filate trovarmi Cassie sempre pronta ad aggiornarmi non mi fece proprio andare fuori di testa per la felicità.
-Mancavate solo tu e Luke alla festa di Ashton, e da come ho potuto vedere dal tuo balcone, non avete perso tempo eh?- sorrise.
-A quanto pare no.- risposi con la solita monotonia, che ormai da qualche giorno non mi lasciava più in pace.
-Poi da come ti avevo accennato: ho rotto definitivamente con Michael. Insomma era successo un casino ed è stato meglio rompere per entrambi. Cioè per me sì, perché adesso esco con Ashton!- esultò battendo le mani.
-Evviva.- dissi con la voce priva di emozione. -Poi Michael mi aveva detto del... fagiolo.-
-Cosa? Quando? Lo ammazzo quel figlio di puttana.- gridò lei quasi isterica, muovendo teatralmente le braccia.
La guardai, aveva avuto seriamente il coraggio di dirlo? -Stavate insieme fino alla settimana scorsa, vi amavate, non vedo il motivo di insultarlo così tanto.-
-Ma tu non hai capito la gravità della situazione: mi ha messo incinta.-
-Si, ma non credere che la colpa sia solo sua.- risposi inarcando leggermente un sopracciglio e accennando un sorriso.
-Mi stai dando della puttana, Joe?-
-Questo non l'ho mai detto.- dissi alzando le mani in segno di resa, per poi cominciare a svuotare le valigie. -Comunque cosa hai intenzione di fare dopo con il pupo?-
-Ne ho parlato con mia madre e penso che abortirò.-
-Porca puttana, non puoi essere seria! Ti rendi conto che pur di non far crescere quella mela marcia che hai al posto del cervello ucciderai un bambino? Il tuo bambino.- sbottai, rendendomi conto di aver appena dato della definente alla mia migliore amica.
-Mi spieghi qual è il tuo problema? Mia madre è d'accordo.- rispose con il mio stesso tono.
-Ah, il genio di famiglia.- borbottai.
-Come scusa?- domandò sbigottita.
-Hai sentito benissimo.- risposi calma.
Ci fu una manciata di secondi prima che Cassie prendesse coscienza di quello che avevo appena detto.
-VATTENE.- mi urlò contro.
-VATTENE TU, QUESTA È CASA MIA.- urlai di rimando.
___

La mattina seguente non mi scomodai ad andare a prendere Cassie a casa sua per scarrozzarla fino a scuola. Se quello era un momento per prenderci una pausa, era il periodo perfetto. La mia vita era già fin troppo complicata e avere tra i piedi una gallina convinta che un giorno riuscirà a spiccare il volo, di certo non mi aiutava.
-Ti senti bene? Stamattina ti vedo un po' assente.- sentenziò Luke, mentre entravamo nell'aula di filosofia.
-Si, sto bene, solo che ieri ho litigato con Cassie più o meno... e oggi a scuola non l'ho ancora vista.-
Mi lanciò uno sguardo perplesso e io mi limitai a rispondergli che gli avrei detto tutto dopo la lezione.
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-Quindi, aspetta, Michael l'ha messa incinta e poi lei l'ha lasciato.- teorizzò Luke, dopo che gli raccontai in modo piuttosto contorto la mia versione dei fatti. -E poi?-
-Lei ha ammesso di voler abortire e forse me la sono presa un po' troppo... - sentenziai mordendomi il labbro inferiore, mettendo via alcuni libri nell'armadietto. -Le ho detto che al posto del cervello ha una mela marcia e che ucciderebbe suo figlio se facesse così.-
Luke soffocò una risata. -Davvero Joe, una mela marcia?-
Lo guardai, dandogli un leggero pugno sul braccio. -Non ridere, sappi che è la prima cosa che mi è venuta in mente.-
-Comunque, le scelte sono sue e che la responsabilità è solo sua, magari in futuro si renderà conto di aver sbagliato, ma rispetta le sue scelte.- disse poggiando una mano sulla mia spalla.
-Luke,- dissi levando la sua mano dalla mia spalla. -non frequentare più il corso di filosofia, va bene?-
-Certo, ma solo se mi paghi il pranzo.- propose.
-Allora resta quanto vuoi.-

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gente, scusatemi per l'enorme assenza e per questo capitolo di passaggio di merda, ma davvero in questo periodo sono stata piena di impegni fino al collo: scuola, concerti, ecc...
Comunque se vi interessa ero al Palalpitur l'8 maggio, stavo sul settore 121, fila 9, posto 3. Ho anche incontrato Ilaria ( inashtonsarms ) sono la ragazza più felice di sto mondo, giuro. Ci siamo abbracciate e per poco non piangevo, è una ragazza dolcissima e anche vederla per tipo tre minuti mi ha migliorato la giornata. E anche se la nostra amicizia non è poi così "profonda", dato che nella maggior parte delle volte che ci scriviamo è per decidere come continuare Closer lol, le voglio comunque un sacco di bene.
Ben, vi saluto.
-Fede 💕

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