one;bianco

Ero distesa sul letto della mia camera, faceva freddo lì. Tenevo le mani incrociate sullo sterno, come i defunti. I miei occhi marroni erano fissi sul soffitto della mia camera. Era bianco. Odiavo il bianco. Non era un colore, non era niente, proprio come me. Se probabilmente un giorno avessi deciso di impiccarmi, nessuno in quel piccolo e inutile paesino se ne sarebbe accorto.

Faceva particolarmente freddo quel giorno e il vento fuori tirava pesantemente. Era una di quelle giornate autunnali belle ma brutte allo stesso tempo. Le amavo.

Un tonfo alla finestra mi distrò dai miei pensieri, spaventata, balzai in piedi. Tenni lo sguardo fisso sulla persiana chiusa della mia finestra per qualche secondo, sarà stato il vento pensai ingenuamente, tornando a distendermi sul mio soffice e caldo piumone. Chiusi gli occhi cercando di prendere sonno, era quasi una settimana che non chiedevo occhio la notte, il motivo non lo sapevo. Era tutto così strano. Inquientante. Metteva quasi panico.

Il silenzio rimbombava sulle quattro mura della mia piccola camera. Non mi piaceva il silenzio, o forse sì. Non saprei, ero indecisa su molte cose.

Un altro tonfo alla finestra mi fece sobbalzare, facendomi balzare sull'attenti ancora una volta. Ne ero certa, quel rumore non era a causa del vento. Il mio battito cardiaco accellerò tutt'un tratto e le mie pupille si dilatarono, avevo il fiatone e le mie mani cominciarono ad inumidirsi di sudore.

Un ennesimo schianto mi fece quasi urlare per lo spavento.

Sentii il mio telefono vibrare, segno che mi era arrivato un messaggio.
Da: sconosciuto.
"Apri la finestra, so che sei in camera."

Mi portai una mano alla bocca rabbrividendo, probabilmente era uno scherzo dei ragazzini del quartiere, ma era altamente sinistro. La mia camera era al secondo piano, come potevano raggiungerla con così tanta facilità?

Un altro messaggio mi distolse dai miei pensieri.
Da: sconosciuto.
"Apri la finestra Joe, e non ti sarà fatto alcun male."

Era ufficiale, potevo dare il via al panico.