· Four ·
four; scream
-Ti va di sederti a pranzo con me?- mi propose Luke quando l'ora di letteratura finì.
-Certo, mi farebbe molto piacere.- acconsentì annuendo, andando verso il mio armadietto.
Da quando la giornata scolastica era cominciata non avevo visto nemmeno una volta Cassie. Magari aveva saltato la prima ora ma mi parse strano che non mi avesse invitata, lo faceva sempre.
Diedi una veloce occhiata all'orario che avevo appeso all'interno del mio armadietto, seconda ora:matematica.
Era una materia che fin da bambina non avevo mai capito, era troppo complicata e anche se i miei genitori mi avevano mandato da molti insegnanti privati, non ero mai riuscita a capire tutti i concetti, quindi i miei voti non erano migliorati più di tanto.
Optai di saltare la lezione, a meno che la signorina Jones non avesse deciso di tornare indietro con il programma, fino a ristudiare le tabelline, ma ciò mi sembrava più che impossibile.
Mi nascosi in biblioteca, cosicché avrei potuto passare l'ora di matematica a svolgere il compito di letteratura per la settimana dopo; presi in prestito e cominciai a studiare l'argomento per poi passare a verbalizzare il tutto sul mio laptop.
-Ti aspettavo per pranzo.- sentii una voce maschile ed una sedia spostarsi. Alzai gli occhi notando Luke seduto davanti a me con un piccolo sorriso stampato sul volto.
-Cosa? Ma che ore sono?- domandai quasi isterica, da quanto tempo ero lì?
-Sono le due e trenta.- rispose calmo lui, sorridendomi. Ero stata in biblioteca per tutta la mattina a fare un compito che non avevo nemmeno finito, assurdo.
-Merda, questa tesi mi ha proprio preso.- ridacchiai salvando il testo e spegnando il mio computer.
-Se vuoi possiamo vederci più tardi dato che ti ho praticamente dato buca a pranzo.- proposi, cominciando a camminare verso l'uscita della biblioteca.
-Tranquilla, non devi scusarti. Ci vediamo alle sei e trenta davanti al bar dove lavoro.-
-Ci vediamo più tardi allora.- lo salutai, uscendo dalla biblioteca e andando verso il mio armadietto. Ormai la giornata scolastica era terminata e io non avevo fatto praticamente nulla da classica fannullona quale ero.
-Luke Hemmings?- mi assalì Cassie appena giunsi al mio armadietto per lasciarci i libri. Come diamine faceva a saperlo? Ma dopotutto eravamo in una scuola e le voci giravano come il vento.
-Sì, è molto simpatico e davvero carino.- risi posando i miei libri nel mio armadietto.
-Cazzo, Joe!- quasi strillò. -Vedi di tenertelo stretto, quel tipo è uno schiantò.- delirò lei.
-Dov'eri oggi?- domandai suonando più fredda di quanto volessi, chiudendo l'anta del mio armadietto.
-A scuola, che domande.- rise -comunque, potresti darmi un passaggio con la tua auto? Non ho voglia di stare con tutta quella gente strana in autobus.-
-No, Cassie, mi spiace. Mi si è rotta la macchina, è dal carrozziere e non tornerà prima di una settimana.- risposi mentre mi incamminavo verso la fermata dell'autobus.
***
Da quanto ero tornata a casa non avevo fatto altro che stare in camera a provare outfit per l'uscita con Luke, era uscita tra amici ma ero rintanata in camera mia da due a indossare e sfilare vestiti, ma dopotutto come aveva detto Cassie, era un ragazzo davvero carino e dovevo tenermelo stretto anche se eravamo solo amici.
Sbuffai dopo aver provato l'ennesimo outfit, se era quello giusto o non, optai per quello. Ero anche in ritardo. Lasciai un biglietto a mio padre dicendogli che gli avrei mandato un messaggio quando sarei tornata. Presi le chiavi di casa e mi avviai a passo spedito verso il bar dove lavorava Luke.
Quando entrai subito un'occhiata all'orologio attaccato al muro, che segnava le 18:13. Mi schiaffeggiai mentalmente, puntuale come sempre Joe.
Mi sedetti sul tavolo libero, notando che Luke non era in locale. Un cameriere venne a prendere la mia ordinazione, ma gli dissi che stavo aspettando un amico. Il quale lavorava lì.
-Ehm, aspetta!- lo richiamai. Lui si girò pronto, sorridendomi. -Un certo Luke lavora qui giusto?-
-Uh, sì, Hemmings. E' uscito, stava parlando al telefono e mi sembrava molto incazzato. L'ho visto uscire ma è già da quaranta minuti buoni che è fuori.-
-Grazie, sarà nei paraggi, lo vado a cercare.- lo salutai uscendo dal locale.
Un vento gelido mi colpì dritta in pieno, costringendomi a chiudermi il giaccone. Camminai per circa una ventina di metri, la strada era illuminata e il Sole non era del tutto tramontato. Cominciai a dare occhiate veloci ma abbastanza serie per riuscire a trovare il ragazzo dai capelli biondi.
Un rumore proveniente da un vicolo lontano qualche paio di metri di me, mi fece incuriosire. Poteva essere anche un gatto, certo, ma la curiosità mi aveva sempre divorato. Appena raggiunsi la fonte del tonfo, mi spaventai. Non era di certo un gatto. Sul muro vi era scritto con della vernice spray rossa: "TI AVEVO DETTO DI TENERE LA BOCCA CHIUSA, STRONZETTA. :)"
Sussultai quando sentii un altro rumore provenire dal dietro un cassonetto, mi avvicinai con cautela, il cuore mi batteva a palla, e le mie mani cominciarono ad inumidirsi di sudore. Quando giunsi dietro al cassonetto, sentii il mio urlo riecheggiare per il vicolo buio.
A terra davanti a me vi era un Luke esangue. -Ti prego.- gemette. -aiutami.-
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