Prologo

Eccoci con l'ultimo volume di Pandora. Naturalmente vi consiglio, se non l'avete fatto, di leggere prima gli altri due in ordine, o non capirete del tutto ciò che sta succedendo e non potrete seguire gli avvenimenti con attenzione. Buona lettura!

Mi svegliai con un freddo glaciale che sembrava essersi insinuato nella mia carne, in profondità, fin dentro le ossa. Aprii gli occhi e mi ritrovai distesa su pozze d'acqua, con la guancia leggermente immersa e fradicia, così come i miei vestiti e parte dei miei capelli. Sbattei le palpebre confusa, poi mi decisi ad alzarmi facendo forza sui gomiti, digrignando i denti per non scivolare. Non riuscivo a capire dove mi trovassi o perché fossi lì, così per un attimo mi sforzai cercando di ricordare ma senza successo. Poi, quando abbassai lo sguardo sul cemento nel quale mi ritrovavo ancora mezza seduta, mi accorsi che non si trattava di pozze d'acqua ma di pozze di sangue. Sangue rosso vivo, denso e freddo, appiccicoso ed umido, dall'odore pungente e nauseante. Impregnava l'aria e il mio corpo, i miei vestiti, il mio volto ed i miei capelli. Era ovunque.

Un gemito di orrore e disgusto mi sfuggì dalle labbra quando tentai di alzarmi. Il piede scivolò sul sangue e una strisciata rossa si impresse nella carne nuda del mio polpaccio, facendomi gemere più forte. Finalmente riuscii a rimettermi in piedi ed indietreggiai lentamente, ma il sangue era ovunque. Mi guardai intorno e mi accorsi di essere nella chiesa abbandonata dell'Isola Tortuga, dove Chris mi aveva trascinata di peso per compiere il Rituale di Demetra, volto ad accentuare i miei poteri, trasferirli contemporaneamente a più persone possibile ed accrescere le possibilità ed i tempi di avere una gravidanza, di avere un'altra Pandora.
Era anche il posto in cui la mia migliore amica Bessie, il suo fidanzato Dan ed il mio ragazzo Bruce erano stati fatti prigionieri e, salvo la prima, erano morti. Deglutii e desiderai di poter lasciare quel luogo pieno di dolore e sofferenza, consapevole del fatto che fosse solo un sogno ma conscia comunque di quanto trovarmi lì mi facesse soffrire. Avevo paura di sognarli, di vedere Bruce che mi accusava della sua morte o di non averlo amato abbastanza, di avergli mentito e averlo preso in giro, di averlo abbandonato per inseguire un altro uomo. E sapevo che aveva ragione, probabilmente ero stata un'egoista, ancora una volta più interessata a me stessa che ai sentimenti degli altri. Ed ora lui era morto. Mi presi la testa tra le mani e mi imposi di svegliarmi, di destare la mia coscienza, ma senza successo.

Poi sentii la sua presenza. - Qualcosa non va? - 

Mi voltai di scatto e per poco non rischiai di scivolare nuovamente nel sangue. Sarebbe stata una caduta piuttosto spiacevole. Chris era seduto dietro di me su una delle bancate, con un sorriso del tutto tranquillo, perfettamente a suo agio, come se niente fosse. Questa volta indossava i colori della sua casata, la camicia bianca ed i jeans azzurri. 

-Cosa ci fai qui? - gli chiesi, stupidamente. 

-Sono entrato nel tuo sogno, ovvio- si guardò intorno - un po' troppo macabro anche per me, in effetti. - 

-Ma non mi dire- incrociai le braccia sul petto, con rabbia - sei stato tu a fare tutto questo se ben ricordi. - 

-Sì, be, un sacrificio necessario che poi si è rivelato un inutile spreco- scrollò le spalle con noncuranza, perché quelle morti non gli pesavano minimamente sulla coscienza. Chris non era sempre stato così, un tempo era stato il mio migliore amico, poi era cresciuto ed il potere lo aveva reso cieco, il desiderio di avere per sé i magici poteri della Pandora, dotata di un sangue capace di rendere invincibile qualunque vampiro, così come il volermi al suo fianco contro ogni mia volontà. - Felice di vedere che sei ancora viva. - 

-A quanto pare devo ringraziare te, giusto? - I licantropi volevano evitare che i vampiri ottenessero tutto quel potere e per farlo erano intenzionati ad uccidermi, ma Chris aveva rovinato i loro piani. - Hai legato la mia vita a quella della madre di Leo. È quasi morta quando hanno tentato di uccidermi. - 

Il vampiro sorrise compiaciuto, decisamente fiero che il suo piano avesse funzionato. - È stata una trovata geniale, devo ammetterlo. Un'idea di Carmen. Di sicuro Leo Teràn non se l'aspettava. - 

-E neanch'io! Avresti potuto dirmelo. - 

-A che pro? E rovinare la sorpresa?- davanti alla mia espressione corrucciata alzò gli occhi al cielo - ho sperato fino all'ultimo che non fosse necessario saperlo. Che non sarebbe servito. Non era programmato che venissi catturata, era solo un' assicurazione. - 

Sospirai. Volevo soltanto che quel sogno finisse. Non avevo voglia di parlare con Chris o di vedere la sua faccia odiosa anche mentre dormivo. Lo detestavo con tutto il cuore, per le cose che aveva fatto a me ed ai miei amici, per il suo perseguitarmi senza sosta e farmi soffrire senza remore. - Perché sei qui? - gli chiesi di nuovo, aspettando una vera risposta questa volta.
Chris si prese qualche secondo prima di rispondere, guardandomi con attenzione. Odiavo ritrovarmi sotto il suo raggio, i suoi occhi che sfioravano ogni millimetro del mio viso e del mio corpo, come se fossi un fenomeno da baraccone. La sua attenzione su di me mi provocava ribrezzo. - Sto lavorando alla tua liberazione. E a quella di Derek, ovviamente, visto ciò che mi impone il giuramento. Le cose sono più complicate adesso, da solo potrei non farcela, ma sono in contatto con Caliba. - 

Lo guardai strabuzzando gli occhi. - Caliba? - non vedevo e non sentivo l'Antico a capo della mia casata da tantissimo tempo e l'ultima volta ci eravamo lasciati in malo modo, a causa dell'essermi consegnata spontaneamente a Chris. 

-Sì, perché lui è messo peggio di me. Brancola nel buio, non ha idea di come entrare in città e vuole salvarvi entrambi più di ogni altra cosa. Io posso aiutarlo e, se uniamo le forze, i lupi non avranno scampo. - 

Ricambiai il suo sguardo, le braccia incrociate sul petto, i capelli mi ricadevano sulle spalle e sulla fronte ancora umidi. - Perché lo faresti? Qualcosa non torna. Cosa vuoi in cambio? -
Chris alzò gli occhi al cielo, si alzò e si accostò. Mi imposi di restare immobile, in fondo era soltanto un sogno e non mi avrebbe potuto fare del male anche se avesse voluto. - Te l'ho già detto, non mi servi a niente da morta. Non ho nessun interesse per il tuo cadavere, perciò voglio salvarti. E il giuramento mi impone di salvare anche Derek. Conviene tanto a me quanto a Caliba. - 

Qualcosa non tornava, ne ero certa. Poteva dire ciò che voleva ma doveva avere un doppio fine. Poi, capii. Un sospetto, terrificante, si fece strada in me. - Tradirai Caliba una volta che ti avrà aiutato, non è vero? Quando avrai ottenuto ciò che vuoi, ucciderai lui e Derek? - 

Chris scrollò le spalle e sorrise, mentre i contorni del sogno cominciavano a perdere forma. All'improvviso non desideravo più svegliarmi ma gridare contro Chris, dirgli che questa volta non mi avrebbe fregata con i suoi giochetti e che per una volta nella sua vita avrebbe potuto giocare pulito. Ma il sogno svanì con la stessa rapidità con cui era cominciato e con lui anche Chris.

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