Ventunesimo Capitolo

Erano un ragazzo e una ragazza. Dovevano avere qualche anno in più di me ma avevano l'aria di chi crede di avere il mondo ai propri piedi e di poter avere e fare qualunque cosa. E in seguito avrei capito di aver avuto perfettamente ragione. Si accostarono al nostro tavolo con un sorrisetto ambiguo. Lui non provava neppure a nascondere le zanne. Per un secondo credetti che lei fosse un'umana, con quell'espressione quasi angelica, ma un rivoletto di sangue le era rimasto ad un lato della bocca dopo essersi nutrita. In più, quando posò lo sguardo su di me, gli occhi erano rosso sangue.
In quella città i vampiri non provavano a nascondersi minimamente. L'assenza di un Antico che governasse sul continente era evidente.
Carlos li salutò con calore. - ¡Mis amantes incestuosos favoritos!-
Anche Chris gli si rivolse con familiarità, dimostrando di conoscerli. I due si sedettero al tavolo con noi e mi ritrovai la ragazza accanto. L'istinto mi diceva di spostarmi, perché così da vicino avrebbe potuto riconoscere il mio odore, ma la mano ferma di Chris sul ginocchio mi disse di non preoccuparmi e di non muovermi.

-Chi è la tua amica, Christopher? - gli chiese la ragazza, puntando quegli occhi inquietanti nei miei. Rabbrividii.
Lui fece cenno ad una delle cameriere di venire a prendere le nostre ordinazioni, per un nuovo giro di bevute. - È la mia attuale compagna, Valerie. Le faccio fare un giro della città prima della prossima tappa. -
Gli occhi le luccicarono, mentre mi squadrava da capo a piedi con uno sguardo decisamente carico di lussuria. - Compagna? Vorrai dire amante. -
Si morse il labbro e ridacchiò. Aveva boccoli castani dorati e una carnagione estremamente pallida. Il ragazzo la interruppe, ridendo a sua volta. - Sorella, non essere invadente. Non è bene impicciarsi negli affari degli altri, specie dei nostri amici, se non sono loro a volerlo. -
-Più che nei suoi affari, nel suo letto, Nicolas- la vampira di nome Valerie non smetteva di guardarmi ed io cominciai a chiedermi se il braccialetto non avesse smesso di funzionare. Poi un pensiero più spaventoso si insinuò in me. E se fossi finita in una trappola? Se loro fossero stati già a conoscenza della mia identità? - Certamente Chris ha ottimi gusti. Una ragazza così bella deve avere un sapore afrodisiaco. -
Stavo cercando di controllarmi. Parlavano come se non fossi nemmeno lì, mi guardavano come se fossi l'ultimo dolcetto rimasto sul vassoio. Mi trattavano come l'amante nonché sacca di sangue personale di Chris. E la cosa mi stava infastidendo tantissimo, non solo perché erano ben lontani dalla verità ma perché mi sentivo umiliata da persone sconosciute che credevano di potermi trattare alla stregua di un semplice oggetto. Ma Chris mi stringeva il ginocchio e voleva che gli dessi corda. Dovevano pensare che fossi esattamente quello, perché altrimenti avrebbero posto delle domande a cui non avremmo potuto rispondere. Eppure sospettavo che Chris ci godesse più di quanto volesse far credere.
-Certo hai ragione- Nicolas afferrò il bicchiere appena portato dalla cameriera - Che mi dici tesoro? Come ti chiami? -
-Natalie- risposi, usando il nome di mia madre. Chris mi strinse leggermente il ginocchio, come per farmi capire che cambiare nome era stata una buona mossa.
-Quanti anni hai? - chiese Valerie.
-Diciotto. -
Nicolas rise. - Per un pelo non è una bambina, Christopher! -
Carlos gli diede una pacca vigorosa sulla schiena, dopo aver scolato il suo bicchiere in un sorso. - Attenzione, Chris è molto geloso di lei. Possessivo quasi. -
-E a ragione! Fai bene a tenerli lontani dal suo collo- Valerie si avvicinò un po' e osservò la sciarpa che indossavo. Allungò una mano e lanciò un'occhiata a Chris. Lui non disse o fece niente, spingendola a continuare. Per sciogliere la sciarpa mi sfiorò il collo con dita gelide, facendomi rabbrividire. Quando svelò i segni dei morsi sorrise, mostrando i canini luccicanti. - Dovresti mostrarli con orgoglio, Chris. Gli altri ti invidieranno. -
-Ne sei davvero così geloso? - Nicolas si sporse in avanti.
-Tu non lo saresti? - Valerie osservava il mio collo come incantata, sfiorando appena la pelle con unghie ben curate smaltate di rosso - basta vedere come lo sei con me, fratello. -
Non potei fare a meno di osservarla con una certa sorpresa. Il modo in cui aveva pronunciato quelle parole e gli sguardi che i due continuavano a scambiarsi nascondevano una malizia che suonava stonata in una simile circostanza. Valerie sembrò seguire i miei pensieri perché mi sorrise, per niente preoccupata. Sospettavo che tutta la situazione la eccitasse da morire e che non le dispiacesse per niente dare spettacolo, specialmente davanti a me. - Io e Nicolas siamo molto più che fratelli di sangue. È il migliore amante che abbia mai avuto nel mio letto e che non mi stancherò mai di avere. Sa cosa mi piace ed io so cosa piace a lui. Insieme siamo la perfezione del desiderio. -
La mia espressione agghiacciata la fece ridere di gusto. - Sei così umana, Natalie. I legami di sangue perdono di importanza quando sei un vampiro. Bevi talmente tanto sangue dalle tue vittime che il tuo non esiste più. Quindi perché inorridire nel mescolarsi con qualcuno con cui un tempo, in un'altra vita, condividevi lo stesso DNA? -
-Io non riuscirei ad andare a letto con mio fratello- dissi senza riuscire a trattenermi - a prescindere dal sangue. Se lo vedo come mio fratello, non potrei mai vederlo come amante. -
Pensavo che Chris mi avrebbe rimproverata, ma rimase in silenzio, ad osservare come reagivano gli altri. Valerie aveva un mezzo sorriso sul volto, mentre Nicolas e Carlos ridevano come se avessi appena raccontato una barzelletta.
-Che frecciatina, ragazza! - commentò Nicolas - stai insinuando che io e mia sorella fossimo già amanti prima della nostra trasformazione, non è vero? -
Scrollai le spalle. - Lo hai detto tu non io. -
Chris mi cinse le spalle con un braccio, attirandomi a sé e stampandomi un bacio sulla testa, tra i capelli. Mi imposi di restare immobile e mantenere un'espressione neutrale, sebbene ogni volta che mi sfiorava fossi presa dalla nausea. Gli occhi di Nicolas e Valerie luccicavano, quelli di quest'ultima in particolare. Ben presto espresse le sue intenzioni. - Una notte, Chris. Che cosa ne dici? -
Io e lui alzammo lo sguardo su di lei contemporaneamente, mentre sentivo dei brividi scorrermi lungo la schiena. Sul tavolo era sceso il silenzio. Carlos sembrava voler scomparire, mentre non potevo vedere l'espressione di Chris, che mi teneva ancora il mento tra i capelli.
-Che cosa? - chiese. La voce sembrava neutrale.
-Credo che mia sorella voglia chiederti di lasciarci la tua compagna per una notte, amico. Ovviamente siamo disponibili a lasciarti un compenso adeguato per la tua gentilezza, Chris. Ci conosciamo già da un po' e non ci siamo mai negati favori a vicenda.-
Ero immobile, terrorizzata. Ma contavo sul fatto che Chris non mi avrebbe mai lasciata nelle loro mani. O almeno lo speravo. Sarebbe stato contro la sua natura... O forse no? La sua gelosia era più forte della sua voglia di mettersi in mostra?
-A quale scopo? - chiese Chris, ancora neutrale - solo per bere? -
Valerie ridacchiò in maniera quasi infantile. - Questo non posso promettertelo, Christopher. Natalie è molto bella e sai bene che io non faccio distinzioni tra donne e uomini. Spero che la cosa non ti dispiaccia. -
Chris rimase in silenzio, non facendo altro che aumentare ancora di più la mia ansia. Avrei voluto allontanarmi da lui e voltare la testa, in modo da poterlo guardare negli occhi. Le mani mi premevano per il desiderio di scuoterlo e chiedergli se fosse impazzito.
-Natalie è la mia ragazza- disse infine - il mio attuale passatempo e, come ha detto Carlos, ne sono molto geloso. -
Rimase in silenzio un momento, come riflettendo sulla questione. - È anche vero che siete miei amici. L'ultima cosa che voglio è negarvi un favore. -
Ammutolii. Mi mancò il fiato. Il terrore si impossessò di me. Valerie sorrideva compiaciuta, mentre Nicolas mostrava i canini luccicanti, lo sguardo fisso su di me. Io non riuscivo a crederci. Doveva esserci qualcosa sotto. Così tutti i miei propositi andarono in fumo e non resistetti. Mi voltai verso Chris e raggelai, quando vidi la sua espressione totalmente fredda. Ma parlai comunque. - Io non voglio- dissi.
Nicolas rise. - Come se potessi scegliere, tesoro.-
-Già- commentò il mio attuale alleato - non puoi scegliere, ricordi? Tu sottostai alle mie regole. -
Dita gelide e sottili mi afferrarono il mento, costringendomi a voltare la testa e incontrare gli occhi azzurri ed enigmatici della vampira. - non avere paura, tesoro. Una volta che ti avremo soggiogata, non ci sarà niente che non vorrai fare. Ogni ansia sarà svanita. È una promessa. -
Immaginai la situazione. Nelle mani di due vampiri sconosciuti, che sembravano due depravati privi di qualsiasi etica, protetta solo dal fatto che il mio sangue, finché avessi tenuto il braccialetto, sarebbe stato un sangue normale, del tutto umano, privo di quelle caratteristiche proprie del sangue delle Pandora. Ma loro lo avrebbero comunque bevuto, anche senza quelle proprietà magiche. E la cosa peggiore era che mi avrebbero soggiogata per essere il loro cagnolino. Per costringermi a fare chissà che cosa. Mi alzai in piedi. - Questo non era previsto. -
Anche Chris si alzò, incombendo su di me ma abbassando la voce. - Come non era previsto che tu mi negassi il tuo sangue. O che mi mettessi in cattiva luce davanti agli altri. -
-È di questo che si tratta? - chiesi con una nota di disperazione nella voce - stai cercando di vendicarti di me? Di punirmi? -
-Ti sto ricordando chi è che comanda. Ora siediti. -
Restammo a squadrarci per un po'. Sapevo di non avere via d'uscita così, molto lentamente, mi risedetti. Dopo qualche secondo lo fece anche Chris. Si prese qualche attimo prima di riprendere a parlare. - Temo di dover rifiutare la vostra offerta. Spero che non la prenderete male, ma come ho già detto ne sono molto geloso. Lasciarla nelle vostre mani per l'intera notte mi farebbe rodere il cuore. -.
Sentii un enorme peso liberarmi il petto. La paura era ancora lì, presente, ma ora mi stava dando tregua. Avevo ripreso a respirare normalmente. Nicolas e Valerie non nascosero la delusione ma non si lamentarono troppo. Tuttavia Chris non aveva ancora finito. - D'altro canto non mi piace negare in questo modo qualcosa a due cari amici, perciò ho una soluzione che potrebbe essere considerata una via di mezzo. -
Questo attirò la loro attenzione, nonché la mia. Sospettavo che Chris stesse per giocare la sua ultima carta.
-Cosa proponi? - Valerie si tamburellò il mento con due dita.
-Vi concederò di bere da lei, qui e adesso. Un assaggio. Mi sembra il minimo. -
Di nuovo mi alzai in piedi, incurante del ruolo che avrei dovuto interpretare e della parte che avrei dovuto giocare. Tutto ciò era ridicolo ed era solo un altro modo per Chris di umiliarmi, ma non gliel'avrei data vinta. - Me ne vado- dissi, pur non sapendo dove andare.
Valerie rise. - Che caratterino, adoro che tu non l'abbia soggiogata come un agnellino per rendere tutto più facile. Questa debole ribellione è eccitante. -
Chris mi venne dietro, mi afferrò il braccio e mi costrinse a voltarmi. - Torna a sederti, Tammy- ringhiò. Strattonai il braccio per liberarmi dalla sua presa, senza però riuscirci. - No! Sono stanca di questa pagliacciata. -
-Tu fai quello che ti dico io e basta. Sei mia e sarà meglio che ti ci abitui. Lo sei diventata nel momento in cui ho accettato di aiutarti a salvare Derek e abbiamo stipulato la nostra alleanza. -
-Non è così e lo sai bene. Vuoi solo punirmi. Dimostrarmi che sei l'alfa della situazione, ma io non mi abbasserò al tuo stupido gioco di potere. -
Fu allora che mi colpì. Lo schiaffo giunse così rapido che non lo vidi arrivare. Mi posai una mano sulla guancia dolorante, sorpresa. Chris non mi aveva più colpita dalla volta in cui mi ero consegnata spontaneamente e credevo che, con la nostra alleanza, non sarebbe più successo. Ero stata stupida. Già il giorno prima mi aveva afferrata per i capelli in malo modo, imponendo ancora una volta la sua impronta su di me. Ed ora, con lo sguardo di fuoco che aveva, temevo che potesse mettermi di nuovo le mani addosso, se non lì davanti a tutti una volta tornati a casa. E questa volta mi avrebbe fatto davvero male. Così chinai il capo. Odiavo farlo, andava contro il mio carattere. Ma potevo fare altro? Era il suo modo per mostrarsi grande agli occhi dei suoi amici e per Dimostrarmi che era lui a tenere le redini del gioco, fin dall'inizio. Tornai lentamente al tavolo.

~Angolo Autrice~
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