Quindicesimo Capitolo
-Tammy? -
Era Gabe.
Cercai di sollevarmi, ma Chris si portò un dito alle labbra, facendomi cenno di tacere. Aveva un sorriso divertito sulle labbra e un luccichio eccitato negli occhi.
-Ti prego- sussurrai - hai promesso. Non devi ucciderli. -
-Non lo farò, Tammy. Hai la mia parola. Ma sarà divertente lo stesso. -
-Tammy? Stai bene? Ci sono delle novità. -
Chris si nascose dietro la porta e mi fece cenno con la testa di aprire. Io mi alzai, vacillai per un secondo sulle gambe, poi mi avviai ad aprire. La mano afferrò la maniglia e mi accorsi che tremava. Avrei potuto dare la colpa al sangue che mi era stato prosciugato dalla vena, ma la verità era che avevo paura di quello che stavo per fare. Non sarei più tornata indietro dopo una cosa simile. Non sarei più riuscita a guardare i miei fratelli negli occhi.
Feci un respiro profondo e aprii. Gabe stava evidentemente per bussare di nuovo, era quasi buffo con quel pugno sollevato in aria. Mi osservò con attenzione. - Stai bene? -
-Stavo dormendo. Mi sono appisolata. -
Mi feci da parte per farlo entrare e lui lo fece con disinvoltura, senza sospettare nulla. Questo mi strinse il cuore. - Mamma e papà stanno inseguendo il tuo professore pazzo fuori città. Evidentemente Cerbero l'ha terrorizzato a tal punto da spingerlo a darsela a gambe. -
Bene. Andava tutto secondo i miei piani. Chiusi lentamente la porta. Gabe si voltò verso di me. E vide Chris. Vidi i suoi occhi spalancarsi.
Chris sorrise. - Ciao, Gabriel. -
Gabe si lanciò su di lui, lo afferrò per il bavero della giacca e lo spinse contro il muro, gli occhi rossi e i canini in mostra. - Tammy, va' a chiamare Isaac- mi disse.
-Uh, in due pensi di avere più possibilità? - lo derise Chris.
Io non mi mossi.
-Tammy! - mi richiamò mio fratello, ma continuai a restare immobile.
-Ti svelo un segreto, Gabe - Chris sorrise, gli occhi luccicavano di malvagità e soddisfazione - è stata tua sorella a chiamarmi. Sono qui perché lei mi ha detto di venire. -
Si godette lo sguardo di sorpresa negli occhi di mio fratello, uno sguardo che mi fece decisamente male. Lui mi guardò ed io non fui in grado di dargli alcuna spiegazione. - Mi dispiace... - sussurrai.
-Ma c'è qualcosa di ancora più divertente- Chris afferrò prima una e poi l'altra mano di mio fratello, staccandosele di dosso come si farebbe con una piuma rimasta impigliata nei vestiti. Gli piegò i polsi in modo innaturale ed io sentii uno scricchiolio spaventoso, quando uno dei due si ruppe. - Mi ha dato il suo sangue per mettervi al tappeto. E con "dato" intendo che mi ha offerto il polso di sua spontanea volontà. Divertente, vero? -
Lo colpì con un calcio proprio al centro del petto, spingendolo a terra. Gabe si tenne il polso ferito. Guardava me e Chris. - Tammy, perché? - grugnì. Non provava neanche più a difendersi. Sapeva che non sarebbe servito a niente, non contro un vampiro con in corpo il mio sangue.
-Lo sai perché- sussurrai - mi dispiace. -
-Brutta cosa il tradimento, non è vero? - Chris incombeva su di lui ed io fui tentata di distogliere lo sguardo. Ma non potevo fare questo a mio fratello. Dovevo avere il coraggio di guardarlo negli occhi fino alla fine.
Gabe prese fiato. - Isaac! - gridò più forte che poteva. In realtà ci fece quasi un favore. Probabilmente pensava che volessimo scappare di nascosto e che avessimo dovuto affrontare lui solo perché si era presentato contro ogni previsione in camera. Non immaginava che fosse già tutto programmato.
Chris ridacchiò, probabilmente pensando lo stesso, e gli afferrò la testa, affondandogli le dita nelle guance. La scena era quasi comica. - Buon sonnellino, Gabe- poi fece compiere a mani e braccia un movimento circolare fulmineo, di scatto, e la testa di Gabe ruotò con loro producendo un suono secco, simile a quello che aveva fatto il suo polso ma più forte. Gli occhi di mio fratello si spalancarono, poi il suo corpo cadde a terra, il collo piegato in una posizione innaturale. Sapevo che era una cosa momentanea, un paio d'ore e si sarebbe risvegliato, probabilmente furioso, ma vivo. Eppure mi sentivo comunque terribilmente in colpa.
Chris mi guardò con un sorriso. - Vuoi tornare indietro, Tammy? -
Scossi la testa, senza distogliere lo sguardo dal corpo di Gabe. Isaac entrò in camera. Guardò nostro fratello esamine sul pavimento, me e poi Chris. Produsse quello che sembrava un ringhio e fece un balzo, come un leone che atterra sulla sua preda. Colpì Chris con un pugno alla guancia, poi all'altra, poi all'altra ancora. Sembrava furioso, mentre Chris era impassibile. Lasciava che Isaac lo colpisse con calci e pugni senza provare a difendersi. Poi lo colpì sotto il mento e vidi la testa di Chris fare uno scatto fulmineo all'indietro. Restò per un attimo così, poi riabbassò la testa, ed io e Isaac notammo che non era rimasto sul suo volto neanche un segno di lotta. Anzi, sembrava perfettamente indenne, come se Isaac non lo avesse neanche toccato. Quest'ultimo sembrò sorpreso per un attimo, ma poi guardò me e sembrò capire. La sua espressione si fece triste e, cosa che mi fece più male, delusa. Non avrei mai immaginato di vedere un simile sentimento nella faccia di qualcuno che amavo rivolto verso di me e che potesse fare così male. - Tammy... Che cosa hai fatto? -
Rimanemmo a guardarci e nel mentre sentivo le lacrime che mi scorrevano sulle guance. La reazione di Isaac mi fece stare peggio di quella di Gabe. Quel senso di delusione che vedevo nei suoi occhi era una pugnalata al cuore. Brutta cosa il tradimento, non è vero?, aveva domandato Chris a Gabe.
E aveva ragione, ne vedevo tutte le conseguenze sul volto di mio fratello. Chris gli si avvicinò e lui rimase impassibile. Proprio come Gabe, aveva capito di non avere alcuna possibilità. Mi rivolse un ultimo sguardo, carico non solo di delusione questa volta ma anche di profondo dispiacere. Poi Chris gli afferrò la testa da dietro e, nello stesso modo in cui aveva agito con Gabe, gli spezzò il collo. Isaac cadde in ginocchio, poi prono. E lì rimase. Mi asciugai le lacrime, quando mi scappò un singhiozzo.
-Pentita, Tammy? - mi chiese Chris con un sogghigno.
-Sta' zitto, sai perché l'ho fatto. Non per te di certo. -
Lui scrollò le spalle senza perdere quel ghigno. - Qualcosa per me l'hai fatta comunque. -
-Tammy? -
Io e Chris ci voltammo all'unisono verso la porta. Ben era in piedi sulla soglia e guardava i corpi dei nostri fratelli a terra. Lo vidi spalancare gli occhi e sbiancare. Aveva paura. Il mio fratellino aveva paura di Chris... E di me.
Ben si voltò di scatto per scappare, ma fece solo qualche passo prima di trovarsi di fronte Chris a sbarrargli la strada. Ben si voltò verso di me. - No, Tammy, no... -
Io gli corsi incontro e mi buttai in ginocchio davanti a lui, prendendogli le mani. - Va tutto bene, Ben, non avere paura.-
-Spostati Tammy- Chris si avvicinò ancora e Ben piagnucolò. Io continuai a tenergli i polsi.
-Non voglio che mi faccia il collo come Isaac e Gabe- singhiozzò - non lasciare che me lo faccia, Tammy, per favore. -
-D'accordo, Ben, non lo farà- gli dissi.
Chris fece per protestare, ma io lo interruppi. - Non è necessario! È solo un bambino, cosa credi che potrebbe fare da solo? -
-È comunque un rischio e lo sai. -
-Decido io cosa è rischioso e cosa no! - sbottai - e Ben non è un pericolo. -
Chris rimase come di sasso. Non gli piaceva quello che avevo detto, ma non avevo tempo di pensare al suo orgoglio ferito in quel momento. Tornai a rivolgermi al mio fratello minore, che continuava a piangere. - Va tutto bene, Ben, non devi avere paura. Sai che non ti farei mai del male.-
-Io non capisco. Cosa sta succedendo? E cosa ci fa lui qui? -
-È difficile da spiegare, Ben, ma io devo andare adesso. Non posso spiegarti perché, è complicato e non capiresti, ma devo andare. -
Lui pianse più forte. - Ma dove vai? E quando tornerai? -
-Non so quando tornerò, ma ti prometto che farò il possibile per essere di nuovo qui presto. Ho bisogno che tu controlli Isaac e Gabe e quando si sveglieranno dirai loro che non sai dove sono andata. Gli dirai che voglio bene a tutti voi e che mi dispiace. -
Ben annuì piano. - Ma cosa dirò a mamma? E a papà? Crederanno che sia stata colpa mia. Perché non ho combattuto come loro- un altro forte singhiozzo gli scosse il petto.
-No, no, non lo penseranno mai! È stata una mia scelta, solo mia. Nessuno di voi avrebbe potuto fare niente. Io... -
Tutto avvenne rapidamente. Vidi le mani di Chris afferrare la testa di Ben, i suoi occhi spalancarsi, poi velarsi di colpo quando la sua testa compì un rapido scatto verso destra e lì rimase.
Afferrai al volo il corpo di mio fratello e lo adagiai con attenzione sul pavimento. Poi mi rivolsi furiosa a Chris. - Che cosa hai fatto? -
-Ci stavi mettendo troppo. E lasciarlo sveglio sarebbe stato troppo rischioso, lo sai anche tu. -
-Ma gli avevo promesso... -
-Hai molte cose di cui sentirti in colpa oggi, Tammy- commentò lui impassibile - aggiungerne un'altra non farà la differenza. -
Guardai Ben, gli accarezzai i capelli e mi scusai con lui. Poi la mano di Chris mi afferrò per il gomito e mi costrinse ad alzarmi. Non mi piacque la forza e comando che mise in quel movimento.
-Lasciami- ringhiai.
Lui mi si avvicinò, sovrastandomi. - Ciò che hai detto prima non mi è piaciuto. Tu non decidi. Io prendo le decisioni. Tu puoi proporre, ma se io ti dico che a me non va bene, allora non va bene e si fa a modo mio. Chiaro? -
Liberai il braccio con uno strattone. - Non abbiamo ancora parlato di niente di tutto ciò. Non abbiamo deciso cosa... -
-Certo, come no- Chris sorrise ed io rabbrividii. Sapeva benissimo di avermi perfettamente in pugno ed io dovevo giocare di astuzia se volevo avere una leggera vittoria su di lui. Mi porse un mazzo di chiavi. - Guidi tu. Io prendo la tua valigia. -
La macchina era una jeep compass noleggiata all'aeroporto, da cui avremmo ripreso il jet privato di Chris. Mise la mia valigia nel cofano e si sedette accanto a me, con un'espressione soddisfatta. Partii, diretta verso l'aeroporto. Eravamo in viaggio da circa dieci minuti, ormai lontano da Bannack, quando Chris ruppe il silenzio. Avevo appena messo la freccia per girare a sinistra, ma quando feci per sterzare Chris bloccò il volante, impedendomelo. - No-no, tira dritta. -
Gli lanciai un'occhiata confusa. - Ma l'aeroporto era per di là. -
Lui sbuffò. - Non ho intenzione di passare altre 3 ore in volo. Sono le 7 e mezza e sono stanco. Troppe emozioni in una sera. Dormiremo in un motel o in un bed and breakfast. -
Deglutii. Le mani sullo sterzo tremavano. Io e lui da soli nella camera di un motel, per tutta la notte. Dovevo decisamente giocare di astuzia e sperare che ciò che avevo in mente funzionasse. Che mi salvasse, almeno per un altro po'. Lui percepì il mio turbamento e mi sorrise. - È troppo tardi per tornare indietro, Tammy. Lo sai anche tu. -
Rimasi concentrata sulla strada, cercai di dominare la paura, di non pensare ai miei tre fratelli privi di sensi sul pavimento con il collo spezzato. Cercai di non guardare Chris, di ignorare la sua soddisfazione, la sua eccitazione per quella che riteneva sarebbe stata la notte migliore della sua vita. Pensai invece a Derek, a quanto il mio amore per lui fosse grande e a cosa mi stesse spingendo a fare. Pensai a quando lo avrei salvato, a quello che avrei provato a rivederlo dopo tutto quel tempo. E sì, avevo paura. Una paura folle. Ed ero arrabbiata. Molto arrabbiata. Ma c'era un'uscita e lo sapevo. Avevo promesso a Ben che sarei tornata a casa, ma sapevo di aver mentito. Perché dopo aver salvato Derek, se fossi stata costretta a restare con Chris, ci sarebbe stata una sola cosa da fare. Non sarei più tornata a casa e avrei salvato me stessa e una ipotetica futura figlia. Avrei seguito Candida e Ariel. Avrei posto fine alla mia vita, personalmente.
~Angolo Autrice~
Visto il molto tempo che dobbiamo trascorrere in casa, ho deciso di aggiornare due volte in una settimana.
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