Diciassettesimo Capitolo
Le braccia di Chris mi avevano avvolta in una presa ferrea, con le mani che mi tenevano saldamente alla base della schiena premendomi contro di sé. Le mie braccia, invece, erano bloccate tra i nostri corpi, così l'unica cosa che potevo fare era premere le mani contro il suo petto per cercare di spingerlo via. - Aspetta, Chris, aspetta... -
Ma lui sembrava non ascoltarmi. Sentivo le sue labbra dietro l'orecchio, sul mento e tra i capelli, il suo respiro sapeva di menta e i suoi vestiti di colonia. Il palmo della mano destra scivolò in basso a seguire il profilo della mia natica e l'assurdità di quell'avvenimento mi fece capire su cosa avrei dovuto fare leva per convincerlo. Feci maggiore forza per spingerlo via. - Fermati, Chris, e ascoltami un secondo! - quasi gridai.
Lui non mi lasciò andare ma si fermò, guardandomi dall'alto. Sembrava mezzo sorpreso. - Riesco ad avere la tua attenzione per un minuto? - chiesi con una nota di sarcasmo nella voce. Chris mi spinse all'indietro ed io caddi seduta sul letto, ma non si avvicinò. - Che c'è? Sbrigati. -
Fui tentata di sbottare ancora una volta ma cercai di calmarmi. - Se tutto quello che vuoi è prendermi con la forza come fece tuo padre con tua madre e incrociare le dita sperando che ti vada bene ed io rimanga incinta di una bambina, fai pure. Me ne starò sdraiata, totalmente immobile, a sperare solo che finisca il prima possibile. Non mi ribellerò, se il prezzo da pagare affinché tu salvi Derek è questo, ma non avrai di più da me. Al contrario, potresti ottenere di più. Sempre che ti importi. -
Chris incrociò le braccia sul petto. Rimanemmo a guardarci per un po'. Avrei tanto voluto sapere cosa gli stesse passando per la testa. Di sicuro aver tirato in ballo sua madre aveva attirato la sua attenzione. - Cosa comprende questo di più? -
Presi fiato. - Io ti volevo bene, Chris. Ti volevo davvero bene. Eri l'unico vero amico che avessi, perché l'unico a sapere del mio segreto e quindi l'unico con cui potessi parlare veramente di me. Dei miei problemi e delle mie paura. Finché tu stesso non sei diventato la mia più grande paura. Ma... Posso ricominciare a volerti bene. Non dico che ti amerò, ma ci proverò. -
Chris mi si sedette accanto. - Spiegati meglio. -
Guardai fuori dalla finestra. Vedevo gli alberi dall'altra parte della strada, i lampioni che a stento la illuminavano. Non era passato quasi nessuno da quella strada, solo un furgoncino con la musica a tutto volume. - Se mi concedi fino al festival del lobo e mi aiuterai a salvare Derek, non solo giuro di restare con te e non provare a scappare. Ma mi avrai veramente. Consenziente. Presente. Farò del mio meglio. Sarò tua amica e... Qualcosa di più. Ci proverò davvero. Ma ho bisogno di una prova. E questo è il momento per dimostrarmi quanto ci tieni. -
Non lo guardai in faccia, perché stavo mentendo e non volevo che lui se ne accorgesse. Tecnicamente non c'era nessuna menzogna nelle mie parole, a parte il fatto che non sarei arrivata a fare niente di tutto ciò perché, se fosse finita davvero così, sarei prima morta. Non avevo intenzione di fare quella fine o di trasmettere la mia stessa maledizione a mia figlia. Temevo che Chris potesse leggere la verità nei miei occhi. Ma il suo silenzio era assordante, così non potei farne a meno. Alzai gli occhi su di lui. Era terribilmente serio. Non avevo idea di cosa gli passasse per la testa. Poi, finalmente, molto lentamente parlò. - Lo ami, vero?-
Non risposi, perché sapevo che sarebbe stato inutile negare. Chris aveva capito, forse già da un pezzo. La cosa non gli piaceva, certo, ma sapeva anche di poter usare quel sentimento che provavo contro di me. E lo avrebbe fatto.
-Lo avevo già capito. Quando quel giorno, a casa tua, ti ha sconvolto sapere della sua cattura. E ne ho avuto la conferma oggi, quando hai chiamato proprio me per aiutarti. -
Mi passai la lingua sulle labbra, che mi sentivo estremamente secche. - Proprio perché lo amo, sai che manterrò il nostro accordo. Non proverò a scappare. E, se me ne darai occasione, imparerò ad amarti. - quella era sicuramente la mia più grande bugia e lo sapeva anche lui. Ma anche se avessi finto a lui sarebbe andato bene comunque. Perché era già più di quanto potesse sperare.
-Sei andata a letto con lui, Tammy? -
Rimasi spiazzata da quella domanda. - la cosa non ti riguarda. -
-Però sei andata a letto con Bruce. Bel modo di festeggiare il tuo compleanno. -
Quell'affermazione mi sconvolse ancora di più. - Mi hai spiata? -
-Ovviamente. Non direttamente, ma dovevo essere certo che fossi al sicuro.-
-Al sicuro da chi? Il mio più grande problema sei tu! - Balzai in piedi. Ero arrabbiata, perché ero stata drogata e un incosciente. E qualcuno aveva spiato me e Bruce in un momento così intimo per andare a spifferarlo all'ultima persona sulla faccia della terra che doveva saperlo. Mi sentivo violata. E arrabbiata.
-Non sono stato io ad ammazzare una tua coetanea. Questo dimostra che ho fatto bene a farti seguire. -
Feci la domanda che mi premeva più di tutte. - Hai ucciso tu il vampiro? Sei tu Cerbero? -
-No, Tammy. Il vampiro era già morto quando il mio uomo l'ha trovato. Non so chi l'abbia ucciso e poco mi importa. -
Questo poneva solo un'ultima questione. Cosa avrebbe fatto Chris adesso? Si sarebbe fatto prendere dalla gelosia o avrebbe sfruttato la cosa a suo favore? Quando anche lui si alzò mi imposi di rimanere immobile, di non indietreggiare o tremare. Ma non potei fare a meno di deglutire. - Quindi che vuoi fare? -
Il vampiro mi accarezzò la guancia ed io chiusi gli occhi. In quel momento si stava decidendo la sorte di Derek. Senza l'aiuto di Chris non l'avrei mai salvato. Sarebbe morto. - D'accordo, Tammy. Hai la mia parola. Non ti toccherò fino al festival del lobo. Questa è la prova che hai richiesto. Ora ne esigo una anch'io. -
Me l'aspettavo, naturalmente. Anche se non avevo idea di cosa mi avrebbe richiesto. - Cosa vuoi? -
Il dito di Chris seguì il profilo del mio collo, facendomi rabbrividire dalla testa ai piedi, e mi guardava come incantato. - Voglio il tuo sangue, ogni volta che lo richiederò, senza se e senza ma. E lo prenderò da dove vorrò, senza sentire ragioni. -
Ci misi esattamente due secondi a capire che non avevo scelta e che era abbastanza ovvio che quella sarebbe stata la seconda richiesta di Chris, dopo quella di avermi nel suo letto. Se avessi detto di no anche questa volta, avrei finito per infastidirlo. Inoltre la cosa giocava anche a mio favore. - D'accordo. Voglio che tu sia in forze, per quando entreremo a Caracas. -
Chris sorrise. - Oh, lo sarò. -
Annuii per sancire la conferma e mi voltai per allontanarmi da lui. Avevo intenzione di sparecchiare e ignorarlo almeno per un po', ma lui mi afferrò il braccio con una presa salda e mi trattenne. - Non ho finito. -
Mi voltai lentamente verso di lui. Non aveva un espressione losca, di uno che ha intenzione di combinare qualcosa di brutto, ma gli occhi gli brillavano per l'eccitazione. Sembrava quasi agitato.
-Che altro vuoi, Chris? -
-Un bacio. Almeno questo. Un bacio come si deve, e ti voglio partecipe. Mi sembra un buon compromesso rispetto a quello che sarebbe dovuto succedere, non trovi? -
Rimasi a scrutarlo per un momento e mi ricordai di una frase che avevo letto una volta in un libro, un'espressione idiomatica diffusa in Europa che recitava: il gioco non vale la candela. Ecco, mi sembrava che un bacio, un bacio innocente che mai avrei davvero sentito mio, fosse un sacrificio da niente davanti alla possibilità di liberare Derek e salvargli la vita. E che quindi, in quel caso, il gioco valesse la candela. Così, anziché rispondere, gli cinsi il collo con una mano, mi alzai sulle punte e lo baciai. Chris trasalì, sorpreso. Subito mi cinse la vita con un braccio e la mano libera affondò nei miei capelli. La sua lingua chiese accesso alla mia bocca ed io non potei che concederglielo, pensando a come subito dopo sarei corsa in bagno a lavarmi i denti. Chris aveva delle labbra morbide ma, cosa disgustosa, il suo alito sapeva di sangue, sebbene in quantità minore di quanto dovesse essere prima di ingozzarsi di lasagne e polpette. E la cosa peggiore era che quel sangue era mio, così dovetti trattenermi dal vomitare. Il bacio si stava protraendo più a lungo di quando volessi, così toccai di nuovo terra con i talloni e mi staccai da Chris, che aveva il respiro corto e gli occhi scintillanti. - Sto cercando di usare tutto il mio autocontrollo per non prenderti qui e ora, Tammy. Sappilo. -
-Ti ringrazio per lo sforzo- dissi con sarcasmo, poi mi chiusi a chiave in bagno e non uscii per parecchio tempo.
La notte trascorsa con Chris fu parecchio strana. Quando, dopo aver infilato un paio di comodi pantaloni di cotone con cui mi sarei sentita più "coperta" in sua presenza, mi coricai nel letto, dando le spalle alla sua parte, e tempo due minuti il materasso dietro di me si piegò sotto il suo peso. Chiusi gli occhi e cercai di pensare ad altro, ma mi fu veramente difficile. Chris mi si accostò, talmente vicino che le sue cosce premevano contro le mie e i miei capelli gli solleticavano il viso. Si chinò ulteriormente e lo sentii inspirare ed espirare bruscamente, annusandomi, annusando l'essenza stessa delle Pandora, qualcosa di misterioso che su di me non sorbiva alcun effetto. Quale odore dovessero i vampiri sentire provenire da me, rimaneva oscuro per la fonte stessa. Mi chiese se avrebbe mantenuto l'accordo. Se sarebbe riuscito a farlo. Mentre io formulavo ancora quei pensieri, sentii la familiare puntura al collo, quando Chris fece aderire la bocca alla mia pelle e cominciò a bere. Non so quanto durò perché lasciai che la mia mente corresse libera, lontana. Pensai ai miei fratelli, che a quell'ora dovevano già aver ripreso conoscenza. Pensai alla loro reazione e a quella dei miei genitori. Mi chiesi se mi stessero cercando,se lo avessero detto a Caliba e cosa avesse pensato lui a riguardo. E intanto Chris continuava a bere. L'unica cosa che si permise fu afferrarmi la coscia, in un impeto di ardore, e stringerla con forza e allo stesso tempo premersi contro di me facendomi sentire il suo desiderio. E lo sentii. Certo che lo sentii. Era insistente, concreto, nascondeva ben poco delle sue intenzioni. Eppure Chris mantenne il nostro accordo e non fece di più. Ma la sua mente, mentre lui beveva, non mi nascose nessun particolare di ciò che avrebbe voluto fare e di ciò che avrebbe fatto dopo il festival del lobo. Tuttavia, se il mio piano avesse avuto successo, non avrebbe avuto questo piacere. Poi, quando sembrava che non sarebbe mai finita, Chris aveva ritratto i denti, era rimasto ancora per un attimo contro di me a riprendere fiato, poi mi aveva dato un bacio tra i capelli e si era girato dall'altra parte, addormentandosi quasi all'istante. Io ci avevo messo molto più di lui ma, ad un certo punto, dovevo aver preso sonno. Poi eravamo stati entrambi svegliati un paio d'ore dopo, quando qualcuno aveva aperto la porta, lanciato un'occhiata all'interno e poi l'aveva richiusa. Solo la mattina dopo avremmo scoperto che Gabe e Felix erano stati lì e avevano voluto controllare ogni camera di quel motel. Il signor Rick Thomas, da bravo soggiogato, aveva detto che la camera era vuota e non era stata prenotata da nessuno, ma loro avevano voluto controllare lo stesso. Ma quando avevano aperto non avevano visto niente, una semplice camera vuota uguale a tutte le altre, così avevano richiuso la porta ed erano passati a controllare quella successiva. Ma, naturalmente, erano tornati a casa a mani vuote, senza avere alcuna idea di dove io fossi,né di avermi, in realtà, già trovata senza saperlo.
~Angolo Autrice~
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