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Salve Demetra, molte volte salve,
generosa di cibo, ricca a staia.
E come sono quattro le cavalle
di chioma bianca che il canestro tírano,
così la grande dea, molto potente,
verrà portando bianca primavera
e bianca estate e inoltre inverno e autunno
e ci proteggerà da un anno all'altro.
E come scalzi e senza bende in capo
camminiamo in città, così per sempre
avremo in tutto illesi piedi e capo.
E come pieni d'oro i cesti portano
le portatrici, così avremo l'oro
in abbondanza. Le non iniziate
non oltre il Pritanèo della città,
le addette al rito seguano la dea,
se non hanno compiuto i sessanta anni,
fino alla fine. Ma per chi è pesante,
per chi le mani verso Ilitia tende,
per chi ha le doglie, per costoro basta
finché non hanno peso le ginocchia.
Darà loro Deò tutte le cose
in abbondanza e di poter venire
fino al suo tempio. Salve, dea, conserva
questa città in concordia e in opulenza.
Porta tutti i prodotti della terra,
ai buoi da' nutrimento, porta i frutti,
porta la spiga, da' la mietitura,
anche la pace nutri, perché mieta,
colui che arò. Propizia a me dimòstrati
tre volte nelle suppliche invocata,
grandemente potente tra le dèe.
(Callimaco, Inno a Demetra)

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