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Occhi come Iceberg. I miei Occhi freddi e felini erano puntati su quella figura. Persa a parlare con un gruppetto di persone, quello sguardo scivolava da sé. Come creta nelle mani. Come burro innaferabbile.
Vorrei, ma è il coraggio che mi manca. Quello che dentro mi dice di andare da lui e di ritagliarmi un momento solo per noi due. Ma una mano ferrea mi tiene ancorato a questa maledetta sedia. Vorrei, ma non posso.
Perché i tuoi occhi non incrociano i miei ? Perché oggi non ti volti nemmeno per sbaglio. Eppure ieri era stato tutto differente. Eravamo una sola cosa.
Mi sono sentito per un momento estraniato da quella bolla di tranquillità che intorno a me e in pochissimo tempo sei riuscito a creare. Forse ancora troppo acerba per durare troppo.
Ero stanco. Ho chiuso gli occhi e ho lasciato che le cuffiette alle orecchie coprissero i rumori circostanti. I tuoni fuori lampeggiavano ancora. Il cielo scuro prometteva una pioggia che a breve sicuramente sarebbe scesa. Mi sono semplicemente lasciato andare al casino che fuori da quella finestra c’era.
E fu stato in quel momento. Finalmente ti sei deciso ad avvicinarti nuovamente. Mi hai guardato con quel vero sorriso luminoso, mentre io mi sono perso a guardarti. Come uno smemorato. Ma poi, qualcosa mi ha spinto ad allontanare il mio sguardo imperturbabile dal tuo.
Forse ci sarai rimasto male. D’improvviso il tuo sorriso si è spento. Il tuo sguardo dardeggiava da mille domande. Possibile che non lo avesse ancora capito del mio strano comportamento, improvvisamente cambiato? Più distaccato?
Ho lasciato solo che la frustrazione mi cadesse addosso. Mi sono alzato con mani in tasca. Tranquillo sono uscito fuori di classe, come se niente - in realtà - mi fosse interessato. Ma quella era l’ennesima facciata di una maschera.
Mi sono solo appoggiato al muro dello spogliatoio abbandonato. Forse in attesa. O forse no. Attesi qui qualcosa, per una buon ora. I miei occhi chiusi come a volermi solo rilassare. Ma quella tranquillità presto si ruppe.
La sua voce. Il mio nome. Il muore cuore accelerò più del normale. Deglutii solamente. Ma non mi sono girato. Non volevo parlargli. Volevo solo fingere che la sua persona in quel momento non fosse lì presente con me.
Fu lui a venirmi davanti. Non disse nulla. Si limitò solamente nel alzarsi sulle punte. Prendermi il viso tra i palmi e a incatenare i nostri sguardi.
Lui sincero come sempre. Io continuavo a non fare trasparire nulla. Ma la verità era che morivo dalla voglia di perdermi nuovamente in lui. Perché solo con lui potevo rivivere. Solo con lui mi sentivo in pace. Sereno. Vivo. Me.
Riuscivo solamente a ritornare nel vero me stesso.
Fu sempre lui a frantumare ogni mio dubbio. Turbamento. Incertezza. In quel bacio che mi aveva appena divampato. Per quanto poteva essere un semplice bacio a stampo dato sulle labbra, per me era tanto.
Solo all’ora scoprì che avevo ripreso a respirare. Con gli occhi chiusi. Lo cinsi più forte a me. La pioggia fuori aveva preso a cadere. Ma uno squarcio di luce aveva preso a dividere quei nuvoloni . Quel tempo era la dimostrazione del mio "io" interiore. Perché così mi sono sentito. Illuminato da un forte calore procreato dal mio piccolo lui.
Quel bacio però durò sino all’inizio del trillo della campanella. Ci siamo guardati negli occhi. Mi prese una mano nella sua e in silenzio prese a camminare verso il corridoio. La realtà era che non avevo paura degli occhi indiscreti. Non avevo paura che la gente potesse pensare chissà che. A me in quel momento importava solo di quella luce che mi infondeva sempre coraggio e amore. Mi importava solo che gli altri vedessero che quella persona era mia soltanto. Mi importava solo di quel dolce sorriso che affiorava sulle labbra di lui. Solo questo.
E con questo chiudo anche questa pagina della mia giornata. Ma presto tornerò ad aggiornarti.
M.
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