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Avviso : pagina contenente scene Smut. Se siete sensibili chiedere gentilmente di non leggere.
Sai, oggi ci siamo rivisti. Ad essere sincero non riesco stargli per troppo tempo lontano. Per quanto mi costi a realizzarlo a voce alta, é successo. Per la prima volta, in vita mia mi sento bene con qualcuno. Ho fatto abitudine del suo essere così amichevole.
Mi sono presentato a casa sua, con la semplice scusa degli appunti persi e per mia fortuna fu lui a farmi entrare nella sua casa confortevole.
Per un primo momento rimasi fermo a fissarlo, ma poi entrai e lui così mi ha condotto sin sopra camera sua.
E così tra passa quaderni, mi sono ritrovato a gettargli senza riguardo a terra, per poi afferrargli un braccio, portandolo a me con un braccio allacciato alla vita e lui senza attendere oltre mi baciò.
In un battito d'ali ci siamo ritrovati a fare l'amore su quel piccolo lettino. Io impaziente di riaverlo ancora una volta mio, baciandoci come non mani. Le mie grandi e fredde mani si sono ritrovate a correre verso quei vestiti che portava per casa, sino a toglierli del tutto e lui così bello e adorabile sotto di me a rabbrividire per ogni mia carezza aspettata o per ogni bacio che le mie labbra gli stavano donando in tutto il corpo oramai del tutto denudato.
Volevo sentirlo ancora una volta gemere o a stringersi a me mentre lo amavo. Come se tenendomi così stretto a lui, in qualche modo, sarei rimasto ancora ancorato a lui.
Sorrisi, chiedendogli se era pronto e lui per tutta risposta, con una impazienza disarmante mi disse che se non lo avessi fatto mio all'istante ci avrebbe pensato lui stesso a fare il primo passo.
E lí risi e risi. No. Sono io l'attivo. Soni io che conduco e lui quello che riceve. Conoscendolo, una volta fatto diversamente, ero sicuro che non ne avrebbe più voluto sapere di questa assurda storia.
Con una carezza arrivai in mezzo alle gambe che mi aveva già aperto, sfiorandogli il membro attivo, per poi arrivare sin dove volevo arrivare, in quella piccola apertura e lui gemette e fremette quando ne inserii un dito.
In un primo momento il suo cerchietto di muscoli si era teso intorno alla mia pelle, ma una volta rillassatosi ne avevo inserito un secondo e lui a quel punto aveva spalancato gli occhi castani, stringendomi una mano libere. Le nostre dita si sono incrociate in modo del tutto naturale.
Uní le nostre fronti, mentre non perdevo il nostro contatto visivo e lui ne approfittò per rubarmi un veloce bacio a stampo sulle labbra dischiuse.
Lo vidi chiudere gli occhi e in quell'istante capí che si era lasciato andare. Così iniziai a prepararlo con dedizione, spingendo e facendo uscire le dita, poi le feci nuovamente rientrare e lo sforbiciai di poco e a quel punto gemette. Un suono tanto dolce quanto strozzato mi aveva colpito le orecchie.
Lo avevo nuovamente svuotato di me e recuperando un profilattico nel primo cassetto del comodino accanto al letto, lo srotolai e me lo misi dando forma alla mia voglia ben visibile. Lo bloccai sul letto, inchiodandolo con le braccia tese ai lati del suo corpo e lui mi prese il volto tra le mani, mentre mi circondava il bacino con le gambe.
Lo baciai nuovamente, con la mirata idea di non fargli sentire la mia entrata. Anche se ciò non era per me. Non volevo andare piano, volevo consumarlo sin quando non si sarebbe stufato di me. Lo volevo dannatamente e subito. Ma non potevo, dovevo abituarlo alla mia intrusione prima.
E in quel momento, il più delicatamente possibile entrai pian piano in lui, ma all'inizio solo con la punta, per poi alla fine inserirlo tutto e lui boccheggiò a bocca aperta, gli occhi chiusi e stretti, mentre le sue braccia ora mi abbracciavano fortemente al collo. Sentivo le sue unghie entrarmi nella pelle.
Era pura euforia quella. Adrenalina che mi aveva preso a scorrere nella pelle sin arrivare in scariche sempre più nelle profondità delle mie viscere.
A quel contatto sentii il suo corpo tremare e gli sussurrai che sarebbe andato tutto bene e che presto il dolore sarebbe passato e solo a quel punto, lui, iniziò a rilassarsi.
Incominciai a muovermi e ad ogni mia stoccata, sempre un poco più forte delle prime, gemette stringendomi ancora di più. Credevo che ad un momento all'altro sarei potuto pure impazzire. Amavo come mi stringeva e quel suo modo di farmi sentire amato a mia volta come non mai.
Solo con lui potevo. Solo con lui ci riuscivo.
E senza rendermene nemmeno conto colpii quella parte magica che lo fece fremere maggiormente e mordersi le labbra pur di non urlare e si ritrovò a chiudere di scatto gli occhi.
D'altro canto era così bello stare dentro di lui, al caldo. Avvolto come una coperta di lana in un freddo giorno d'inverno. Sembrava che quel posto fosse stato creato per me. Pronto per accertarmi e volermi.
Quasi al culmine dopo un milionesimo bacio fatto di schiocchi e giochi di lingue, gemetti senza alcun ritegno accanto al suo orecchio destro e lui per istinto mi morse la pelle del collo.
Rabbrividii al quel contatto e gli passai le mani dietro alla testa. Proprio perché sentivo e volevo riversare l'orgasmo abbracciato a così stretto contatto lui e lui capendomi subito mia abbraccio a sua volta.
Un ultima stoccata più profonda strinsi i muscoli e nell'attesa di schizzare rimasi fermo in lui e lui mi bloccò, stringendo l'entrata.
Fu tutto abbastanza veloce, che non mi resi subito conto di chi fosse venuto per primo. Fatto stava che mi ritrovai a schizzargli un potente liquido all'interno, mentre lui aveva eiaculato tra i nostri stomaci.
Sorrisi sentendomi completo mentre lo baciavo senza fine, uscendo lentamente dal suo appiccicoso, umido interno e a quel punto lui rivoltò le posizioni, finendomi sorprendentemente sopra a cavalconi.
Lo cinsi dalla schiena e me lo feci cadere addosso e lui per istinto cacciò un piccolo urletto, aggrappandosi subito dopo al mio collo.
Appoggiai il naso nell'incavo del suo collo, ad annusare il suo odore di sesso, sudore misto a ammorbidente e mi inebriai abbracciandolo fortemente a me. Le nostre pelli appiccicosi, si attaccarono tra loro.
Sapevo che fra pochi minuti, al rientro di sua madre, sarei già dovuto essere andato via, ma non volevo separarmi da lui. Non ci riuscivo. Mi faceva sentire a casa. In una vera casa che sapeva di affetto e famiglia.
Ma alla fine con mio disappunto ci siamo separati, mentre io mi preparavo, lui era corso in bagno per farsi una doccia calda, per poi trafelato tornare in camera e risistemare il tutto.
Mi accompagnò alla porta con la promessa che ci saremmo rivisti il giorno dopo e già non vedevo l'ora.
Ma mi impalai d'improvviso davanti alla porta di casa, con la speranza che mi arrivasse un qualcosa che aspetto e lui non me lo fece attendere. Si alzò sulle punte, mentre si aggrappava ai lembi della mia giacca e mi baciò.
Passai una mano al retro della sua nuca e sorrisi in quel bacio fatto di complicità.
Mento se ora non dico, che vorrei riavvolgere le lancette del tempo e ritornare all'inizio di questa giornata. Solo per lui. Per risentire ancora una volta il suo dolce odore.
Adesso però vado, ma prima di chiudere vorrei ringraziarti per avermi ancora una volta stato a sentire. Per avere ascoltato, ciò che alle tue orecchie sarebbe potuto sembrare solo una cosa sciocca.
M.
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