Risurrezione (neutralrun)
Passarono i mesi, ma Asriel era scomparso nel nulla, Chara guarì dalle ferite fisiche, ma l'aria di casa che sentiva con i mostri era scomparsa.
Toriel trattava Charlotte come se fosse malata , mentre Asgore aveva cominciato a trattarla con indifferenza e astio.
Lei si sentiva sola.
Le mancava Asriel più di ogni altra cosa e se avesse avuto Sans tra le mani l'avrebbe polverizzato, aveva perso completamente i contatti con Papyrus e il rapporto con Gaster si era terribilmente deteriorato, ormai lui si limitava ad insegnargli le cose, anche abbastanza rigidamente.
Era a scuola e le lezioni erano finite, quando Undyne gli si avvicinò, la strinse a sé e le diede un bacio sulla guancia.
:-CHARA! STAI BENE!
:-undyne... Io...
:-Non sei venuta a scuola negli ultimi due mesi... che hai?-chiese lei continuando ad abbracciarla
:-Nulla, ero solo malata...
:-Molto probabilmente sai che Asriel è sparito, io, aspirante capo delle guardie reali e pap siamo partiti alla ricerca del principe nostro amico... è anche un tuo amico... quindi...?
:-non posso partecipare, se quello che intendevi- disse interrompendola e sciogliendosi dall'abbraccio dell'amica squamata
:-Perché no? Chara la tua magia è fortissima, se ci trovassimo qualcuno di pericoloso davanti... Insomma Chara, tu e Asriel vi eravate messi insieme o no?- la ragazza prendeva della roba dell'armadietto, guardò per un secondo l'amica con astio
:-Si, è proprio questo il punto... Devo elaborare il lutto- e chiuse con rabbia lo sportello, procedendo a passo spedito nel corridoio che portava fuori.
Chara era molto pessimista, era quasi sicura che Asriel non sarebbe mai più stato ritrovato, o che sarebbe stata trovata la sua polvere, lei conosceva gli umani, era certa che ci fosse il loro zampino.
Chara odiava la sua razza, chara si odiava per non aver fatto abbastanza per salvarlo.
Sperava che Sans, magari con qualche rimorso di coscienza, si prendesse cura del principe per lei...
Voleva perdersi nel bosco, cominciò a vagare senza meta con i suoi libri in mano.
Lei voleva essere un mostro, non le bastava più la padronanza della magia, odiava essere umana, si fermò e si mise a piangere, le tremavano le gambe e si sentiva morire.
Intanto Gaster aveva un enorme problema, il suo più grande errore era sparito con tutti i dati relativi all'esperimento che lo riguardavano, lo scheletro stava quasi per avere una crisi di nervi.
Si avvicinò al balcone del laboratorio e scaraventò il microscopio disotto, cercando di trattenere le lacrime che insistevano per uscire.
Sul vetrino, c'era un campione di osso, Gaster stava facendo studi su come il corpo degli scheletri reagiva alla determinazione, un tempo erano umani, no? Ma non era ancora riuscito a portare risultati decenti.
E ora era troppo tardi, perché avevano preso Sans, il suo più grande errore.
Perseveranza pulsava furiosamente sotto il suo sterno, facendo impazzire lo scienziato, il quale avrebbe preferito morire seduta stante, piuttosto che continuare, consapevole che la rabbia funesta dell'anima non si sarebbe fermata fino a quando lui non avrebbe ritrovato Sans... o quello che ne restava.
:- Amore... Ho sentito un rumore, cosa sta succedendo?
:-Marlena, l'hanno portato via- Gaster stava chino sul tavolo, ormai le lacrime erano uscite
:- Chi?- chiese lei
:-non lo so... non lo so- Merlena si avvicinò a lui lo prese per le spalle, lo girò e lo abbracciò, stretto stretto, senza permettergli di espandere la cassa toracica.
Perseveranza si tranquillizzò un pochino, dando allo scienziato la forza di ricambiare l'abbraccio della moglie.
:-Sembri il ragazzo che ho conosciuto all'università, quello che piangeva sempre al solo parlare degli umani...
:-n-no io-io- disse tirando su con il naso- non piangevo q-quando si parlava d-di umani ma d-dei tu-tuoi amici-Marlena ridacchiò, stringendo un altro po' l'abbraccio, come in un rituale, diede un bacio sulla fronte del suo ragazzo, poi lo prese in braccio che si era già addormentato e lo portò nella loro stanza.
Lo sistemo al centro del letto, spense la luce e gli posò una coperta sopra.
:-coniglietto dolce...
Sans nel frattempo stava facendo quello che un traditore fa di solito...Tradire...
:-ottimo, ho quasi quantificato la quantità di odio da somministrargli .- sans si sentiva in colpa, aveva aiutato un paio di volte suo padre in questo progetto, sapeva quello che c'era dietro.
:-ottimo Sans- disse Flawey
:-signore... è sicuro?
:-si - sans prese una siringa che inserì nel braccio del fiore giallo antropomorfo, estrasse un liquido nero,denso come slime, che andò ad inserire nel midollo osseo dell'altro scheletro, spingendo il contenuto fino a metà.
Passarono i minuti e sans era incerto sulla riuscita dell'esperimento, fino a quando uno scheletro non si alzò dal lettino, era completo di ogni osso, mentre prima, gli mancavano tutte le ossa dal bacino in giù.
Si alzò dalla barella, la prima cosa che vide fu sans, gli strappo il giubbotto di pelle.
:-hey- protestò lo scheletro scienziato
:-cazzo vuoi nano?-disse indicando le iniziali.
Lo scheletro più piccolo rabbrividì al pensiero che aveva indossato il capo di abbigliamento di un morto per tutto questo tempo.
:-Ah si, scusa...
Flawey applaudì :-Sans, altro che scienziato, il tuo lavoro è la spia!
:-senti, non ne voglio parlare.
l'altro scheletro era confuso :-Anch'io mi chiamo sans- disse lui. Lo scheletro scienziato era ancora più in imbarazzo - Nano che cazzo ci hai fatto con il mio giubbotto è tutto rovinato?- al pensiero del bacio di Grillby, arrossì.
Flawey a passo lento e assassino,si avvicinò allo scheletro adulto, ordinando a Sans di andarsene a controllare Asriel.
Gli sussurrò all'orecchio :-cos'è l'ultima cosa che ti ricordi?
:-mi ricordo un uomo, uno scheletro, come me...
:-oh ottimo... Cosa stavate facendo?
:-lui mi ha attaccato, mi ha quasi ucciso!
:-ESATTO e tu non ti vuoi vendicare?
:-si che lo voglio!
:-bene... io te lo permetterò, se vieni con me
Sans era da Asriel.
Gli stava portando il rancio, patate lesse e una fetta di carne.
Aprì la sua cella, una suite lussuosa, lasciò il cibo su un tavolino intarsiato.
:-SANS PENSI CHE TUO PADRE TI PERDONERÀ? SANS! NON IGNORARMI!- gli urlò dietro il principe mentre chiudeva la cella.
Il giovane scheletro, si accasciò al muro e lentamente si mise a sedere, chiedendosi cosa stesse facendo e se suo padre avrebbe mai potuto perdonarlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top