chara neutralRun

Aprì  gli occhi lentamente, perché? Perché  dovevo farlo? svegliarmi, intendo.
Frisk si sporse dal letto a castello e mi guardò.
Mettemmo il maglione uguale, come sempre,  essendo gemelle era quasi un obbligo.
Lei mi strinse la mano, mi fece coraggio e andammo fuori dalla stanza, mia nonna ci aspettava nella sala da pranzo con il sorriso stampato sul volto, un soffio di vento  mosse i miei capelli.
Ci Mettemmo a sedere davanti ad un piatto di  crepes,sapevano che io preferivo uova e Bacon, allontanai da me il piatto, tanto comunque non avrei mangiato, mi   alzai e mi misi ad osservare la finestra, in lontananza  potevo vedere il monte Ebbot.
Mio nonno entrò  nella stanza, mi guardò, lanciandomi uno sguardo pieno d'odio, lo stesso odio che provava per i mostri, lo stesso odio che provavo per lui, tornai ad osservare la finestra, nel giardino del castello giocava un piccolo mostro.
Mia sorella mi guardò, con la bocca piena, e capì  cosa volevo fare.
Mio nonno fece per aprire bocca, Il re degli umani, non  era mio nonno, era un mostro... Avrebbe di sicuro  fatto qualche sproloquio  su quanto fossero pericolosi i "mostri", che vivevano in piccole città  lontane dalle nostre, in ghetti. E pensare che lui voleva fargli la guerra, spezzando quel sottile equilibrio che eravamo riusciti a costruire .
Uscì  dalla stanza.
:-Charlotte, non provare a varcare quella porta o farai la fine di tuo padre! -  disse lui
:-FANCULO!  - urlai ormai nel corridoio.
Scesi le scale di marmo, il cuore mi esplodeva  nel petto, nel 2020, volevamo ancora schiacciare i mostri, solo perché  avevamo paura, perché  loro sapevano usare la magia, e solo pochi di noi la sapevano usare al giorno d'oggi, e con la magia potrebbero  distruggerci. 
I mostri  sono troppo buoni, è  l'unica cosa che gli rimprovero,  hanno subito secoli di angherie a testa china, sapendo di avere un potere che poteva rovesciare regni...
Ormai ero nel cortile del palazzo, faceva freddo ed ero praticamente  nuda, la neve mi bagnava gli scarponcini.
Arrivai al villaggio, snowdin, ai piedi del monte Ebbot.
Sans mi vide e mi fece l'occhiolino.
:-  sono qui per la lezione - dissi, sans tolse la sua giacca e me la mise  sulle spalle
:-hai litigato di nuovo con tuo nonno? - annui
Papyrus  mi salutò  da lontano e corse verso di noi.
:-nostro padre sta lavorando ora...-disse lo scheletro  vicino a me.
:-ok, aspetterò -dissi.
Papyrus  arrivò  vicino a noi e si inchino al mio cospetto, sorrisi
:-bentornata principessa!
:- quante volte ti ho detto di non inchinarti, quando mi vedi? - sans fece una risata di sottotecchi, lui si risollevo lanciando un occhiataccia al fratello.
Snowdin  era sempre innevata, era un piccolo villaggio  circondato  da cipressi, ai piedi del monte Ebbot, ci vivevano principalmente  Mostri, ma c'erano  anche alcuni maghi, pochi ma buoni, il mio sogno era imparare ad usare la magia e  venire a vivere lí.
Iniziammo a passeggiare, la neve era candida,quando ci passavo sopra la sporcavo però e un po' mi spiaceva.
Arrivammo  vicino alla casa degli scheletri, Papy entrò  per primo prendendomi per mano e trascinandomi dentro, facendomi mettere a sedere sul divano.
Sans aspetto  sulla porta,  gli lanciai la sua giacca, mi fece un occhiolino  e poi urlò  :-VADO DA GRILBYS -  il fratello uscì  dalla cucina  e fece una faccia truce, ma l'altro  ormai era già  andato.   
Ripensai a come avevo fatto amicizia con Sans.
Fu molto difficile,  sans non si fidava degli umani e andava subito sulla difensiva.
Prima di conquistare  la sua amicizia, sono stata colpita da due Gaster Blaster,  varie ossa fatte di magia e un pugno, senza mai contrattaccare, un po' perché  non lo sapevo fare,  un po' perché non volevo.
Ho fatto molti progressi in campo magico, da quel giorno,  so evocare coltelli, fare scudi, ma li so mantenere per poco tempo, ancora.
Ho scoperto, grazie a gli studi del dottor Gaster, mio maestro ,  che la mia anima è  quella di determinazione, una delle anime che sa controllare meglio la magia.
Bussarono, andai ad aprire, visto che Pap mi stava preparando qualcosa in cucina , ormai mi sentivo a casa, mi sentivo di casa, molto meglio che quando ero rinchiusa in quella prigione dorata, mi sentivo molto più  compresa ed apprezzata.
Era Gaster, mi sorrise. 
:- Ho fatto bene a tornare prima a casa - disse
:-la ringrazio- dissi spostandomi, appoggiò  la borsa sul divano, i suoi occhi erano  oro e argento.
:- ma io avevo appena finito di cucinare gli spaghetti - disse Pap, facendo gli occhi da cucciolo, sorrisi e sentì  il mio stomaco brontolare.
:- va bene,  prima dell'allenamento  e solo una forchettata.
Gaster era un medico e uno psicologo, l'uomo  che più  si intendeva di anime umane, aveva studiato ad una facoltà  per soli umani e fece molto scalpore questo, io non ero ancora nata, ma mia nonna me lo raccontò, lì  incontrò  la promessa sposa di mio padre  Marlena, una donna albina, figlia di ricchi propietari di fabbriche,  che poi  scoprì  di essere  una maga, lasciò  la facoltà  e divenne Orefice, si sposò  il mostro e mise su famiglia, mandando a cagare la casata reale.
Il mio sogno...
ho incontrato anche lei, è  dolce e simpatica, mi ha regalato  un anello di rubini, che porto sempre al dito con orgoglio.

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