Asriel neutralRun

Mio padre aveva un espressione  preoccupata, gli chiesi se potessi aiutare, mi liquido con un secco no, mi disse che c'era  stato un problema al core, ma voleva che io ne stessi fuori assolutamente, perché  troppo rischioso. 
Mi precipitai verso la macchina senza dire nulla a mio padre, tanta gente poteva morire,  la grande e imponente macchina   andava a fuoco, c'era un sacco di gente che lavorava lì, mi precipitai verso la struttura.
Poco fuori dalla macchina c'era un gruppo  sostanzioso di uomini topo, li indirizzai  verso il laboratorio del dottor Gaster.
Sentì  una ragazzina urlare :- Cazzo, Andiamo via! 
Mi addentrai.
:-Non me ne andrò fino a quando l'ultima fiamma non sarà  spenta! È  il lavoro della mia vita! Ho passato anni a perfezionarne le meccaniche, non posso lasciare che vada tutto in fumo ! -  la voce era quella di Gaster .
Nel corridoio c'era  una donna fiamma, che probabilmente  era un operaia, stava a pulire i meccanismi bruciacchiati, mi sorrise, feci una faccia truce e corsi verso la voce.
Sentì  dei colpi di tosse fortissimi.
:- abbiamo finito, Charlotte, esci, quei colpi di tosse non prometto  bene - arrivai appena in tempo, la ragazza era Svenuta a terra.-Oh!  E-E su-sua eccellenza,  la prego mentre, mentre i-io finisco qui, p-porti la ragazzina a prendere una boccata d'aria-  presi la ragazzina  e la portai verso il castello, aveva i capelli  corti, delle bolle su un occhio  e i vestiti mezzi bruciati, era ridotta in condizioni critiche, provai ad esercitare i miei poteri curativi su di lei, ma ero completamente  inutile.
La portai in fretta da mia madre Toriel.
:- figlio  dove sei stato? -chiese mio padre sorseggiando  un infuso di Golden flawer  con mia madre.
Ero sporco  di fuliggine e rachiudevo nelle mie grandi braccia il corpo della ragazza, la poggiai sul tavolo e fissai intensamente  mia madre, aspettando  che facesse qualcosa.
Lei capì  e una polvere verde si diffuse nell'aria,fu come risucchiata dal corpo della ragazza, le bolle sul suo occhio destro diminuirono, rimase solo il  rossore, le bruciature sul suo corpo regredirono, lasciando solo cicatrici, quella sull'occhio destro  era la più  evidente. 
"dormiva" ancora,  la sollevai  e la portai in camera mia, con mia madre a presso e mio padre sconvolto che tossichiava l'influsso che gli era andato di traverso.
  mia madre mi  fissava  incredula, con una faccia del tipo "dove l'hai trovata?"

Dicevo tutto a mia madre, le spiegai  che ero stato al core e Gaster era lì  con questa ragazzina, mia madre mi sorrise e prese uno dei miei maglioni e lo appoggiò  sull'umana come una coperta, mi disse :- digli di metterlo quando sarà  rinvenuta!- mia madre uscì  dalla stanza, io rimasi lì a fissarla, era piccola, solo il mio torace era  grande come tutta lei, se facevo un pugno con la mia mano potevo osservare che era più  grande della sua testa.
Rimasi lì  un paio di minuti.
Forse troppo perché  alla fine la vidi svegliarsi, i suoi occhi  furono rossi per un attimo, poi divennero  blu, fino a perdere vita e diventare grigi.
Vedevo la sorpresa  nei suoi occhi.
:-chi sei?
:- tu chi sei?- mi rispose
:-io sono il principe Asriel, Asriel Dremurr! ora dimmi chi sei?
:- principessa Charlotte, per gli amici Chara! -  mi  protese la sua piccola mano!
Aspetta! Aveva detto principessa? La mano rimase sospesa sul bordo del letto, si era messa  di fianco.- Hey qualcosa non va?
:- no-risposi -  sei venuta qui per distruggerci? -  dissi evocando la spada del dio dell'ipermorte .
Con non poco sforzo la vidi eregere il busto, fare una faccia sorpresa, poi tirare un sospiro, sdraiarsi di nuovo e  girarsi dall'altra parte.
Di solito tutti impallidivano  davanti alla mia trasformazione e la spada di pura magia che brillava dei colori dell'arcobaleno, faceva più  paura di me.
Sentì  dei singhiozzi.
Tolsi la spada e mi avvicinai alla ragazzina, le chiesi cosa ci fosse che non andava e lei mi rispose :- Non sono ben accetta nemmeno da voi... -  e tirò  su  con  il  naso  .
Mi spiegò  in breve la sua storia, quello che le era successo e l'odio che provava per la razza umana.
Poi mi disse che voleva vedersi allo specchio perché un getto di vapore bollente l'aveva colpita nel core le dissi che le erano rimaste alcune cicatrici e le Passai il mio maglione.

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